Scrittore, sceneggiatore, curatore… stregone! Stefano Fantelli fa cento, mille, milioni di cose e le fa tutte dannatamente bene. Spesso ci chiediamo come faccia, ma poi la risposta ci viene spontanea: “certo, lui è il Brujo, uno stregone!”, ma soprattutto è un grande amico e da parecchio tempo… per cui non indugiamo oltre, lo abbiamo incontrato apposta per voi: dunque, lasciamolo parlare.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA PROVOCATORIA: NOI DUE CI CONOSCIAMO ORMAI DA PIU’ DI VENT’ANNI, MA ANCORA NON HO CAPITO UNA COSA… DEVO CHIAMARTI STEFANO O IL BRUJO? QUANTO C’E’ DELL’UNO NELL’ALTRO E VICEVERSA?
Vorrei poterti rispondere che io e il Brujo ci siamo contaminati a vicenda, nel tempo, ma la risposta in realtà è molto più semplice ed è racchiusa tutta nel titolo del mio nuovo libro: “Io sono il Brujo”.
“IO SONO IL BRUJO: CONFESSIONI DI UNO STREGONE” È RECENTEMENTE USCITO IN E-BOOK PUBBLICATO DA MEZZOTINTS: COSA PUOI DIRCI IN MERITO?
In Mezzotints ho trovato una squadra di professionisti molto preparati, a partire dall’editore Alessandro Manzetti di cui ho apprezzato fin da subito le idee innovative (non solo riguardo alla linea editoriale, ma anche inerenti al marketing) e con cui mi sono trovato ad apprezzare e condividere lo stesso gusto per la letteratura (anche quella un po’ di nicchia e dimenticata, come le opere di John Fante) e per l’arte in generale. Ma oltre a lui voglio ringraziare anche il mio editor David Riva e il responsabile dell’ufficio stampa Fabrizio Vercelli per il loro lavoro e per l’entusiasmo che continuano a dimostrare nei miei confronti. Riguardo invece ai contenuti dell’e-book, alle confessioni del Brujo, posso dire che lui trova sempre donne che lo fanno soffrire, in molti e diversi modi. Creature bellissime, ma sempre in qualche modo mostruose, nel senso a volte etimologico e a volte solo metaforico della parola. E si ritrova quindi in situazioni dove l’orrore nasce dall’eros e dalle sue deviazioni. In questo libro il Brujo fa sesso con un angelo e anche con una fata e arriva quasi a farlo anche con una dea (Bastet nella fattispecie, con quella sua cortissima e morbida peluria azzurra che le copre tutto il corpo sinuoso), ma non aggiungo altro per non rovinare la suspance. Vi piaceranno le storie del Brujo se apprezzate il lato oscuro della poesia, le atmosfere notturne, metropolitane, trasgressive, ispirate all’accidia, alla lussuria, al vizio in generale. Leggendo le mie confessioni scoprirete che siccome sono il Brujo ho una straordinaria vitalità. E un disperato bisogno d’amore. E le confessioni del Brujo non finiscono con questo e-book. Sono appena iniziate.
LA PREFAZIONE E’ STATA SCRITTA DA GIANLUCA MOROZZI: VUOI RACCONTARCI COME E’ ANDATA E QUALE RAPPORTO TI LEGA A LUI?
Io e Gianluca siamo entrambi figli della stessa città, questa Bologna un po’ mamma e un po’ puttana, una città viva del tutto, non solo in parte. Una città che offre tanto alle persone come noi per le quali scrivere è più di una semplice passione, è un bisogno fisiologico. Una città solare e tenebrosa al tempo stesso, ironica eppure tragica, come i film di Pupi Avati, in cui la campagna emiliana e la riviera romagnola, all’apparenza distanti anni luce dal fantastico e dall’oscurità, si rivelano malsano ricettacolo del male. Perché il male non ha bisogno di chiese più o meno sconsacrate, di lugubri lande nordiche o tetre selve americane, ma si può trovare sepolto anche nelle case intrise d’umidità della foce padana, o del centro storico bolognese. Il Brujo si muove così in un universo cupo di quotidianità solo all’apparenza banale. Anche per questo sono convinto che Gianluca Morozzi fosse la persona più adatta per scrivere la prefazione di questo libro. Insieme stiamo ragionando già da un po’ di tempo su una graphic novel che vorrei curare per lui (per ora è prematuro parlarne) e quando gli ho chiesto la prefazione per il Brujo, nonostante i suoi numerosi impegni, è stato felice di realizzarla.
