“Dove stiamo volando” è il titolo del celebre romanzo pubblicato per la prima volta nel 1972 dall’indimenticato Vittorio Curtoni, ma può essere una domanda quanto mai lecita, anche oggi, da chi per professione o passione si occupa di scienza e/o fantascienza. Come sarà il nostro futuro? La scienza ci aiuterà a risolvere i problemi che stiamo causando al pianeta? L’uomo sarà in grado di gestire la rivoluzione tecnologica? Delle argomentazioni che attanagliano il genere umano sotto l’aspetto tecnico – scientifico, politico e sociale, ma anche sotto quello più meramente speculativo e dal punto di vista della letteratura fantascientifica se n’è discusso nella serata di venerdì 7 novembre a Napoli al Centro di cultura e benessere Healthy, situato nel quartiere Vomero, nell’anteprima del Congresso nazionale di futurologia (tenuto il giorno 8 nello spazio eventi di Città della scienza e organizzato dall’Iif – l’Italian institute for the future con la collaborazione della Fondazione Idis – Città della scienza, di enti pubblici tra cui il Comune di Napoli e privati).
Ad animare il denso dibattito sono stati scrittori, giornalisti e divulgatori scientifici che si sono confrontati, con ampie argomentazioni, sulle prospettive del progresso nella società, sulle attese che l’evoluzione tecnica ha determinato nell’uomo e sulle dinamiche sociologiche e psicologiche che essa ha innescato. La serata è stata introdotta da Alessandra Clemente, assessore ai Giovani, creatività e innovazione del Comune di Napoli, la quale ha sottolineato la necessità, da parte delle Istituzioni, di dare impulso a incubatori scientifici e culturali che fungano da stimolo alle giovani generazioni. Queste ultime, infatti, possiedono un elevatissimo tasso di specializzazione che non deve andare sprecato e che occorre utilizzare in iniziative tese a creare nuove opportunità lavorative. Riprendendo la riflessione dell’assessore Clemente, il presidente dell’Iif, Roberto Paura, ha espresso l’auspicio che il Congresso nazionale di futurologia contribuisca a promuovere azioni finalizzate a generare politiche di lungo termine nel Paese in ambiti e scenari tecnico-scientifici. In special modo nella ricerca che in Italia ha bisogno di investimenti sempre più necessari. E’ stato quindi il turno del giornalista scientifico Lorenzo Pinna, che ha al suo attivo numerosi testi di divulgazione scientifica alcuni dei quali redatti insieme al noto conduttore televisivo Piero Angela. Tra questi “Uomini e Macchine – La sfida dell’innovazione”, edito nel 2014 da Bollati-Boringhieri (con postfazione di Piero Angela). L’interrogativo che l’autore si è posto nel libro è: l’automazione sarà un vantaggio o un pericolo? Pinna prende le mosse dalla prima e dalla seconda Rivoluzione industriale e dal grande balzo in avanti che l’uomo ha compiuto in un periodo breve rispetto alla sua storia. In special modo nella seconda Rivoluzione industriale i cambiamenti nella società sono stati epocali. Proprio su questo si è concentrato l’intervento del giornalista, il quale ha posto l’accento sulle funzioni delle macchine prima e sui sofisticati robot dopo, che se da un lato hanno portato a liberare l’uomo dalla fatica dall’altro, sempre più spesso, ne hanno preso il posto nel lavoro. L’automazione, quindi, è importante ma l’uomo deve riuscire a convivere con la rivoluzione tecnologica la quale al contempo porta vantaggi e cambiamenti sociali che possono divenire preoccupanti se non ben governati.
E da qui sono partiti gli scenari sotto l’aspetto fantascientifico, analizzati in un’imperdibile tavola rotonda per gli amatori del genere con spunti provocatori e riflessioni da parte di Dario Tonani, Giovanni De Matteo e Francesco Verso, esponenti di punta della science fiction italiana. Il dibattito è stato abilmente condotto dal giornalista e saggista Carmine Treanni, curatore di Delos science fiction. Anche qui tante le domande. Ne riportiamo alcune: cosa rappresenta il futuro per uno scrittore di fantascienza? E’ possibile guardarlo con fiducia o con pessimismo? Qual è lo stato di salute della fantascienza come genere letterario? E’ direttamente collegato alle evoluzioni tecniche e scientifiche?
