Titolo originale: Harry Potter and the Deathly Hallows – Part 2
Anno: 2011
Regia: David Yates
Soggetto: dal romanzo omonimo di Joanne Kathleen Rowling
Sceneggiatura: Steve Kloves
Direttore della fotografia: Eduardo Serra
Montaggio: Mark Day
Musica: Alexandre Desplat (tema musicale: John Williams)
Effetti speciali: Tim Burke, David Vickery, Greg Butler, John Richardson, Industrial Light and Magic, Baseblack, Cinesite, Double Negative, Foreign Office, Framestore, Gener8 3D, Gradient Effects, Hirota Paint Industries, Lidar Services, Lola Visual Effects, Mova, Moving Picture Company, Peanut FX, Pixel Magic, Prime Focus Film, ReelEye Company, Rising Sun Pictures, Sassoon Film Design, The Base Studio, Tippett Studio, Union Visual Effects, Vine Post Production, TheVisual Effects Company, i.e. Effects
Produzione: David Heyman, David Barron e J. K. Rowling
Origine: Gran Bretagna
Durata: 2h e 10’
CAST
Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Ralph Fiennes, Alan Rickman, Michael Gambon, Maggie Smith, Helena Bonham Carter, Tom Felton, Jason Isaacs, Helen McCrory, Matthew Lewis, Bonnie Wright, Evanna Lynch, Mark Williams, Julie Walters, James e Oliver Phelps, George Harris, David Thewlis, Natalia Tena, Ciarán Hinds, John Hurt, Warwick Davis, Jim Broadbent, Emma Thompson, Miriam Margolyes, Robbie Coltrane, Domhnall Gleeson, Clémence Poésy, David Bradley, Devon Murray, Katie Leung, Joshua Herdman, Geraldine Somerville, Adrian Rawlins, Gary Oldman, Kelly MacDonald, Dave Legeno, Bertie Gilbert, Arthur Bowen, Ryan Turner, Will Dunn, Helena Barlow, Benedict Clark, Ellie Darcey-Alden, Alfie McIlwain, Rohan Gotobed, Guy Henry, Nick Moran, Hebe Beardsall, Tamara Taylor
TRAMA
La pellicola ha inizio dove si era conclusa la precedente: Voldemort ha profanato la tomba di Albus Silente per impossessarsi della leggendaria Bacchetta di Sambuco. Harry Potter ha abbandonato Hogwarts per cercare e distruggere gli Horcrux, oggetti in cui Lord Voldemort ha imprigionato una parte della propria anima, e continua la sua missione dopo la morte dell’elfo Dobby. Dopo una breve introduzione, nella quale si assiste a una scena con Severus Piton, preside di Hogwarts, intento a osservare i propri studenti marciare per i corridoi del castello, il film ha veramente inizio a Villa Conchiglia, dai giovani coniugi Bill Weasley e Fleur Delacour.
Harry continua la ricerca dei rimanenti Horcrux ed è convinto che uno di essi si trovi nella camera blindata di Bellatrix Lestrange alla Gringott, la banca dei maghi, in quanto la donna a Villa Malfoy era sembrata terrorizzata all’idea che i ragazzi avessero potuto rubare qualcos’altro nella sua camera oltre alla spada di Grifondoro. Chiede quindi aiuto al folletto Unci-Unci, anch’egli tratto in salvo da Villa Malfoy che però in cambio chiede proprio la spada di Godric Grifondoro. Harry chiede poi informazioni a Olivander, salvato anch’esso dalle segrete di Villa Malfoy, riguardo alle bacchette rubate a Bellatrix e a Draco. Il mago gli dice che se un mago riesce a disarmarne un altro la lealtà della bacchetta del mago sconfitto cambia. Harry, Ron, Hermione e Unci-Unci si dirigono quindi alla Gringott e riescono ad ingannare gli attentissimi folletti della banca: Hermione con la Pozione Polisucco, grazie alla quale prende le sembianze di Bellatrix Lestrange, Ron subendo alcune trasformazioni fisiche, e Harry e Unci-Unci nascondendosi sotto il Mantello dell’Invisibilità. Una volta entrati nella camera blindata, Harry individua subito l’Horcrux, poiché lo può sentire: il quarto Horcrux è la coppa di Tosca Tassorosso; ma la facilità del ritrovamento è solo apparente, poiché ogni oggetto in quella camera è maledetto con la Maledizione Geminio, che moltiplica ogni cosa venga toccata. Dopo esser riusciti a prendere la coppa, i tre vengono traditi dallo stesso Unci-Unci che scappa con la spada. Il trio viene quindi scoperto dalle guardie che tentano in ogni modo di non farli scappare: sono così costretti a fuggire in groppa al drago-guardia delle camere blindate, che li porta fino a un lago nel quale si tuffano.
