Il piccolo vascello dalla vistosa prua allungata stava manovrando a fatica fra i relitti disseminati tutt’attorno l’insidiosa area di mare che si trovava nei pressi della costa a precipizio dell’Isola Gigante. Quella distesa verdeggiante che sorgeva in mezzo al mare risaliva al tempo degli antichi dei, e le sue alte rocce erano ritenute i resti di quelle favolose battaglie che si diceva fossero state combattute fra le divinità: il loro aspetto incuteva timore e risultava difficile da dimenticare per chiunque.
Un affioramento tondeggiante si ergeva a babordo, probabilmente si trattava di ciò che restava di alcune vecchie colline che erano state sommerse dall’acqua, chissà quando. Il tempo atmosferico si era rivelato soleggiato con un vento moderato fintantoché avevano navigato entro le calme acque meridionali, ma le cose erano mutate velocemente non appena erano entrati nell’Oceano, dirigendosi verso Nord.
Poco più tardi, non appena si trovarono circondati da onde molto agitate che sembravano avercela con l’equipaggio, il cinquantenne capitano George Harry, ritto in tutto il suo metro e ottanta di altezza, quasi credette che erano gli stessi dei a voler rendere loro la vita difficile, impedendogli di giungere a destinazione quella mattina. Uno strano ribollio si stava formando sulla superficie dell’acqua in lontananza e cresceva d’intensità sempre più, almeno secondo quanto poteva scorgere dalla sua posizione.
Gli esperti uomini di mare erano certi di aver assistito a qualcosa del genere solo raramente in precedenza, salvo durante qualche tempesta in via di formazione. E sembrava che si stesse spostando velocemente, avvicinandosi alla loro nave sul lato sbagliato, purtroppo…
Con le loro camiciole a strisce rosse e bianche – che da sempre erano state associate ai marinai del Regno degli Umani, per qualche strana ragione…- tutti gli uomini a bordo imprecarono nel dialetto tipico delle Isole Minori, che risultava quasi del tutto incomprensibile a chiunque altro lo ascoltasse, mentre si profondevano in sforzi incredibili pur di voltare il loro scafo nella giusta direzione, visto che erano ben consci che sarebbe stato meglio avere la prua dritta di fronte ai marosi che si stavano avvicinando. Ciononostante, l’impatto fu decisamente consistente ed un profluvio d’acqua gelida di si riversò sul ponte, scagliando i tre marinai verso il centro in pochi attimi, nonostante si tenessero ben saldi ai loro posti.
La nave, denominata Nightspeed, non era straordinaria né particolarmente robusta, tuttavia il suo equipaggio ne era molto orgoglioso. Un vascello di quel tipo, utilizzato soprattutto dai pirati, presentava una serie di vantaggi considerevoli rispetto ad altri velieri di quel periodo, in quanto poteva attraversare anche baie con bassi fondali o piccoli corsi d’acqua e risultava facile trasportavi sopra un carico anche nelle condizioni più complicate, dal momento che la pirateria –così come del resto anche la loro attività…- richiedeva una grande versatilità, indubbiamente.
Lo scafo era costituito da assi solide che apparivano piene di graffi e ammaccature, rivelando di aver avuto una vita tutt’altro che facile nel recente passato, e tuttavia reggevano ancora benissimo il mare.
L’ampia vela possedeva un disegno dai colori vivaci, derivante dal simbolismo magico delle antiche divinità tradizionalmente rispettate presso tutti i villaggi della costa, i cui sacri riti erano osservati scrupolosamente da tutti i naviganti che vi abitavano.
Lo stesso capitano, trovandosi al comando del piccolo vascello, stava tentando di manovrare al meglio fra gli affioramenti e le onde, tutto avvolto nella sua giaccona rossastra sormontata da un vecchio cappello. Lo assistevano Frank, il co-pilota, un uomo dai radi capelli più giovane di lui di una decina d’anni, e Hilwen, della sua stessa età, che erano attualmente impegnati a buttare fuoribordo quanta più acqua possibile man mano che sopraggiungeva a causa del mare in tumulto.
Quelle erano acque infide, apparentemente calme e placide in superficie, e tuttavia in grado di mutare molto velocemente fino a trasformarsi nel tuo peggior nemico, potendoti facilmente sommergere in pochi minuti o tendendo le vele fino al punto di strapparle, tanto da farti pentire di aver osato affrontare il mare proprio in questa giornata. Talvolta le barche venivano letteralmente ingoiate, lasciando dietro di sé solo qualche rimasuglio a galleggiare sulle onde. Era necessario conoscere perfettamente la zona, se volevi sopravvivere, sapendone valutare adeguatamente la forza e la variabilità, in modo da poterla tenere sotto controllo.
