Il tour estivo di Marco e Antonio Manetti, meglio conosciuti come Manetti Bros., portabandiera del cinema italiano “di genere” all’estero, così come in Italia dove si stanno ritagliando un proprio spazio lasciato vacante ormai da troppo tempo, si è concluso in bellezza. É stata infatti enorme la meraviglia dei due registi che sono stati i primi, in tutte le 13 edizioni, ad avere due film al “FrightFest”, uno dei più importanti festival del genere horror e fantasy, tenutosi dal 25 al 27 agosto scorso.
I fratelli romani hanno visto registrare il tutto esaurito non solo per il loro recente “Paura3D”, alla sua prima proiezione europea, ma anche per “The Arrival of Wang” (“L’arrivo di Wang”), che era già stato presentato a Glasgow, durante l’edizione invernale del festival. I Manetti sono tornati in patria estremamente soddisfatti, con una collezione di apprezzamenti soprattutto da parte del pubblico britannico. Quest’ultimo, dopo aver riempito la sala cinematografica più grande del Regno Unito, ha applaudito entusiasta entrambi i film. E al termine della proiezione si è precipitato verso i due registi per conoscerli, far firmare autografi, scattare foto e discutere della visione. Un’accoglienza calorosa dunque, che non si è smorzata nemmeno da parte della temibile critica britannica, dato il giudizio positivo che ha espresso.
“Paura 3D”, proiettato sabato 25 agosto nell’ambito della “UK Premiere”, all’Empire Cinema, «fa crescere gradualmente un senso di estrema claustrofobia e tensione» scrive Film4.com «e lo mantiene inalterato fino all’angosciante finale». Mentre Entertaiment Focus commenta che «ci sono momenti di vera tensione che ci hanno costretto a guardare il film attraverso le fessure tra le dita, per essere sicuri di essere pronti per qualcosa di così spaventoso». Non sono mancati, dall’altra parte, i complimenti per Francesca Cuttica e Peppe Servillo descritti, da Kim Newman su Screen Daily, come «la principessa imprigionata e il bestiale barbablù», due attori che «fanno un grande lavoro con i loro enigmatici personaggi».
Sono stati esemplari anche i riconoscimenti per il film “The arrival of Wang”. Il gioiellino del cinema indipendente italiano è stato descritto come «…un capolavoro che non si può perdere!» (Starbust Magazine), «una corsa sulle montagne russe che si ammanta orgogliosamente di amore per il genere» (Beyondhollywood.com). Lo stile dei Manetti è stato colto pienamente dalla critica che riconosce in “The Arrival of Wang” «un trio di interpretazioni potenti e credibili […] che incarnano dei personaggi che la sceneggiatura si rifiuta di dipingere semplicemente in bianco e nero» (Eye for film).
Considerando l’ottimo risultato dei due registi romani e il consenso ottenuto anche da Federico Zampaglione, che con il suo nuovo film “Tulpa” ha presentato agli anglosassoni un giallo tutto italiano, si può ritenere questo momento l’inizio della tanto auspicata rinascita del cinema “di genere” italiano.
Le soddisfazioni hanno dunque superato ogni tipo di aspettativa dando ai Manetti Bros. ancora più entusiasmo per portare avanti i loro prossimi progetti e affrontare con serenità l’imminente uscita britannica (a ottobre) di “The arrival of Wang”.
Mentre a noi, in Italia, non resta che attendere i prossimi lavori dei “temibili fratellini”.