DALLA CARTA STAMPATA SEI PASSATO QUESTA VOLTA ANCHE TU AL DIGITALE: COME VEDI IL FUTURO DELL’EDITORIA? SECONDO TE, L’E-BOOK SOSTITUIRA’ IL LIBRO O VEDI ANCORA SPAZIO PER ENTRAMBI?
A dire il vero, quando si è cominciato a parlare seriamente di e-book come nuovo forte mercato dell’editoria, qualche anno fa, mi son subito detto “cazzo, sono più di mille e cento anni che pubblicano libri, fin da quelle prime copie del “SUTRA DEL DIAMANTE” datate 848 d.C. e ora che anch’io pubblico smettono di stamparli? Ma che sfiga!”. A chi come me è un feticista del libro cartaceo l’e-book all’inizio faceva un po’ paura. Insomma, l’odore della carta, la doppia lucidatura di una copertina rigida, tutte quelle cose lì… ma poi ho capito che non solo si tratta di un’evoluzione naturale, ma anche che l’e-book non ucciderà l’editoria (come qualcuno ancora pensa), l’e-book è il futuro dell’editoria e darà enormi possibilità agli autori, agli editori e anche ai lettori. E la diffusione sempre più massiccia di tablet e kindle ne è una dimostrazione lampante. Per un po’ continueremo a pubblicare sia su cartaceo che in versione elettronica, poi il libro di carta diventerà sempre più un oggetto ricercato e particolare, un po’ da venerare, come è stato per il vinile dopo l’avvento del cd. Per i nostalgici sarà dura, ma i vantaggi in termini di distribuzione, promozione e costi di stampa sono immensi. Per non parlare degli alberi che risparmieremo. Insomma, siamo pronti, “Signor Sulu, ci porti fuori…”
DALL’ULTIMA VOLTA CHE ABBIAMO FATTO QUATTRO CHIACCHIERE, HAI FATTO VERAMENTE DI TUTTO, A COMINCIARE DA “EL BRUJO GRAND HOTEL”, GRAPHIC-NOVEL DEDICATA PROPRIO AL TUO ALTER-EGO, CHE DI NUOVO RITORNA. CE NE VUOI PARLARE?
Il Brujo è nato nel lontano 2003 come personaggio di un racconto che si trova nella mia raccolta “ALLA FINE DELLA NOTTE”, quella è stata la sua prima apparizione e non era previsto che avesse un seguito. Però lo ha avuto ed è diventato il mio personaggio più importante, tanto che mi è stato proposto di realizzarne una versione a fumetti. Ovviamente non mi sono fatto pregare e ho creato la graphic novel lavorando ulteriormente sull’universo narrativo del Brujo che da allora si è evoluto sempre di più. Il volume ha avuto due padrini d’eccezione, Giuseppe Palumbo per la cover e Gianfranco Manfredi (autore eclettico e multimediale per eccellenza, uno dei miei maestri inconsapevoli) per la prefazione.
QUESTO TIPO DI OPERAZIONE AVRA’ UN SEGUITO?
