E’ uno degli autori horror e del fantastico più quotati e più interessanti del panorama letterario italiano odierno e sa muoversi abilmente tra romanzi, racconti e sceneggiature televisive. Abbiamo già avuto il piacere di ospitarlo qualche tempo fa sulle pagine della Zona Morta, ma Gianfranco Nerozzi non si ferma mai… e quindi lo abbiamo fermato noi, giusto il tempo di intervistarlo ancora una volta!
CIAO GIANFRANCO, LA NOSTRA ULTIMA CHIACCHIERATA RISALE A TRE ANNI FA ORMAI: L’ULTIMA VOLTA CHE CI SIAMO SALUTATI HAI DETTO CHE VOLEVI SCRIVERE ANCORA DICIOTTO ROMANZI… A CHE PUNTO SIAMO?
Sul serio ho detto questo? In realtà, adesso come adesso, ne vorrei scrivere altri 118, come minimo. Mi sto già organizzando per alterare il mio continuum spazio-temporale per riuscirci.
COSA E’ CAMBIATO IN GIANFRANCO NEROZZI NEL FRATTEMPO?
Tutto e niente. Le solite contraddizioni del cazzo, eh. L’esperienza ovviamente aumenta, così come crescono le rughe sulla faccia. Lo spirito, dal canto suo, invece si evolve, ma resta sempre combattivo. L’importante è che i desideri non invecchino, come afferma Battiato in una sua bellissima canzone. I desideri proprio come i sogni. E i miei sono ancora vigorosi, tipo quelli di un ventenne.
PARLIAMO PER COMINCIARE DELLE TUE SAGHE LETTERARIE E INIZIAMO CON “CRY FLY”. COSA PUOI DIRCI IN MERITO?
Tutta la mia produzione letteraria, in realtà, può essere considerata come una unica, grandissima e articolata saga. Le mie storie sono sempre in qualche modo collegate e rappresentano i frammenti di un complesso puzzle narrativo. La trilogia di “Cry fly” passa il testimone sia alla saga di “Genia” che a quella del “Cerchio” (se così vogliamo chiamarla). La narrazione conclusiva della raccolta, infatti, vede come protagonista la stessa poliziotta che sarà poi accanto a Michele Santonero. Mentre il romanzo breve “Immagini collaterali” battezza l’entrata in scena di quel commissario Francesco Negronero che possiamo trovare adesso in “Continuum”.
DOBBIAMO ASPETTARCI ANCORA QUALCHE SORPRESA DALL’ENTITA’ DEMONIACA PROTAGONISTA OPPURE IL CICLO E’ DA CONSIDERARSI UN CAPITOLO CHIUSO?
Guarda… tutto è possibile. Il commissario Costa, che è l’eroe (si fa per dire) de “L’urlo della mosca”, non è ancora morto (o per lo meno non è deceduto in modo canonico – basta leggere il racconto “Ombra nel vuoto” per capire cosa intendo – e quindi potrebbe sbucare fuori di nuovo da un momento all’altro… prendila come una minaccia, naturalmente…
E DELLA SERIE DI “GENIA” CHE PUOI DIRCI? IN TEORIA ALL’APPELLO MANCHEREBBERO ANCORA DUE EPISODI… O SBAGLIO?
Ne mancano tre. Perché si tratta di una pentalogia. Mi piacerebbe molto concluderla (entro i miei prossimi 118 romanzi). Le storie sono già tutte pensate. Se l’editore schiocca le dita, io scrivo e pubblico. Sono tanti i fan che mi chiedono quando andrò avanti con questa mia particolare cronaca dell’Apocalisse e non vorrei certo deludere le loro aspettative.
CON LO PSEUDONIMO DI JO LANCASTER RENO TI SEI POI OCCUPATO DEL CICLO DI “HYDRA CRISIS” PER LA COLLANA “SEGRETISSIMO” MONDADORI… COME E’ NATA L’IDEA DEL FALSO MISTERIOSO SCRITTORE DI ORIGINE FRANCESE E QUALI SARANNO GLI SVILUPPI DELLA SAGA, SE CE NE SARANNO?