Harry intanto ha delle delle visioni di Voldemort infuriato con i folletti e con le guardie della Gringott, dopo essere venuto a conoscenza di cosa era stato rubato dalla camera blindata, al punto di ucciderli senza pietà. I pensieri del Signore Oscuro si rivolgono al suo quinto Horcrux, facendo così in modo che Harry scopra che l’oggetto, qualunque esso sia, è legato a Priscilla Corvonero ed è nascosto a Hogwarts.
I tre protagonisti decidono perciò di tornare a Hogwarts e si materializzano a Hogsmeade. Si rifugiano in una casa, che si scoprirà poi essere la dimora di Aberforth Silente, fratello del defunto Albus Silente: è lui che ha sempre aiutato Harry, è lui che ha mandato Dobby al cospetto di Harry nel momento del bisogno a Villa Malfoy. Aberforth e Harry parlano e si viene a conoscenza del fatto che lui e Silente avevano anche una sorella, Ariana, morta molto giovane. Ed è grazie a lei che il trio scopre un nuovo passaggio segreto per penetrare nel castello, incontrando primo fra tutti l’amico Neville Paciock, che li porta in un rifugio dell’E.S. (Esercito di Silente). Lì Harry scopre, grazie a Luna, che l’Horcrux è il diadema di Priscilla Corvonero, ma viene anche a conoscenza del fatto che nessun essere vivente lo ha mai visto, pertanto sarà necessario parlare con qualcuno che è morto: così avviene il dialogo tra Harry e la Dama Grigia (Helena Corvonero, figlia di Priscilla). Scopre che il diadema si trova nella Stanza delle Necessità.
Nel frattempo, Severus Piton viene informato della presenza di Harry nella scuola e raduna tutti gli insegnanti e alunni nella Sala Grande. In quel momento, Harry si rivela e la professoressa Minerva McGranitt si erge in sua difesa dando inizio a un duello con il neopreside, costretto alla fuga. La guerra ha così inizio, mentre la voce magicamente amplificata e penetrante di Voldemort chiede di non opporre resistenza al suo esercito e di consegnargli Harry Potter.
Durante la battaglia, Ron e Hermione ritornano nella Camera dei Segreti con l’intento di usare una zanna dell’ormai decomposto Basilisco per distruggere la coppa di Tassorosso. Ed è proprio Hermione a farlo, scatenando un enorme tsunami che inonda la camera e da cui Ron e Hermione escono vittoriosi scambiandosi finalmente un bacio appassionato. Intanto, Harry giunge nella Stanza delle Necessità dove trova il diadema, poi distrutto con la zanna di Basilisco. Lo getta nella Stanza, travolta dalle fiamme dell’Ardemonio scatenate da Gregory Goyle, accorso insieme all’amico Draco Malfoy e Blaise Zabini a caccia di Harry e che, non riuscendo a domare il suo incantesimo, prende fuoco insieme alla quantità di oggetti riposti all’interno.
Harry intanto ha una nuova visione dei pensieri di Voldemort e scopre che l’ultimo Horcrux è il serpente, Nagini, che si trova insieme al suo possessore verso la rimessa delle barche. Lì assistono a un nuovo brutale omicidio del Signore Oscuro, che sgozza il fidato servitore Piton, convinto di diventare in tal modo l’unico vero possessore della Bacchetta di Sambuco, uno dei Doni della Morte nonché la bacchetta più potente al mondo. Voldemort si era reso conto che essa non aveva rivelato l’enorme potere di cui la leggenda narrava, ed era giunto alla conclusione che la bacchetta si rifiutava di servirlo in quanto non era lui il suo vero padrone, ma che colui al quale essa rispondeva era l’uomo che aveva ucciso il suo ultimo proprietario. Piton aveva ucciso Silente, e questo, a detta di Voldemort, lo consacrava come padrone della bacchetta. Uccidendo Piton, la Bacchetta avrebbe finalmente risposto solo a lui. Ormai in punto di morte, Piton consegna a Harry i ricordi della sua vita tramite una lacrima, chiedendogli, come ultimo desiderio, semplicemente di guardarlo negli occhi.
