FANTASCIENZA SCRITTA E CINEMATOGRAFICA – PARTE 4
IL FANTASMA DELLO SPAZIO (Phantom from Space)
“A Washington, negli archivi della Central Bureau, vi è la documentazione relativa a una vicenda talmente strana che resta difficile classificarla. E’ la storia di un gruppo di persone che nel corso di una notte disperata arginarono un’ondata di panico indescrivibile.
Il tutto ebbe inizio al tramonto, alle 7.15 mentre gli aerei del primo volo delle pattuglie costiere tornavano alla base, mentre gli aerei da trasporto dell’aeronautica si dirigevano verso il Giappone sulle consuete rotte, mentre la Marina e la Guardia Costiera provvedevano alla vigilanza e mentre dall’Equatore all’Antartide la rete radar sorvegliava il cielo con instancabili occhi.
Alle 7.19 un oggetto non identificato fu avvistato a duecento miglia a sud-ovest di Punta Barrow.
7.27: oggetto non identificato su Fitbank, in Alaska, rotta sud-sud-est 170 gradi, quota 75.000 piedi, velocità 8.000 chilometri all’ora. Allarme Bianco.
Alle 7.39 l’oggetto era a duecento miglia a ovest di Vancouver, nella Colombia Britannica, rotta 170 gradi, quota 70.000 piedi, velocità ridotta a 5.700 chilometri all’ora. Allarme Giallo.
Alle 7.54 si alzano gli aerei per intercettare l’oggetto ottanta miglia a ovest di San Francisco in California.
Alle 7.55 l’oggetto sorvola il punto di intercettazione. Allarme Rosso.
Alle 8.11 avvistato a Morrow Bay in California, quota 10.000 piedi, velocità 3.000 chilometri all’ora.
Alle 8.15 a Santa Monica in California, quota 10.000 piedi, velocità 1.200 chilometri all’ora.
Alle 8.18 scompare ogni traccia dell’oggetto. Cessa l’Allarme Rosso.
Dalle 8.25 cominciano a pervenire al Centro Comunicazioni di Los Angeles segnalazioni di forti interferenze sulle ricezioni radio e televisive da tutta la zona costiera.”
Causa di tutti questi disturbi è uno strano personaggio con indosso tuta e casco particolarmente adatti al volo ad alta quota che, inseguito da poliziotti e militari, è costretto a togliere diventando completamente invisibile.
La tuta è fortemente radioattiva, mentre il casco viene portato all’Istituto di Ricerche Griffith, per gli esami del caso.
Lo strano essere si aggira però nei dintorni dell’Istituto, per lui è necessario e vitale, ogni tanto, indossare il casco per potervi respirare l’aria in esso contenuta.
Per tutto il film un gruppo di terrestri costituito da uno scienziato, dal Tenente di polizia Hazen (Ted Cooper), dal Maggiore Andrews (James Seay) e da altri che desiderano solamente aiutarlo e, sempre per tutta la pellicola, lo spaziale se ne guarda bene dall’essere soccorso.
Lo scienziato di turno, il dottor Wyatt (Rudolph Anders), dopo aver scoperto che l’aria contenuta nel casco è costituita in gran parte di metano e altri gas sconosciuti, cerca e probabilmente trova, una valida spiegazione all’invisibilità e allo scopo perseguito da questo essere qui, sulla Terra.
Wyatt: “Il corpo umano è composto di vari elementi a base di carbonio… ora immaginiamo che il corpo del signor X abbia una composizione analoga, ma contenga silicio, invece di carbonio… è possibile che un corpo così composto, immerso in una atmosfera diversa dalla sua originale, possa essere invisibile ai nostri occhi… tutto ci fa pensare che si tratti di… di un superuomo, un essere dotato di una intelligenza molto superiore alla nostra… Prima di tutto la signora Randall (Noreen Nash) ha visto una mano, con dita simili alle nostre e con pollice opponibile, questo già di per sé è un segno di intelligenza. Egli viene poi da una civiltà che è riuscita a realizzare mezzi di trasporto spaziali che gli hanno permesso di raggiungere la Terra. Noi non abbiamo ancora trovato il mezzo di raggiungere un altro pianeta, sia pure nel Sistema Solare… La nave spaziale o il mezzo qualunque fosse con cui è venuto era dotata di propulsione magnetica anziché di energia atomica e in qualche punto dello spazio essa si è trovata in condizioni per cui la gravità terrestre l’ha attirata in giù ed è caduta nell’oceano. Quell’uomo ha potuto salvarsi e ha raggiunto la spiaggia.”