Certo. Sono già al lavoro su una nuova graphic novel del Brujo che insieme a Dario Viotti (creatore grafico di tutti i personaggi e disegnatore titolare della serie) stiamo cercando di far approdare oltralpe, ma è ancora presto per parlarne. Nel frattempo Universitalia nella collana Horror Project pubblicherà a brevissimo una raccolta di mie storie brevi a fumetti, tra cui anche alcuni episodi del Brujo. La cover sarà del mirabolante Enzo “Heavy Bone” Rizzi. Per fortuna tra i miei tanti difetti non c’è l’invidia, ma se fossi invidioso lo sarei di un autore come Rizzi, che sa sia scrivere storie che disegnarle, praticamente una sorta di dio per me. Ed è pure simpatico. Rizzi sarò costretto a eliminarti se non la smetti. Ne resterà soltanto uno, ricordatelo.
RESTANDO NEL CAMPO DEI COMICS, TI SEI OCCUPATO ANCHE DI CURARE IL DEBUTTO FUMETTISTICO DI DUE GRANDI SCRITTORI HORROR, DANILO ARONA CON “MORBO VENEZIANO” E BARBARA BARALDI CON “BLOODYMILLA”. VUOI RACCONTARCI QUESTE DUE ESPERIENZE?
Lavorare con Danilo e Barbara oltre a essere stato un onore (in fin dei conti questa è stata la loro prima prova a fumetti, precedente anche al debutto di Barbara come sceneggiatrice di Dylan Dog) è stato un grandissimo piacere perché sono due degli autori più disponibili e meravigliosi che abbiamo in Italia. E non sono tutti come loro, te lo assicuro, anzi… purtroppo non sempre talento e disponibilità vanno a braccetto in Italia. Comunque sono state due esperienze stupende e gratificanti sotto tutti i punti di vista, anche della crescita professionale. Invito tutti a guardare i booktrailer delle due graphic novel sui canali YouTube. Io e l’editor Gianfranco Staltari abbiamo fortemente voluto che le tavole di “BLOODYMILLA” venissero disegnate da Roberta Ingranata ed Elena Cesana e quelle di “MORBO VENEZIANO” da Massimiliano Gallo e Roberta Sacchi. Tutti artisti bravissimi che ora stanno proseguendo con sempre più successo le loro carriere e che meritano di essere tenuti d’occhio.
È DI QUESTI GIORNI UNA NOTIZIA DI CUI SI PARLA MOLTO NEL MONDO DEL FUMETTO E CIOÈ UN IMPORTANTE CAMBIO DELLA GUARDIA IN CASA BONELLI, ROBERTO RECCHIONI SARA’ IL NUOVO CURATORE DI DYLAN DOG. COSA NE PENSI?
Non conosco personalmente Roberto Recchioni, ma lo seguo da tempo e credo che abbia le capacità e la grinta necessarie per ricoprire un ruolo come questo di grandi responsabilità (come avere un superpotere insomma, Spiderman insegna). E poi ha la fiducia di Tiziano Sclavi e per me tanto basta. Certo, le aspettative sono altissime, quello sì, ma nella sua “dichiarazione d’intenti” ci sono tutti i presupposti per non creare delusioni. Da lettore aspetto con ansia ed esultanza le storie di questa nuova fase di Dylan Dog, ma da addetto ai lavori mi auguro però anche un’apertura della Bonelli verso sceneggiatori esterni alla casa editrice così che altri talentuosi autori possano fornire carne fresca e nuova linfa vitale al personaggio. A Recchioni quindi un grandissimo in bocca al lupo. E che sia mannaro.
RISPETTO A QUANDO IO E TE ERAVAMO BAMBINI SECONDO TE È CAMBIATO QUALCOSA NEL RAPPORTO DEI FAN NEI CONFRONTI DEI LORO PERSONAGGI DEI FUMETTI PREFERITI?
Be’, mi ricordo che quando eravamo piccoli la domanda più frequente sugli albi Marvel pubblicati in Italia dalla Corno era se fosse più forte la Cosa o l’Uomo Ragno… ora la domanda più frequente è se è più lesbica Batwoman o Spider Girl…
PRIMA DI “IO SONO IL BRUJO”, TI AVEVAMO VISTO IN LIBRERIA CON “STRANE FERITE”, UN ROMANZO CHE SI E’ GUADAGNATO LA STIMA E L’AFFETTO DI PERSONE COME ANTONIO TENTORI, ALDA TEODORANI, GIANFRANCO NEROZZI E DELLO STESSO DANILO ARONA, CHE AVEVA SCRITTO ANCHE LA PREFAZIONE. VUOI PARLARCENE? QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?
