FANTASCIENZA STORY 08

ANTEPRIMA DEGLI ANNI CINQUANTA

Fino a questo momento abbiamo parlato di film che, tranne alcuni rari casi, avevano soltanto qualche spunto o accenno fantascientifico: questo perché, praticamente fino al 1950, le produzioni veramente di science fiction sono rare e predominano invece il fantastico e l’orrore.

La vera esplosione della fantascienza si avrà nel 1950 con Uomini sulla Luna e da quel momento, sull’onda del successo ottenuto da questa pellicola, che trovava la sua origine nel vertiginoso ritmo del progresso tecnologico americano e nella nascente paura della guerra atomica, il mercato mondiale sarà letteralmente invaso da film di fantascienza.

Anche il cinema inglese abbandonerà ogni tanto la tematica dell’orrore, accostandosi, quasi sempre con tono volutamente pessimistico, alla science fiction.

In questo periodo, quindi, dalla comparsa de Il dottor Cyclops fino a Uomini sulla Luna, i veri film di fantascienza degni di menzione, si possono contare sulle dita di una mano.

E’ il caso di ricordare velocemente L’uomo che non poteva essere impiccato (The Man they Could not Hang) del 1939 per la regia di Nick Grinde: il Dottor Saavard ha inventato un cuore meccanico in grado di ridare la vita ai morti, ma viene condannato e impiccato per aver provocato, durante un suo esperimento, la morte del proprio assistente che fungeva da cavia. L’assistente dello scienziato ruba il corpo di Saavard (Boris Karloff) e lo riporta in vita. L’uomo è assetato di vendetta e, simulando un suicidio, comincia a uccidere tutti i giurati che decretarono la sua morte. Un giornalista, indagando, scopre la verità, ma viene imprigionato da Saavard: solo sua figlia cerca di fermarlo e muore nel tentativo. Lo scienziato allora si precipita nel suo laboratorio e, pur essendo stato colpito a morte dalla polizia, fa resuscitare la figlia e poi muore.

Nel 1939 Humphrey Bogart è costretto, per il ferreo contratto che lo legava alla produzione, ad interpretare Il ritorno del Dottor X (The Return of Doctor X), di Vincent Sherman, seguito del film del 1932, in cui lo scienziato resuscita come vampiro.

Sempre nel 1939 abbiamo un interessante pellicola di Tim Whelam Ali che non tornano (Q. Planes), una storia di aerei sperimentali scomparsi e catturati, come si scopre in seguito, da una nave in grado di emettere da un’apparecchiatura quello che oggi chiameremmo  un “raggio traente”. Tra gli interpreti Laurence Olivier e Ralph Richardson.

Stesso anno per 1000 Km al Minuto di Mario Mattioli, che è la storia di due amici, i quali, seguendo una ragazza allo scopo di restituirle la borsetta, si trovano nel laboratorio del padre scienziato e poi finiscono con lui dentro a un’astronave diretta al pianeta Marte. Il viaggio però non ha seguito e, dopo un breve volo, tornano sulla Terra diventando comunque famosi.

Nel 1940 Vincent Price, praticamente esordiente, interpreta Il ritorno dell’uomo invisibile (The Invisible Man Return) per la regia di Joe May e in DVD grazie alla Sinister Film. Il film parla del fratello di quel Griffin, interpretato da Claude Rains nella prima pellicola, che è costretto ad inoculare il pericoloso liquido che rende invisibili a un uomo innocente (Price) accusato di omicidio che, da invisibile e cercando di resistere agli effetti allucinogeni della sostanza, scopre il vero colpevole.

Dello stesso anno è il film Notti di terrore (The Devil Bat) di Jean Yarbrough che verrà poi rieditato come Minaccia occulta, dove un affaticato Bela Lugosi ingigantisce un pipistrello per mandarlo a compiere le sue vendette. In DVD dalla Fox Video.

E’ sempre del 1940 La Donna Invisibile (The Invisible Woman), che narra la storia di una ragazza che, appunto, diventa invisibile e, grazie a questa possibilità, riesce non solo a smascherare degli spacciatori di droga, ma anche a vendicarsi del suo tirannico datore di lavoro, fino al finale dove, addirittura, mette al mondo un bambino invisibile. La regia è di Edward A. Sotherland.

