Le figure delle Streghe sono antichissime. Esse non sono solamente uno spauracchio per i bambini.
Nell’Antichità erano considerate sacerdotesse. Durante il Medioevo le Streghe sono state condannate e perseguitate.
Nell’epoca moderna le condanne sono finite, però è rimasta questa condanna morale.
Poi nel 1954 in Inghilterra è avvenuto un fatto molto importante: lo studioso Gerald Gardner fondò un movimento per la riabilitazione delle Streghe. Da allora la Strega è vista, non più come una persona malvagia, bensì benefica.
Strega è l’amica, la consigliera che aiuta con mezzi naturali e soprannaturali. Strega è quella che conosce le erbe, che intravede il futuro, che parla con gli spiriti, che aiuta a guarire piccoli mali: contorsioni, reumatismi, scottature.
Bisogna cambiare parola per definire queste persone? No, a detta di Gerald Gardner, bisogna cambiare la mentalità della gente.
In realtà le Streghe cattive sono state poche, in confronto alle molte Streghe buone. Le sagge donne che salvavano i raccolti, che aiutavano gli animali, che scacciavano le tempeste, che facevano finire la siccità.
La Strega, cioè la saggia vecchia, era una figura importantissima nella civiltà contadina. Anche se era temuta, anche se qualche volta era odiata, si ricorreva sempre a lei quando non si riusciva a risolvere i problemi. La Strega, chiamata anche Medichessa, curava i mali legandoci attorno una cordicella, con nodi, oppure delimitando il male con l’anello d’oro.
Strega è anche sinonimo di femminilità; la parte più profonda della femminilità, quella in contatto con l’anima, che prevede, che intuisce. E’ la donna supersensibile che interpreta i sogni, le stelle, le linee della mano…
La saggia donna che legge il destino guardando gli stecchini lasciati cadere sulla tavola, o guardando le gocce di cera che cadono nell’acqua…
Sono questi alcuni dei procedimenti molto antichi che essa adopera per mettersi in contatto con l’io profondo.
In conclusione Streghe, maghi e fantasmi fanno parte del nostro patrimonio culturale, folkloristico, umano. Queste figure sono dunque da salvaguardare, sono da studiare e da riscoprire.