Di fatto, quella era una rotta di routine per i tre membri dell’equipaggio visto che erano abituati ad addentrarsi in quelle acque ogni mese al fine di recuperare i resti di vecchi vascelli militari e di grossi velieri del passato che continuavano a mulinare in quel tratto di mare a causa della particolare corrente circolare. Tutto ciò per ottenerne del profitto rivendendoli al mercato principale del loro porto d’origine, contrattandone il prezzo con i membri di tutte le specie conosciute che popolavano il loro mondo.
Là si poteva trovare qualsiasi cosa, come ad esempio antichi resti di oggetti magici, parti di scafi dimenticati dal tempo e notevoli artefatti del tempo che fu. Il capitano dai capelli precocemente ingrigiti aveva svolto quell’attività per più di dieci anni, dopo essere stato allontanato con disonore dal suo precedente comando a bordo della Rigmor, un grosso vascello mercantile. L’uomo era un leggendario uomo di mare a quel tempo, ma era stato licenziato immediatamente dopo aver condotto malamente la sua nave – a detta dei suoi capi…- quando in realtà, a suo dire, aveva solo tentato di evitare di scontrarsi contro degli inaspettati resti di un tempio preistorico, che erano apparsi all’improvviso fra le onde vicino al punto di attracco. O almeno questa era stata la sua versione dei fatti, anzi Harry si considerava un vero e proprio eroe per aver compiuto quella manovra improvvisa che aveva evitato la collisione della prua del suo mercantile, salvando l’intero equipaggio ed il suo carico. L’estremità superiore di quella torre che era comparsa all’improvviso sembrava proprio essere spuntata dal nulla, tuttavia nessuno gli aveva creduto, dato che solo un debole segnale, non conclusivo e assai dubbio, risultava essere stato effettivamente registrato sulla strumentazione magica di bordo. Si trattava solo di una grossa creatura oceanica, a detta dei suoi capi, e niente più… Inoltre, agendo in quel modo improvvido- così la sua compagnia aveva definito il suo comportamento- il capitano aveva danneggiato parte dell’attracco del porto, e di conseguenza era stato mandato via: troppo vecchio per governare una nave, avevano detto, e la sua vista cominciava a non essere più quella di una volta…
Stanco di essere continuamente chiamato da quel giorno ‘Vista debole’ in tutti gli approdi ove si recava, Harry aveva deciso di dedicarsi ad un’attività in proprio, scegliendosi un’area decisamente fuori mano ove raccogliere vecchi relitti e resti di velieri in rovina per guadagnarsi da vivere. Il posto perfetto ove svolgere quella ricerca era quel braccio di mare meglio noto come il sito della più sanguinosa battaglia della Vecchia Guerra che era esattamente il punto in cui si era svolta quella famosissima battaglia due secoli addietro. La contesa aveva visto contrapposti tre diversi reami, durante la terribile guerra che era stata combattuta fra gli Uomini, gli Elfi e gli Orchi al fine di ottenere la definitiva supremazia su quell’area. Grazie all’abilità dei suoi ammiragli, ed anche ad un po’ di fortuna, la flotta degli Uomini era risultata vincitrice alla fine.
Nel tardo pomeriggio il loro piccolo vascello era stato già abbondantemente caricato di molti resti di valore, e l’equipaggio poteva già ritenersi soddisfatto, nonostante il vistoso peggioramento delle condizioni meteorologiche, quando all’improvviso il co-pilota, Frank, notò un oggetto molto strano affiorare dall’acqua e lo tirò su a bordo: si trattava di una cassetta di legno, molto leggera in verità – ragione per cui ancora galleggiava fra le onde, probabilmente – forse una specie di contenitore contenente messaggi e documenti importanti del tipo di quelli che si usavano abitualmente anche oggigiorno, ed aveva un numero di serie impressovi sopra.
Ciò che immediatamente stupì tutti i presenti fu il numero che lessero su di essa: era esattamente lo stesso che era stato assegnato al loro vascello, la Nightspeed!
“Com’è possibile?” il co-pilota quasi pelato chiese al capitano che si trovava accanto a lui.
“Deve trattarsi di un errore…” ribattè Harry, grattandosi il viso intriso di salsedine e piuttosto tirato, mentre i suoi vividi occhi scuri non riuscivano a staccarsi da quell’oggetto.
“Ma non lo è” disse Frank. “Questo sembra essere proprio il contenitore di sicurezza in dotazione a questa nave!”
I tre si radunarono immediatamente sotto coperta e la scatola di legno venne aperta delicatamente in modo da esaminarne accuratamente il contenuto.
Dentro il capitano vi trovò una consunta pergamena magica che conteneva un’iscrizione, la quale – una volta letta- immediatamente attivò il prezioso messaggio vocale di cui era portatrice.
