KIKI – SANGUE A BERLINO-BRANDEBURGO

Caleb Battiago, alias Alessandro Manzetti, ci segnala che è disponibile su Amazon un nuovo titolo in e-book che segna il ritorno in grande stile di Kiki, “che molti lettori mi hanno scritto di volere di nuovo in azione”, ci ha raccontato l’autore. Si tratta di “Kiki – Sangue a Berlino-Brandeburgo” (50 pagine; € 1,99), primo episodio di una nuova serie dedicata alla sensuale killer protagonista del romanzo “Naraka”. Si tratta di un racconto SF/distopico – horror ambientato in una Berlino del XXII secolo, di nuovo divisa da un Muro, con nuovi vecchi personaggi. Questa ennesima grande prova dello scrittore è ancora una produzione indipendente ed è una storia ad alta tensione la cui cover è opera di Ben Baldwin, “che ha dato un volto a Kiki, ci dice Caleb/Alessandro, lavorando su precise specifiche”.

XXII Secolo – Megalopoli di Berlino-Brandeburgo. Un nuovo muro divide la città, i distretti della zona Ovest sono sotto il controllo del governo, presieduto da Basilius Peters, il Rospo Rosso, che sta sperimentando un innovativo progetto di imprinting sociale, grazie ai razionalizzatori, dispositivi biomeccanici di ultima generazione, installati sui cittadini. I distretti della zona Est sono invece affidati dal governo al dominio di due bande criminali, che si dividono territori e attività illegali. Il Bezirk 7 è controllato da Annedore Verkerk, chiamata la Duchessa, e dalla sue legioni di puttane, papponi e chef antropofagi. La Duchessa è specializzata nella prostituzione su larga scala  e nel commercio e distribuzione di carne umana. I suoi megabordelli, come il Krimisa, e i ristoranti cannibalici, sono ormai celebri. I Bezirk 5 e 6 sono invece sotto l’egida di Adonis Vogt, detto Testadiferro, e del suo esercito di tossici, assassini e stupratori. Testadiferro dal suo covo armato, la carcassa di una vecchia stazione della metropolitana, controlla il commercio di super-droghe e il gioco d’azzardo. Una convivenza criminale difficile, i due generali neri faranno presto i conti, per assumere il controllo dell’intera macro-area Est di Berlino-Brandeburgo. Ma sotto la città si muovono altre organizzazioni, quella anarchica degli invisibili, guidati da Jesus, che dominano le fogne, fautori di continui attentati in città, e i fachiri, monaci borderline del XXII secolo, che vivono il loro eremitismo nelle stazioni fantasma della metropolitana. Gli arrivi in città di Messerschmitt, agente del governo israeliano in cerca di una macabra ma preziosissima reliquia, e di Kiki, sensuale killer professionista, punta di diamante della criminalità francese, cambieranno per sempre il destino della Berlino-Brandeburgo dalle due anime, svelando gli orribili segreti del settore rosso del grande Muro.

Diamo ora un’occhiata all’incipit.

Der große Schlange

[Il grande Serpente]

Il muro di termolite azzurra drizza le sue squadrate placche ossee di stegosauro che si alternano sulla schiena: sono le torri di sorveglianza rotanti, i ciclopici occhi rossi che registrano le due sezioni della città, le due facce di Berlino Brandeburgo, i sette Bezirk sparpagliati a est e ovest. Lo chiamano il grande Serpente quel muro di 175 chilometri che divide la megalopoli, quel rettile senza lingua che ha ingoiato la vecchia libertà, dopo averla stritolata nelle sue solide spire, nei muscoli delle curve che delimitano nuovi confini e distretti, accampamenti di follia e orti di sangue. Il grande Serpente che non ha bisogno di fare la muta, la sua pelle infrangibile, i suoi rivestimenti in poliresina, le fasce con gli oblò in acqua flessibile e le squame mimetiche dai pigmenti invisibili, sfidano il tempo.

Die Berliner Mauer II, è questo il vero nome del grande Serpente che vibra millimetri per riassestare la geometria dei suoi ventagli di sfoglie di metallo, la struttura mobile dell’interno dello stomaco, l’infinito tunnel di lega leggera che si dirama dagli esofagi ai fegati, fino alle estremità terminali. Niente coda, niente culo, il Nord e il Sud sono la stessa cosa: due teste identiche. Ma la libertà è una gran figlia di puttana come preda, non bastano forti denti, mascelle orientabili e potenti enzimi. Per digerirla servono acidi col cervello, truppe in grado di tritare piccoli pezzi, polverizzare colonne vertebrali, intaccare il DNA, fotterlo tra i solchi delle sue microscopiche spirali, scolpire un allarme nervoso, urlante, nella memorie genetica della specie. Perché quella preda deve essere non solo liquefatta e finire nella cloaca, deve velocemente estinguersi. Il grande Serpente ha enzimi speciali nelle sue stanze, le milizie della Repubblica e i loro ricchi arsenali, un Presidente pedofilo con i suoi ministri senza denti, labirinti di celle d’isolamento, laboratori e alloggi.

Il ripieno del grande Serpente governa la megalopoli, vive dentro il lungo stomaco. Nel nuovo muro, protetto e sigillato, dalla pancia larga sessanta metri. Una muraglia cinese ingrassata e sonnolenta, che lascia alle bande, ai figli di puttana, il lavoro sporco nei Bezirk 5, 6 ,7, quelli della macroarea Est di Berlino Brandeburgo. Sperimentazione antropologica e genetica, differenziazione di attività, di affari, di religione e di filosofia civile. Un’altra storia rispetto alle macroscopie delle antiche Berlino Est e Ovest, ai carri armati e ai checkpoint di confine dove marines e cosacchi si guardavano storto. La vecchia libertà, sputtanata ancora una volta, gira per la città con le calze strappate e una borsetta piena di preservativi e di compresse di cianuro. Il culo affondato nella puritana zona Ovest e la fica con vista sul balordo Est. (…)

Buona lettura.

A cura della redazione