La fine degli anni Settanta portarono sugli schermi di tutto il mondo Incontri ravvicinati del terzo tipo di Spielberg, e noi pronti subito con le malriuscite imitazioni come Incontri molto ravvicinati del quarto tipo (1978) di Mario Gariazzo nel quale tre studenti si fingono alieni per poter entrare nelle “grazie” della loro professoressa di astrofisica la quale, però, è molto più interessata alla sua donna di servizio… Ma Gariazzo ci riprova subito con risultati enormemente superiori con “Occhi dalle stelle” (1978) dove un fotografo e la sua modella scompaiono misteriosamente, forse rapiti da alieni. Un giornalista (Robert Hoffman) cerca di scoprire la verità, ma le autorità, per mezzo degli Uomini in Nero, metteranno a tacere tutto e lo elimineranno assieme ad altri curiosi. Il film è un vero e proprio trattato di ufologia e, per voler finire, Incontri con gli Umanoidi, conosciuto anche come Uragano sulle Bermude o L’ultimo S.O.S., di Tonino Ricci, datato 1979, nel quale abbiamo una giovane coppia che è scomparsa nell’area del Triangolo delle Bermude. Il padre della ragazza va a cercarla e trova non solo lei, ma anche gli alieni.
Provate ora ad immaginare cosa accadde sui nostri schermi subito dopo la rutilante apparizione di Guerre Stellari di George Lucas nel 1977: possiamo tranquillamente confermarvi che tutti i produttori italiani e i piccoli distributori stranieri cercavano soggetti alla “Guerre Stellari” da realizzarsi ovviamente con due lire. Per cui ecco, precisi come una cambiale in scadenza, presentarsi i primi titoli, una serie di sciocchezze che avrebbero fatto di un film di Margheriti uno strepitoso capolavoro.
Uno dei massimi realizzatori di questi obbrobri fu il non compianto Al Bradley, pseudonimo sotto il quale si nascondeva saggiamente Alfonso Brescia: Anno zero: guerra nello spazio (1977), Cosmo 2000: Battaglie negli spazi stellari (1978), La guerra dei robot (1978), Sette uomini d’oro nello spazio (1980), La bestia nello spazio (1980) sono i titoli dei suoi capolavori, ai quali aggiungiamo l’altrettanto pessimo Giochi erotici nella terza galassia, datato 1980 (chissà cosa si fa per passare il tempo nelle altre due), di Bitto Albertini. Un gradino più sopra si colloca la pellicola di Luigi Cozzi Scontri stellari oltre la terza dimensione (1978), anche perché quasi tutti gli attori erano americani o inglesi mentre gli effetti speciali sono italiani e spesso si vede. La storia richiama molte citazioni ai grandi classici del cinema: l’Imperatore del Terzo Cerchio dell’Universo (Christopher Plummer) incarica l’avventuriera spaziale Stella Star (Caroline Munro), assieme al suo fido Akton (Marjoe Gorner) e al robot “Elle” (Judd Hamilton), di trovare suo figlio (David Hasselhoff) disperso con un’astronave tra le Stelle Oscure dal perfido tiranno Zarth Arn (Joe Spinell). La ricerca spaziale inizia tra le Amazzoni la cui regina (Nadia Cassini) scatena contro gli intrusi un gigante di metallo, poi c’è la minaccia di una macchina strizzacervelli e due robot guardiani, ma i nostri trovano il principe ancora vivo, attaccano la fortezza del malvagio Zarth Arn e la distruggono.
Poi abbiamo Aldo Lado con L’umanoide (1979) che almeno ha qualche momento divertente contornato però anch’esso da effetti speciali ridicoli: il pianeta Noxon è in guerra con Metropolis e il fratello cattivo, un’imitazione cretinoide di Darth Vader, vuole tutto il potere su di sé per cui manda in visita distruttiva al fratello buono un umanoide, e cioè un essere umano rimbambito ma reso fortissimo dal raggio Kappatron. Ma Golob (Richard Kiel), così si chiama l’Umanoide, distrugge il fratello cattivo del reggente di Metropolis, la vampira Barbara Bach e l’ormai arteriosclerotico Arthur Kennedy, per cui tutto finisce bene.
Poi, chissà perché, i produttori si accorsero che questi film “alla Guerre Stellari”, secondo loro meglio di Guerre Stellari, realizzati con metà o un quarto dei soldi spesi per Guerre Stellari e con attori che, secondo loro, erano almeno alla pari se non meglio di quelli di Guerre Stellari, si accorsero, dicevo, che non incassavano perché lo spettatore non è proprio uno sciocco: cominciarono allora a dire che la fantascienza in realtà non rendeva e che i Guerre Stellari era, anzi erano, un caso isolato destinato a spegnersi (all’anima dello spegnimento) e così via… Poi però che ti succede in America? Che esce Alien (1979) di Ridley Scott, altro grande successo commerciale, e quindi via con gli alien: Alien 2 sulla Terra (1980) di Ciro Ippolito, un film pasticciato e confuso nel quale sembra che degli extraterrestri, dei minerali che possono prendere l’aspetto degli esseri umani, stiano attaccando la Terra. L’unica superstite di un gruppo di speleologi, risalita in superficie, si trova sola nella città ormai infestata.
Contamination di Luigi Cozzi, (1980), nettamente il migliore e, probabilmente ancora oggi anche il suo film migliore. Questa è la trama: un’astronave è giunta sul pianeta Marte e i due astronauti sono tornati senza che apparentemente nulla sia accaduto. Eppure uno dei due, Hubbard, ha parlato di una strana e mostruosa creatura e di uova pulsanti, ma Stella Holmes, che faceva parte della commissione d’inchiesta, non gli aveva creduto e d’altra parte il secondo astronauta aveva smentito la versione del compagno. Ora delle strane uova sono state trovate su una nave che si è incagliata nel molo di New York ed è piena di cadaveri con il petto squarciato. Viene incaricato dell’indagine il Tenente Arras e a lui si affianca proprio Stella la quale, intuita la verità, si fa aiutare da Hubbard per cercare il collega che, in Sud America gestisce una fabbrica di caffè… ma non è solamente caffè quello che esce dalla sua azienda…
Ecco ora Alien Killer (1983) di Alberto De Martino nel quale troviamo una banda di gangster che ha rubato dei fascicoli importantissimi che contengono un metodo di clonazione ricavato dallo studio di particolari meteoriti… Il titolo è stato messo all’ultimo minuto per mere ragioni commerciali. Quindi Alien degli abissi (1987) di Antonio Margheriti, in fondo non male, dove abbiamo un’isola con dei liquami radioattivi che sono l’habitat di una creatura mostruosa.
(7.continua)