Complice l’interesse per la cultura dark di ispirazione ottocentesca, sempre presente nel nostro immaginario, e la fortuna di sottogeneri come lo steampunk, di tanto in tanto nelle nostre librerie si affacciano romanzi gotici di sapore ottocentesco, spesso scritti da autori contemporanei accanto agli imprescindibili classici, e a volte interessanti, soprattutto quando sanno reinventare un genere senza snaturarlo o cadere nella banalità.
È questo il caso di Eterna, della spagnola Victoria Alvarez, ritratto degli ultimi decenni dell’Ottocento, visto tra gli occhi di Annabel Lovelace, medium prima bambina e poi giovane donna, che vive una parte della sua vita vicino al realmente esistente e visitabile cimitero di Highgate a Londra, in contatto con il regno dei morti perché, gravemente malata di cuore, è costretta ogni giorno a curarsi con sei gocce di belladonna.
Come la sua omonima disegnatrice conterranea Victoria Frances, anche Victoria Alvarez riesce a ricostruire il fascino del gotico vittoriano, amatissimo ancora oggi, in un ritratto riuscito anche sul piano storico, ricordando anche fatti reali come il mistero del serial killer Jack lo Squartatore, a tutt’oggi irrisolto, e la fosca vicenda della moglie del pittore preraffaellita Dante Gabriele Rossetti Elizabeth Siddall, morta prematuramente e ritrovata ancora intatta nella sua tomba ad Highgate anni dopo il funerale.
Eterna si distacca per fortuna dalle riletture affrettate e banali di certo pseudo romanzo gotico contemporaneo, rifacendosi alla tradizione delle ghost stories, che nel secondo Ottocento britannico ebbero la loro prima stagione di successo, aiutate anche dal grande interesse che c’era per lo spiritismo, di gran voga fino agli anni Venti sull’onda del dramma della Grande Guerra e spesso in mano a uomini e donne senza scrupoli.
Un romanzo lungo e poderoso, tra Storia e fantasia, ricostruzione d’ambiente e fantastico, dove l’autrice non nasconde un grande debito verso i classici inglesi, dalle sorelle Bronte a Dickens, interessante anche per i non fissati del fantastico, e capace di portare nuovi spunti d’interesse al genere. Lo stesso personaggio di Annabel è originale, un’eroina sospesa tra il mondo dei vivi e quello dei morti, in cerca di un suo equilibrio e della verità, in pagine che cominciano tranquille ma che diventano via via più appassionanti, fino a un finale originale e controcorrente, che rende perfetta la conclusione della vicenda, che se risolta in altro modo sarebbe stata poco credibile.
Victoria Alvarez ha ventisette anni, è laureata in Storia dell’Arte all’Università di Salamanca (e si sente per come sa portare tra le tombe e i misteri di Highgate): con Eterna ha creato una storia a se stante, e non il primo capitolo dell’ennesima saga infinita, sarà molto interessante leggere le sue prossime fatiche, sperando che mantenga queste atmosfere e ambientazioni.