Eugenio Cardi non è uno scrittore come tanti, non è una goccia nel mare degli scrittori emergenti e non è nemmeno un emergente se è per questo, visto che pubblica libri da parecchio tempo. Eugenio Cardi è uno che si differenzia dal gruppo, vuoi per le sue tematiche, vuoi per il modo che ha di affrontare le sue storie, vuoi per le tematiche che potremmo definire horror-social… oppure è il social che ultimamente è diventato horror? Scopriamolo insieme a lui!
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È EUGENIO CARDI?
Dopo essermi laureato in Scienze Politiche in quel di Perugia tanti anni fa, ho lavorato da sempre in aziende del cosiddetto Terziario Avanzato, o almeno così lo si definiva una volta… Ad ogni modo sono esattamente 20 anni, quest’anno, che sono Agente Generale Unipol Assicurazioni. Nel mio piccolo insomma, un po’ come Kafka, anch’io lavoro per una Compagnia di Assicurazioni… Poi ho fatto molte altre cose oltre a lavorare e scrivere libri. Ho una lunga esperienza infatti nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato, avendo collaborato in 20 anni con molte associazioni, fondazioni ed enti vari, oltre essere stato Presidente di PUNTOEACAPO, associazione di Promozione Sociale da me co-fondata. Abbiamo lavorato nelle carceri, con i minori in difficoltà o con gli immigrati… Esperienze uniche che al di là di una facile retorica mi hanno insegnato molto e certamente mi hanno confermato l’importanza di valori basilari e fondamentali di rispetto e di solidarietà che oggi a mia volta cerco di trasmettere ai miei figli.
COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?
Mah, direi un po’ per caso, così come credo accada a molti… In primo luogo sono stato per molti anni un cosiddetto “grande lettore”, nel senso che leggevo molto, in particolare narrativa… Poi una mattina mi sono svegliato con un titolo che mi ronzava nella testa, e che mi ha spinto a scrivere… Paradossalmente però quella breve frase che ho avuto da chissà chi nel dormiveglia non è mai comparsa poi tra i titoli dei miei libri… Chissà, magari un giorno…
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
Ho pubblicato diverse cose, sia romanzi che racconti, sia in formato digitale (e-book) che nel tradizionale formato cartaceo, per vari editori; credo comunque che il mio libro più noto resti “IRENE F. – Diario di una borderline”, uscito anche in Francia e in Spagna, oltre che in Italia. Nella sua qualità di romanzo sociale poi (essendo un libro-denuncia sul terribile fenomeno dell’abuso sessuale infantile) è stato presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, nel maggio 2011. Tutta la mia produzione letteraria è comunque reperibile in rete sui siti delle migliori librerie on line (Feltrinelli, Rizzoli, Amazon, ecc…), sul mio sito o sulla mia pagina Facebook.
RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO “SEX OFFENDER – CONFESSIONI DI UNO STUPRATORE SERIALE”. CE NE VUOI PARLARE?
Con molto piacere: “SEX OFFENDER – Confessioni di uno stupratore seriale” è in un qualche modo il sequel di Irene F.: è tutta un’altra storia ovviamente, ambientata negli USA e non in Italia, ma è come se fosse l’altra faccia della medaglia. Mentre infatti in Irene F. ho vestito i panni di una adolescente abusata sessualmente dal patrigno, in Sex Offender cambio di 360° il punto di osservazione sul terribile fenomeno della violenza sessuale sulle donne, vestendo in tal caso i panni dell’abusatore. Ciò a cui sono interessato maggiormente è ovviamente il profilo psicologico del personaggio principale, Alan, vissuto con un padre violento e autoritario e una madre eccessivamente protettiva e soffocante, nonché dotata di un carattere ansioso-fobico. Alan inizia così – dominato da un vero e proprio disturbo antisociale – a combinarne di tutti i colori, senza che nessuno riesca a fermarlo. La mira diventa sempre più alta, inizialmente agisce da solo, poi si associa via via a balordi del bar del Queens che frequenta giornalmente e da lì è semplice iniziare ad agire sia nel perimetro di NY che in giro per il Nord America con strategie e mentalità da vero e proprio delinquente, stupratore e assassino. Quante volte dopo un delitto di particolare efferatezza sentiamo la classica frase dei vicini di casa ”Sembrava in così bravo ragazzo…”? Ecco, questo romanzo serve a sfatare il mito che i “cattivi” al mondo siano sempre facilmente riconoscibili, e che il mostro non possa essere invece quel ragazzino timido lì, il figlio dell’avvocato che abita lì a fianco a noi. Il romanzo comunque ha toni molto duri, utilizza una scrittura diretta e violenta, per cui direi che certamente non è un libro adatto a tutti.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?
Certamente creare il preciso profilo psicopatologico del protagonista. In questo senso sono quindi senz’altro grato al Professor Matteo Villanova, criminologo di chiara fama, che mi ha amichevolmente fornito in questo senso consigli e indicazioni da me molto apprezzati.
PUR ESSENDO UN ROMANZO DI FINZIONE, TI SEI PERO’ BASATO SU FATTI REALI. COME E’ STATO IL PROCESSO DI DOCUMENTAZIONE CHE HAI SVOLTO?
