Attento a tutto ciò che è fantastico e tra i massimi esperti del settore, il nostro amico Giovanni Mongini ne ha pensata un’altra delle sue: non pago di dedicarci il suo tempo per scrivere articoli e stare tra i giurati del “Trofeo La Centuria e La Zona Morta” e nemmeno stanco di occuparsi della sua monumentale storia del cinema di fantascienza, Science Fiction All Movies, in ben sedici volumi, Vanni torna con un nuovo lavoro pubblicato da edizioni della Vigna intitolato MISTERI DALLO SPAZIO E DAL TEMPO – Il cinema di fantascienza e i misteri del mondo in cui viviamo (350 pagine corredate da 50 illustrazioni in B/N; 16,00 euro), che vede la collaborazione alla ricerca dei film e dei testi di Debora Montanari e Manuela Menci, mentre l’illustrazione di copertina è opera di Claudia Mongini.
Esistono enigmi che ci accompagnano da secoli, altri da molto meno. Atlantide, lo yeti, il triangolo delle Bermude, gli oggetti volanti non identificati, i mostri marini… ma esistono anche nuovi orizzonti che la scienza ci sta aprendo o potrebbe aprirci nei prossimi anni: l’esplorazione di Marte, l’ibernazione, i robot…
In questo volume Giovanni Mongini affronta alcuni misteri e alcune opportunità tecnologiche, esponendone dapprima i fatti conosciuti con una dose di sano “scetticismo possibilista” e quindi esaminando come hanno preso vita in opere di fantasia.
Troveremo così i film che hanno per protagonisti le creature e i fatti misteriosi descritti nei capitoli, presentati da uno dei maggiori studiosi italiani dell’argomento. E non ci dimenticheremo neppure di come sono stati affrontati nei romanzi, anche grazie alla collaborazione della giornalista e scrittrice Debora Montanari.
Per capire meglio di cosa si tratta, lasciamo proprio la parola a Mongini e alla sua presentazione a questo volume.
“Il fascino dell’ignoto, ciò che non conosciamo e che esula dalla nostra comprensione, il cercar di capire, di svelare i misteri del mondo che ci circonda, sapere, sapere, sapere in un’ansia che non si ferma mai, comprendere l’ambiente nel quale vivi, forse è ancora più misterioso e lontano di una galassia ai margini dell’universo.
E, ancora una volta, la fantascienza ti dona quell’apertura mentale attraverso la quale tu puoi cercare di capire i misteri degli abissi del mare o della volta del cielo e svelare i segreti di creature fantastiche forse esistite soltanto nei miti e nelle leggende.
Attraverso la nascita della vita sulla Terra, percorrendo i misteri delle profondità marine abitate da mostri e da creature leggendarie, volando attraverso i cieli incontrando oggetti misteriosi e mostri alati, sperdendoci tra le nevi per seguire le orme di un mitico yeti, fino al misterioso regno di Atlantide o nelle profondità di laghi abitati da creature che hanno sfidato il tempo, quel tempo attraverso il quale vorremmo viaggiare non solo per conoscere il futuro, ma per capire la realtà del nostro passato vivendo, forse per sempre o dormendo per poi svegliarci con le stelle a portata di mano.
Sogni? Chimere? Follie di menti malate di mistero?
Forse è così, forse dobbiamo scacciare ciò che non comprendiamo, forse dobbiamo irridere a priori il mistero dei dischi volanti o dei mostri degli abissi, forse dobbiamo svergognare i misteriosi fenomeni che potrebbero essere accaduti al Triangolo delle Bermude e concionare sull’impossibilità dell’esistenza del regno di Atlantide, riducendo creature fantastiche e meccaniche ai balbettii idioti di gente che non è nemmeno capace di sognare.
Sì, forse avete ragione, è solo fantascienza, assurdità, chimere, sogni, follie, ma se voi non invidiate i miei sogni, io non invidio la vostra aridità di pensiero…”.
Giovanni inoltre ci ricorda che in questo libro “non è stato possibile citare tutti i film appartenenti ad una categoria o ad un’altra perché sono quasi sempre troppi per cui, per evitare il suicidio dell’editore e il salasso del lettore, ci siamo limitati ai più importanti, ai più interessanti, ai più curiosi… sono tanti lo stesso. Può capitare che alcuni film siano stati citati in capitoli diversi, questo, ovviamente, perché il loro contenuto si presta a diverse collocazioni”.
Buona lettura.