Prima che mi impicchino (Before I Hang – 1940) di Nick Grinde, interpretato da Boris Karloff è la storia  della scoperta di un siero che fa  ringiovanire, ma che è anche portatore di violenza criminale in quanto il farmaco è stato realizzato con del sangue di un criminale. Lo scienziato verrà ucciso durante una delle sue crisi.

Sempre dello stesso anno di nuovo troviamo Boris Karloff  in Uomini dalle nove vite  (The Man with Nine Lives), ancora per la regia di Nick Grinde: il Dottor Mason, durante una vacanza con la fidanzata, capita nei pressi della casa del Dottor Kraaval (Boris Karloff). L’uomo è scomparso da dieci anni e Mason (Roger Pryor) trova una grande porta metallica nella casa deserta, l’apre e, con stupore, trova i corpi congelati di Kravaal e di altre persone. Utilizzando la procedura di Kraaval, Mason li riporta in vita e lo scienziato gli svela che, per un incidente, era rimasto chiuso nella cella. I due scienziati si mettono al lavoro per scongelare gli altri pazienti, ma Judith (Joan Sayers) ha stupidamente distrutto il liquido rivitalizzante che si ricava dal corpo umano, per cui per far tornare in vita gli altri, diventa necessario prendere il liquido da due pazienti i quali, in questo modo, sono destinati a morire. La polizia irrompe nella casa, insospettita dall’andirivieni in una villa che doveva essere disabitata, e uccide Kraaval. Lo scienziato riesce, prima di morire, ad affidare la formula della sua scoperta al collega.

Sul sentiero dei mostri (One Million B.C.) di Hal Roach è del 1940. La storia è imperniata sulle imprese di un giovane guerriero, Tumak, interpretato da Victor Mature (1915 – 1999) qui nel suo primo ruolo da protagonista, il quale appartiene a una tribù primitiva di cacciatori brutali  che incontra la giovane  Loana (Carole Landis) la quale invece fa parte di una tribù pacifica. Il mondo di Tumak è abitato da dinosauri il che, come ora sappiamo, è cronologicamente sbagliato. Il nostro eroe è stato scacciato dalla propria tribù alla quale appartiene anche il vecchio ex capo Akhoba, interpretato da Lon Chaney Jr. ma vi torna in tempo per salvare i suoi ex compagni da un’eruzione vulcanica e dalle grinfie di un mostro preistorico. Ottenuto il ruolo di capo egli fonde le due tribù in una sola con vantaggi reciproci. Il film ha una suggestiva apertura con un archeologo che narra la storia dei due attraverso i graffiti trovati in una caverna, tra gli ascoltatori ci sono lo stesso Mature e Landis in panni moderni. In realtà l’inizio del film doveva essere diverso, anzi, era già stato girato e vedeva i due protagonisti nei panni di due archeologhi che dovevano tenere una conferenza e dalle loro parole si schiudeva il film. Ma ad Hal Roach la scena non piacque e la rifece ambientandola invece in una caverna.

I mostri sono stati realizzati usando degli iguana truccati e opportunamente fotografati da Fred Knoth mentre uno stuntman, Paul Steder, veste i panni di un Tirannosauro. Molto ben fatte le scene dell’eruzione con la lava che inghiotte alcuni fuggitivi. Si tratta di un Front Proiection e gli attori erano posti dinanzi a uno schermo ma le sequenze sono veramente eclatanti per l’epoca. Le scene del combattimento di due giganteschi rettili (sempre due iguana) e quelle del terreno che si spacca e si apre sotto la violenza del terremoto sono state spesso saccheggiate e messe in altri film (Tarzan contro i Mostri, Il mostro che sfidò il mondo, ecc…). La regia è stata curata anche da Hal Roach Jr. mentre il produttore associato D.W. Griffith dal cui racconto Man’s Genesis, era stato tratto il film, ha voluto togliere il suo nome dalla pellicola per disaccordi con Hal Roach.

