E’ uscito solo da pochi giorni ed è già un grande successo il nuovo libro di Francesco Troccoli, tra l’altro uno dei giurati al nostro “Trofeo La Centuria e La Zona Morta“: si intitola “Falsi Dei” (320 pagine; 15,90 euro) ed è pubblicato ancora da Armando Curcio Editore nella collana “Electi”.
Il romanzo è il seguito di “Ferro Sette” e viene lanciato, non a tutti i torti, così: “Quando scoprirai l’Universo Insonne, nulla sarà più come prima”… ed è proprio così, perché Francesco anche stavolta ha confezionato “una grande avventura di esplorazione che si rivela un viaggio nelle profondità dell’essere umano”, come ha scritto in merito Lanfranco Fabriani, due volte vincitore del “Premio Urania”, quindi uno che se n’intende.
Lanciato da Armando Curcio Editore a maggio del 2012, “Ferro Sette” è ambientato in un universo immaginario in cui il Sonno non esiste più: il libro ha riscosso pari successo presso gli appassionati del genere fantascientifico e i lettori mainstream. Molte recensioni positive su giornali, riviste e siti web hanno fatto di questo libro un vero caso, dimostrando come il genere possa conciliare fra loro evasione e impegno sociale. Per dirla con le parole di Roberto Arduini (giornalista de “L’Unità”), “L’Universo Insonne creato da Francesco Troccoli ci regala prospettive appassionanti e verosimili sul futuro dell’Umanità del nostro tempo”.
Non è un caso, infatti, se la storia del cinico mercenario Tobruk Ramarren, con la sua paura di affrontare i segreti della storia umana nelle profondità della “miniera dei ribelli”, ha conquistato tanti lettori. Identificarsi con il protagonista, con la sua paura di dormire come metafora del timore di affrontare le nostre paure più recondite, è forse il segreto del clamore suscitato dalla storia?
Ma le avventure e le rivelazioni non si esauriscono ovviamente con “Ferro Sette”, visto che “Falsi Dei” ne è il diretto seguito.
Anche qui la lotta contro i Longevi continua. Sotto le insegne dello Stato Libero di Haddaiko, la nave spaziale Hebron è diretta verso un lontano sistema ai confini della Galassia. A bordo, a fianco del Presidente Hobbes, Tobruk Ramarren è a capo di un Corpo di Spedizione di “dormienti”, in stato di ibernazione, che avrà il compito di insegnare il sonno alla popolazione indigena. Ma un’inspiegabile contaminazione e un attacco improvviso costringono la nave alla deriva, scagliandola in un pianeta ignoto e dimenticato. Sulla superficie del Nuovo Mondo, il Corpo si imbatterà in primitive popolazioni oppresse dal terrore per le divinità che lo dominano. Sarà dunque molto alto il prezzo che Tobruk Ramarren dovrà pagare per scoprire la verità della storia umana.
E veniamo ora ad alcune domande rivolte direttamente all’autore.
CON “FERRO SETTE” HAI ESPLORATO IL FUTURO REMOTO IN UN PICCOLO PIANETA MINERARIO, QUAL È INVECE LO SCENARIO DI “FALSI DEI”?
“Falsi Dei” è una storia piuttosto diversa, ma si pone in diretta continuità con il precedente romanzo. La definirei come una specie di odissea che vede i protagonisti precipitati sin dall’inizio in un mondo ignoto e ostile. Possiamo dire che se in “Ferro Sette” i ribelli di Harris hanno lottato e conquistato la propria libertà, in “Falsi Dei” dovranno comprendere cosa farne, mettendo alla prova la propria dignità umana, l’identità, che li differenzia dai loro oppressori.
RAMARREN, IL COGNOME DI TOBRUK, È UN OMAGGIO ESPLICITO ALLA SCRITTRICE DI FANTASCIENZA LE GUIN. QUALI SONO STATI I TUOI «FARI» LETTERARI, DAI QUALI HAI TRATTO MAGGIORE ISPIRAZIONE PER LE TUE STORIE?
Ursula Le Guin, alla quale ho da poco spedito una copia di “Ferro Sette” e strappato la promessa che lo leggerà, è certamente un punto di riferimento imprescindibile per il forte accento umanistico della sua narrazione. In generale, a me interessa poco la fantascienza “tecnicista” e “scientista”, incentrata su spiegazioni di futuribili scoperte e dispositivi. Sono molto più attratto dall’evoluzione culturale, sociale, “interiore” dell’essere umano. In tal senso, oltre alla Le Guin, cito quindi Clifford Simak, Jack Vance, Michael Bishop, Orson Scott Card e lo stesso Isaac Asimov.
SPESSO IL GENERE FANTASCIENTIFICO VIENE ASSOCIATO A TEMI CONSIDERATI DI PURA «EVASIONE», IN REALTÀ ANCHE NEL TUO ROMANZO PRECEDENTE SEMBRA DI COGLIERE RIFERIMENTI ALLA SOCIETÀ DI OGGI. PENSI CHE IL FANTASTICO POSSA ASSOLVERE ANCHE ALLA FUNZIONE DI CRITICA SOCIALE?
Assolutamente sì. Difficilmente un’accurata analisi di uno scenario futuro o alternativo alla realtà presente non sarà gravida di pensieri e idee in tal senso. Il che non significa che sia una necessità. Esiste anche tanta splendida narrazione fantastica che non pretende di trattare simili temi. A me piacciono sia l’una che l’altra declinazione, sia come autore che come lettore.
COME DICEVAMO, RITROVIAMO TOBRUK RAMARREN, IL PROTAGONISTA DI “FERRO SETTE”. QUAL È IL SUO RUOLO NELLA NUOVA STORIA CHE HAI SCRITTO?
Tobruk Ramarren è il narratore in prima persona, tanto in “Ferro Sette” quanto in “Falsi Dei”. Tutto è raccontato attraverso il filtro delle sue sensazioni, delle sue emozioni, dei suoi desideri e delle sue paure. Nella nuova storia Tobruk dovrà affrontare un’ulteriore fase di affrancamento dalle certezze che lo hanno accompagnato. E sarà tutt’altro che facile, per uno con il suo carattere, accettare il “trauma” del cambiamento.
CHI SONO I DORMIENTI CHE RITROVIAMO ANCHE IN QUESTO ROMANZO?
I Dormienti sono le donne e gli uomini che in “Ferro Sette” hanno lottato contro il dominio assoluto dei Longevi sull’Universo Insonne. Grazie al loro leader, David Hobbes, hanno scoperto il valore del sonno e dei sogni, che l’Umanità aveva perduto nei millenni. Combattono contro l’asservimento dell’esistenza umana alla produzione e alla diseguaglianza. In “Falsi Dei”, per la prima volta, cercheranno di fare proseliti al di fuori del Sistema di Harris, dove la rivolta è iniziata, insegnando ad altri popoli il valore del Sonno. I Dormienti, in una parola, sono i ribelli. Di ogni epoca, civiltà e… pianeta.
Vi abbiamo stuzzicato abbastanza? Bene, non ci resta allora altro da fare che augurarvi buona lettura.