E così, mentre Lord Voldemort concede un’ora di pausa ai combattenti per disporre dei propri caduti, Harry torna al castello e scopre suo malgrado che tra le vittime dei Mangiamorte figuravano anche Remus Lupin, Ninfadora Tonks e Fred Weasley. Reso disperato dal suo senso di colpa, Harry si reca nell’ufficio del Preside dove, nel Pensatoio, versa le lacrime di Piton: scopre che lui fin da piccolo era innamorato di Lily Evans, che lui per primo vide il cadavere dei genitori e che promise di difendere Harry come pegno dell’amore che provava per sua madre; pur essendo stato alleato di Voldemort, era sempre stato dalla parte di Silente dal momento della tragedia di Godric’s Hollow. Scopre anche che lo stesso Silente aveva confidato a lui il segreto più grande: la notte che Voldemort si recò dai Potter per ucciderli, Lily si interpose tra lui e Harry e la maledizione che avrebbe dovuto uccidere Harry gli rimbalzò contro. In quel momento, un frammento dell’anima di Voldemort si staccò nuovamente e si agganciò alla sola cosa vivente in quella stanza, Harry stesso. Giacché una parte di Voldemort viveva dentro di lui, Harry era in grado di parlare Serpentese, di guardare nella mente di Voldemort e di avvertire la presenza degli altri Horcrux, ma questo significava che, per poter uccidere Voldemort, anche Harry doveva morire, e che Voldemort stesso avrebbe dovuto farlo. Infine, si scopre che essendo stato colpito da una maledizione posta da Voldemort nell’anello di Orvoloson Gaunt, l’Horcrux distrutto da Silente l’anno precedente, Piton lo informò che gli restava soltanto un anno di vita; ormai condannato, Silente chiede a Piton che sia lui stesso a ucciderlo, in modo che tale azione non sia costretta a eseguirla Draco Malfoy (minacciato l’anno prima da Voldemort in persona a assassinare l’ex Preside) e tutto questo si collega con il loro ultimo frammento di litigio nella torre di Astronomia (poco prima della partenza per la caverna dove è nascosto il falso Horcrux in “Harry Potter e il principe mezzosangue”) e a cui Harry aveva assistito. Piton accusò Silente di aver tenuto in vita Harry solo per farlo morire al momento opportuno, e quando Silente gli fa notare che in un qualche modo Severus si era affezionato al ragazzo, Piton risponde evocando il proprio Patronus: la cerva d’argento, lo stesso Patronus di Lily, la sola ragione che l’aveva spinto a rischiare sempre la propria vita mentendo a Voldemort per il figlio dell’odiato James, lo stesso Patronus che Piton aveva evocato per condurre Harry alla spada di Grifondoro.
Compreso quanto visto nel Pensatoio, Harry rivela la verità a Ron e Hermione e si reca nella Foresta Proibita, dove lo aspetta Voldemort. Una volta lì, comprende che era quello il momento della chiusura citato sul Boccino donatogli da Albus Silente; Harry avvicina il Boccino alle labbra e gli sussurra che era giunto il momento della sua morte. Il Boccino si apre mostrando al suo interno la Pietra della Resurrezione, l’ultimo Dono della Morte insieme alla Bacchetta e al Mantello. Grazie ad essa Harry è in grado di far ritornare a lui i suoi più cari defunti: la madre, il padre, Sirius e Lupin, che gli infondono il coraggio necessario per recarsi spontaneamente tra le braccia della Morte.
