Livia Rocchi ha già avuto modo di dimostrare più volte di che pasta è fatta: appassionata di Harry Potter e di tutto ciò che riguarda la Rowling, ha raccolto sull’argomento ogni genere di materiale e ha all’attivo un’infinità di racconti e di collaborazioni come editor e non solo. Ma soprattutto è l’ideatrice della serie di romanzi giallo/rosa “Talent Angels”, che sarà pubblicata a partire da settembre da Camelozampa. Conosciamola meglio perché ha davvero un sacco di cose interessanti da raccontarci.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È LIVIA ROCCHI?
Domanda difficile, forse non l’ho ancora capito nemmeno io. Sarà per questo che cerco di provare tante strade. Ho fatto il liceo scientifico con lo scopo preciso di diventare geologa fin dalla terza elementare. Poi invece all’università mi sono iscritta a Scienze Statistiche, per mollare dopo poco tempo. Ho studiato canto, danza, recitazione perché pensavo che il mio vero sogno fosse il musical. Appena sono riuscita a essere per cinque minuti Sally Bowles in un teatro… zac, ho ridotto drasticamente il tempo dedicato al palcoscenico (continuo a praticare solo la mia prima passione, il canto). Poi ho iniziato a scrivere, ma siamo alla domanda numero due.
COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?
Per scommessa. Il mio migliore amico è uno scrittore bravissimo, pubblicato da editori importanti. Quando l’ho conosciuto però, era solo un ragazzo con un gran talento e tre quarti di romanzo nel cassetto. Tentavo di spronarlo, di convincerlo a fare concorsi, ma rispondeva sempre: “Nun me va”. Un giorno gli ho detto: “Scommettiamo che se mi metto a scrivere, pubblico prima di te?”. “Ok” ha risposto, “Una pizza!” (s’è sprecato). Il giorno dopo sono andata in edicola e ho comperato un po’ di quelle riviste che pubblicano “Storie vere”. Ho scritto un paio di racconti e li ho inviati a due redazioni. In meno di trentasei ore, una ha risposto: “Siamo interessati a pubblicare il suo racconto. Se vuole continuare a collaborare con noi…”. Alla fine ho ottenuto una rubrica fissa e ho pubblicato una quarantina di storie. Per la cronaca: l’altro giornale ha risposto due anni dopo con una delle classiche e-mail: “Il racconto non rientra nei piani editoriali bla bla bla”. E quella pizza non l’ho ancora mangiata, ma nel frattempo lo spilorcio “s’è spronato” e ha pubblicato sei romanzi (alla faccia mia).
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
Oltre ai racconti per il momento c’è poco di “mio” in giro. Ho collaborato ad alcuni progetti, il più importante dei quali è stato “GeoStilton”, una serie di fascicoli geografici per De Agostini con il topo più famoso del mondo (dopo Topolino) come testimonial. Una scuola e una palestra insostituibili che mi hanno permesso di lavorare con professionisti molto bravi e imparare tantissimo.
RECENTEMENTE TI STAI OCCUPANDO DEL PROGETTO “TALENT ANGELS” PER CAMELOZAMPA EDITORE. COME NASCE UNA SAGA DI QUESTO GENERE, CHE SA COMBINARE INSIEME TANTI GENERI, COME IL GIALLO, IL ROSA, LA LETTERATURA PER RAGAZZE, IL MISTERO, L’AVVENTURA?
L’idea è nata circa due anni fa e per essere sincera lo spunto è tutto di Sara Saorin, la mia editrice. La Camelozampa ha già una collana dedicata ai preadolescenti, gli Arcobaleni, in cui vengono pubblicati autori stranieri che trattano magnificamente tematiche piuttosto impegnative: bullismo, sette religiose, ecologia… Sara voleva pubblicare anche qualcosa di più “leggero”, divertente, per la stessa fascia di pubblico. Sapendo della mia propensione per la scrittura comica e della mia esperienza nella narrativa per ragazzi mi ha raccontato del progetto che pian piano si è arricchito di spunti. Abbiamo pensato alla nostra passione giovanile per i Gialli Mondadori, ai talent show che piacciono tanto alle ragazzine di oggi (quindi anche a me :)), al coinvolgimento totale che ci ha regalato la saga di Harry Potter, al materiale geografico che avevo accumulato durante lavori precedenti. Ci siamo dette: “Facciamo sognare queste ragazze!”. Come? Un po’ con i talent show che già conoscono, un po’ con spunti meno frivoli ma comunque coinvolgenti: misteri, luoghi da esplorare, omaggi ai grandi della letteratura che sono sempre un vero tesoro da scoprire. Il tutto divertendo e cercando di dare qualche messaggio che ci sembra importante. Progetto ambizioso, pazzo, strampalato e probabilmente sconsigliato dagli addetti ai lavori che se ne intendono davvero. Ma proprio per questo valeva la pena provarci.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?