Mentre il misterioso alieno sta ancora una volta cercando di rifornirsi di “aria”, pur essendo circondato dagli uomini che sono dentro all’Istituto, pare ascoltare ciò che i terrestri vogliono dirgli. Uno di loro, addirittura, cerca di ripetere degli strani segnali tipo Morse per mettersi in contatto con lui e gli altri stanno preparando le lampade all’infrarosso che permettono di vederlo.
Purtroppo, però, fra di loro si è inserito un curioso e pedante giornalista che, con l’intento di fotografarlo, o se non lui almeno il casco apparentemente sospeso a mezz’aria, fa scattare il flash il cui lampo spaventa l’alieno che si libera del prezioso casco buttandolo per terra. Cadendo si frantuma in mille pezzi (strana fragilità per un casco spaziale!).
Allontanandosi si rifugia nell’osservatorio astronomico del centro, in cima alla scala che porta alla cupola.
Illuminato dalla luce ultravioletta rivela la sua forma quasi completamente umana, a parte un cranio calvo e più sviluppato (per la verità in alcune scene si vede pure la calotta color carne che copre i capelli dell’attore Dick Sands!).
L’essere cerca di parlare, ma la sua voce non è percettibile, sta visibilmente soffocando e cade.
Wyatt: “Non c’è più bisogno di queste lampade, morendo il suo corpo è diventato visibile come un corpo normale… Guardate!… E’ straordinario… sta evaporando… Egli è venuto qui chissà da dove e proprio davanti ai nostri occhi il suo corpo è passato attraverso gli stadi finali della vita…”
Apre la cupola dell’osservatorio e osserva il sorgere dell’alba.
Wyatt: “Bene, si è fatto giorno.”
La regia della pellicola è di Lee Wilder, fratello del ben più famoso regista Billy Wilder.
…e altri ancora
Attacco alla base spaziale U.S. (Gog), co-prodotto da Richard Carlson, narra la storia di una segretissima base sotterranea dove si verificano strani sabotaggi: un medico e una infermiera vengono letteralmente congelati in una camera di ibernazione; la centrifuga impazzisce; uno specchio solare ustiona una scienziata; alcuni diapason uccidono un militare.
Alla fine un agente segreto scopre che uno strano oggetto, in fibra di vetro, orbita ad altissima quota ed è responsabile delle interferenze (per la cronaca si tratta del solito satellite della altrettanto solita, misteriosa potenza straniera). Un paio di missili ben assestati lo distruggono. Fra gli attori, Richard Egan e il bravissimo Herbert Marshall, diretti da Herbert L.Strock.
Sempre nello stesso anno (1953) Curt Siodmak gira Il mostro magnetico (The Magnetic Monster), facendolo interpretare a Richard Carlson che ne è anche qui anche il co-produttore. E’ la storia di un misterioso composto radioattivo che possiede la forza di controllare e distruggere le emissioni magnetiche ed elettriche. Come abbiamo già detto il finale è preso di sana pianta dal film Oro.
A colori è invece Gli invasori spaziali (Invaders from Mars) di William Cameron Menzies, storia di un’astronave che discende in un tratto sabbioso, si nasconde nel sottosuolo e cattura, creando degli spettacolari vortici, i malcapitati terrestri di passaggio. Alle vittime viene inserito nella nuca un trasmettitore capace di manovrarle a distanza. Il tutto è controllato da un alieno racchiuso in una sorta di “boccia di cristallo”. Il film è discreto, ma niente di più. Esiste poi un doppio finale del film che è stato riportato anche nella versione DVD uscita in Italia e che spiega come tutta la storia non sia altro che un sogno. Il protagonista, un ragazzino, si sveglia e corre in camera dei genitori trovandoli tranquillamente addormentati nel loro letto. Questo finale, in realtà quello originale, fu tolto in quasi tutte le copie all’atto della prima uscita cinematografica.
