E’ un mondo in cui nulla oramai può stupire quello che Lukha B. Kremo - pseudonimo di Gianluca Cremoni Baroncini – autore di fantascienza alla ricerca di sempre nuovi linguaggi nella scrittura (ma anche nell’arte in genere) descrive nel suo ultimo romanzo Trans Human Express.
Il romanzo, finalista al Premio Urania 2009, è stato pubblicato alla fine dello scorso anno per la collana Avatar della casa editrice Kipple – della quale Kremo è coeditore – sia in versione cartacea sia in quella e-book.
La storia si snoda tra passato e futuro e narra di un’umanità sull’orlo del baratro che vive su una Terra inquinata nella quale i governanti hanno comportamenti a dir poco strampalati. Scritto con un linguaggio rapido e ricco di contaminazioni il romanzo risulta accattivante e mantiene, nello svolgimento, una tensione elevata da vero e proprio thriller con trovate anche spassose.
“Anzitutto – fa presente Kremo – va detto che il titolo si riferisce a una citazione del brano/album Trans-Europe Express dei Kraftwerk (ogni capitolo del libro ha un brano come citazione) fusa con il pensiero “Trans-Human”, cioè transumano, che compare nel romanzo e indica un passaggio rapido al transumanesimo.
COME E QUANDO VIENE FUORI L’IDEA DI TRANS HUMAN EXPRESS?
L’idea è del 2008 ed è stato scritto nel 2009, anche se è stato pubblicato solo nel 2012 con alcune modifiche. L’idea era quella di un romanzo ucronico, dove passato e futuro interagiscono tra loro, che doveva avere due caratteristiche apparentemente contrastanti: rigore scientifico da un lato e un senso di weird che risultasse divertente dall’altro, che mostrasse tutta la follia picaresca degli uomini di potere davanti alle catastrofi più gravi (che poi è come secondo me si comportano nella realtà e ce n’è un esempio perfetto in Italia).
QUANTO TEMPO HA IMPIEGATO PER LA STESURA? AVEVA GIA’ CHIARA IN MENTE LA STORIA?
Un anno circa. Di solito stendo lo schema di tutto il libro con la trama, lasciando aperto il finale. Durante la stesura saranno i personaggi e le situazioni a dirmi cosa è meglio che succeda sia durante che alla fine, cioè ciò che per loro è più naturale.
IN QUALE FILONE COLLOCHEREBBE IL SUO ROMANZO?
Premesso che inserirlo in un genere per me ha mera valenza tassonomica (perché sarebbe comunque costretto in confini interni che la letteratura non dovrebbe avere), si potrebbe inserire sia nel filone ucronico, sia in quello catastrofista. C’è anche un pizzico di cyberpunk e hard science-fiction, ma direi che questi sono ingredienti minori.
PUO’ACCENNARE PER I NOSTRI LETTORI LA TRAMA?
La storia prende avvio con lo strano comportamento dei potenti della Terra (presidenti di grandi nazioni, delle istituzioni planetarie e persino il Papa) che mostrano passioni maniacali tra cui la musica, il cibo, la religione, la ginnastica artistica. Questo strano comportamento è contagioso. Verrà chiamato “vipdemia” e verrà istituita una commissione per cercare di capirne l’origine. Ma Luke Pitagora, un detective informatico anticonformista, che fa parte della commissione, si accorge subito che la “vipdemia” ha raggiunto anche questa e decide di lavorare da solo, insieme a un paio di fidati cyborg. Quello che scoprono a metà della storia è che questi potenti da cui è scaturita la “vipdemia” sono legati a grandi personaggi del passato come Napoleone, Buddha, Confucio, Tutankhamon e altri. Dietro questo strano fenomeno c’è una regia difficile da individuare.
QUALI SONO INVECE LE CARATTERISTICHE DEI PERSONAGGI PRINCIPALI ?
