Danilo Arona, classe 1950, scrittore, giornalista e saggista che da anni si occupa di narrativa fantasy, horror e mistery; Edoardo Rosati, classe 1959, laureato in medicina, giornalista medico-scientifico che si occupa delle pagine dedicate alla salute del settimanale “Oggi”: cosa avranno mai in comune questi due signori secondo voi? Beh, per cominciare una grande passione per il genere fantastico e poi una serie di libri scritti a quattro mani che sono assolutamente da non perdere. Ma, dal momento che abbiamo l’onore e il piacere di ospitarli sulle nostre pagine, andiamo con ordine.
VISTO CHE DANILO È GIÀ STATO NOSTRO OSPITE, PER COMINCIARE LA DOMANDA DI RITO LA RIVOLGIAMO A EDOARDO: CHI È EDOARDO ROSATI?
Ecco in una… “potente sintesi” un tot di “segni particolari”! Classe 1959, laureato in Medicina, sono giornalista specializzato nella comunicazione medico-scientifica. Inizio l’attività nel 1987, al “Corriere Medico”, e nel 1989 entro a far parte del gruppo redazionale che ha dato vita al “Corriere Salute”, il supplemento di Medicina del Corriere della Sera. Dal 2003 sono responsabile delle pagine dedicate alla Salute e alla Medicina del settimanale OGGI. Ho “sfornato” una quindicina di libri di saggistica medico-scientifica per Sonzogno, Fabbri, Rizzoli, Sperling&Kupfer, ma nutro nel contempo anche il mio… «dark side» scrivendo medical thriller. Nel 1995 ho fondato il marchio PuntoZero, casa editrice specializzata nella saggistica rivolta al fumetto e al cinema fantastico.
ORA PASSIAMO A TUTTI E DUE: COME AVETE COMINCIATO A SCRIVERE E COME È NATA LA VOSTRA PASSIONE PER LA SCRITTURA?
DANILO – Con il sorriso sulle labbra, ma a questa domanda non rispondo più. Ho già risposto mille volte in altrettante interviste e ci ho speso un libro dal titolo “L’estate di Montebuio” in cui se ne parla sino alla nausea. E non è la domanda da porre a un uomo di 63 anni con più di 40 libri sul groppone. Chiedetemi perché non smetto ancora e se ancora si può chiamare “passione”. Sempre sorridendo, va da sé.
EDOARDO – Come dicevo, “nasco” giornalista, nel senso che a un certo punto ho fuso professionalmente l’amore per la scrittura (sono diventato pubblicista firmando inizialmente pezzi su fumetti e cinema fantastico per “Il mucchio selvaggio”, “Totem” e “Cinema&Cinema”) con la passione per la medicina. Una fusione (tutt’altro che… “fredda”) che mi ha reso giornalista attivo, per l’appunto, nel campo dell’informazione medico-scientifica. Ma quell’originaria passione per le “Cose” dell’immaginario (il fumetto, l’horror, il fantacinema…) non si è mai spenta.
RECENTEMENTE MEZZOTINTS EBOOK HA PUBBLICATO LA VERSIONE DIGITALE DI “PROTOCOLLO STONEHENGE”, CHE VI VEDE LAVORARE INSIEME. CE NE VOLETE PARLARE?
DANILO – Ho ceduto a mio fratello Edo la possibilità di un trattamento “medico” del personaggio di Melissa, suggerendogli la faccenda delle maledizioni cicliche che vedono un’annuale vittima a caso con lo stesso tipo di frattura dell’incidente primario. Un medico/scrittore del suo calibro non ha avuto alcuna difficoltà nell’impadronirsi del personaggio e delle situazioni collegate. Ed eccoci qui.
EDOARDO – Con Danilo (che per me è un fratello e un maestro: il suo seminale “Guida al Fantacinema” – per Gammalibri – mi fulminò, da adolescente) avevo già realizzato il Segretissimo Mondadori “La croce sulle labbra”. Il lavoro in team mi aveva letteralmente entusiasmato (è una gran palestra, a mio avviso) e non ti nascondo che abbiamo cominciato a vagheggiare l’idea di una “risposta italiana” alla coppia Preston&Child… Come vedi, non demordiamo nel progetto!
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?
