Hayao Miyazaki, nato a Tokyo il 5 gennaio 1941, è sicuramente, insieme a Go Nagai, uno dei mangaka (autori di fumetti) più conosciuto in Occidente e più prolifico del Sol Levante: durante la sua carriera ha fatto veramente di tutto, dal fumetto all’animazione, lavorando come disegnatore, animatore, soggettista, sceneggiatore, regista e produttore sia di manga (fumetti) sia di anime (cartoni animati) e ha ottenuto riconoscimenti di fama internazionale, soprattutto grazie all’Oscar ottenuto per il film La città incantata e al Leone d’Oro alla carriera ricevuto alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2005. Tra l’altro è stato il fondatore dello Studio Ghibli, che ha sfornato centinaia di titoli, insieme al suo collega e mentore Isao Takahata ed è il padre del regista Gorō Miyazaki (I racconti di Terramare).
Nonostante fosse nato durante la Seconda Guerra Mondiale, la sua infanzia trascorse tranquilla, grazie a una famiglia agiata. Suo padre possedeva infatti una fabbrica di componenti per gli aerei (che diventarono una delle sue passioni). Una tubercolosi spinale colpì la madre, che nel 1947 venne ricoverata in ospedale, dove rimase nove anni (probabilmente il film d’animazione Il mio vicino Totoro contiene riferimenti proprio a questa vicenda).
Durante l’adolescenza negli anni Cinquanta Miyazaki, da sempre appassionato disegnatore, fu conquistato dalla scoperta dei manga e degli anime. Dopo la laurea in Scienze Politiche ed Economia conseguita nel 1963, entrò a far parte dello staff dei disegnatori nella importante società della Toei Animation (all’interno della quale incontrò la sua futura moglie). Il suo primo importante contributo lo diede proponendo un miglior finale per il film Garibaa no uchu ryoko (1965, conosciuto con il ttiolo inglese di Gulliver’s Travels Beyond the Moon).
Alcuni anni più tardi partecipò, sotto la direzione del suo maestro Yasuo Ōtsuka, come animatore chiave e scenografo a Taiyō no Ōji – Horusu no daiboken (edito in Italia dapprima con il titolo La grande avventura del piccolo principe Valiant, quindi con quello de Il segreto della spada del sole), film animato diretto da Isao Takahata: era l’inizio di una collaborazione che sarebbe durata nel tempo. Nel frattempo pubblicava il manga La tribù del deserto (in originale Sabaku no Tami), negli anni tra il 1969 e il 1970.
Nel 1971 Miyazaki, insieme ai colleghi Isao Takahata e Yoichi Kotabe (illustratore ufficiale di Mario della Nintendo, ha lavorato anche per i Pokemon), seguì Yasuo Ōtsuka alla A Production: per questo studio, insieme a Takahata, diresse alcuni episodi della prima serie di Lupin III. Sempre al 1971 risale anche il progetto di Nagagutsushita no Pippi (ovvero Pippi Calzelunghe), mai portato però a termine perché l’autrice Astrid Lindgren si rifiutò di concedergli i diritti, nonostante Miyazaki e Yutaka Fujioka si fossero recati personalmente in Svezia. Nel 1972 fu comunque realizzato il mediometraggio Panda! Go, Panda!, composto da due puntate (Panda! Go, Panda! e Amefuri sakasunomaki), in cui compariva anche una buffa bambina con le treccine, probabilmente recuperata degli schizzi preparatori del mai realizzato serial di Pippi Calzelunghe.
Nel 1973, Miyazaki e Takahata iniziarono la collaborazione con la Zuiyo Pictures, divenuta poi Nippon Animation, lavorando ad alcune serie animate relative al famoso progetto World Masterpiece Theater, una serie animata creata ogni anno traendo spunto dai più famosi libri per bambini di tutto il mondo. Furono affidati a lui il progetto e l’organizzazione di scena (sovente con Takahata quale regista) in Heidi (Alps no shōjo Heidi) del 1974 (da un racconto svizzero); Marco (Haha o Tazunete Sanzen-ri) del 1975 (da Dagli Appennini alle Ande, una delle storie narrate nel libro Cuore); e Anna dai capelli rossi (Akage no Anne) del 1979 (Canada). Fu anche animatore chiave di Rascal, il mio amico orsetto (Araiguma Rasukaru) del 1977 (tratto da un racconto statunitense).