Luke Pitagora dovrebbe apparire come un antieroe. Possiede un esobrain (ovvero un cervello artificiale aggiunto a quello naturale) e assume costantemente psicofarmaci. Io preferisco i romanzi non dominati dal protagonista per un motivo molto importante: perché il protagonista assoluto è una caratteristica del romanzo ottocentesco e dei primi del Novecento, da cui io mi voglio distaccare il più possibile. Il romanzo postmoderno, e quindi contemporaneo, è corale e dà importanza anche alle comparse. Per lo stesso motivo non utilizzo più il tempo al passato. Ricevo critiche riguardo ai personaggi importanti che non emergono o che sono psicologicamente deboli, l’attenuante è proprio la volontà di non farli spiccare. Jorge è un costrutto, vecchio amico di Luke, poi c’è Dorothée, costrutto apparentemente femminile. Sono artificiali e, anche se sono programmati per simulare le emozioni umane, sono freddi e a volte goffi. Ne viene fuori un terzetto che può e deve apparire psicologicamente grezzo. Poi irrompe Rosie, ingenua genietta del web, un personaggio molto umano e divertente, anche se è legato al classico personaggio femminile cyberpunk. Sui potenti della Terra è meglio non parlare, ma sette di loro sono personaggi importanti della storia (anche perché tra di loro si nasconde parte della regia della “vipdemia”) e rendono in maniera perfetta l’idea di romanzo corale.
A QUALE FIGURA SI SENTE PIU’ LEGATO
Luke Pitagora è un po’ il mio alter-ego.
C’E’ UN MESSAGGIO DETERMINATO DIETRO LA STORIA CHE RACCONTA?
L’idea di voler accelerare l’evoluzione umana, di rendere express il passaggio al transumanesimo è accompagnata dall’inevitabile perdita di controllo. Un’argomentazione classica, d’accordo, ma attualissima, l’uomo non impara dai propri errori, la storia non insegna, e la gente cerca la scorciatoia. Credo possa rivelare che, in realtà, la “vipdemia” ha degli effetti non previsti nemmeno da chi l’ha concepita.
COM’E’ STATO VALUTATO IL ROMANZO DALLA CRITICA DI GENERE E COME DAI LETTORI?
Ho avuto critiche molto entusiaste e positive, la critica di genere è ormai abituata a sperimentazioni e romanzi corali. Solo qualche appunto sulla psicologia dei personaggi, come ho detto, giustificata dai motivi che ho espresso sopra.
SE DOVESSE RISCRIVERE TRANS HUMAN EXPRESS CAMBIEREBBE QUALCOSA NEL TESTO?
In linea teorica farei modifiche progressive senza fine, a me piacerebbe un romanzo che cambiasse progressivamente nel tempo, ma così cadrei nell’errore di pensare che il romanzo, come un figlio, non possa avere una vita propria. No, basta. Una volta pubblicato, prenda la strada che deve prendere, critiche positive e negative, vendite a raffica oppure oblio.
IL LIBRO E’ STATO PUBBLICATO SIA IN E-BOOK SIA IN CARTACEO COME STANNO ANDANDO LE DUE DIFFERENTI VERSIONI?
Paradossalmente sta andando meglio l’e-book. Questo perché al cartaceo manca un lavoro di marketing di cui ha bisogno. In realtà la prima edizione della versione cartacea è stata stampata in poche copie numerate. Credo che lo scenario dei prossimi anni sia questo: la pubblicazione di un e-book viene accompagnata dall’uscita cartacea in edizione limitata per scopi promozionali o collezionistici, un po’ come succede a volte con i dischi in vinile (so che diverse case editrici fanno già così). L’e-book ha venduto 200 copie nel giro di due mesi. Facendo un giochetto, cioè pensando che gli e-book hanno in Italia il 3% del mercato, si potrebbe dire che il risultato è paragonabile alla vendita di 6600 copie in due mesi, praticamente come un Urania da edicola.
STA ORGANIZZANDO DELLE PRESENTAZIONI? DOVE E QUANDO I PROSSIMI APPUNTAMENTI?
Non mi presento in pubblico da un po’ perché sto affrontando alcuni interventi al timpano. Spero di averne occasione in futuro.
…E NOI IN ATTESA DI PARTECIPARE A UNA DELLE PRESENTAZIONI DELL’ INTERESSANTE ROMANZO DI KREMO, GLI AUGURIAMO UNA PRONTA GUARIGIONE, COSI’ CHE POSSA TORNARE QUANTO PRIMA AL SUO PREZIOSO LAVORO DI SCRITTORE E ALLE ALTRE PASSIONI.