Regista, attore, produttore, direttore della fotografia, responsabile di uno dei più importanti festival italiani dedicati al cinema horror… Luigi Pastore è questo e molte altre cose, come abbiamo imparato a conoscere nel corso delle tante interviste che gli abbiamo fatto in questi anni. E’ stato fra l’altro uno dei primi amici della Zona Morta, uno dei primi a credere in noi, eppure, nonostante siano passati tanti anni e tanta acqua sotto i ponti, lui è sempre lo stesso e, soprattutto, riesce sempre a stupirci con qualcosa di nuovo. Luigi è fatto così… non si ferma mai! E noi, naturalmente, gli stiamo dietro!
CIAO LUIGI, RIECCOTI NUOVAMENTE FRA NOI PER RACCONTARCI UN PO’ DI TE… E CONSIDERANDO TUTTO QUELLO CHE FAI, NE ABBIAMO DI COSE DA CHIEDERTI. ANZITUTTO, SI E’ CONCLUSA UN MESETTO FA L’EDIZIONE 2014 DELL’ITALIAN HORROR FEST: COME E’ ANDATA?
Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta! Il festival è andato molto bene, e siamo stati fortunati anche con il tempo che ci ha regalato delle splendide serate in riva al mare. Naturalmente è un successo che condivido con il sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta, grande sostenitore di questa iniziativa, insieme al suo prezioso staff di collaboratori e allo stabilimento Pro Loco che ha organizzato e ospitato la rassegna.
QUALI SONO STATI I MOMENTI MIGLIORI E QUALI, SE CE NE SONO STATI, I PEGGIORI DELLA MANIFESTAZIONE DI QUEST’ANNO SECONDO IL TUO PARERE?
Sicuramente la serata con Paolo Ruffini è stata la più divertente, ma anche la più emozionante. Inizialmente la sua presenza è stata vista con una certa curiosità, ma alla fine si è rivelata un successo proprio perché Paolo, oltre a essere un brillante attore comico e showman, è anche un grande esperto di cinema di genere. Straordinario il duetto con Ruggero Deodato, indimenticabile poi l’incontro con Dario Argento e l’appassionato coinvolgimento del pubblico per lo speciale dedicato al film Quattro mosche di velluto grigio. Tra l’altro lo stesso Paolo era emozionato, perché non aveva mai incontrato Dario di persona e forse questo ha reso tutto ancora più magico. Mi ha fatto anche molto piacere notare quanto il pubblico abbia apprezzato la retrospettiva dedicata al nostro Luigi Cozzi, riscoprendo un autore che è entrato di diritto nella storia del cinema. Infine la presenza di Andrzej Zulawski ha davvero aggiunto un valore in più a questa edizione, dove tutto ha funzionato bene.
STAI GIA’ PENSANDO A UNA EDIZIONE 2015 O E’ ANCORA TROPPO PRESTO PER PARLARNE?
Sicuramente è mia intenzione portare avanti il Festival e farlo crescere ancora di più. Non sarà facile, ma mi sto impegnando per renderlo più internazionale e sempre con uno sguardo attento ai nostri autori. Poi, con un pizzico di orgoglio, mi piacerebbe aprire la prossima edizione proprio con il mio nuovo film.
RECENTEMENTE SEI TORNATO DIETRO LA MACCHINA DA PRESA E HAI DIRETTO “VIOLENT SHIT – THE MOVIE”, CHE HAI APPENA TERMINATO DI GIRARE: COSA PUOI DIRCI DI QUESTO PROGETTO?
E’ un film nato quasi per caso, da un incontro con il mio distributore tedesco Steve Aquilina. Insieme al mio socio eravamo andati ad Amburgo per proporgli un progetto che abbiamo coprodotto con una nuova etichetta, quando è venuto fuori il discorso su “Violent Shit”. Steve, che è anche il creatore della saga insieme ad Andreas Schnaas, aveva intenzione di realizzare una nuova versione a distanza di 25 anni dal primo capitolo. Mi ha proposto la regia e io ho subito accettato con entusiasmo, perché mi ha sempre affascinato l’idea di portare in Italia la figura di un serial killer mascherato.
