Il film si avvale della presenza di scafati attori che nella loro lunga carriera hanno avuto modo di lavorare in centinaia di pellicole di vari generi e ognuno di loro ha più volte interpretato ruoli in film o telefilm fantastici: Gregory Peck ha lavorato in “L’ultima spiaggia”, “Il presagio” e “I ragazzi venuti dal Brasile”; Richard Crenna in “Il cane infernale”, “La nave fantasma”, “Leviathan” e nel remake televisivo di “20.000 leghe sotto i mari”; David Janssen in “La notte del lupo mannaro”; James Franciscus in “Killer fish”, “L’altra faccia del pianeta delle scimmie” e “Il gatto a nove code”; Gene Hackman nei film di Superman nel ruolo di Lex Luthor e in “Frankenstein Jr.”; Lee Grant in “La maledizione di Damien” e “The swarm”; Nancy Kovack in vari episodi di “Viaggio in fondo al mare”, “Star Trek”, “Strega per amore”, “Batman” e “Vita da strega”.
ABBANDONATI NELLO SPAZIO
SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Marooned
Anno: 1969
Regia: John Sturges
Soggetto: dal romanzo di Martin Caidin
Sceneggiatura: Mayo Simon
Direttore della fotografia: Daniel Fapp
Montaggio: Walter Thompson
Effetti speciali: Chuck Gaspar
Produzione: M. J. Frankovich
Origine: Usa
Durata: 2h e 13’
CAST
Gregory Peck, Richard Crenna, Gene Hackman, James Franciscus, David Janssen, Lee Grant, Nancy Kovack, Mariette Hartley, Scott Brady, Craig Huebing, Frank Marth, John Carter, Vincent Van Lynn
TRAMA
L’astronave Ironman-1 viene lanciata nello spazio a scopo di ricerca. La sua destinazione è il laboratorio orbitale Saturno IV-B, dove attraccherà e rimarrà agganciata fino al termine della missione, circa nove mesi dopo. A bordo ci sono tre astronauti: Jim Pruett (capo missione), Buzz Lloyd (addetto alle comunicazioni) e Clayton Stone (responsabile dei sistemi scientifici). La missione procede per il meglio, ma la lunga permanenza nello spazio fiacca le forze e i riflessi dei tre uomini, per cui dal controllo missione a terra – al comando di Charles Keith (capo dei programmi spaziali) decidono di farli rientrare con quattro mesi di anticipo sul piano previsto. Qui però cominciano i problemi: i retrorazzi non si accendono, il sistema secondario è fuori uso e neppure un secondo tentativo con i comandi manuali riesce a sbloccare la situazione. Si decide allora di lanciare una missione di soccorso utilizzando come navicella di salvataggio una piccola astronave, denominata XRV, modificata per trasportare quattro persone (compreso il pilota) e da lanciare in orbita tramite un razzo vettore Titan-III-C. Alla guida della XRV viene chiamato l’astronauta veterano Ted Dogherty, ma il lancio viene abortito a causa di un ciclone in arrivo. Solo il provvidenziale passaggio dell’occhio del ciclone – nel quale la velocità del vento è nulla – sulla verticale di lancio permetterà di effettuare un secondo tentativo dopo circa un’ora dal primo. Nonostante il successo del lancio, sembra che in ogni caso per i tre astronauti a bordo dell’Ironman-1 non ci sia più niente da fare: l’ossigeno non basta a mantenere in vita tre persone fino al momento del rendez-vous con l’astronave di soccorso. Agli occhi di Charles Keith si presenta un terribile dilemma: come dire agli astronauti che uno di loro deve morire perché gli altri due si salvino? Nonostante il suo affrontare l’argomento in modo indiretto, il tono addolorato ed esitante della voce di Keith fa ben comprendere ai tre uomini dell’Ironman-1 la situazione. Con la scusa di tentare una riparazione in extremis dei retrorazzi, Jim Pruett tronca le discussioni con Lloyd e Stone su chi dei tre debba sacrificarsi ed esce dall’abitacolo dell’astronave. I suoi compagni sospettano le sue reali intenzioni (ovvero lanciarsi nel vuoto per salvare i suoi compagni), ma il loro tentativo di persuaderlo a rientrare risulta inutile: la tuta spaziale di Pruett si incaglia in una sporgenza dell’astronave e si lacera, causando la morte dell’astronauta per l’inevitabile e inarrestabile perdita di ossigeno. La situazione tuttavia migliora di poco e solo per breve tempo. L’astronave di Dogherty è infatti ancora distante e l’unica altra astronave che possa accoglierli è in tutt’altra orbita e la mancanza di ossigeno ormai si fa sentire, causando a Lloyd e Stone spossatezza e stati di allucinazione. Una possibile ancora di salvezza si manifesta nella presenza di una piccola capsula russa, il cui pilota è a conoscenza della situazione e ha intenzione di fornire ossigeno ai due astronauti. Da terra il controllo missione avverte l’Ironman-1 della presenza della capsula e ordina loro di indossare i caschi e aprire il portello dell’abitacolo per ricevere il soccorso del pilota sovietico, senza aspettare l’arrivo di Dogherty. Purtroppo Lloyd e Stone sono ormai completamente in stato confusionale per la mancanza di ossigeno: riescono a connettere quel tanto che basta per rendersi conto, guardando da un oblò, della presenza della capsula russa e per indossare i caschi ma, ormai ottenebrati, fanno saltare il portello invece di aprirlo dopo aver depressurizzato l’abitacolo. Questo fa sì che la brusca fuoriuscita di atmosfera in pressione dall’astronave funga da “propulsore” allontanando l’Ironman-1 dalla capsula russa. I due rinunciano a uscire, ormai rassegnati a morire, ma l’arrivo di Dogherty e la sua voce stentorea via radio – che ordina di accendere le luci di posizione – fa sì che Stone riprenda lucidità quel tanto che basta da eseguire l’ordine per essere localizzato con precisione. Dopo pochi istanti sia Dogherty che l’astronauta russo sono nell’abitacolo dell’Ironman-1 e forniscono ossigeno ai due uomini, ormai in fin di vita: finalmente sono salvi e si trasferiscono sull’astronave di Dogherty per il rientro a terra.
NOTE
Il film si è aggiudicato il Premio Oscar nel 1970 per i migliori effetti speciali.
Il regista John Sturges proviene da una lunga carriera di film western e “Abbandonati nello spazio” è la sua unica prova nel genere fantastico, ma non possiamo non citarlo per essere stato colui che ha diretto il capolavoro “I magnifici sette”.
Lo scrittore Martin Caidin ha lavorato anche per la televisione occupandosi di molte puntate di “L’uomo da sei milioni di dollari” e dello spin-off “La donna bionica”, mentre Mayo Simon ha sceneggiato anche “Fase IV: distruzione Terra” e “Futureworld – Duemila anni nel futuro”, oltre ad alcuni episodi del serial “L’uomo di Atlantide”.
Chuck Gaspar, che ha permesso al film di aggiudicarsi un’Oscar, ha iniziato la propria carriera con “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock e ha poi proseguito con “L’isola sul tetto del mondo”, “L’esorcista II – L’eretico”, “Capitan Nemo – Missione Atlantide”, “Stati di allucinazione”, “Armageddon”, “Virus”, i due “Ghostbusters”, “Corto circuito”, “Batman – Il ritorno” e “Anaconda”.
24/12/2009, Davide Longoni