La creazione, sia dell’ambientazione che dei personaggi, non è stata difficile, tutto è nato abbastanza di getto, mi sedevo davanti alla tastiera e le parole arrivavano. Il difficile è stato smettere di continuare a scolpire questo romanzo, non mi era mai capitato prima, era finito da tempo e se Fabio Nardini di Cut-Up non mi avesse portato via il manoscritto forse oggi sarei ancora lì a dare delle pennellate a questo quadro che poi è in realtà un insieme di minuscoli quadri che compongono un mosaico più grande. Un po’ come guardare una foto che se la guardi più da vicino ti accorgi che è composta da centinaia di foto più piccole. Ma la scrittura spesso è un po’ anche questo, anche se molti autori non lo ammettono, la scrittura è anche masturbazione cerebrale, ricerca della parola, quella giusta, perché il potere delle parole, il loro suono, è enorme e magico.
DURANTE LA TUA CARRIERA HAI SCRITTO RACCONTI E ROMANZI DI VARIO GENERE: A QUALE TI SENTI PIU’ LEGATO E PERCHE’?
Molti autori dicono di sé stessi che l’ultimo libro che hanno scritto è sempre il migliore e in un certo senso è vero, in un certo senso sono d’accordo, perché tu cresci insieme alla tua scrittura, c’è sempre un’evoluzione nel lavoro di uno scrittore, così come in quello di qualsiasi altro artista. Alla fine tu sei (e scrivi) quello che hai vissuto e che hai letto e che hai visto. Quindi non è che uno rinneghi i propri libri di dieci anni prima, però li guarda con una certa distanza e dice “ero troppo lirico” oppure “però, bella cagata, che vergogna” oppure “non scriverò mai più così bene”. “STRANE FERITE” è un romanzo a cui credo resterò legato per sempre anche perché ha una struttura molto particolare che non riproporrò mai più per non ripetermi. Ma alcuni dei suoi personaggi potrebbero tornare. Valentina per esempio, mi manca molto come personaggio. È qui nella mia testa e mi parla e penso che presto o tardi sentirete ancora parlare di lei. Anche a “DARK CIRCUS” (che contiene anche un’introduzione di Carlo Lucarelli) sono molto legato, è stato fondamentale per la mia carriera, con questa raccolta è cambiato tutto perché prima anche se avevo già alle spalle un altro libro e un centinaio di racconti pubblicati su varie riviste ero ancora abbastanza sconosciuto. Le vendite su IBS hanno superato ogni più rosea aspettativa (trattandosi di una raccolta di racconti horror di un autore italiano venduta in Italia) e attualmente è ancora il libro in assoluto più venduto di tutto il catalogo Cut-Up. C’è anche un aneddoto divertente riguardo a “DARK CIRCUS”, solo di recente siamo venuti a sapere che l’immagine della cover è la rielaborazione pittorica del fotogramma di un film porno… e ora mi viene il dubbio che sia stato questo a incidere così tanto sulle vendite…
E, TRA LE DUE, IN QUALE FORMA DI ESPRESSIONE TI TROVI PIU’ A TUO AGIO, NELLA STORIA AD AMPIO RESPIRO OPPURE IN QUELLA BREVE?
