Arriva in libreria per i tipi di Profondo Rosso un libro veramente importante che non può mancare nella vostra biblioteca personale del fantastico: si tratta di SETTE PICCOLI FILM di Andrzej Zulawski (€ 19,90). Il volume raccoglie sette piccole novelle, che compongono un libro intenso che si vive come i film più celebri diretti da questo grande regista polacco (tra cui ricordiamo POSSESSION, L’AMORE BALORDO e LA FEMME PUBLIQUE) e che, come recita il sottotitolo, PARLANO DI MUSICA E NE FANNO UNO SOLO. L’antologia è corredata dalle illustrazioni di Jean-Philippe Guigou e l’edizione italiana è a cura di Luigi Cozzi su traduzione di Mirella Tenderini.
Un giovane in giubbotto di pelle e scarpe da ginnastica corre all’impazzata attraverso il centro commerciale di Copenhagen, si precipita controcorrente su per la scala mobile affollata. La sirena d’allarme urla, gli agenti di sicurezza lo rincorrono, lui inciampa, cade, si rialza, raggiunge il tetto, scala muretti, salta di sotto, raggiunge la strada, si mescola alla folla, si infila nella prima porta che trova, esce dalla parte opposta… Ora è salvo ma corre ancora fino a che una voce d’angelo lo ferma di colpo. Al suono di quella voce si concluderà il suo destino. È il protagonista della prima storia di questo libro; si chiama Lars e non ha niente a che vedere con i protagonisti delle altre sei storie, tutte diverse, che si svolgono in città differenti, ma in comune hanno l’irruzione della musica, di una musica particolare per ciascuna, che fa parte della vicenda. Victor a Sofia, Richard a Parigi, Laurent a Oslo, Karl a Berlino, Jan a Helsinki e Christian a Varsavia, sono colti in un momento particolare della loro vita, quello della rivelazione o della sublimazione, della fatalità o della scelta finale a cui li guida una musica, una per ciascuno di loro che dà senso ai sette film che parlano di musica e che ne fanno uno solo.
Andrzej Żulawski è nato nel 1940 a Lwów, in quella parte di Polonia che ora è Ucraina, da una famiglia di artisti, e ha esordito nel cinema come assistente di Andrzej Wajda. Nel suo primo film (1971), La terza parte della notte, apparivano già i temi ricorrenti in tutti i suoi lavori successivi: lo sdoppiamento, la guerra, la violenza, il degrado, l’innocenza e la follia. Dopo che il suo secondo film, Il diavolo, venne proibito in Polonia, il regista si trasferì in Francia dove girò L’importante è amare, con protagonista la già celebre Romy Schneider, pellicola che gli aprì le porte della notorietà. Zulawski si stabilì quindi in Francia dove ottenne un notevole successo con i film Possession (Palma d’Oro alla Migliore Attrice e Premio César alla protagonista Isabelle Adjani) e L’amore balordo nel quale lanciò la sua attrice musa, Sophie Marceau, che divenne sua moglie e interprete di numerosi suoi film, compreso il recente La Fedeltà, nel 2000. Żuławski si è dedicato alla scrittura fin dagli anni ’80 e ha pubblicato più di venti romanzi, molti dei quali tradotti in Francia, in Germania e nell’Est Europeo. In Italia sono comparsi il romanzo breve Barbablù nel 2003 e C’era un frutteto nel 2013. Attualmente Andrzej Żuławski vive a Varsavia e si dedica principalmente alla scrittura. Ma ha anche in preparazione un nuovo film: Cosmos.
Buona lettura.