Nel XVI secolo un rabbino di Fez – da identificarsi probabilmente nella figura di Aaron ben Chaim - fece trascrivere alcuni passi tratti da un misterioso libro redatto da uno storico arabo. Questo libro, sopravvissuto solo in frammenti, riportava al suo interno notizie relative ad alcune mitologiche creature chiamate pèriti.
In realtà, già secoli prima, la Sibilla Eritrea aveva predetto in un suo oracolo che Roma sarebbe caduta per mano di questi esseri. Purtroppo, in seguito alla distruzione di questi oracoli nel 642, chi avrebbe dovuto riportare questa importante predizione la omise.
Il risultato è che nei Libri Sibillini non viene fatto alcun riferimento a queste creature.
Come siano fatte, però, e da dove vengano ci è dato saperlo grazie al rabbino di Fez. Quest’ultimo trascrisse fedelmente quanto aveva letto nel misterioso libro appartenuto allo storico arabo che di questi esseri diceva: “I pèriti abitano in Atlantide e sono metà cervi e metà uccelli. Del cervo hanno la testa e le zampe. Quanto al corpo, sono uccelli in tutto e per tutto, con le loro ali e le loro piume. La loro caratteristica più sorprendente è questa, che quando il sole li illumina, invece di proiettare la propria ombra proiettano quella di un essere umano (…) ”.
Per questa ragione molti esperti antropologia hanno sostenuto che, presso molte popolazioni latine ed arabe, il pèrito fosse considerato come l’anima di un uomo defunto privo della protezione divina.
Il rabbino continua dicendo : “(…) a volte i pèriti si nutrono di terra secca, volano a stormi, e sono stati visti passare a grande altezza sulle Colonne d’Ercole. Essi sono, inoltre, temibili nemici del genere umano. Pare che quando riescono ad uccidere un uomo, subito la loro ombra torna a corrispondere al corpo, e recuperano in questo modo il favore degli dèi.
(…) coloro che si imbarcarono con Scipione – qui si fa riferimento a Publio Cornelio Scipione e alla battaglia del 146 a.C contro la città fenicia di Cartagine in Africa – rischiarono di fallire nell’impresa a causa dei pèriti: che durante la traversata apparvero in un gruppo compatto su di loro, e uccisero molti (…) le nostre armi sono impotenti davanti al pèrito ma ciascuno di questi animali non può uccidere che un solo uomo (…) bagnato dal sangue della sua vittima, poi se ne fugge in alto”.
Purtroppo non abbiamo altre informazioni su questi esseri, eccezion fatta per un piccolo riferimento riguardante la città di Ravenna in cui si dice che ne siano stati avvistati alcuni con un folto piumaggio azzurro.
Il testo da cui abbiamo tratto tutte queste informazioni, prima dell’ultima guerra mondiale si trovava nella Biblioteca di Monaco. Sfortunatamente questo documento risulta scomparso dal catalogo. Forse a causa dei nazisti e della famosa Ahnenerbe (Società per le ricerche sull’eredità ancestrale) che portò gli squadroni delle SS a ricercare e, in taluni casi, ad occultare documenti relativi all’ambito esoterico e neopagano.