Luigi Bernardi continua a stupire per il suo essere controcorrente nelle scelte editoriali e per come riesce a impostare in modo originale una collana di autori italiani. Le copertine della Walkietalkie di Perdisapop sono dei piccoli capolavori artistici, realizzati con cura da Onofrio Catacchio che ha trasformato i disegni in una mostra itinerante. I testi – possono piacere o non piacere – ma tutto si può dire meno che non si tratti di scelte coraggiose.
Bernardi inserisce in catalogo romanzi neri, storie violente, racconti horror e narrazioni soprannaturali scritte da italiani, superando lo storico pregiudizio che un autore nostrano debba scrivere solo di commissari panzoni che amano il sole, la cucina, la mamma e nel tempo libero danno la caccia ai criminali…
In questo contesto salutiamo con piacere la pubblicazione della bella raccolta di racconti A Mon Dragone c’è il diavolo di Giona A. Nazzaro (205 pagine; 14 euro), autore noto come critico cinematografico amante dei generi che si dimostra abile costruttore di trame da horror fantastico. In questo caso il coraggio di Bernardi è duplice, perché supera anche il pregiudizio sulle raccolte di racconti, accusate di non vendere abbastanza per giustificare la pubblicazione. Mi permetto di dire che se per racconti intendiamo sterili esercizi di stile – come Il ventre della macchina di Veronesi o La più grande balena morta della Lombardia di Aldo Nove – è più che logico che il pubblico risponda con disinteresse. Il racconto horror, invece, sullo stile di Stephen King, ispirato da Lovecraft, Lansdale, ma anche dal cinema di Lucio Fulci e dalle trame di Dardano Sacchetti, ha ragione di esistere.
Giona A. Nazzaro narra nove storie dell’orrore senza speranza, ambientate in un Sud Italia di fantasia, un ambiente povero, desolato e bruciato dal sole. Sono storie di bambini che incontrano il maligno, apparizioni fantastiche e soprannaturali, metafore del male e del lato oscuro della realtà. Giona A. Nazzaro sfoggia grande cultura cinematografica raccontando esorcismi e possessioni demoniache che ricordano sequenze de Il demonio di Brunello Rondi, ambientato in un desolato paese degli Abruzzi. Lo stile di Nazzaro è molto raffinato, ma al tempo stesso piano e comprensibile, racconta senza eccedere in virtuosismi letterari, ispirandosi a leggende del meridione italiano e a storie che affondano le radici nella mitologia popolare. Un buon lavoro, una nuova scommessa di Perdisapop e di Luigi Bernardi che ci auguriamo vincente.
Pedisapop lancia anche due nuove collane. La prima è I libri di Lame a trama, che raccoglieranno le antologie legate al più prestigioso premio nazionale dedicato al racconto breve giallo e noir. La seconda è Rumore bianco, libri su mitografie contemporanee, ritratti di scrittori, artisti, eventi, città, oggetti, riflessioni sul passato e sul presente. Rumore bianco è una collana che si ispira all’omonimo romanzo di Don De Lillo e si propone di aprire uno squarcio di luce nel quotidiano. Si parte con Jean Claude Izzo – Storia di un marsigliese dell’apprezzata giornalista Stefania Nardini. Tutto questo è merito della vitale fantasia di Luigi Bernardi. Un mito della narrativa di genere contemporanea…