“Qui è il capitano George Harry. In data 2/15/11022, alle ore 19:00, orario del Regno degli Umani, siamo stati avviluppati da un incredibile baluginio che si è rivelato essere un vero e proprio varco temporale. Tutti noi siamo stati scagliati direttamente sul sito ove venne combattuta circa due secoli fa la sanguinosa battaglia della Vecchia Guerra. Il nostro piccolo vascello, la Nightspeed, non durerà a lungo, già le balliste delle numerose navi da guerra che si confrontano in questo tratto di mare stanno cominciando a scagliare dardi contro di noi, ci considerano un intruso non meglio identificato o un vero e proprio nemico, a quanto sembra, e non riconoscono la nostra classificazione né rispondono alle nostre segnalazioni da lontano. Temo che a breve ci colpiranno affondandoci…La nostra presente situazione conferma chiaramente che la teoria del viaggio nel tempo è del tutto vera, e che un oggetto può essere inviato nel passato provenendo dal nostro tempo, o addirittura nel lontano futuro…”
Il resto del messaggio pareva essere incomprensibile, risultando probabilmente danneggiato a causa del tempo trascorso da quando era finito in acqua.
“In data 2/15/11022, alle ore 19:00?” urlò stupito Frank, roteando gli occhi azzurri che sembravano ora gelidi come il mare che li circondava all’imbrunire “E’ proprio oggi, e solo fra un’ora da adesso!”
“Cosa possiamo fare?” il terzo membro dell’equipaggio chiese con voce concitata.
“Qualsiasi cosa noi tenteremo di fare, finirà comunque così…” il capitano abbassò gli occhi sconsolatamente verso il ponte.
“Non abbiamo neanche il tempo di tracciare un’altra rotta per cercare di uscire da questa zona prima dello scoccare dell’ora indicata sulla pergamena magica…” aggiunse il co-pilota con un groppo in gola, del tutto incapace di pensare ad una soluzione.
“Dunque, cosa proponi?” chiese Hilwen.
“Non penso che la storia possa essere cambiata, purtroppo…” fece Harry, in tono afflitto “Però c’è forse ancora qualcosa di utile che posso fare. Lasciatemi inserire un messaggio sulla pergamena d’emergenza che abbiamo in dotazione, nel caso possa essere d’aiuto…”
Fra le perplessità dei presenti, un lungo silenzio cadde sugli altri due componenti dell’equipaggio, mentre il capitano si recava nei suoi alloggi in tutta fretta.
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“Qui è il capitano George Harry. In data 2/15/11022, alle ore 19:00, orario del Regno degli Umani, siamo stati avviluppati da un incredibile baluginio che si è rivelato essere un vero e proprio varco temporale. Tutti noi siamo stati scagliati direttamente sul sito ove venne combattuta circa due secoli fa la sanguinosa battaglia della Vecchia Guerra. Il nostro piccolo vascello, la Nightspeed, non durerà a lungo, già le balliste delle numerose navi da guerra che si confrontano in questo tratto di mare stanno cominciando a scagliare dardi contro di noi, ci considerano un intruso non meglio identificato o un vero e proprio nemico, a quanto sembra, e non riconoscono la nostra classificazione né rispondono alle nostre segnalazioni da lontano. Temo che a breve ci colpiranno affondandoci…La nostra presente situazione conferma chiaramente che la teoria del viaggio nel tempo è del tutto vera, e che un oggetto può essere inviato nel passato provenendo dal nostro tempo, o addirittura nel lontano futuro…”
Harry fece una pausa, quindi aggiunse “Pertanto, io affermo che oggetti, quali una torre o i resti di un tempio del lontano passato, o perfino una nave, sono suscettibili di essere catturati da tale anomalie ed essere inviati in un altro tempo, potendo apparire all’improvviso da qualche altra parte. Mi auguro che questo mio messaggio possa far cadere una volta per tutte le ingiuste accuse che mi erano state rivolte al tempo in cui comandavo il vascello mercantile Rigmor…”
Dopo aver redatto il testo, il capitano ne fece una copia aggiuntiva e ripose entrambe le pergamene magiche nella cassetta di legno d’emergenza di cui era dotata la Nightspeed, assieme ad altri documenti di bordo, quindi la gettò in mare.
Harry sapeva già che il suo co-pilota Frank l’avrebbe trovata un domani, quello stesso giorno, nel loro tempo, poiché il contenitore ligneo avrebbe certamente superato la terribile battaglia in cui stavano per essere scagliati a breve loro malgrado…ciò che si augurava era che almeno una delle due copie giungesse illesa ai posteri, nel suo precipuo interesse ovviamente.
Almeno il suo onore sarebbe stato salvo! Qualsiasi cosa stesse loro per capitare in quel luogo ove era stata fatta la storia nel lontano passato…