PER QUANTO RIGUARDA LA TRAMA COME TI SEI MOSSO, VISTO CHE TI BASAVI SU UNA TRILOGIA GIA’ PRE-ESISTENTE?
L’idea è stata proprio quella di spostare la vicenda a Roma, prendendo spunto da un fatto di cronaca nera realmente accaduto qualche anno fa, quando fu ritrovato il corpo di una donna senza arti, privo di organi interni e decapitata. Un omicidio brutale per mano di un assassino ancora a piede libero. Così abbiamo immaginato che poteva trattarsi dell’opera di Karl The Butcher, teoria che nella storia del film segue anche l’ispettore tedesco Hans Ebert dell’Interpol (interpretato dallo stesso Steve Aquilina), giunto in Italia per affiancare nelle indagini il suo omologo Aristide D’Amato.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA GESTIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?
Stiamo parlando sempre di un film low budget, quindi le difficoltà sono all’ordine del giorno. Ma ne ero consapevole, pur avendo a disposizione soltanto 9 giorni per le riprese. Ho avuto però la fortuna di lavorare con un cast tecnico e artistico di professionisti, che hanno reso armoniosa la lavorazione del film.
IN QUESTO FILM SEI STATO COINVOLTO A PIU’ LIVELLI: COME REGISTA, CO-PRODUTTORE… VUOI RACCONTARCI COME E’ ANDATA E COME TI SEI TROVATO CATAPULTATO IN QUESTA SITUAZIONE?
Non solo. Ho anche curato la fotografia e monterò io stesso il film, perché ho la visione totale del progetto e sono convinto che un regista debba avere piena conoscenza di tutto il processo creativo e di realizzazione del film. Dopo questa esperienza ho deciso che anche per i prossimi film, se ci saranno, sarò sempre io a curare la fotografia perché rende il tutto decisamente più veloce.
TI SEI TROVATO A LAVORARE A FIANCO DI PERSONAGGI DEL CALIBRO DI STEVE AQUILINA E ANDREAS SCHNAAS, GLI IDEATORI DELLA SERIE ORIGINALE, MA ANCHE DUE GRANDI NOMI DEL PANORAMA SPLATTER-GORE INTERNAZIONALE. COME E ‘ STATO LAVORARE A FIANCO DI DUE MOSTRI SACRI?
Tra me e Steve è nata una profonda amicizia, anche a livello familiare. Sento fortemente la responsabilità di questo film, soprattutto nei confronti dei tantissimi fan di Andreas Schnaas. Spero che il pubblico possa apprezzare questo reboot di Violent Shit, dove ho avuto modo di lavorare con grandi attori come Giovanni Lombardo Radice, Antonio Zequila, Barbara Magnolfi e due straordinari e insoliti interpreti come Luigi Cozzi e Enzo G. Castellari, in un cameo che è già un cult. Poi le musiche firmate dal maestro Claudio Simonetti renderanno ancora più interessante il film, in cui trionfano gli effetti ultra gore firmati da David Bracci (che già aveva lavorato con Schnaas in Demonium).
VUOI FARCI QUALCHE RIVELAZIONE SUL TUO FUTURO E SUI TUOI PROSSIMI PROGETTI?
Come ti dicevo ho un socio con cui ho fondato la nuova etichetta LPLM Produktion per il mercato tedesco e internazionale. Al prossimo “Weekend of Horrors” presenteremo proprio il primo film di questa nuova linea produttiva, intitolato Hippocampus M 21th, opera prima del regista alemanno Alexander Fennert, che si ispira al lavoro di Rino Di Silvestro con un linguaggio molto personale.
Per i più curiosi è disponibile la pagina web http://www.hippocampusm21th.com/home.html.
E CON QUESTO PER ORA E’ TUTTO… MA VEDRETE CHE LUIGI TORNERA’ ANCORA A FAR PARLARE DI SE’ MOLTO PRESTO!