Quante volte vi sarà capitato di essere stanchi della vostra solita vita, della monotonia della routine quotidiana, del vuoto della vostra esistenza e di volervi risvegliare in un altro posto, in un’altra dimensione, in un’altra città? Ebbene, questo è più o meno quello che capita al protagonista de “La città”, un capolavoro fumettistico argentino a firma di Ricardo Barreiro, di cui già abbiamo parlato, e di Juan Gimenez.
Quest’ultimo nasce nel 1944 nella provincia di Mendoza in Argentina. Esordisce nel mondo del fumetto a poco più di sedici anni, rinunciando ben presto alla vocazione a causa delle condizioni economiche della famiglia, che lo costringono, a malincuore, a cercare un lavoro più redditizio.
Si diploma in disegno industriale, dandosi poi alla pubblicità, costruendosi, grazie alle sue capacità creative, un nome di rilievo. Grazie a questa fama e al suo lavoro, ottiene vari riconoscimenti e premi internazionali, che lo portano poi a legarsi, finalmente, definitivamente al fumetto.
Tutto ebbe inizio in un fatidico giorno del 1976, quando Gimenez incontra Barreiro, che convince il suo futuro “socio” a disegnare per lui una storia di guerra aerea: nasce “Asso di picche”, che lo consacra nel mondo delle nuvole parlanti.
Ma il massimo successo lo raggiunge con “Stella nera”, cui fa seguito “La città”, serie poi raccolta in due prestigiosi volumi. Quindi disegna “Rifiuti” e molti altri racconti che lo collocano ai vertici del disegno internazionale.
Torniamo ora però a parlare de “La città”: proprio come dicevamo poco fa, al protagonista della storia capita di mollare tutto, suo malgrado, e di ritrovarsi in un’altra città in una dimensione parallela alla nostra. Il nostro eroe si chiama Jan. Dopo una serata storta, rientrando a casa, improvvisamente i luoghi che conosce molto bene iniziano a trasformarsi sotto i suoi occhi in strade mai viste, negozi sconosciuti, paesaggi disastrati, posti dove il sole non sorge mai… almeno nel primo luogo che incontra nel lungo viaggio che dovrà affrontare prima di tornare a casa.
Sì, perché “La città” è un lungo racconto di fantascienza a fumetti, dove il nostro eroe dovrà compiere un itinerario prima del rientro, incontrando ostacoli di ogni genere. E il primo problema si presenta subito, mentre Jan ancora non capisce bene cosa gli sia successo: i “Guerrieri Assassini” hanno deciso di cacciarlo come un animale da preda e farlo fuori. Fortunatamente in suo soccorso arriva Karen, la seconda eroina della fantastica serie, che lo salva dai suoi inseguitori e lo porta nel suo rifugio, dopo un cruento scontro a fuoco. Qui la ragazza spiega al protagonista dove si trova: la Città del titolo è una metropoli smisurata, mostruosa, senza nome, nella quale tutti gli abitanti non sono che naufraghi dementi, uomini e donne che si sono perduti in qualche parte del mondo e che cercano di tirare avanti, di sopravvivere nell’inferno in cui sono capitati, senza più alcuna speranza di fuga, perché il luogo in cui sono capitati è un vero e proprio labirinto infernale, non solo di mura, ma soprattutto di sentimenti, angosce, paure, speranze infrante.
Nel loro fantastico viaggio in cerca di un porta per uscire, Jan e Karen incontreranno posti e personaggi bizzarri, come i “Guerrieri Assassini”, l’Auto Supermarket, il Signore dei Ratti, la Metropolitana del Destino, gli Adoratori Cannibali, l’Arca di Noè, il Castello, il Parco, i Camion Selvaggi, i vari mostri dell’iconografia horror (Dracula, la mummia e molti altri), fino ad arrivare finalmente all’ipotetica uscita, dove troveranno ad aspettarli un certo Juan Galvez, l’Eternauta, protagonista di un’altra grande saga di fantascienza del fumetto argentino.
Il finale… lo lasciamo leggere a voi!
Originariamente pubblicato sul numero 5 de LA ZONA MORTA, gennaio 1991
Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, maggio 2007
29/05/2007, Davide Longoni