ROBERTO GUARNIERI

Roberto Guarnieri è ormai da tempo sulla “piazza”, ha scritto e pubblicato diversi racconti di genere fantastico per molte case editrici e il suo stile ha convinto tutti. Abbiamo avuto modo di leggerlo su antologie, riviste e siti specializzati, tra cui anche il nostro. E si è piazzato ai primi posti di molti concorsi e a questo proposito ci piace ricordare il suo secondo posto al “Microscificion 2011” e che l’anno scorso si è classificato terzo al “V Trofeo La Centuria e La Zona Morta”. Insomma, non è certo una nostra scoperta, ma ci fa piacere che Roberto è da tempo “uno dei nostri”. Di recente con Delos Digital ha dato avvio a una saga steampunk, “Il Circolo dell’Arca”, che non mancherà di stupirci, ne siamo certi. Abbiamo avuto il piacere di incontralo per voi: leggete cosa ci ha raccontato.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ROBERTO GUARNIERI?

Sono un ingegnere civile, lavoro nell’Amministrazione comunale della mia città, Civitanova Marche, sono sposato da dodici anni. Come ingegnere sono atipico: se da un lato sono razionale, programmatore e tecnico, dall’altro ho un carattere sognatore, sono appassionato di fantascienza, fantasy, esoterismo e archeologia, specie quella cosiddetta “proibita”, che coltiva l’ipotesi di grandi civiltà a noi sconosciute sviluppatesi prima dell’inizio della Storia Ufficiale. Insomma sono uno di quelli che sognano anche di giorno. Amo viaggiare, ho girato mezzo mondo visitando siti archeologici famosi (anche se ho ancora molto da scoprire).

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Ho avuto la fortuna di crescere in una casa a tre piani, occupata dai miei genitori e dai fratelli di mio padre, tutti insaziabili bibliofili. Mio nonno leggeva “Urania” sin dal primo numero del 1952, e la nostra soffitta era una incredibile miniera di riviste, libri e dispense di ogni tipo. Da noi la fantascienza era di casa, così come ogni tipo di narrativa. E anche i miei parenti erano a formazione tecnica, come me: mio padre e il fratello geometri, la sorella di mio padre professoressa di matematica. A nove anni scrivevo già raccontini con la vecchia Olivetti, un dito alla volta sino a farmelo diventare nero. In un tale contesto scrivere è stato naturale. Non mi sono mai fermato. Da tre anni a questa parte ho iniziato a scrivere in maniera professionale, proponendo racconti a case editrici e siti specializzati, con ottimi risultati!

PARLARE DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, SIGNIFICA SOPRATTUTTO ENTRARE NEL MONDO DEI RACCONTI. VUOI PARLARCI DELLA TUA ESPERIENZA CON QUESTA FORMA DI SCRITTURA?

Scrivere racconti vuol dire sviluppare idee e sensazioni che ti passano per la testa. Basta un indizio per costruire una bella storia. Scrivere è fantastico perché ti consente di vivere molte vite, immedesimandosi nei vari personaggi. Lo scrittore, anche dilettante, vede il mondo con occhi diversi, legge storie stravaganti anche dove non ci sono. Certo, ogni idea a volte meriterebbe un intero romanzo e si ha quasi la sensazione di sprecarla, però il racconto è più gestibile con le esigenze lavorative.

QUALI SONO PRINCIPALMENTE LE DIFFICOLTA’ CHE HAI INCONTRATO IN QUESTO CAMPO?

Quando scrivevo per hobby, direi nessuna! Scrivere mi viene naturale, con l’avvento dell’informatica, poi, è ancora più semplice.  Da quando ho iniziato a farlo in modo “professionale” (ovvero non per me ma per il lettore), invece, la musica è cambiata. Mi sono reso conto di come scrivere sia un vero e proprio lavoro, con regole precise e accorgimenti, e necessita di pratica, sudore e sangue. I risultati, però, sono gratificanti. Il mio stile è cambiato in modo radicale, specie dopo il Corso di Scrittura con Franco Forte e tanta gavetta tra concorsi e contest vari.

RECENTEMENTE STAI PUBBLICANDO “IL CIRCOLO DELL’ARCA”, UN CICLO DI RACCONTI IN DIGITALE. CE NE VUOI PARLARE?

Sono sempre stato affascinato dall’epoca Vittoriana, così come dalla Belle Epoque francese. Quell’Europa spensierata, libera da conflitti e felice che si è poi suicidata con la Prima Guerra Mondiale. L’idea era quella di un gruppo di amici che collaborano con il governo inglese nella risoluzione di strani e intrigati casi di misteri, archeologia, occultismo e paranormale. Una reminiscenza delle letture da ragazzo, dal “Giro del mondo in ottanta giorni” di Giulio Verne, passando per Conan Doyle e H.G. Wells. Considerata la passione per la fantascienza questa vena non poteva che confluire in una serie steampunk!

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Non volevo (e non credo di esserne capace) scrivere racconti storici con ambientazione rigorosa. Il mondo alternativo dello steampunk, con le sue invenzioni a vapore e gli eventi storici deviati, lascia più spazio alla mia fantasia (senza esagerare). Per i personaggi, che vengono introdotti via via nei vari racconti, ho ricreato una sorta di squadra ideale: c’è il lord inglese a capo del Circolo, l’inventore un po’ distratto ma geniale, l’accademico universitario che conosce tutto di storia e leggende, il fanatico di armi, la ragazza scapestrata e così via.

COME MAI HAI SCELTO DI PASSARE ALL’E-BOOK?