Invece, per quanto riguarda Carole Landis, dobbiamo segnalare il suo suicidio avvenuto alla giovane età di 24 anni a causa di un amore non ricambiato seriamente da Rex Harrison. I due erano entrambi sposati e l’attore non volle abbandonare la propria moglie per cui la Landis si suicidò con una eccessiva dose di barbiturici lasciando una lettera per la madre nella quale accusava Rex Harrison del suo suicidio. Il film è edito dalla Mosaico Media.

Nel 1941, ad opera del regista Victor Fleming, viene prodotta un’ennesima versione del Dottor Jekyll e Mr.Hyde (Doctor Jekyll and Mr. Hyde), interpretata da Spencer Tracy, Ingrid Bergman e Lana Turner, una versione che si rivela interessante per alcune sequenze oniriche del sogno di Jekyll-Hyde. Il DVD è della Stormovie.

Sempre nel 1941 esce A sud di Panama (South of Panama) di Jean Yarbrough, storia di banditi che rubano un’invenzione che rende invisibili gli oggetti; sarà la sorella dell’inventore a sconfiggerli.

E’ del 1942 Il mostro pazzo (The Mad Monster) di Sam Newfield: il solito scienziato trasforma un innocuo vecchietto in un sanguinario assassino.

Ancora nel 1942 abbiamo Joe l’Inafferrabile (The Invisible Agent), tra gli interpreti abbiamo Peter Lorre e Sir Cedric Harkwicke, dove il personaggio creato dalla fervida mente di Herbert G. Wells viene usato a scopo politico. Paracadutato in Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale, assolve i suoi compiti nella lotta contro il nazismo in maniera perfetta. Regia di Edwin L. Marin.

Return of the Ape Man, di Philip Rose (1942) ex inedito poi presentato alla televisione italiana, si avvale dell’interpretazione di John Carradine e Bela Lugosi e narra la storia di uno scienziato che, tanto per cambiare, ha trovato il modo di resuscitare i morti e ha poi trovato, in mezzo ai ghiacci, il corpo di un uomo preistorico: per farlo tornare in vita uccide il suo assistente per poter trasferire parte del suo cervello nel cadavere preistorico; il finale vede il mostro uccidere lo scienziato e perire, come è d’obbligo, tra le fiamme del laboratorio.

Le Avventure del Barone di Munchausen (Munchausen), per la regia di Josef Von Baky, una pellicola a colori del 1943 è una delle migliori trasposizioni delle fantastiche avventure del Barone, se non la migliore, suggestiva nella storia e dignitosissima negli effetti speciali. Un anello gli permette di non invecchiare e di vivere le sue formidabili avventure, ma, stanco, se lo toglie per poter invecchiare serenamente

Per amore della precisione vale la pena di ricordare anche due Tarzan a carattere fantascientifico: il primo è Tarzan contro i mostri (Tarzan’s Desert Mistery) di Wilhelm Thiele del 1943. Per poter trovare dei frutti che hanno miracolosi effetti curativi e che servono a Jane, Tarzan (Johnny Weissmuller) si dirige in una valle preistorica nascosta dove troviamo piante carnivore e un ragno gigantesco. Mentre compie la sua ricerca deve combattere anche delle spie tedesche. DVD: Sinister Film. Del secondo parleremo tra un attimo.

Un film da segnalare è del 1944 e s’intitola La rivincita dell’uomo invisibile (The Invisible Man Revenge) per la regia di Ford Beebe, con buoni effetti speciali e che segnala una delle prime apparizioni di John Carradine nel campo fantascientifico. Alcune scene sono notevoli, come quella del dottore che illustra alla futura cavia i suoi esperimenti, il suo nuovo processo, mentre tutto intorno sembra svolgersi una invisibile vita animale: in realtà si tratta dei soggetti che il dottore ha usato in precedenza per i suoi esperimenti. Il film rivela una certa tendenza al vampirismo, in quanto il protagonista, per tornare visibile, deve sottoporsi a continue e complete trasfusioni di sangue. La conclusione, con la morte del criminale invisibile, è tipica e vale la pena di riportarla. Commentandone la morte, un ispettore di polizia  dichiara:

“Era malato di mali immaginari. Combatteva con le ombre. Bisogna compatirlo in fondo, perché, senza saperlo, aveva varcato i limiti imposti dalla natura. Quello che l’uomo dà gli viene reso. La natura paga inesorabilmente i suoi debiti e fino all’ultimo soldo…”

