Titolo originale: Killer Joe
Anno: 2011
Regia: William Friedkin
Soggetto: Tracy Letts
Sceneggiatura: Tracy Letts
Direttore della fotografia: Caleb Deschanel
Montaggio: Darrin Navarro
Musica: Tyler Bates
Effetti speciali: Guy Clayton Jr. e Ryan Noto
Produzione: Nicholas Chartier, Scott Einbinder, Patrick Newall, Eli Selden, Doreen Wilcox Little, Christopher Woodrow, Molly Conners, Vicki Cherkas, Zev Foreman e Roman Viaris
Origine: USA
Durata: 1h e 43’
CAST
Matthew McConaughey, Emile Hirsch, Juno Temple, Thomas Aden Church, Gina Gershon
TRAMA
Il film racconta la storia torbida di una famiglia di disperati texani che per cambiare vita decide di far uccidere la madre per spartirsi i soldi della polizza vita. Joe Cooper, detto Killer Joe, un poliziotto che nel tempo libero si trasforma in uno spietato assassino a pagamento, viene incaricato di compiere il delitto. Non ci sono personaggi positivi, da buon noir che si rispetti. Chris è un giovane spacciatore che deve soldi a un boss della malavita, il padre Anselm è un ubriacone perdigiorno, la matrigna Sharla una prostituta, il killer è un poliziotto depravato. Unica luce che rischiara un ambiente marginale, ma fin troppo ingenua, la giovane Dottie, ancora vergine, che ricorda come un sogno un fidanzato dei tempi del liceo. Killer Joe chiede la ragazzina come caparra per compiere il crimine, perché la famiglia non può pagare il lavoro in anticipo. Tra i due nasce un torbido rapporto d’amore che condurrà lo spettatore verso un finale violento, anticipato da rivelazioni inaspettate, tra schizzi di sangue ed esplosioni di follia.
NOTE
Tutti ricordano il geniale William Friedkin (1935) per Il braccio violento della legge (1971) e L’esorcista (1973), regista innovativo nel cinema horror e poliziesco, autore di lavori crudi e sperimentali come Cruising (1980).
L’esorcista è stata la fortuna e la maledizione di Friedkin, perché il grande successo della pellicola horror più paurosa degli anni Settanta – che generò sequel, imitazioni, persino un vero e proprio sottogenere italiano – ha segnato la fine delle sue produzioni ad alto budget. Friedkin ha continuato a girare ottime pellicole indipendenti ma il grande pubblico non è quasi mai riuscito a vederle. Friedkin ha lavorato per la televisione, si è inventato direttore di opere, ricordiamo l’Aida (2005 – 2006) al Teatro Regio di Torino, e ha continuato a fare film interessanti.
Killer Joe è uno di questi, basato su un soggetto teatrale scritto dal premio Pulitzer Tracy Letts (che lo sceneggia).
Killer Joe è un film intenso e cupo, recitato benissimo da attori ben calati in un’interpretazione teatrale, fotografato in una scenografia texana decadente, tra notti piovose e giornate torride, in un clima da noir metropolitano e thriller claustrofobico, pieno di flashback onirici e paesaggi degradati. Orrore, sesso malato, depravazione, eccessi gore e splatter, pestaggi realistici sono la cifra stilistica di un’opera che non sembra girata da un regista alle soglie delle ottanta primavere. Friedkin racconta una storia ironica e dura, amara, desolante, senza speranza infarcita di dialoghi surreali e di sequenze erotiche perverse che anticipano una carneficina.
Bene ha fatto il “Festival di Venezia” a premiare con il “Mouse d’Oro” un lavoro che ricorda il nostro miglior cinema noir, opere come La belva col mitra (1977) di Sergio Grieco, ma anche l’opera omnia di Fernando di Leo (I ragazzi del massacro, 1969 – La mala ordina, 1972). Premiato anche al “Toronto International Film Festival”, il film si è aggiudicato anche un “Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films” e due “Saturn Award” come “Miglior Film Indipendente” e “Miglior Attore”. In Italia si è visto poco e male, uscito a ottobre 2012, si è aggirato per qualche multisala delle maggiori città, per poi finire del dimenticatoio, come ogni produzione non sponsorizzata dalle major.
Gordiano Lupi