Lungo e complesso, basato effettivamente sullo studio di casi clinici e di episodi criminali realmente verificatisi, accaduti sia qui da noi che negli USA… Purtroppo ultimamente sembra proprio che la realtà superi di molto la fantasia, visti gli episodi di violenza inaudita ai quali stiamo assistendo nel nostro Paese, a proposito di femminicidi e di violenza sulle donne. Il mio romanzo quindi in questo senso è e vuol essere un preciso monito CONTRO la violenza sulle donne, sia fisica che psicologica, comunque esercitata. Il mio è un warning, un urlo nella notte, un campanello d’allarme, un sasso nello stagno… Speriamo che qualcuno lo raccolga…
VISTO CHE IL NOSTRO SITO E’ DEDICATO AL FANTASTICO, CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
Lo dice l’etimologia stessa della parola… E’ qualcosa di soprannaturale, di eccezionale, qualcosa che vola sopra le nostre teste e che ci fa alzare gli occhi al cielo… Io purtroppo non ho grande confidenza con il fantastico, ma mi piacerebbe averne di più… Una delle cose che ricordo con più piacere in questo senso è quando accompagnavo i miei figli – ora già grandi – a vedere i film di Harry Potter o del Re Leone… Magari qualcuno sorriderà, pensando che siano datati, ma per me sono dei sempreverdi… Non mi sono mai misurato con il fantastico come scrittore, sono più sull’introspettivo, ma chissà… Mai dire mai…
DURANTE LA TUA CARRIERA HAI SCRITTO RACCONTI E ROMANZI DI VARIO GENERE: A QUALE TI SENTI PIU’ LEGATO E PERCHE’?
Mah, è difficile dirlo: un po’ si propende naturalmente nel ritenere che l’ultimo arrivato in ordine cronologico sia sempre il migliore, e quindi dico Sex Offender… Tra l’altro è già uscito in formato e-book e ad esempio su Mediaworld è stato primo in classifica per qualche tempo, e quindi ho già avuto ritorni di apprezzamento da parte dei lettori e delle lettrici… Non ultimo, il fatto che esca per i tipi di PROFONDO ROSSO, gloriosissima casa editrice fondata da due registi internazionalmente famosi come Luigi Cozzi e Dario Argento, mi riempie sinceramente di orgoglio… In più devo dirti che Sex Offender credo rappresenti una bella discesa agli inferi, per cui se qualcuno ama seguire il battito forte dei percorsi bui e tortuosi della mente è certamente accontentato… Devo dirti però che sono molto affezionato anche a Irene F., un po’ perché altro lato della medaglia rispetto a Sex Offender, un po’ perché mi ha particolarmente affascinato l’idea di scrivere in prima persona come se fossi una donna…
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Complicato rispondere in modo secco: diciamo un po’ dappertutto, da cose che vedi o senti per strada, da articoli di giornale, da un episodio che ti racconta un amico, da fatti di cronaca o da un sogno fatto… C’era qualcuno che disse “gli scrittori rubano la vita degli altri”… Ecco, io credo proprio che sia così, l’importante è essere un ottimo osservatore, vedere ciò che gli altri non notano, osservare tutto e tutti in continuazione, e non semplicemente limitarsi a guardare… La vita quotidiana è una fantastica ispiratrice di storie, basta saperle cogliere…
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
Certamente George Simenon e Raymond Carver… Due fantastici indagatori dell’animo umano, anche se ognuno di loro naturalmente lo fa a modo suo… Poi in generale la letteratura classica russa (sopra tutti Aleksàndr Sergéevič Puškin) e quella francese…
E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?
Come film preferisco il genere che una volta si definiva d’essai, ora non so nemmeno più se si usa come termine… I cosiddetti film d’autore comunque, per lo più introspettivi, lenti, dove recita soprattutto il non detto, dove la messa a fuoco è sul rapporto interpersonale… Se sono francesi poi, meglio… Adoro il cinema francese… Un esempio per tutti: “Un cuore in inverno”. Semplicemente eccezionale.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO
Rispondo intanto alla seconda parte della domanda: il sogno principale della mia vita lasciato nel cassetto – e oramai non più recuperabile – è quello di essere un pianista jazz… In qualche modo direi infatti che scrivo perché non so suonare… Adoro l’arte in ogni sua manifestazione, ma mi è sempre rimasto dentro il cruccio di non esser diventato un pianista, un pianista concertista… Me ne sono accorto troppo tardi… Per cui, più che parlare dei miei progetti, tornando alla prima parte della domanda, getterei un filo con i vostri lettori, permettendomi di dare un consiglio: cari amici, seguite sempre il vostro cuore e portante avanti nella vita il vostro sogno, sempre, comunque e a qualsiasi condizione, quale che sia il sacrificio e la fatica che vi viene richiesto… La soddisfazione d’averlo raggiunto vi ripagherà di qualsiasi frustrazione… Grazie mille Davide, un caro saluto a tutti!!!
GRAZIE 1000 A TE E SPERIAMO DI AVERTI PRESTO DI NUOVO FRA NOI, MAGARI CON QUALCHE NUOVO SOGNO CONQUISTATO!