LORENZO BIANCHINI

Regista horror dell’ultima generazione, noto soprattutto per i suoi film in dialetto friulano che hanno comunque saputo spaventare le platee di tutta Italia, Lorenzo Bianchini è stato in grado di ritagliarsi un proprio spazio nel panorama di genere del nostro paese, ottenendo anche molti riconoscimenti dalla critica. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo per voi grazie agli amici del “Torino Horror Film Fest”: ecco cosa ci ha detto.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È LORENZO BIANCHINI?

Semplicemente un autodidatta che vuole esprimere emozioni e raccontare storie attraverso il cinema.

COME HAI COMINCIATO A FARE CINEMA?

Probabilmente quando visualizzavo le storie che il nonno e i vecchi del paese mi raccontavano quando ero bambino. Immaginarsele era già un modo istintivo di fare cinema. Comunque le prime riprese ho cominciato a farle quando mi sono potuto permettere la mia prima telecamera nel lontano 1996.

VUOI PARLARCI DEI TUOI PRIMI FILM, CORTO E MEDIOMETRAGGI?

Beh, posso dare qualche cenno sulla successione dei lavori che ho realizzato fino ad ora… il primo corto, “Paura Dentro”, l’ho girato nel ’97. Un lavoro di quindici minuti con protagonista mia cugina Annalisa, girato nei boschi di Monteprato senza dialoghi. Nel ‘98 altro corto di venti minuti ambientato all’interno di una villa con protagonisti tre amici che interpretavano il ruolo di tre teppistelli cannati. Poi sono passato ai “Dincj de Lune”, mediometraggio in lingua friulana sulla licantropia. Da lì il primo lungometraggio “Radice Quadrata di Tre”, sempre in lingua friulana che descrive l’avventura di tre alunni ripetenti che, per sostituire i loro compiti di matematica, si intrufolano di notte nella scuola. Nel ’94 altro lungo in italiano-friulano “Custodes Bestiae”, un thriller horror sulla ricerca di un’antica verità nascosta tra i simbolismi criptici di un affresco. Nel 2006 è la volta di “Film Sporco”, film in lingua italiana sull’avventura notturna di quattro spacciatori sfigati perseguitati da un serial killer. Nel 2007 è il turno di “Occhi”, film girato con una produzione portoghese e ambientato in una splendida villa millesettecentesca della bassa friulana. Dialoghi rarefatti in una storia che voleva descrivere il progressivo allontanamento dei due protagonisti che si rinchiudono nelle loro reciproche disorientanti solitudini fino alla perdita della ragione. Film che è la partenza di un percorso di minimalismo narrativo che nell’ultimo “Oltre il guado” ha trovato ancor più spazio nel tentativo di descrivere paure vere, pure, primordiali. Un percorso che vorrebbe portare a quello che ironicamente definisco come il “neorealismo delle paure”.

QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTA’ PRINCIPALI CHE HAI INCONTRATO IN OGNI PROGETTO?

Tutte le difficoltà che si devono affrontare quando lavori in forma indipendente. Devi occuparti di moltissimi aspetti che partono dalla scrittura del soggetto alla sonorizzazione del montaggio finale, con tutto quello che ci sta in mezzo. La cosa buona è che ti formi un’esperienza ampia su tutte le fasi di realizzazione del film.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE DELLE TUE PELLICOLE?

Beh, i personaggi vengono fuori da sé, quasi s’imponessero loro stessi durante la scrittura, nelle reciproche differenze di personalità, per avere più punti di vista e diverse reazioni dinnanzi a particolari e difficili situazioni che devono affrontare… diciamo che fa parte del gioco della sceneggiatura. L’ambientazione e tutto ciò che fa parte del “contenitore” che ospita la storia a me piace sia quanto più naturale e realistico possibile.

E QUALI SONO STATI GLI OSTACOLI, IN GENERE, CHE HAI INCONTRATO?

Fortunatamente ho sempre riscontrato partecipazione e accoglienza da parte di tutti nei progetti che andavo proponendo. Più che ostacoli direi che si tratta di fatiche produttive inevitabili, trattandosi perlopiù di autoproduzioni o di piccole produzioni. Devi badare e occuparti di tanti aspetti e il dispendio di energie è veramente notevole. La cosa buona è che siamo sempre riusciti a portare a compimento tutti i lavori senza mai “abbandonare” nulla a metà strada.

