IO SONO IL BRUJO – CONFESSIONI DI UNO STREGONE

E’ uscito da poco il nuovo libro di Stefano Fantelli intitolato “Io sono il Brujo – Confessioni di uno stregone” (45 pagine; € 1,99) con prefazione di Gianluca Morozzi e illustrazione di copertina di Ben Baldwin, pubblicato da Mezzotints Ebook nella collana “Outseries” in formato e-book (epub, mobi), disponibile nelle principali librerie online.

“Io sono il Brujo” comprende tre racconti inediti, “E a una dea pelosa non credere mai”, “Quando possiedi una scala interna”, “Sotto al vischio… la Morte” e una prefazione di Gianluca Morozzi ed è assolutamente da non perdere. Conosciamo bene Stefano e sappiamo bene di cosa stiamo parlando: le storie di Fantelli ci lasciano percorrere un tunnel caleidoscopico. Il protagonista, lo stravagante stregone il Brujo, già incontrato in precedenza in altre sue opere e alter ego dell’autore, si mostra a tratti investigatore, poeta, uomo con due o tre cuori: non è altro che un accesso privilegiato alla fantasia, a una galleria di fotografie della realtà appese su un muro bianco. Camminiamo e siamo trasportati dentro assemblaggi narrativi ispirati alle opere di Andy Warhol, visioni di mondi paralleli che evocano i confini smarginati di Hieronymous Bosch o le vibrazioni delle forme di Francis Bacon.

“Io sono il Brujo” traduce nelle sue storie i colori più accesi dell’arte e della sensibilità; la definizione di comodo di narrativa weird non riesce a definire questo volume, con le ibridazioni, le contaminazioni, l’approccio da pittore antico, contemporaneo e futuro che incontriamo tra le pagine.

Stefano Fantelli, seduto su un virtuale barcone sulla Senna, ritrae en plein air la realtà che ci circonda, con occhi e pennelli che sanno arrivare oltre, tra le luci sconosciute che accendono angeli e demoni, che distinguono i minuti che passano mutando la realtà; per noi sono variazioni impercettibili, quasi invisibili come la Morte, per Fantelli invece non sono altro che mattoni magicamente forgiati che usa come archetipali gradini per alzarsi e guardare “sopra”, con ironia, la vita che si muove in strana sincronia con le anime, mortali e immortali. Magnifici campi di grano sorvolati da magnifici corvi in cerchio: le parole, alchemici oli e acquerelli, sanno raccontare il sopra e il sotto, il prima e il dopo, di questo contenitore assurdo e affascinante che chiamiamo mondo. E questo assurdo, che si mette in posa nell’onirico atelier di Fantelli, può essere forse definito come weird esistenziale. Ma “Io sono il Brujo” sfugge a qualsiasi etichetta. Leggendo queste storie scopriremo che in fondo il vero stregone è lui, l’autore.

Se proprio non vi fidate (e fate male!), date una lettura a questo stralcio direttamente dalla prefazione: “Voglio svelarvi un sordido segreto. Prestatemi orecchio. Ascoltate: non tutte le idee nascono da un bruciante, magmatico lampo di ispirazione. Non tutte le trame nascono al bancone opalescente di un bar dopo aver buttato giù bicchierini pieni di liquido infuocato, o sul sedile anteriore di una macchina parcheggiata sotto il cielo sui colli, fumando sostanze non del tutto legali in buona compagnia e tenendo una bottiglia con la mano libera. Cioè, molte storie nascono così, ma il corpo è abituato a questi trucchi, ahimè. Non puoi sempre fregare il tuo emisfero creativo con questi espedienti diabolici. L’emisfero ti guarda e ti dice: “Tzè, ciccio, ormai ci vuole ben altro”. Allora, a volte, operi in maniera diversa. Ad esempio, per ibridazioni impensate. Facciamo un esempio: ibridiamo le storie di vampiri con i college-movie. Cosa esce? Buffy. O Twilight, se preferite. Facciamo un altro esempio: ibridiamo gli spaghetti-western di Sergio Leone e Il Signore degli Anelli. Cosa esce? La torre nera di Stephen King. A volte l’ibridazione è a più livelli. Ad esempio: prendiamo un personaggio di nome il Brujo, uno che dice cose come “Il suo ex avrebbe voluto uccidermi, ma io ero il Brujo e lo sarei stato anche il giorno dopo”, o “Cominciò a guardarsi intorno, guardava ogni cosa come fosse la prima volta che la vedeva. Conoscevo la sensazione perché ero il Brujo”. Okay: mettiamolo in mezzo a una carrellata di personaggi stile Desolation row di Bob Dylan, a Thor, la Morte e Hemingway in via Riva di Reno. E vediamo quello che succede. Avete mai visto nella stessa pagina un angelo dalle ali amputate, il quartiere Pilastro e la salama da sugo? Nelle prossime pagine vedrete tutte queste cose e molte altre ancora. Ora potete offrirmi da bere per la piccola lezione di scrittura creativa. Anche se non sono il Brujo”.

Stefano Fantelli ha all’attivo più di cento pubblicazioni apparse su numerose riviste e antologie. Ha pubblicato le raccolte di racconti Alla fine della notte (Mobydick, 2003) e Dark Circus (Cut-Up, 2009), la graphic novel El Brujo Grand Hotel (Cut-Up, 2010) e il romanzo Strane ferite (Cut-Up, 2012). Il suo e-book Bambine cattive (La Tela Nera, 2004) scaricabile dal sito www.latelanera.com ha avuto più di 50.000 download. Come editor ha curato le graphic novel Morbo veneziano di Danilo Arona (Cut-Up, 2011) e Bloodymilla di Barbara Baraldi (Delos Books, 2011).

Buona lettura… ma non scordate di gustarvi anche il book-trailer!

Davide Longoni