Del 1978 è la serie animata Conan, il ragazzo del futuro (Mirai shōnen Konan), molto famosa in Italia tra l’altro, tratta dal romanzo per ragazzi The incredible tide di Alexander Key. Di essa fu regista, character designer insieme a Yasuo Ōtsuka, nonché curatore delle scenografie e degli storyboard.
Nel 1979 diresse invece il suo primo lungometraggio, Lupin III – Il castello di Cagliostro (Rupan Sansei – Kariosutoro No Shiro), il secondo tra i film dedicati a Lupin, affiancato ancora una volta da Ōtsuka e Takahata. Di Lupin III diresse tra l’altro ancora due episodi della seconda serie tv nel 1980.
Dalla RAI venne cofinanziata la serie Il fiuto di Sherlock Holmes (Meitantei Holmes) di cui diresse i primi sei episodi nel 1982. Nello stesso anno la rivista “Animage” iniziò la pubblicazione del manga Nausicaä della Valle del Vento (Kaze no tani no Naushika) disegnato esclusivamente da Miyazaki e riuscì a convincere l’artista a sceneggiare e dirigere un film tratto dal fumetto. Prodotto da Takahata per lo studio Topcraft, l’anime Nausicaä della Valle del Vento uscì nelle sale nel 1984. Il successo ottenuto dal film permise al regista di fare il grande salto: fondare uno studio di produzione proprio. Nel 1985 infatti da Miyazaki e Takahata nacque lo Studio Ghibli (dal nome dell’aereo italiano della Seconda Guerra Mondiale, tratto a sua volta dal Ghibli, il vento caldo del Sahara), luogo in cui i due registi si sarebbero potuti esprimere con la libertà che la loro creatività richiedeva e con le necessarie coperture finanziarie.
Il primo lungometraggio dello studio vide la luce nel 1986: si intitolava Laputa – Il castello nel cielo (Tenkū no Shiro Laputa) e narrava dell’avventura di due ragazzi sulle tracce di una misteriosa e magica isola fluttuante nel cielo (lo spunto fu la città di Laputa, descritta da Jonathan Swift ne I viaggi di Gulliver).
Nel 1988, mentre Takahata portava a termine Una tomba per le lucciole, Miyazaki presentò Tonari no Totoro (Il mio vicino Totoro), poetica favola moderna sull’incontro di due bambine con un essere magico chiamato Totoro (la cui sagoma fu poi scelta come logo dello Studio) premiata come miglior film dell’anno in Giappone.
Nel 1989 con Kiki consegne a domicilio (Majo no Takkyubin) iniziarono i successi al botteghino, nel paese del Sol Levante. Con essi l’ingrandimento dello Studio, la produzione di diversi film d’animazione, assunzioni permanenti di collaboratori, l’aumento dei costi e dei rischi: tutto questo ebbe come conseguenza un aumento delle politiche di marketing da parte dello Studio Ghibli.
Nel 1992 Miyazaki portò a termine Kurenai no buta (Porco Rosso), il cui titolo rimaneva in italiano anche nelle altre lingue: esso narrava le avventure di un pilota di caccia dal volto di maiale, leggenda dell’aviazione italiana all’inizio degli anni Trenta.
In questi anni il regista divenne spesso anche sceneggiatore, produttore e responsabile di molti altri processi, nei propri film e in altri prodotti da Ghibli: produsse il film di Takahata Omohide poro poro (Only Yesterday) del 1991; collaborò al soggetto di Heisei tanuki kassen ponpoko di Takahata, uscito nel 1994; l’anno successivo fu sceneggiatore e produttore di Mimi wo sumaseba (Whisper of the Heart), la cui regia era affidata a Yoshifumi Kondō, sempre all’interno dello Studio.