DANILO – Per quel che mi riguarda, nessuna in particolare. Abbiamo prima creato una griglia temporale con uno story-board molto preciso e dettagliato anche per i personaggi. Da lì ci siamo divisi i capitoli. Direi che è filato tutto liscio.
EDOARDO – Diciamo che la sfida principale è stata soprattutto quella d’innestare una ghost story in un contesto “credibile”. Il “piatto forte”, diciamo così, del romanzo è il pensiero “ai confini della realtà” (ma sempre inscritto nell’ambito del ragionamento scientifico) di questo neurochirurgo di Bologna, il professor Ludovico Fornari Assante, che riesce a percepire interi universi paralleli tra le pieghe della quotidianità… Non farnetica, sia chiaro: parla con i dati alla mano della fisica quantistica e delle antiche culture mediche… Ma anche la Ragione più solida non può fare a meno di rabbrividire di fronte a certi “sospiri” che provengono da ChissàDove…
MELISSA È UN PERSONAGGIO CHE DANILO HA GIÀ UTILIZZATO: COME HA SCRITTO ALAN D. ALTIERI NELLA PREFAZIONE, HAI ESEGUITO “UN COMPLETO RESET DEL CONCETTO STESSO DI MELISSA”. COME MAI QUESTA OPERAZIONE E DOVE CI PORTERÀ ANCORA MELISSA IN FUTURO?
DANILO – Melissa è un fantasma. Come tale, immortale. Perciò ideale per una serializzazione. A me piace molto e, come ho sempre rimarcato, non è un mio personaggio ma una sorta di urban legend nata sul web. Ha infinite possibilità di applicazione. In futuro Melissa uscirà in forma di graphic novel. Molta action e poco dialogo, un po’ agli antipodi di “Protocollo Stonehenge”.
EDOARDO – Sì, mi piace sempre dire che Melissa è una splendida “dissonanza”, un mito capace di incarnarsi in mille forme mediatiche. L’idea di declinarla in chiave medica moderna mi “attizzava” non poco. Del resto, Melissa è una specie di agente virale, no? E in quest’epoca di pandemie, trovo che la versione melissiana descritta in PROTOCOLLO STONEHENGE sia perfettamente in linea con le nostre paranoie.
COME NASCE UN ROMANZO A QUATTRO MANI E QUALI SONO LE DIFFICOLTÀ CHE SI INCONTRANO QUANDO A SCRIVERE SONO DUE TESTE?
DANILO – Il romanzo a quattro mani è un progetto rigido e di autodisciplina. La difficoltà maggiore è l’uniformità dello stile perché il lettore deve percepire un unico scrittore. Con grande sincerità l’operazione è quasi impossibile per certi passaggi. Non ci sono riusciti neppure Stephen King e Peter Straub. Quindi per quei pochi snodi “incriminabili” confidiamo nella benevolenza del lettore.
EDOARDO – Nasce soprattutto perché all’origine non c’è un team costruito a tavolino, ma una coppia di amici fraterni cresciuti a “pane & immaginario fantastico”… Che lavorano di fantasia sulle medesime frequenze… Quasi naturale, quindi, ritrovarsi a ordire trame assieme… Certo, con tutte le difficoltà legate alla gestione dello stile (che agli occhi del lettore deve risultare una sola voce). Ma l’importante, per me, è anche riuscire a “bucare” l’attenzione di chi legge con plot inediti e idee possibilmente non sondate.
VISTO CHE SIAMO IN TEMA, COSA NE PENSATE DEGLI E-BOOK E COME VEDETE IL FUTURO DELL’EDITORIA? SARÀ SEMPRE PIÙ DIGITALE FINCHÉ LA CARTA STAMPATA VERRÀ SOPPIANTATA OPPURE VEDETE ANCORA UNO SPIRAGLIO PER IL FUTURO DEI LIBRI TRADIZIONALI?
DANILO – L’e-book è un supporto in più. Il cartaceo subirà una contrazione ma non verrà mai soppiantato dal digitale. Il libro è un oggetto, bello e con il suo odore, la sua cover e il suo fascino. L’e-book è impalpabile. Quasi un fantasma alla Melissa. È uno strumento volto al futuro. Di grande interesse soprattutto per il suo basso costo di fruizione. Ma ripeto: non vedo competizione tra i due moduli.