Harry si consegna a Voldemort, che gli scaglia contro l’Anatema che Uccide, ma invece della morte, il ragazzo si risveglia in un limbo (presumibilmente la stazione di King’s Cross) dove viene accolto da Albus Silente. Il vecchio Preside gli spiega che lui era l’Horcrux che Voldemort non aveva mai avuto intenzione di creare, ma che la notte in cui uccise i suoi genitori la sua anima era risultata tanto instabile da spezzarsi nuovamente contro la volontà stessa di Voldemort. Ciò che ne rimane dell’anima mutilata del Signore Oscuro era lì con loro: un essere deforme, scorticato e agonizzante, il quale avrebbe passato per l’eternità un’esistenza dolorosa. L’anima di Harry era ora libera da quella di Voldemort, in quanto l’Avada Kedavra scagliata dal Signore Oscuro non aveva ucciso Harry, ma aveva invece distrutto il suo stesso frammento di anima che legava entrambi. Quando Harry fa notare a Silente che Voldemort aveva la Bacchetta di Sambuco e che il serpente era ancora vivo, il Preside gli risponde: “Un aiuto verrà sempre dato ad Hogwarts, a chi se lo merita”, prima di scomparire per sempre. A Harry viene concessa l’opportunità di scegliere, e il ragazzo decide di non andare avanti come Silente ma di tornare nel mondo dei vivi per porre fine una volta per tutte alla battaglia.
Con la convinzione di aver ucciso la sua nemesi, Voldemort avanza verso Hogwarts obbligando tutti a inchinarsi al suo cospetto. Fra i combattenti si erge Neville che estrae la spada di Grifondoro dal Cappello Parlante, scatenando l’apocalisse finale e dando modo a Harry di rivelarsi. I due rivali arrivano così al duello finale: mentre Harry si scontra da solo con Voldemort a colpi di magie, Molly Weasley pone disgraziatamente fine alla vita di Bellatrix Lestrange che aveva tentato di uccidere la figlia Ginny Weasley, e Neville uccide Nagini, il serpente del Signore Oscuro, che è l’ultimo Horcrux rimasto, decapitandolo con la spada di Grifondoro. Nel cortile in pezzi del castello, Harry scaglia il suo incantesimo preferito, l’Expelliarmus, mentre Voldemort l’Avada Kedavra. Privo di tutti i suoi Horcux, il Signore Oscuro non può che rimanere inerme quando la Bacchetta di Sambuco gli si rivolta nuovamente nelle sue mani, lasciandosi sopraffarre dall’incantesimo di Harry; la maledizione di Voldemort gli si ritorce contro proprio come successo a Godric’s Hollow quasi diciasette anni prima, ma questa volta il Signore Oscuro muore definitivamente.
Infine Harry spiega a Ron e Hermione che la Bacchetta aveva continuato a non funzionare per Voldemort in quanto Piton non era mai stato padrone della Bacchetta: la notte della morte di Silente, era stato Draco Malfoy a disarmare il Preside prima che arrivasse Piton e lo uccidesse, e questo faceva di Draco il legittimo proprietario della Bacchetta; proprietario che però poi divenne lo stesso Harry, in quanto aveva sottratto la bacchetta di Draco prima di fuggire da Villa Malfoy. Harry decide di non conservarla e la spezza gettandola nel Lago Nero, per poi osservare i resti di Hogwarts insieme ai due inseparabili amici.
La saga si chiude con un epilogo ambientato diciannove anni dopo la vicenda narrata: i figli di Harry e Ginny (James Sirius, Albus Severus, Lily Luna) e quelli di Ron e Hermione (Rose, Hugo) che prendono posto nell’Espresso per Hogwarts presso il Binario 9 e 3/4, sotto gli occhi orgogliosi dei genitori che hanno concluso il loro cammino. Quando il secondo dei suoi figli, l’unico che avesse ereditato gli occhi di Lily, rivela a Harry il suo timore di finire nella casa di Serpeverde, lui gli risponde così: “Albus Severus Potter, tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto”. Draco ha avuto un figlio Scorpius, Neville è professore di Erbologia ed il figlio orfano di Lupin è fidanzato con la figlia di Bill e Fleur.
NOTE
Il film è l’ottavo e ultimo tratto dalla fortunata serie di libri della Rowling: “Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2” ed è basato sulla seconda parte dell’omonimo romanzo di J. K. Rowling, trasposto in due pellicole separate.