Quando mi proposero di entrare a far parte della cosiddetta Legione, il manipolo di scrittori italiani mascherati da stranieri assoldati per rinverdire i fasti di “Segretissimo”, decisi di prendere la cosa in un modo particolare: inventandomi prima di tutto lo scrittore per poi immedesimarmi in lui e scrivere posseduto dalla sua personalità. In questo modo Jo Lancaster Reno è come se fosse un personaggio vero e proprio. Nell’ultimo, “Hydra crisis 4”, addirittura, lui compare nel romanzo stesso come guest star: Marc Ange, per circuire il cattivo di turno, finge infatti di essere il ghost writer proprio di Reno. Deliri, sempre quelli, già, come fossero desideri, peggio dei sogni. Ma che ci vuoi fare? La serie è già pensata per i prossimi dieci libri, e riserva delle grandi sorprese e colpi di scena a non finire, speriamo di riuscire a trovare il tempo e i contratti per portarla avanti: ad oltranza.
TRA LE ALTRE COSE, TI SEI OCCUPATO ANCHE DI LETTERATURA PER RAGAZZI, OCCUPANDOTI SEMPRE DI HORROR, MA CHIARAMENTE IN UNA FORMA PIU’ BLANDA E ACCESSIBILE A UN PUBBLICO PIU’ GIOVANE. VUOI PARLARCI DI QUESTA ESPERIENZA?
Il mio primo lavoro per ragazzini risale al 2000, o giù di lì. Un progetto di romanzi per la Disney libri dove scrittori per grandi scrivevano storie per piccoli che dovevano avere Topolino come protagonista. Mio figlio allora aveva solo nove anni e quindi io ero decisamente immerso nelle atmosfere giuste, come padre, oltre che come artista, dovendomi sorbire continuamente film di cartoni e raccontare favole (una diversa ogni sera!) per conciliare il sonno del pargolo. In seguito volli ripetere l’esperienza, pubblicando un romanzo per Mondadori, che è uscito quattro anni fa: “La creta oscura”, che è già alla seconda edizione. Di “La creta oscura” sono previsti anche due seguiti: attendo notizie dai responsabili editoriali di Mondadori ragazzi per mettermi a scriverli.
COME SI CONCILIA LA TUA “ANIMA FORTE” DA SCRITTORE HORROR CON “L’ANIMA TENERA” DA SCRITTORE PER RAGAZZI E QUALI SONO LE DIFFERENZE STILISTICHE E TEMATICHE TRA QUESTI DUE MODI DI FARE LETTERATURA?
Per scrivere per bambini occorre sapere usare bene la fantasia e per uno come me, che ne ha talmente tanta da doverla tenere a bada col forcone, è come andare a nozze, con il lupo: a proposito di fiabe. Ovviamente ho dovuto comunque abbassare i toni dei miei stilemi narrativi. Ma me la sono cavata trasformando gli schizzi di sangue in schizzi di Coca cola: fantastico. Poi con un bel lieto fine alla fine: e il gioco è fatto.
IN TEMPI RECENTI HAI PRESO PARTE ANCHE ALLA SERIE TELEVISIVA “IL TREDICESIMO APOSTOLO” IN QUALITA’ DI SOGGETTISTA E CO-SCENEGGIATORE? VUOI PARLARCI DI QUESTA ESPERIENZA?
Te la posso descrivere con un verso: ieea! Che corrisponde a: incredibilmente eccitante, estenuante, appassionante. Nell’estate del 2009 fui contattato da Pietro Valsecchi, su istigazione di Sandrone Dazieri, per scrivere la bibbia iniziale di quello che doveva essere, e che in effetti è stato, il primo mistery italiano televisivo del nuovo millennio. Un progetto davvero coraggioso che ha dato buoni frutti, considerando gli altissimi indici di ascolto. Dopo la mia prima stesura, in seguito gli script furono rielaborati e ridefiniti da un gruppo di editor molto bravi della Tao Due, la grossa casa di produzione di Mediaset. E io ho scritto, dulcis in fundo, un paio di sceneggiature sulla base dei nuovi concept.
QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA LA “PENNA STILOGRAFICA” E IL “TELECOMANDO”, SE CI PASSI LA METAFORA?
Lavorare per la televisione è molto remunerativo, nel senso che ti pagano bene, ma sempre alla luce dello ieea di cui sopra, però. Insomma devi confrontarti con un sacco di altre persone che entrano in gioco e che vogliono e debbono dire la loro. Scrivere un romanzo tuo è un’altra cosa. Decidi tu tutto quanto, sei padrone e signore della storia, nel bene e nel male. La rappresenti completamente. Quindi: vuoi mettere?
