Dopo esserci occupati delle streghe della provincia di Brescia, è giunto ora il momento di dare un’occhiata a quelle che invece sono le leggende che riguardano i fantasmi e gli spiriti bresciani, come già abbiamo fatto con quelli bergamaschi.
Cominciamo con Angolo Terme che è luogo di una singolare leggenda. Secondo i cittadini del posto infatti, in questa zona si muovono dei fantasmi che ricoprono i prati con una strana polverina che dovrebbe far crescere i funghi.
Si dice invece che a Bagolino, durante alcune notti estive, si possano sentire dei macabri latrati dei “baietti”, che sono degli strani spettri che la tradizione popolare identifica come orribili cani neri che corrono senza mai fermarsi per tutta la foresta.
Intorno al monte Baldo poi si racconta che si aggirasse un “corteo di anime” che è costituito dai “cularz” che sono, secondo le tradizioni locali, dei veri e propri fantasmi, mentre secondo altri sono una sorta di fuochi fatui.
A Brescia, nel Quartiere Costalunga, alla periferia della città, vi è una casa dove, durante la guerra, si rifugiò una donna, dopo aver perso figli e marito, morti combattendo. Finito il conflitto, molti bussarono alla porta per vedere se la donna fosse ancora viva, ma non udirono risposta. Alcuni forzarono la serratura e, all’interno dell’abitazione, trovarono una tavola apparecchiata, diversi cunicoli per nascondersi, ma nessuna traccia di lei. Da allora fino a oggi molte sono le testimonianze di strani fenomeni accaduti nel luogo. Per esempio, un ragazzo racconta che un giorno, mentre percorreva la zona con un amico sul suo motorino, udì uno strano verso, simile a uno stridio, e vide una sagoma scura superarlo a gran velocità. Era diversa da un ombra, poiché sembrava “materiale”. Un altro ragazzo racconta che un giorno si recò nel luogo misterioso con degli amici, sperando di “vedere” qualcosa. Passati dieci minuti però, non avvertendo niente di anomalo, decisero di tornare alla macchina e di andare via. Non erano ancora saliti tutti, quando il ragazzo alla guida esclamò: “Cosa fa Walter là in fondo?” guardando a sinistra. Ma Walter, che era già in macchina, gli rispose dal sedile dietro. Il ragazzo al volante si girò di scatto, poi guardò di nuovo fuori, ma non vide più nessuno. Spaventato, mise subito in moto, ma nello stesso momento scattò da sola la chiusura centralizzata… immaginazione o realtà?
Sempre in città il 29 dicembre 1999 accadde un evento strano sulle strade: alle 5.20 del mattino una ragazza bionda fu investita sullo svincolo autostradale di San Pelagio in direzione di Venezia. La stessa ragazza, però, fu vista contemporaneamente in tre luoghi diversi e distanti tra loro: sullo svincolo di San Martino (A1, Parma) di San Giuseppe (A1, Brescia) e appunto di San Pelagio (A13, Padova). Alla ragazza fu dato il nome di Melissa. Tutti i guidatori che l’avevano vista fornirono precise (e uguali!) informazioni sul suo aspetto.
Nella Valle di Corteno invece già da tempo, è diffusa la leggenda che avrebbe come protagonista il fantasma di una donna vestita con stracci e dai capelli lunghi che cadono sulle spalle che ha il potere di ipnotizzare le persone con il suo sguardo. Ha inoltre la capacità di muoversi velocemente da un posto all’altro vincendo qualunque ostacolo e di saper imitare perfettamente i versi degli animali.
Storie simili si hanno anche a Cevo e a Seviore, dove il “fantasma donna” sarebbe a capo di un bizzarro corteo formato da esseri di aspetto mostruoso.
Sia a Edolo che in Val Saviore si narra la leggenda che ha come protagonista un’altra “donna fantasma” che è rappresentata da molti come una donna di orribile aspetto, anche se nessuno l’ha mai vista a eccezione degli animali che, al massimo, subirebbero l’influenza negativa della donna. Infatti si racconta che quando appariva, iniziava a urlare e a impaurire gli animali che sembravano esseri posseduti.
A Malonno, in Valcamonica, si narra che durante qualche notte dell’anno si potrebbe scorgere un corteo di anime, chiamato “Fratelù”, che silenziosamente attraversa le zone più oscure del luogo e si pensa che queste anime siano quelle delle persone morte in montagna in circostanze misteriose.
Spostiamoci ora a Pozzolengo: questo piccolo paese, sempre in provincia di Brescia, è stato luogo di numerose battaglie durante il Risorgimento; si racconta che le anime delle numerose vittime delle battaglie ricomparirebbero di notte in una lunga processione. Ci sono numerosi testimoni che giurano di aver visto questi spiriti vestiti con abiti da combattimento, armati e che si avventavano contro un nemico inesistente. C’è anche chi giura di udire alcune notti l’eco delle cannonate.
I cosiddetti “Confinanti” si possono incontrare invece nella valle di Saviore. Si dice che siano le anime delle persone morte senza il conforto della religione. Si distinguono per avere un berretto verde in testa. A questo stesso gruppo si possono ricollegare anche altri “Fratelù”, quelli presenti nelle località di Saviore e Cevo: stavolta sarebbero le anime dei caduti nella Grande Guerra e attraverserebbero questi luoghi con in mano delle torce accese che li rendono ancora più misteriosi e spettrali.
Si racconta che nel paese di Saviore le anime dei colpevoli di furto percorrano le vie in processione, durante le notti invernali, illuminando il cammino con fiammelle poste sulle loro dita. Qualche abitante del borgo giura di averli avvistati.
Spostiamoci a Seniga: il bizzarro personaggio di questa leggenda viene chiamato “Barba” e sarebbe il fantasma di un vecchio che visse molti anni addietro nei boschi, lontano da qualsiasi forma di civiltà e temuto da tutti a causa del suo brutto carattere. Un giorno sparì senza lasciar nessuna traccia; tutti lo diedero per morto anche se il suo corpo non fu mai ritrovato e si dice che da allora, nelle notti di plenilunio, ricompaia circondato da un alone di luce che lo rende ancora più misterioso e inquietante.
La cittadina di Sirmione può essere considerata uno dei posti più belli e magici del lago di Garda: la località era frequentata e famosa fin dai tempi più antichi sia per il suo clima mite sia per le sue acque termali, ma proprio questa località è luogo di una famosa leggenda… La leggenda vuole che molto tempo fa vissero nel castello di Sirmione due giovani sposi: la bella Arice e il suo sposo Ebengardo. Loro conducevano una vita serena e tranquilla fino a quel giorno di tempesta quando giunse al castello Elaberto (un marchese di Feltrino) a chiedere ospitalità per la notte. Ovviamente i due sposi non gli negarono l’ospitalità, ma Elaberto non si dimostrò l’ospite ideale. Infatti, colpito dalla bellezza di Arice, col favore delle tenebre, si introdusse nella sua camera con l’intento di rapirla, ma la giovane iniziò a urlare e a opporre resistenza e per questo Elaberto la pugnalò togliendole la vita. Nel frattempo Ebergando sentendo le urla era accorso, ma quando vide il corpo della sua sposa inerte prese il pugnale e uccise Elaberto. Ebergando morì poco tempo dopo in solitudine. Tutt’oggi si dice che durante giorni di tempesta si può vedere l’ombra di Ebergando vagare tristemente per il castello, tentando di ritrovare la perduta sposa.
Il nostro viaggio termina qui… spiriti permettendo!
17/12/2009, Davide Longoni