Ecco un altro interessante lavoro pubblicato da Kipple Officina Libraria che non può mancare nella vostra biblioteca del fantastico: stiamo parlando di “Dermathopia” (29 pagine; 0,99 €) di Alberto Vertighel, su copertina di Ksenja Laginja, il racconto vincitore del Premio ShortKipple 2014 che attraversa le mutazioni indotte dalla medicina evolutiva e postumana; la pubblicazione esce in formato e-book per la collana Capsule.
In un mondo traslato su un prossimo futuro adiacente al nostro presente, una vacanza completamente pagata dalla stravagante Zia può apparire un elegante stratagemma per allontanarsi dalle paranoie di un’esistenza vissuta in collegio. Moss, il nipote, non immagina però la vertigine che lo coglierà non appena gli eccentrici amici della Zia si riveleranno. Può un viaggio esotico trasformarsi in rivelazioni di fantastiche potenzialità della tecnologia chirurgica postumana? Relax e spensieratezza, evasione dalla vita quotidiana sono le necessarie premesse affinché la vacanza assolva alla funzione catartica della rigenerazione fisica e psichica, ma quanto di vero e profondo c’è nella parola rigenerazione? L’imprevedibilità di un’atmosfera alla “Isola del Dr. Moreau” si rivela folgorante, segnando l’esordio letterario di Alberto Vertighel, coinvolgendo il lettore in un’avventurosa e imprevedibile spirale di pura iperbole, già un classico del post-cyberpunk.
Leggiamo un breve estratto per farci un’idea: “L’aqualong sfrecciava silenzioso sulla superficie dell’oceano, accarezzando appena le onde con il suo moto regolare ed elegante. Mosso da turbine a energia ionica, lo scafo oscillava solo di poche spanne sopra la spuma del mare, ma lo spostamento atmosferico era tale da ritagliare uno spettacolare sentiero d’aria nel mezzo dei marosi blu.
Era ormai sopraggiunto il momento del tramonto, e il piccolo Moss e zia Helin sedevano comodamente sul ponte della nave, contemplando il paesaggio avvolto in un’inquietante bruma dorata. A pochi passi da loro, degli ectogrammi sempter presero la forma di sorridenti signorine di servizio per fare cenno, ai passeggeri, di accomodarsi nella stiva.
In sincrono si udì l’eco di un annuncio, letto da una voce graziosa: – Il nostro veicolo sta per attraversare una zona con forti tempeste magnetiche. Chiediamo gentilmente ai passeggeri di rientrare dal ponte della nave, per poter proseguire la propria esperienza di viaggio al massimo del comfort e della sicurezza negli spazi riservati al secondo piano.
Da poco più di quattro ore il possente aqualong aveva salpato dall’infoporto di New Macau, per seguire la marcia programmata di ventiquattro ore circa alla volta di Dermathopia, la destinazione per una vacanza da sogno a uso e consumo di quell’enorme mole di passeggeri. Era quella la sua fatica giornaliera: collegare le navette con i due stravaganti avamposti, scaricando in continuazione
interminabili flussi di viaggiatori scalpitanti. L’eccitazione era elettrica fra i passeggeri, ma nessuno era davvero interessato al lusso impeccabile della traversata in aqualong; ciò che contava era giungere a Dermathopia il prima possibile per potersi dedicare alle proprie pazze vacanze.
Moss sbadigliò vistosamente: era già annoiato da quella che si era rivelata come una fastidiosa vacanza non annunciata. Zia Helin, la folle di famiglia, lo aveva costretto ad accompagnarla in un altro dei suo viaggi spericolati per esplorare la Terra. Egli non sapeva ancora con precisione che cosa li avrebbe attesi su Dermathopia; probabilmente il solito viaggio trascorso in shopping rituali, compressi da una boutique all’altra, che lui avrebbe trascorso arrancando dietro agli sbalzi d’umore tipici di zia Helin.
Non aveva avuto ancora modo d’informarsi dettagliatamente sull’itinerario, e non che gliene importasse molto; da quanto aveva intercettato in passato da diversi servizi trasmessi da videogrom e inforadio, Dermathopia era una piccola isola vulcanica sperduta, da qualche parte, nell’oceano nei pressi della Sovranazione Nord Koreana. Era un luogo di vacanze esotico, rinomato per i suoi centri termali e le cliniche di bellezza, o qualcosa del genere. Era un’isola molto conosciuta anche fra i ragazzini terrestri, perché ospitava uno dei parchi di divertimenti più mastodontici e spassosi del pianeta”.
Alberto Vertighel è nato a Udine, nel 1987. Nel 2009 ha conseguito la laurea in Lingue Orientali presso l’Università di Urbino, cui sono seguiti periodi all’estero trascorsi fra Inghilterra e Cina. Dal 2011 vive stabilmente a Shanghai, dove lavora nel settore della comunicazione e del PR. È attivo come editor per diverse riviste e siti specializzati sulla Cina, contribuendo con articoli su turismo, viaggi, arte & design, cultura cinese, lifestyle. I racconti di Alberto si concentrano su una rappresentazione crepuscolare dell’alienazione umana, facendo spesso uso di temi e ambientazioni vicine alla fantascienza. Tematiche principali sono la solitudine, i conflitti umani, le dipendenze e la disintegrazione dei legami affettivi. “Dermathopia” – vincitore del Premio ShortKipple 2014 – rappresenta il suo esordio letterario.
Capsule è la collana di Kipple Officina Libraria dedicata ai piccoli capolavori del Fantastico e della SF prettamente italiana, contraddistinti dalla rapidità di lettura e dalla qualità unita alla fruibilità, dove il basso costo di copertina rende le proposte editoriali imperdibili.
Buona lettura.