ULTIMAMENTE HAI DATO ALLE STAMPE IL TUO NUOVO ROMANZO “CONTINUUM – IL SOFFIO DEL MALE”, CHE SI RICOLLEGA DIRETTAMENTE A “IL CERCHIO MUTO”. COSA PUOI DIRCI IN PROPOSITO?
Si tratta del prequel de “Il cerchio muto”. E narra le vicende antecedenti quel romanzo, riferite a dieci anni prima. Una trama poliziesca, con una sfida all’ultimo sangue fra un commissario di Polizia e la sua squadra contro un criminale spietato a capo di un’organizzazione mafiosa in odor di satanismo. Presto il thriller però, lascia posto all’horror, evolvendosi in una trama soprannaturale assolutamente originale e imprevedibile, ricca di colpi di scena come si dice. Action, intrighi sentimentali, suspense al fulmicotone e rock’n roll secondo la mia ormai collaudata formula drammaturgica. Tanti i generi agitati assieme in un cocktail letterario che spero non mancherà di stupire. “Continuum” però non è solo puro intrattenimento. Alla base di tutto c’è una profonda e appassionata riflessione sul tema della sofferenza… Il mio protagonista non può sentire il dolore fisico mentre il mio cattivo non avverte il dolore interiore. Due opposti estremismi che si sfiorano e si mescolano, fino a confondersi e diventare altro. La nascita del male e la redenzione conseguente scandita dal ticchettio di un orologio pazzo, che non perdona.
IN PRATICA HAI CREATO UN NUOVO CICLO… DOVREMO ASPETTARCI UN ALTRO SEGUITO?
Un altro frammento del puzzle, già… In realtà ho fatto di peggio, e ho gettato i semi per un altro prequel e per un sequel. Tanto per non farmi mancare nulla. Si deciderà in futuro secondo le strategie editoriali quale strada creativa intraprendere.
COME MAI LA MAGGIOR PARTE DELLE TUE STORIE SI SVOLGE IN EMILIA ROMAGNA?
È la mia terra, quella che contiene giocoforza le mie radici. Ma non è solo quello il motivo. Credo che questa regione, nella fattispecie, ma soprattutto Bologna, in quanto presunta isola felice, conservi un’anima oscura che si può prestare molto bene a raccontare di incubi o di redenzioni. Emilia Romagna rossa come il sangue. Passionale e bucolica. Piena di contraddizioni. Pupi Avati ce lo ha mostrato tanto tempo fa, con i suoi bellissimi La casa delle finestre che ridono e Zeder, ormai diventati dei cult cinematografici dell’horror. Sentir parlare un folle assassino con la esse bolognese è davvero terrorizzante. Non a caso qua da noi esiste il più grosso e talentuoso gruppo di scrittori noir italiano. Bologna: città degli angeli e dei tortellini, come cito proprio in “Continuum”. Torri di guardia e angoli neri da esplorare: cosa si può pretendere di più da una location?
CITANDO QUESTA MERAVIGLIOSA TERRA NON PUO’ NON VENIRCI IN MENTE LA TERRIBILE SEQUENZA DI SISMI CHE HA COLPITO DI RECENTE QUESTA REGIONE. HAI VOGLIA DI PARLARCENE?
Ho vissuto il terremoto provando un forte senso di incredulità. Come molti altri. Da esterno però, senza mai aver avvertito personalmente una scossa che una! Io abito a Sasso Marconi, sopra a una collina ad un altitudine di quasi 600 metri. E quassù siamo stati risparmiati persino dai tremori. Ma ci sono tanti amici che invece sono stati colpiti, più in basso. A tutti quanti loro va la mia vicinanza e il mio conforto, naturalmente.
ULTIMA DOMANDA… POI TI LASCIAMO LIBERO, ALMENO PER QUALCHE ANNO. COSA DOBBIAMO ASPETTARCI NEL PROSSIMO FUTURO DA GIANFRANCO NEROZZI?
Oltre ad altri 118 romanzi, intendi? 118 film tratti dalle mie opere, naturalmente! Che tanto sognare non costa nulla, o quasi… Quindi dai: di sicuro tanti altri incubi neri da condividere tutti assieme. Il primo sarà il quarto “Hydra crisis: Nel cuore del diavolo”, che uscirà nel 2013. Poi a scelta a seguire: uno dei tanti di cui sopra frammenti del puzzle nerozziano. Un continuum inarrestabile!
E NESSUNO HA INTENZIONE DI FERMARTI, SE NON PER LA PROSSIMA INTERVISTA! A PRESTO!