Una simile conclusione sarà il concetto base di molti film a venire: la sfida contro la natura che, offesa, si ribella e colpisce a sua volta. E’ un aspetto di quel tono pessimistico, in parte ingiustificato, caratteristico della cinematografia americana, quasi uno scusarsi per il progredire della scienza, della tecnologia e della civiltà. In realtà si tratta di un metodo propagandistico apparentemente sottile, ma che risulterà evidentissimo negli Anni Cinquanta e sul quale avremo modo di ritornare. Intanto vi diciamo che il film è disponibile per la Sinister Film.

Restiamo nel 1944 per parlare de La Donna e il Mostro (The Lady and the Monster) che conobbe come secondo titolo in riedizione: Il Cervello Mostro, regia di George Sherman: un cervello viene mantenuto in vita da due scienziati. Esso apparteneva a un uomo ricco e potente, dotato di fortissima personalità. E la forza del suo pensiero guida uno dei due scienziati (Richard Arlen) a eseguire i suoi voleri. La trama s’ispira a un libro di Curt Siodmak, Il Cervello di Donovan, e ne verranno fatti degli altri remake. La Emi Film lo ha editato in DVD.

Sempre nel 1944 abbiamo Il Fabbricante di Mostri (The Monster Make) di Sam Newfield. Il solito scienziato pazzoide, fuori di testa perché la donna che ama lo ha respinto, si vendica sul padre di lei, un famoso pianista, iniettandogli un preparato che causa l’acromegalia, una malattia della ghiandola pituitaria che provoca l’ingrossamento sproporzionato degli arti superiori e inferiori. Il poveretto diventa quindi un mostro, ma anche lo scienziato verrà punito del malfatto.

Ricordiamo, nel 1945, La sfida di King Kong (White Pongo) soltanto e unicamente perché riprendeva il successo del suo predecessore. Il regista Sam Newfield propone una storia ridicola e assurda su un “gorilla buono”, recitata in modo penoso e zeppa di sequenze tolte di peso da un documentario sull’Africa.

Dimmi Addio (Repeat Performance) del 1947 per la regia di Alfred L. Werker è in realtà una struggente storia d’amore fantastica che vede la protagonista (Joan Leslie) nei panni di un’attrice che non sentendosi più amata dal marito lo uccide, ma si pente poi amaramente del suo gesto e cerca di tornare indietro nel tempo per impedire l’omicidio, senza riuscirvi. L’unica cosa che riuscirà a ottenere sarà di non essere lei l’assassina.

Commedia a piccolo spunto fantascientifico è Gli Affari di suo Marito (Her Usband’s Affair) di Sylvan Simon sempre del 1947: due agenti pubblicitari ritengono di aver trovato una lozione depilatoria estremamente valida, ma si accorgono, invece, che ha l’effetto contrario: fa crescere i capelli.

E ancora, siamo adesso nel 1948, vogliamo ricordare La macchina ammazzacattivi di Roberto Rossellini. La data va intesa come inizio della lavorazione del film, che fu completato nel 1951, con ogni probabilità, dagli assistenti di Rossellini, Massimo Mida Puccini e Renzo Avanzo. Comunque sia, la pellicola narra la storia fantastica di un uomo che si accorge che la sua macchina fotografica ha il potere di cancellare gli uomini malvagi e, per questo, comincia a farne uso, ma ben presto, si rende conto che dovrebbe eliminare una enorme percentuale di esseri umani.

Come abbiamo già avuto modo di dire il mito di Atlantide ha attirato parecchi cineasti. Oltre alla pellicola del 1921 di Jacques Feyder intitolata L’Atlantide (Atlantide) e a quella del 1932, Atlantide (Die Herrin von Atlantis) di George Wilhelm Pabst, abbiamo anche Atlantide (Siren of Atlantis) di Gregg G. Tallas (1948) e L’Atlantide (L’Atlantide) di Bob Swaim (1992), oltre al fantascientifico Atlantide, Continente Perduto (Atlantis, the Lost Continent) di George Pal (1961).

