RICCARDO FREDA

Riccardo Freda è un nome che non si può certo scordare se si ama il genere fantastico, in special modo l’horror: è stato sia regista sia sceneggiatore e ha saputo regalarci capolavori di genere che ancora oggi non possono mancare in una videoteca personale dedicata al brivido, ma non solo.

Le sue intuizioni geniali, il suo modo di dirigere gli attori, il suo saper stare dietro la macchina da presa, oltre alle valide persone di cui ha saputo circondarsi (uno fra tutti il grande Mario Bava), gli hanno fatto guadagnare la fama di essere stato il primo nel nostro paese a lanciare il genere horror, con il famoso film “I vampiri”. Quest’ultima pellicola, realizzata in pochissimi giorni e con non pochi problemi con la produzione (fu necessaria la sostituzione con Mario Bava, perché Freda lasciò il set per delle divergenze), inaugurò infatti il filone horror italiano, che mischiava situazioni horror ad atmosfere e temi melo.

Nato ad Alessandria d’Egitto nel 1909 da una famiglia napoletana, dopo aver frequentato l’università di Milano e studiato scultura, nel 1933 Riccardo Freda entrò nel Centro Sperimentale di Cinematografia, iniziando nel 1937 una carriera di sceneggiatore per registi come Gennaro Righelli, Eduardo De Filippo, Giacomo Gentilomo, Raffaele Matarazzo e Goffredo Alessandrini. Contemporaneamente trovò lavoro come critico d’arte nel giornale “Il Popolo di Lombardia”, occupandosi anche di produzioni cinematografiche per la Tirrenia e l’Elica Film.

All’inizio degli anni Quaranta conosce e sposa l’attrice Gianna Maria Canale che imporrà poi in molti dei suoi film.

L’esordio come regista è del 1942 con il film avventuroso “Don Cesare di Bazan”. Negli anni successivi, mentre si andava affermando la scuola neorealista, andando controcorrente Freda proseguì invece nel filone storico-avventuroso, ispirandosi spesso a classici letterari. Fra i suoi film più famosi di questo periodo ricordiamo: “Aquila nera” (1946) tratto da un racconto di Puskin, “I miserabili” (1948) dal romanzo di Hugo con protagonista Gino Cervi, “Beatrice Cenci” (1956) dal romanzo di Guerrazzi.

Nella sua vasta filmografia, spiccano soprattutto però i film horror, genere di cui è stato un precursore: film come “I vampiri” (1956 – completato però da Mario Bava), “Caltiki, il mostro immortale” (1959), “L’orribile segreto del dr. Hichcock” (1962), “Lo spettro” (1963) e “L’iguana dalla lingua di fuoco” (1970) sono dei veri e propri cult che hanno fatto scuola.

Freda ha diretto poi anche film di spionaggio e numerosi peplum, alcuni dei quali comunque spesso risultano essere una commistione di generi, come in “Maciste all’inferno” (1962), in cui non è chiaro se si tratti di un film  horror travestito da peplum o viceversa.

Il suo ultimo film è stato “Murder obsession” (1980 – conosciuto anche come “L’ossessione che uccide” o “Follia omicida”). Nel 1994, ha girato alcune riprese del film “Eloise, la figlia di D’Artagnan” di Bertrand Tavernier.

E’ morto a Parigi nel 1999 alla veneranda età di novant’anni: per lungo tempo è stato, a torto, scarsamente considerato dai critici italiani, che lo hanno etichettato come un regista di B-movie mentre è stato molto più stimato dalla critica cinematografica francese che ha sempre saputo leggere tra le righe e cogliere i suoi guizzi artistici prima dei colleghi del nostro paese.

Davide Longoni