Stavo scrivendo un racconto per il “Premio Robot”, appunto con questa ambientazione, quando la Delos ha deciso di inaugurare la serie “Bus Stop”, racconti lunghi in e-book a prezzi contenutissimi. Ho chiesto a Silvio Sosio, il direttore, se gli interessava un racconto steampunk, lui mi ha risposto “Se ne può fare una serie?”. E’ stato un invito a nozze, ho terminato il racconto con la fondazione del Circolo dell’Arca, rendendolo il primo di una serie che dovrebbe vedere (incrocio le dita) cinque titoli nei prossimi mesi.

SECONDO TE, QUALI SONO I VANTAGGI E QUALI GLI SVANTAGGI DELL’EDITORIA DIGITALE?

L’e-book ha rapida diffusione e costo ridotto: un buon mezzo per un esordiente e per l’editore, che può tentare vari esperimenti sul mercato senza paura di rimettere grosse somme. Il contro è la ancora scarsa diffusione dei lettori o la poca pratica per scaricare i file. La gran parte dei miei amici, sarà perché siamo tutti negli –anta, mi chiede “Come faccio a leggere questo tuo racconto?”, “Me lo stampi su carta?”.

E QUALE FUTURO AVRA’ LA NARRATIVA? PENSI CHE ESISTERA’ ANCORA IL CARTACEO O SIAMO DESTINATI A UN FUTURO INTERAMENTE DI LETTURA VIRTUALE?

Io spero nel cartaceo. Ho acquistato il lettore l’anno scorso, lo uso per leggere ma non è la stessa cosa, mi manca il bianco della pagina o il contatto con la carta. Certo (e qui parla l’ingegnere, suvvia!) i vantaggi sono enormi: una intera biblioteca in mano, costi ridotti, tutti i libri a disposizione, segnalibri, statistiche di lettura, caratteri ingranditi etc. Però io ricordo a fine anni ‘70 il boom degli orologi digitali: tra due anni, si diceva, le lancette saranno solo un ricordo. Il digitale aveva mille vantaggi: la sveglia, il cronometro, avvisi vari, timer… eppure si sono estinti! Le persone volevano vedere le lancette, alla faccia del futuro che avanzava!

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Vedere tra le pieghe della realtà la parte incredibile della natura. Sollevare il velo della razionalità e scoprire che il mondo non è quello che immaginiamo. In ottobre a volte me ne vado in campagna, al tramonto, quando la nebbia si fonde con il cielo, e spero sempre di scorgere un folletto che cammina tra i cespugli. E’ più forte di me: ogni volta che cerco di scrivere qualcosa di reale (ad esempio un giallo) sconfino nel fantastico. Il fantasy, poi, è una medicina per l’anima: cosa c’è di più bello che passeggiare in un mondo sconosciuto e incantato, sia L’Isola Che Non C’è o la Terra Di Mezzo?  Abbiamo bisogno tutti di sognare.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Domanda classica, croce di tutti gli scrittori. Dall’osservare, dalla curiosità un po’ per ogni cosa. Leggo i Dieci Comandamenti e mi chiedo: e se ci fosse stata una Terza Tavola, perduta? Vedo uno sbuffo di fumo da un tombino e subito immagino una macchina nascosta nel sottosuolo. La fantasia va allenata. Mio padre mi ha sempre esortato a vedere le cose da un’altra angolazione, per scoprire come le nostre abitudini siano astruse e bizzarre. Viaggiare molto, poi, aiuta, perché entri in contatto con popolazioni che ritengono stupido quello che noi riteniamo saggio. Se poi partecipo a un concorso a tema, e ancora più facile, perché il tema mi dà già la traccia!

COME DICEVAMO, TI SEI OCCUPATO PRETTAMENTE DI RACCONTI FINORA. HAI MAI PENSATO DI CIMENTARTI E CONFRONTARTI CON UN ROMANZO?

In realtà io vorrei scrivere romanzi! Da ragazzo lo facevo. E’ solo per una questione di tempo e impegni che sinora mi sono cimentato in racconti per i vari contest. Ma ti assicuro che il romanzo è già pronto (in testa). Credo che il romanzo, se va bene, ti assicura una visibilità maggiore. Finita la serie del Circolo ne inizierò uno ambientato ai giorni nostri. Una caccia al tesoro archeologica, naturalmente!

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Per la fantascienza Asimov, Jack Vance e Farmer su tutti. Poi tutti i classici: Lovecraft, Dick, H.G. Wells, Conan Doyle e altri. Autori recenti, ho una fissa per Matilde Asensi: scrive ottimi romanzi con uno stile pulito e classico. Detesto Dan Brown. Italiani: Evangelisti, Buticchi.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Il cinema è fatto per sognare e divertirsi, come la scrittura del resto. Odio profondamente la letteratura triste e i film tristi, a parte i film di guerra!! Quindi i miei preferiti sono: “Il Buono, il brutto e il cattivo”, “American graffiti”, “The Blues Brothers”, “La maledizione della prima luna”, i primi “Guerre Stellari”, “I predatori dell’arca perduta”, “Apocalipse Now”, “Platoon”, “Il Signore degli Anelli”, “La guerra dei mondi” e “La macchina del tempo” (quelli degli anni ‘60), oltre agli spaghetti western e tutto Quentin Tarantino. Il capolavoro assoluto, però, è “C’era una volta in America” di Sergio Leone!

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

I progetti e il sogno coincidono: un bel romanzo di avventura, una caccia al tesoro archeologica con mille misteri, che sia pubblicato. Insomma un classico: entrare in libreria e vedere il tuo libro su uno scaffale.

E SIAMO CERTI CHE PRIMA O POI SARA’ COSI’! TI ASPETTEREMO PROPRIO LA’, DOVE OGNI SCRITTORE VUOLE ARRIVARE!

Davide Longoni