Dopo alcuni anni di lavorazione uscì nel 1997, Principessa Mononoke (Mononoke Hime) che batté ogni record di incassi in Giappone e collezionò numerosi premi. Era un film che inscenava il difficile rapporto tra l’uomo e la natura (e tra gli uomini stessi), il suo lato violento e quello armonioso, all’interno di un’atmosfera mistica popolata di dei ed era ambientato in Giappone nel Periodo Muromachi (1333-1568).
In quest’occasione Miyazaki affermò di volersi dedicare ad altri ruoli all’interno dello Studio Ghibli, lasciando la regia ai giovani autori nel frattempo cresciuti alla sua scuola. Ritornò però presto dietro la macchina da presa e nel 2001 usciva La città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi) che in patria ripeté l’ormai consueto rituale di successi presso la critica e il pubblico, ma lo stesso avvenne nel resto del mondo (tra i premi vinti l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e l’Oscar 2003 per il migliore lungometraggio di animazione).
Nel 2004 Miyazaki ha partecipato alla 61a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con il film Il castello errante di Howl (Hauru no Ugoku Shiro), tratto da un libro di Diana Wynne Jones. Nello stesso anno realizza Ōtsuka Yasuo no ugokasu yorokobi, un lungo film documentario dedicato al suo senpai Yasuo Ōtsuka. Nel 2005 è stato insignito alla 62a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del Leone d’Oro alla carriera.
Miyazaki stabilì un proficuo sodalizio anche con Joe Hisaishi, il compositore di numerose colonne sonore (e degli album “derivati”) dei suoi film.
Dal 2008, con Ponyo sulla scogliera (Gake no ue no Ponyo), presentato in anteprima alla 63a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, lo Studio Ghibli diviene l’unico studio d’animazione giapponese a usare tecniche di disegno tradizionali per i suoi film, volendo così contrastare l’uso della computer graphic.
Tra le tematiche ricorrenti dei film di Miyazaki troviamo la relazione dell’uomo con la natura, vista come contrapposizione anche feroce, ma che può ritornare a essere armoniosa.
Molto presente è anche la dimensione spirituale, presentando nei propri lavori creature mitiche e ultraterrene spesso prese dal pantheon della mitologia nipponica.
Si nota anche un’attenzione particolare alla valorizzazione delle diversità culturali e delle specie, che hanno influsso notevole nella trama di Nausicaä della Valle del Vento o di Principessa Mononoke.
Infine possiamo riconoscere la presenza nella maggior parte dei suoi film, di protagonisti bambini: la loro innocenza, contrapposta alla violenza degli adulti, li porta spesso ad avere il potere di riappacificare gli uomini fra di loro e con la natura.
Un’ulteriore tematica tipica di Miyazaki, a volte collegata a quella del rapporto degli uomini con la natura, è quella delle maestose macchine (semoventi o simili a grandi impianti civili, talora funzionanti in base a principi magici, altre volte esemplari di futuristica tecnologia) e delle grandi organizzazioni umane viste anche esse come meccanismi che si esprimono in rapporti di lavoro o di sudditanza formalizzata.
Le tematiche di Miyazaki, oltre a essere esposte nei dialoghi e nelle azioni dei personaggi, si concretizzano anche e soprattutto in celebri immagini ricorrenti nei film di questo grande regista: il volo nei cieli blu, la contemplazione di un grande albero, l’incontro con creature antiche e possenti.
Recentemente si è occupato della sceneggiatura di Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento (2010) e ha diretto Si alza il vento (Kaze tachinu): proiettato nel 2013 durante la 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, quest’ultimo lavoro segna il suo ritiro dalle attività cinematografiche, a causa del tempo impiegato per la realizzazione dei suoi film, non più conciliabile con l’età avanzata.