A tutte le notizie sui presunti o probabili pianeti abitabili che abbiamo dato in questi anni, dobbiamo per forza di cose aggiungerne una che va a colmare un tassello molto importante per l’esplorazione spaziale: due pianeti simili alla Terra mai osservati finora sono stati scoperti da Kepler, il telescopio spaziale della Nasa. Battezzati Kepler-62e e Kepler 62-7 sono i più esterni di un sistema di 5 mondi extrasolari nato intorno alla stella Kepler-62, simile al Sole. Entrambi si trovano nella cosiddetta zona abitabile, dove la distanza dalla stella rende possibile la presenza di acqua liquida e, quindi, condizioni favorevoli alla formazione della vita. “Secondo i dati che abbiamo a disposizione, relativi al raggio e al periodo orbitale, questi sono i pianeti più simili alla Terra mai scoperti”, ha osservato l’astrofisico Justin Crepp, dell’università francese di Notre Dame. Che, insieme ai colleghi, ha descritto la scoperta su Science.
Rilevati grazie alla tecnica dei transiti, che analizza le alterazioni nella luminosità di una stella quando un pianeta le transita di fronte, i due pianeti hanno un raggio rispettivamente pari a 1,61 e 1,41 rispetto a quello della Terra. Basandosi su simulazioni, i ricercatori suggeriscono che entrambi i pianeti potrebbero essere solidi, con una composizione rocciosa o ghiacciata. Dalla loro stella, simile al Sole, ricevono un flusso di luce paragonabile a quello che Venere e Marte ricevono dal nostro Sole. Caratteristica che fa supporre che i due pianeti possano avere un’atmosfera e acqua liquida che scorre in superficie.
Dalla scoperta dei primi pianeti extrasolari, negli anni ’90, l’occhio attento della sonda spaziale Kepler ne ha scovati diverse centinaia. Qualcuno più degli altri ha acceso la fantasia degli scienziati, come il corpo celeste che ruota intorno al sistema di Tau Ceti, a soli 12 anni luce da noi, individuato grazie a misure da Terra, in una zona adatta, in teoria, a ospitare la vita. Ma gli esperti sono convinti che il meglio debba ancora arrivare e che la scoperta di un pianeta analogo a quello che abitiamo sia ormai dietro l’angolo.
Ma non è tutto perché è stata recentemente anche scoperta la formazione della galassia submillimetrica più luminosa e ricca di gas mai osservata.
Come si legge sulla rivista “Nature”, gli scienziati della University of California di Irvine hanno osservato, grazie al telescopio Herschel, la nascita della galassia HXMM01: si tratta di una galassia di massa pari a circa 10 volte la Via Lattea e che è nata dalla fusione di due giovani galassie, avvenuta circa 11 miliardi di anni fa.
Gli scienziati da tempo si chiedevano come mai le gigantesche galassie ellittiche abbiano smesso di produrre stelle poco dopo la loro rapida formazione all’alba dell’Universo. Finora si supponeva che la colpa fosse di enormi buchi neri che, nel cuore di queste galassie, emettessero veti molto forti che espellevano i gas necessari alla nascita delle stelle. Il nuovo studio invece suggerisce che le fusioni cosmiche e il conseguente alto consumo di gas hanno causato il loro rapido esaurimento.
La portata della notizia è straordinaria perché svela i segreti sulla formazione dell’Universo e apre ulteriori porte proprio alla ricerca della vita extraterrestre.
Restiamo in attesa, allora.