La mole di lavoro. I romanzi hanno ben cinque protagoniste che si muovono tra insegnanti, star, amiche, compagni, famiglie, produttori, antenati, fan… in pratica più che scrivere dei libri devo gestire uno staterello che con il passare del tempo sta diventando più popoloso del Liechtenstein. Aggiungiamo che i personaggi vengono da cinque continenti e si sposteranno da una città all’altra del pianeta. Mescoliamo il tutto a incidenti inspiegabili e apparizioni di fantasmi. Si capisce perché mi stanno spuntando i primi capelli bianchi?
“TALENT ANGELS” E’ PIU’ DI UNA SERIE DI ROMANZI ILLUSTRATI, E’ IN REALTA’ UN VERO E PROPRIO PROGETTO MULTIMEDIALE. VUOI RACCONTARCI DI COSA SI TRATTA?
L’idea è quella di far uscire i personaggi dalla pagina, portarli nei social network, farli interagire con i lettori. Da J.K. Rowling addicted che ha saccheggiato il web in cerca di “extra” sulla scrittrice e sul mondo da lei creato, spero di avere qualche lettore altrettanto curioso che vorrà vedere con i suoi occhi le foto della città dov’è nata Padma Ramani, o che vorrà spiare una pagina del diario segreto di Emy Austen, o visionare il filmato di YouTube che è servito a Toms Bent per scoprire che…
OLTRE CHE SCRITTRICE “IN PROPRIO” HAI PARTECIPATO COME EDITOR AD ANTOLOGIE E SAGGI, COME AD ESEMPIO “POTTEROLOGIA”. VUOI PARLARCI DI QUESTA SECONDA FACCIA DELLA MEDAGLIA DELLA TUA ATTIVITA’?
L’editor è un’esperienza a cui tengo molto. È un aiuto inestimabile poter stare anche “dall’altra parte della barricata”. Vedere come reagiscono gli autori alle tue osservazioni serve a imparare ad accettare quelle che fanno a te, a lavorare sui tuoi testi senza sentirsi sminuiti o sotto accusa. In “Potterologia” ho avuto l’onore di collaborare con autori molto diversi tra loro e di grande esperienza. Una sfida appassionante che mi ha aperto le porte per un’altra immersione nel mondo del mio mago preferito. Infatti adesso sto lavorando anche all’editing di “La Metafisica di Harry Potter”, un saggio affascinantissimo della grande Marina Lenti (una garanzia nel mondo magico!) che uscirà per Camelozampa. Sempre come editor ho avuto l’onore di leggere in anteprima alcuni noir, libri per bambini… è anche molto terapeutico per dar libero sfogo, ogni tanto, alla maestrina rompiscatole che è in me.
COME SI CONCILIA UN MODO DI NARRARE ISTINTIVO E PIU’ LEGATO AL CUORE, COME QUELLO DELLA NARRATIVA, CON UNA MANIERA DI LAVORARE PIU’ RAGIONATA E PIU’ LEGATA ALLA MENTE COME IL LAVORO DELL’EDITOR?
Devono conciliarsi, non c’è altra via. Io non credo nella scrittura istintiva. L’ispirazione e il trasporto sono il primo passo, ma poi non vai da nessuna parte se non sai ragionare e costruire qualcosa di coerente. Basti pensare al meticoloso e colossale lavoro di programmazione che è servito a J.K. Rowling. Se il suo mondo fantastico non avesse avuto una base quasi scientifica, sarebbe crollato al primo voltar di pagina. Se si fosse lasciata guidare dal cuore avremmo avuto un Harry che fissa per sette libri lo Specchio delle Brame con un’espressione idiota dipinta sul volto. E penso a un altro maestro del fantastico, Stephen King. Il suo “On writing” è stato uno dei primi manuali di scrittura che ho letto: e anche lì si parla chiaramente di regole, metodo. È vero che racconta come molti dei suoi capolavori siano scaturiti semplicemente da un “E se succedesse…”, però poi dice che “un dialogo ben congegnato mi indicherà se un personaggio è intelligente o stupido (…) onesto o disonesto, divertente o barboso”. Quindi nemmeno il Re può prescindere dal congegno, dalle regole artigianali che si insegnano a ogni corso di scrittura e si applicano con la testa, la pratica, il mestiere.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
L’interesse per il fantastico viene prima di quello per la scrittura. Risale alle elementari, quando ho letto “La storia infinita” di Michael Ende e alcune opere di Calvino. È maturata passando per Stephen King, Henry James, Roald Dahl e tanti altri fino a quando “da grande” mi sono innamorata di Harry Potter. A dire il vero “Talent Angels” è la prima cosa che scrivo (tra quelle portate a termine) che ha qualche elemento di “fantastico puro” (fantasmi, eventi difficili da spiegare…). Però il tema mi affascina da sempre.
