Fino a qualche tempo fa era una prerogativa solo dei film di fantascienza: stiamo parlando della distorsione spazio-temporale, che permetterebbe di raggiungere velocemente luoghi dell’universo lontano miliardi di anni luce tra loro. Oggi, la teoria della scorciatoia in mezzo al cosmo, sembra avere una valenza scientifica.
Secondo gli studi dello scienziato francese Thibault Damour e di quello tedesco Sergey Solodukhin, alcuni buchi neri, in realtà non sarebbero tali, ma si tratterebbe di wormholes, cioè cunicoli attraverso lo spazio e il tempo.
I buchi neri sono oggetti che possiedono una forza di gravità talmente intensa che niente, nemmeno la luce, può sfuggire al di là di un confine che si chiama in gergo “orizzonte degli eventi”. Gli wormholes dal canto loro, sono in sostanza un fenomeno fisico già conosciuto con il nome di Ponte di Einstein-Rosen, dove condizioni particolari della materia deformano lo spazio-tempo e creano una sorta di cunicolo che collega due punti dell’universo distanti tra loro, come se il cosmo stesso si deformasse piegandosi come un foglio di carta. Quindi qualsiasi oggetto entrasse in questa scorciatoia potrebbe spostarsi tra due luoghi ben distinti nello spazio in un tempo molto inferiore a quello che la luce impiegherebbe attraverso lo spazio normale.
Secondo alcune ipotesi (già, perché siamo nel campo delle ipotesi per ora), i wormholes verrebbero prodotti da materia esotica (particelle subatomiche, per dirla breve), mentre altre teorie postulano che anche la materia normale potrebbe portare alla loro formazione.
Damour e Solodukhin sostengono che sia molto facile scambiare tra loro wormholes e buchi neri: la materia vicino ad un cunicolo spazio-temporale infatti, si comporta come quella che si trova in prossimità di un buco nero ed entrambi distorcono lo spazio intorno.
Un metodo per distinguere i due fenomeni consiste nello studio di particolari particelle che solo i buchi neri producono, la cosiddetta radiazione di Hawking, che però è talmente debole da essere difficile da evidenziare.
Al momento quindi, prima di poter viaggiare a zonzo nelle zone più remote del cosmo a velocità inimmaginabili, o addirittura in universi paralleli, bisognerà attendere il momento di identificare con sicurezza un wormhole: il rischio altrimenti sarebbe quello di finire disintegrati da un buco nero.
08/09/2007, Davide Longoni