Mah, guarda, le storie quando ti arrivano lo capisci subito se è meglio farne un romanzo o un racconto o una storia a fumetti o magari anche un testo teatrale (come è stato per “MORTE E 9 EURO e 20”, messa in scena più volte a Roma), ogni idea ha già inciso nel DNA il proprio destino. Semplicemente scrivo le storie che mi piace raccontare, non penso a molto altro quando lo faccio, cerco sempre di divertirmi con quello che sto scrivendo. A me piacciono tutte le varie forme e le varie distanze della scrittura e credo che non tutti gli autori, anche i più bravi, siano capaci di scrivere un bel racconto. Un bel racconto è più difficile di un bel romanzo, potrebbe richiedere meno tempo, è ovvio, ma richiede maggiore precisione, un lavoro di cesellatura e un’idea fortissima. Un racconto è sempre una sfida che raccolgo volentieri. Il romanzo d’altro canto non è per tutti, non all’inizio almeno, lo sconsiglio come approccio alla scrittura per un esordiente, perché è come un incontro di 15 round e potresti non avere il fiato e la resistenza per arrivare alla fine. Devi allenarti duramente prima di salire su quel ring, ma quando lo fai e arrivi all’ultimo round/capitolo e i personaggi ormai vivono così tanto di vita propria che ti rendi conto che non è mica così che pensavi di scriverlo e non lo sai mica neanche tu cosa succede nella prossima pagina se vai avanti, ecco, quando arrivi lì è meraviglioso, è magia vera.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI SONO I NUOVI PROGETTI PER IL FUTURO, VISTO CHE SAPPIAMO BENISSIMO CHE NON TI FERMI MAI? INSOMMA, COSA C’È NEL PENTOLONE DA STREGONE DEL BRUJO?
Cut-Up ha appena pubblicato l’antologia “LE VENDICATRICI” che raccoglie 18 storie che hanno per protagoniste donne che si vendicano di quell’universo maschile che le ha sfruttate, violentate, ferite. C’è anche un mio racconto (in cui ho ripreso alcuni elementi e ambientazioni che erano presenti in “DARK CIRCUS”) e la prefazione di Alan Altieri. A parte questo, i progetti sono tanti e alcuni vedranno la luce a brevissimo, come il già citato volume a fumetti con Universitalia. Poi uscirà presto una nuova raccolta di racconti e sto lavorando a un progetto con Antonio Tentori (già mitico sceneggiatore, come gli appassionati sanno, di Argento, Fulci, Stivaletti, Massaccesi, Deodato, Mattei e altri grandi registi). A proposito di Antonio voglio consigliare a tutti la visione del recente “Come una crisalide” diretto da Luigi Pastore, un film che sta avendo un grande successo in Germania. E colgo anche l’occasione per cercare di risvegliare l’interesse della gente nei confronti del grande cinema italiano di genere che è stato forte e all’avanguardia per decenni (e ancora citato da grandi registi di tutto il mondo, Tarantino in primis), mentre oggi i film della nuova generazione vengono per qualche strana ragione considerati e premiati più all’estero che a casa nostra. A proposito, domani è il 20 giugno ed esce nelle sale italiane “TULPA”, il nuovo grande attesissimo film di Federico Zampaglione. Quindi, tornando a noi, come avrai intuito nel calderone bollono anche progetti per il cinema. E anche un nuovo romanzo del Brujo è già in cantiere. Inoltre sto scrivendo le sceneggiature per la nuova serie della rivista a fumetti cult Splatter sotto la direzione del geniale Paolo Di Orazio (se non avete ancora letto il suo e-book “L’INCUBATRICE” allora correte subito a farlo, non perdete tempo con questa intervista) a cui dobbiamo il merito di questa rinascita (non solo di Splatter in sé, ma dell’horror a fumetti in generale e di una sua dignità stilistica e umanista), l’appuntamento in questo caso è per ottobre. E poi c’è tanto altro nel calderone del Brujo, ma per ora non ne parlo per scaramanzia… Restate sintonizzati, ne vedrete delle belle. Rock’n’Roll.
CHE DIRE DI PIU’? SENTIREMO ANCORA PRESTO PARLARE DI STEFANO… E NOI SAREMO QUA AD ASPETTARLO, ANCHE PERCHE’ UNO STREGONE… E’ SEMPRE MEGLIO AVERLO COME AMICO, NO?