Questi, più altri film, dove Atlantide è un continente misterioso o scomparso, sono d’ambientazione alla vicenda (La Donna Eterna, Totò Sceicco, La Dea della Città Perduta, ecc…) e hanno la stessa storia in comune e con poche variazioni: due uomini perduti nel deserto che arrivano alla misteriosa Atlantide dove uno di loro s’innamora della bellissima regina. Mentre uno dei due muore l’altro, l’innamorato, riuscirà a fuggire ma con il desiderio di tornare dalla misteriosa amata.

Restiamo nel lontano 1948 per parlare di Donne nella notte (Women in the Night) diretto da William Rowland e interpretato da William Henry e da Tala Birell; siamo in Giappone, dove un gruppo di scienziati scopre il raggio cosmico, un raggio capace di scatenare le più orribili atrocità. Gli alleati tedeschi vorrebbero però impadronirsene per causare un nuovo e devastante conflitto mondiale nel quale loro ne uscirebbero vincitori assoluti. Solo un gruppo di giovani ragazze cinesi riuscirà a penetrare nel laboratorio e a distruggerlo, mantenendo così l’equilibro e la pace mondiale.

Poi ricordiamo, come detto, un secondo film dedicato all’eroe ideato da Edgar Rice Burroughs, Tarzan e la fontana magica (Tarzan Magic Fountain) di Lee Sholem (1948). Questa volta il nostro eroe (Lex Barker) conduce un’aviatrice in un luogo misterioso della giungla dove si trova una fontana, la cui acqua miracolosa può ridare la giovinezza. Tarzan e la donna sono seguiti da loschi avventurieri che vogliono impossessarsi della fonte.

La notte ha mille occhi (Night has a Thousand Eyes1948) di John Farrow, tratto da un ottimo romanzo di Cornell Woolrich, presenta le vicende di un illusionista (uno stupendo Edward G. Robinson) che possiede il dono maledetto di prevedere eventi luttuosi. Egli proverà a cambiare il destino senza riuscirvi e anzi, sacrificherà la sua vita, per salvare quella di una ragazza che in realtà è sua figlia. Il finale è dolcemente allucinante; dopo aver salvato la fanciulla ed essere stato colpito dai poliziotti che lo credevano colpevole, gli trovano nelle tasche una lettera indirizzata al fidanzato della ragazza:

… quando leggerete questa io sarò disteso ai vostri piedi, ucciso dalla pistola che si era inceppata ieri sera. Nessuno è responsabile: la mia morte era certa quanto gli altri eventi che avevo annunciato. Qualcuno di voi che ora mi ha visto morire dubiterà di me, crederà che questi eventi siano stati da me truccati o che siano il frutto di inspiegabili coincidenze, ma voi non vi accontenterete di questa spiegazione. Il mio strano destino deve avervi fatto riflettere, deve convincervi che sulla Terra vi sono cose… cose segrete, oscure, misteriose…

Dello stesso anno è Il signore e la sirena (Mr. Peabody and the Mermaid – 1948) di Irving Pichel con William Powell, dove il protagonista cattura una sirena e la mette nella grande vasca della sua villa, sarà poi costretto a liberarla rischiando pure di annegare, ma la fantastica creatura lo salverà.

Nel 1949 segnaliamo un film umoristico con Gianni e Pinotto dal titolo Il cervello di Frankenstein (Abbott and Costello Meet Frankenstein), il quale merita una menzione se non altro perché attorno ai due comici americani, ruotano i più famosi interpreti di film dell’orrore: Bela Lugosi nella parte di Dracula, Glenn Strange in quella di Frankenstein e Lon Chaney Jr. nel ruolo ormai consacrato di Larry Talbot, l’uomo lupo. La regia è affidata a Charles T. Barton e l’edizione malfatta in DVD è della Hobby & Work.

Lo stesso anno esce Quando torna Primavera (It Happens Every Spring) di Lloyd Bacon, una commedia fantastica interpretata da Ray Milland nei panni di un professore molto timido che ama la sua preside. Anticipando Un Professore tra le Nuvole e Flubber egli inventa una vernice che respinge il legno e quindi, spalmandola sulle palle da baseball, esse diventano imprendibili dai battitori per cui diventa un campione sportivo. Assieme al successo trova anche l’amore.

Giovanni Mongini