DURANTE LA TUA CARRIERA HAI SCRITTO RACCONTI DI VARIO GENERE: A QUALE GENERE TI SENTI PIU’ LEGATA E PERCHE’?
Il comico. Se quando scrivo riesco a strappare un sorriso per me è la gioia più grande, che sia uno status su Facebook, un racconto surreale o un romanzo. L’umorismo è un colore supplementare difficilissimo da ottenere, ma che sta bene su tutto. Soprattutto dove non te l’aspetteresti. A cominciare dal fantasy…
GRAZIE ALLE MILLE COSE CHE HAI FATTO, TI SEI AGGIUDICATA ANCHE NUMEROSI PREMI: VUOI PARLARCENE?
A dire il vero i premi veri e propri sono… uno solo: il primo posto nella sezione “Narrativa per l’infanzia” del “Premio Fiur’lini”. Per il resto “solo” pubblicazioni o “nomination”. La più importante: finalista al “Premio Teramo” nel 2007. Se parliamo di premi in senso lato, quello più bello in assoluto mi viene dagli editing di romanzi altrui. Il mio nome che compare in dediche e ringraziamenti mi fa più piacere di quando è stampato in copertina, perché è legato al rapporto speciale che si è creato con un’altra persona. È difficile che qualcuno ti lasci mettere bocca sulle sue “creature”. Figuriamoci che miracolo quando addirittura ti ascolta o segue persino alcuni dei tuoi consigli. Quando poi ti ringrazia anche… :)
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Ovunque. Ci sono racconti nati da una sensazione, tipo il sentirmi osservata in biblioteca quando però non c’era nessuno. Altri vengono da articoli di giornale che mi colpiscono. Una volta ho scritto un racconto senza avere la minima idea di nulla: stile, soggetto, trama. Ho digitato quello che mi succedeva in quel momento: “Cercava la storia. Cercava la storia e non riusciva a trovarla”. Da lì è uscita fuori una cosa molto onirica su come Andrew Lloyd Webber ha creato il musical “Cats”, uno dei suoi capolavori. Stranamente, mi piace anche scrivere su commissione, sviluppare a modo mio le idee degli altri.
HAI SCRITTO SIA RACCONTI CHE ROMANZI: IN QUALE FORMA DI ESPRESSIONE TI TROVI PIU’ A TUO AGIO?
Una incostante come me dovrebbe essere più a suo agio in qualcosa di breve come il racconto. Secondo il mio migliore-amico-scrittore, lo sono. Adesso però sto scrivendo addirittura una serie di romanzi. Alla faccia sua. :)
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
La lista è troppo lunga. Facciamo che cito solo Italo Calvino, Stephen King e Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (che sembra una squadra di calcetto). Poi ti svelo un retroscena. “Talent Angels”, lo show al centro dei miei prossimi romanzi, è trasmesso da un network televisivo immaginario: la MJC Television. Si chiama così perché M sta per Mark, J sta per Joanne/Jane e C sta per Charles. Da qui a scoprire altri quattro dei miei idoli, il passo è breve.
E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?
Anche qui sono troppi. Diciamo che un film mi può piacere solo se prima non ho letto il libro. Tra i pochi che non mi hanno deluso facendo il percorso inverso metterei i primi due Harry Potter (sì, sono un po’ fissata) e “Il miglio verde”.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Spero che “Talent Angels” diventi una serie cult così potrò continuare a raccontare le avventure delle mie Squinzie per molto tempo. Quando avrò finito con loro o potrò affidarle a un ottimo ghost writer (scherzo), mi piacerebbe terminare un romanzo iniziato molti anni fa e sospeso perché la mia scrittura non è ancora all’altezza dell’idea ambiziosissima che mi è venuta. È per metà basato su fatti di cronaca reali, per metà un racconto fantastico su un luogo immaginario ispirato a Cimitirul Vesel, il Cimitero Allegro che esiste veramente in Romania. Poi vorrei trasferirmi in Bhutan e/o aprire un enorme rifugio per animali dove poter scrivere, leggere e cucinare tutto quello che voglio tra le coccole dei miei “ospiti”. Credo che se esiste un aldilà e me lo merito “allegro”, finirò proprio lì.
NOI INTANTO PERO’ TI PREFERIAMO ANCORA QUI, PER CONTINUARE A LEGGERE LE FANTASTICHE STORIE CHE ANCORA DEVI SCRIVERCI! GRAZIE DI TUTTO.