Per chi conosce la vivacità dei tre scrittori potrà immaginare come le risposte abbiano spaziato in una molteplicità di affascinanti considerazioni. Per Tonani oggi la fantascienza parla meno di scienza e più di tematiche sociali, politiche ed economiche e anche il mestiere di chi pensa e si occupa di futuro è cambiato in quanto nel futuro ci siamo già. Secondo Giovanni De Matteo lo scrittore di fantascienza, al di là dell’ottimismo o del pessimismo con il quale guarda il futuro, offre punti di vista sulla società e, alcune volte, può tracciare scenari che si verificano ma si tratta solo di casualità. Mentre Francesco Verso ha fatto presente come gli scrittori di science fiction, senza essere profeti, nelle loro opere possono dare avvertimenti. Il rapporto tra scrittori e scienziati nell’esaminare il futuro potrebbe essere molto più proficuo e costruttivo. Sostanzialmente negativo il parere sulle prospettive del genere letterario fantascientifico in Italia in quanto soffre la concorrenza di altri ben più radicati come il giallo, l’horror, il thriller o il noir, non regge il confronto con la spettacolarizzazione offerta da cinema o televisione, in aggiunta con il fenomeno del self publishing ci sono molte più pubblicazioni nel panorama letterario e ciò, specie sotto l’aspetto della qualità, non giova a nessuno.
In conclusione dell’incontro, Carmine Treanni, richiamando nel dibattito anche Lorenzo Pinna ha chiesto quale fosse il pensiero sulla scienza e sulla fantascienza cupa o cosiddetta solare. “Se fino agli anni Settanta – ha asserito Pinna – la scienza era vista come progresso per uscire dall’arretratezza oggi è vista come sintesi di prevalenti interessi economici delle multinazionali”. Dello stesso tono è stata la risposta di Dario Tonani secondo il quale si è persa la fascinazione della ricerca spaziale. Anche per questo la science fiction non interessa più tanto e nel duello tra quella cupa e quella solare vince la prima. Giovanni De Matteo e Francesco Verso per un nuovo ottimismo hanno provocatoriamente sottolineato che occorrerebbe un mutamento radicale nella società, magari qualcosa di totalmente opposto al Capitalismo. Insomma, viviamo in una società complessa che per certi versi ha risvolti inquietanti e che sotto molti aspetti ha provocato disillusione, coinvolgendo in ciò anche gli intellettuali e gli scrittori di fantascienza.
Forse c’è bisogno di tornare a credere nel futuro e a questo proposito ci piace ricordare due episodi avvenuti di recente e precisamente mercoledì 12 novembre. Si tratta di due avvenimenti di grande rilievo per la scienza e per il futuro del nostro pianeta. Il primo ha riguardato una conquista spaziale straordinaria, di cui si è ampiamente parlato sui mass media, ossia dell’atterraggio su una cometa, per la prima volta nella storia dell’umanità, di un oggetto realizzato dall’uomo. Stiamo parlando del lander Philae, che dopo dieci anni di viaggio nello spazio è giunto sulla Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, trasportato dalla sonda Rosetta. Il secondo, invece, interessa più direttamente la Terra e la sua salute, ed è lo storico accordo bilaterale sull’ambiente tra la Cina e gli Stati Uniti, siglato tra il presidente cinese, Xi Jinping, e il suo omologo Usa, Barack Obama, per la riduzione dei gas che provocano l’effetto serra. Entrambe sono notizie che, in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo, portano una certa dose di ottimismo. O per meglio dire sono spiragli di luce in tempi bui e sono anche segno che quando scienza, politica e industria fanno sistema si raccolgono positivi frutti che possono tornare a farci sperare in un domani migliore.