Le riprese del film in parte si sono svolte in concomitanza con quelle della prima parte e sono terminate ufficialmente il 12 giugno 2010, ma in seguito si sono svolte delle nuove riprese dell’epilogo a causa di un’esagerazione nel make-up per invecchiare gli attori.
Nel film ci sono molti particolari che rimandano a eventi avvenuti nei precedenti episodi della saga. All’inizio del film, Olivander cita una battuta da lui pronunciata in “Harry Potter e la pietra filosofale”: “È la bacchetta a scegliere il mago”; nella scena ambientata nella camera blindata di Bellatrix Lestrange, vediamo la porta chiudersi grazie allo stesso ingranaggio che vediamo sempre nel primo film della saga; nella Stanza delle Necessità, vi sono vari accenni alle altre pellicole: i folletti della Cornovaglia (“Harry Potter e la camera dei segreti”), la regina della scacchiera che proteggeva la pietra filosofale (sempre “Harry Potter e la pietra filosofale”), le tazze da tè delle lezioni di divinazione (“Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”); nei ricordi di Piton, vi sono vari scorci di scene come lo smistamento di Harry, le lezioni di occlumanzia (“Harry Potter e l’Ordine della Fenice”), la rinascita di Voldemort (“Harry Potter e il calice di fuoco”) e l’omicidio di Albus Silente (“Harry Potter e il principe mezzosangue”). Infine, nell’epilogo, vediamo la cioccorana saltare sul vetro proprio come quella che appare in “Harry Potter e la pietra filosofale” e vediamo un origami animato dalla magia che rappresenta una rondine svolazzante, come si vede anche in “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”.
L’epilogo finale inserito nel film è stata in realtà l’ultima ripresa del cast: quello originale (girato nel mese di giugno 2010, alla stazione di King’s Cross a Londra) è stato successivamente scartato dal regista David Yates e dal produttore David Heyman perché gli attori truccati da trentasettenni avevano un aspetto decisamente più vecchio e vi erano state difficoltà nel girare in luogo pubblico e pieno di curiosi. La scena è stata quindi rigirata a dicembre 2010 in un set ricostruito negli Studi Leavesden ed è la stessa che vediamo nel film.
La colonna sonora, come quella della parte prima, è stata affidata ad Alexandre Desplat. Inizialmente si era anche parlato di un possibile ritorno (o di un semplice aiuto) di John Williams, celebre compositore che aveva lavorato alle colonne sonore dei primi tre film, e di Enya, che aveva già collaborato al primo film della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, ma non se ne fece nulla. In ogni caso in alcune scene del film sono state riprese delle tracce dai precedenti film della saga: l’epilogo è accompagnato da “Leaving Hogwarts” di John Williams, mentre nei ricordi del principe possiamo invece ascoltare “Dumbledore’s Farewell” di Nicholas Hooper, dalla colonna sonora di “Harry Potter e il principe mezzosangue”, inoltre in alcuni momenti è possibile ascoltare “Harry’s Wondrous World” sempre di John Williams. Nei titoli di coda, infine, si può ascoltare “Hedwig’s Theme”, anch’essa di Williams, riconosciuta da molti come il brano principale di tutta la colonna sonora della saga.
E ora passiamo ad alcune curiosità. Nel corso dei libri e dei film viene ripetuto più volte che Harry “aveva gli occhi di sua madre”. Eppure in quest’ultimo capitolo, dove si vede finalmente Lily Evans da bambina (Ellie Darcey-Alden), si possono notare gli occhi indiscutibilmente castani della piccola attrice, in netto contrasto con gli occhi azzurri di Geraldine Somerville (Lily da adulta) e di Daniel Radcliffe (Harry Potter). In realtà sia Lily che Harry dovrebbero avere gli occhi verdi. La giovane Ellie ha poi riferito che le lenti a contatto azzurre che indossava non davano l’effetto desiderato, e che la fotografia spenta tipica del film ha scurito ancora di più gli occhi dell’attrice.
Questo è l’unico degli otto film della saga in cui il Serpentese è stato sottotitolato. Questo perché Voldemort ha un dialogo molto intimo, e soprattutto molto lungo – più di tutte le altre occasioni in cui si sente il Serpentese – con il serpente Nagini.