IL TUO FILM PIU’ RECENTE, COME DICEVAMO, E’ “OLTRE IL GUADO”. VUOI PARLARCENE?

In “Oltre il Guado” la qualità estetica è notevolmente migliorata rispetto ai miei lavori precedenti e la ricerca di paure vere è spinta all’estremo descrivendo quell’inquietudine che si insidia nelle attese di ciò che di orribile può avvenire da un momento all’altro, o che tu ti immagini possa avvenire o nascondersi nelle penombre, dietro le porte, nei corridoi o per le strade abbandonate di un luogo che diventa metafora di solitudine e di abbandono, di freddo e di marcio e di tutto ciò che della morte del corpo e della coscienza a me fa più paura…

UNA DELLE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL TUO MODO DI FARE CINEMA E’ L’USO DELLA LINGUA DIALETTALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO. COME MAI QUESTA SCELTA? E CREDI CHE QUESTO SIA PIU’ UN LIMITE O UN VANTAGGIO?

Nasce dal fatto che volevo partecipare a un concorso di cinema in lingua friulana organizzato dal Centro Espressioni Cinematografiche di Udine. E’ così che ho realizzato il mediometraggio “I Dincj de Lune”. Il dialetto e la lingua danno un aspetto più realistico alle storie, soprattutto se le tematiche trattate sono radicate nel territorio e fanno parte della cultura popolare locale. In fondo le paure sono sempre presenti nelle leggende e nelle enigmatiche figure notturne che vengono descritte. Ritengo anche che il localismo possa spesso assurgere a dimensioni più universali di quanto si possa immaginare perché gli archetipi sono quelli.

CON I TUOI FILM TI SEI SPESSO AGGIUDICATO PREMI E NOMINATION A VARI FESTIVAL, SEGNO CHE IL CINEMA INDIPENDENTE STA COMINCIANDO FINALMENTE A ESSERE PRESO IN CONSIDERAZIONE. MA CHE SIGNIFICATO HA OGGI FARE CINEMA INDIPENDENTE DI GENERE IN ITALIA, OVVERO QUALI SONO LE SODDISFAZIONI E I PREGI E QUALI SONO INVECE LE FRUSTRAZIONI E I DIFETTI?

Beh direi che la soddisfazione è quella legata alla propria passione personale che prescinde dal territorio dove operi. Le difficoltà, piuttosto, sono quelle legate alla produzione ma ancor più alla distribuzione. Per vari motivi è molto difficile approdare al circuito distributivo ufficiale e quindi le frustrazioni sono spesso legate a veder relegato nel solito cassetto lavori che ti sono costati tempo, lavoro e gran fatica.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIU’ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Di solito la scintilla che mi induce a scrivere è o un’immagine che mi balza in testa o una particolare location. Le storie di solito per quello che mi riguarda partono sempre da questi due elementi. Per “Custodes Bestiae” per esempio, è l’immagine della profanazione di una tomba e di uno scheletro antropomorfo e deforme contenuto in essa. Per “Radice Quadrata di Tre” erano i suggestivi e inquietanti corridoi della enorme scuola dove è stato girato. Per “Oltre il Guado” quale miglior punto di partenza se non un bosco e un paese abbandonato…

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Quale migliore dimensione per raccontare storie che hanno a che fare con l’aldilà, col prolungamento dell’anima, con emozioni legate all’idea di una vita ultraterrena se non quella del “Fantastico” e di tutto ciò che di religioso nel fantastico è contenuto?… Noi dell’horror siamo inconsapevoli missionari portatori di un messaggio di speranza… “scherzo porca miseria”! :)

QUALI SONO I TUOI FILM PREFERITI?

Mi piacciono parecchi film anche che non hanno nulla a che fare con l’horror. Ma siccome stimo parlando proprio di film di genere direi che quelli che preferisco sono L’Esorcista e Shining, senza mai dimenticare i grandi classici del passato e la fantastica serie televisiva francese “Belfagor” che, quand’ero bambino, m’aveva impressionato particolarmente.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Beh, quest’anno vorrei porre le basi per tre progetti: uno teatrale, uno che riguarda una serie tv e un altro film.

IN BOCCA AL LUPO ALLORA: NOI CI SEDIAMO SULLA RIVA DEL FIUME AD ASPETTARE… OLTRE IL GUADO TI VEDREMO DI SICURO RITORNARE!

Davide Longoni