EDOARDO – Allora, io sono nato nella “carta” e per me il libro resta IL LIBRO. L’oggetto di culto per antonomasia. Il libro ci parla innanzitutto attraverso i sensi. Vai in libreria e quasi consumi un… atto sessuale in pubblico! Cominci ad accarezzare il volume, con i polpastrelli tasti la cover magari in rilievo, scorri le pagine con energia col preciso obiettivo di riempirti le narici di profumo di stampa, con entrambe le mani palpi il tomo e ne saggi la bella corposità… L’e-book, invece, è inconsistente come un virus. Ma proprio come un virus sa diffondersi e contagiare rapidamente. Ecco perché mi piace tremendamente l’e-book: quella è la sua modernissima potenza. Due mondi destinati a convivere. Due anime differenti dello stesso pensiero scritto. E non ci saranno né vincitori né vinti.
OLTRE CHE SCRITTORI SIETE ANCHE GIORNALISTI E CURATORI DI ANTOLOGIE, COLLANE E RUBRICHE. VOLETE PARLARCI DI QUESTA SECONDA FACCIA DELLA MEDAGLIA DELLA VOSTRA ATTIVITÀ?
DANILO – Tutto il resto che è non scrittura di fiction fa parte, per me, di un’attività paraletteraria e saggistica che mi viene sempre “commissionata”. Non dico mai di no, ma mi trovo spesso inguaiato in troppi rivoli produttivi che non fanno bene alla qualità. Purtroppo ho voluto la bicicletta e mi tocca. Il mio sogno, soprattutto per l’età che ho, sarebbe solo quello di scrivere le vere storie che ho dentro. Ma il mondo affettuosamente non mi lascia in pace. Ed eccomi coinvolto in curatele, rubriche, articoli…
EDOARDO – Sì, all’apparenza – nel mio caso – esiste questa “dualità” professionale: giornalista medico-scientifico e scrittore incaponito con i medical thriller… In realtà, sai che cosa penso? Che sono tratti più o meno illuminati della stessa strada. Come dire: in quanto comunicatore di notizie provenienti dal mondo della scienza medica (e della Salute), io ho il dovere di “sciogliere” i dubbi del lettore, di spiegare le cose “oscure”, okay? Come narratore di medical thriller/horror, invece, ho il dovere di… riprendere quei “dubbi” e quelle “cose oscure” e di esasperarli in maniera “esorcistica”, quasi, costruendovi sopra interi edifici di ansie e paure, che poi, sotto sotto, sono esattamente quelle che si agitano nella mente di ciascuno di noi, quando si ha a che fare con la personale salute e con i mille allarmi che periodicamente la minacciano: dalla “mucca pazza” all’influenza aviaria…
COME SI CONCILIA UN MODO DI NARRARE ISTINTIVO E PIÙ LEGATO AL CUORE, COME QUELLO DELLA NARRATIVA, CON UNA MANIERA DI SCRIVERE PIÙ RAGIONATA E PIÙ LEGATA ALLA MENTE, COME QUELLA DEL GIORNALISMO?
DANILO – Non si conciliano affatto. Per fortuna io sono schizofrenico e duale. Edo ha un’altra forma di follia, ma dovrebbe essere lui a parlarne…
EDOARDO – Be’, sì, come dicevo poc’anzi la dualità c’è. Le missioni son diverse: comunicare da un lato e raccontare dall’altro. Ma i due ambiti possono alimentarsi vicendevolmente. E con risultati intriganti…
ULTIMA DOMANDA, POI VI SALUTIAMO: COSA DOBBIAMO ASPETTARCI NEL PROSSIMO FUTURO DA DANILO ARONA ED EDOARDO ROSATI, SIA IN COPPIA SIA SINGOLARMENTE?
DANILO – La coppia ci sta ragionando. Danilo Arona invece vi servirà a breve un thriller realistico che ha per oggetto gli occhi gialli dei bambini dannati del villaggio di Midwich. Chi ha memoria cinematografica, un po’ capisce…
EDOARDO – Il prossimo progetto a tiro del sottoscritto non sarà un romanzo ma un’antologia: 5 racconti rigorosamente medical, ma che spaziano dalla fantascienza all’horror… Ma anche la coppia sta scalpitando attorno a una nuova ideuzza…
DUNQUE… NON CI RESTA CHE ATTENDERE E PRESTO I DUE FARANNO DI NUOVO FAVILLE!