Più interessante è Tobor (Tobor the Great) di Lee Sholem (antesignano di Robby, il robot dello storico Pianeta proibito), una pellicola disturbata dalla presenza del nipotino dello scienziato di turno, un piccolo genio che tratta Tobor come un giocattolo. L’esempio è interessante perché Tobor (robot scritto a rovescio) si muove grazie alla energia psichica emessa dal cervello umano ed è capace, a sua volta, di sentimenti umani. Affezionatosi lui stesso al bambino, quando misteriose spie di una altrettanto misteriosa nazione (commentate però con la musica di Volga… Volga…!) lo rapiscono insieme con il nonno scienziato, Tobor si sente in dovere d’intervenire sgominando la banda.
Alla fine, parte a bordo di un razzo al posto di una preziosa vita umana (nel film si parla spesso in favore del volo strumentale nello spazio). Nei panni dello scienziato eroe della vicenda troviamo quel Charles Drake che nel film Destinazione… Terra interpreta il ruolo dell’ottuso sceriffo Matt Warren.
Il regista Charles Lemont fa interpretare al duo comico di moda, Gianni e Pinotto (Bud Abbott e Lou Costello) un Viaggio al Pianeta Venere (Abbott and Costello go to Mars), mondo ovviamente popolato da donne bellissime e poco vestite (sono infatti tutte le partecipanti al concorso di “Miss Universo” dell’epoca) che invecchiano di colpo quando baciano un uomo. Il diverso pianeta indicato nei due titoli è dovuto al fatto che, inizialmente, il razzo aveva come destinazione il pianeta Marte, ma con i due svitati a bordo cambia direzione e precipita su Venere. Alcuni effetti sono ben girati.
A proposito di registi, non bisogna dimenticare Terence Fisher il quale, pur essendo specializzato in film dell’orrore, non disdegna ogni tanto un’incursione nella fantascienza, come in Viaggio nell’interspazio (Spaceways), tratto da un romanzo di Charles Eric Maine (Spaceways, 1953; tr. it.: Delitto alla base spaziale, in Urania n. 317, Mondadori, Milano 1964).
Uno scienziato, sospettato di aver ucciso la moglie e di averla poi messa in orbita attorno alla Terra assieme all’amante, in un razzo, allo scopo di provare la sua innocenza sale a bordo di un missile per raggiungere il satellite artificiale. Come è ovvio, è innocente: la moglie viene infatti rinvenuta cadavere, uccisa dall’amante (spia di una nazione sempre più sconosciuta).
Lo scienziato può allora ritornare sulla Terra assieme al suo nuovo amore. Il lieto fine è stato naturalmente imposto dal produttore poiché, volendo attenersi al romanzo, lo scienziato avrebbe dovuto morire da solo in orbita, ma ciò, per l’epoca, non era un finale accettabile da parte del pubblico.
M-7 Non risponde (The Net) è un film inglese di Antony Asquith che segnaliamo, non solo per l’interpretazione di James Donald, che rivedremo in L’astronave degli esseri perduti, ma soprattutto per quella di Herbert Lom che diventerà un ottimo interprete, fra gli altri, di film di fantascienza e di orrore.
E’ la storia di un aereo supersonico, pilotato dal suo ideatore il quale, dopo vari tentativi di sabotaggio, riesce nel collaudo e in più sventa anche un piano spionistico, facendo diventare il suo il prototipo di una serie di aerei ad altissima velocità (sempre più misteriosa la nazione sabotatrice).
Esiste un altro remake di La Donna e il Mostro o Il Cervello Mostro. Tra qualche anno conosceremo L’Uomo che Vinse la Morte, che è del 1962, questo, invece si colloca in mezzo a questi due essendo del 1953 e si intitola Il Cervello di Donovan (Donovan’s Brain) per la regia di Felix Feist. La storia non cambia e anche qui siamo alle prese con un cervello la cui forza di volontà guida uno scienziato alla ricerca dei suoi assassini.
Cosa rara ma un film austriaco è giunto fino a noi e per di più un film di fantascienza! E’ successo nel 1952 e si chiama 1 aprile 2000 (1 April 2000) di Wolfgang Liebeneirer. Una curiosa pellicola imperniata sul fatto che tutte le nazioni del mondo si accordano per un processo contro l’Austria accusata di essere una nazione ribelle. Il Presidente riesce a dimostrare, attraverso rievocazioni storiche, e circuendo anche la Presidentessa dell’Unione Mondiale, quanto queste accuse siano infondate.
Consigli per gli acquisti:
Viaggio nell’Interspazio Sinister Film
Attacco alla Base Spaziale United States Sinister Film
Il Mostro Magnetico Sinister Film
Gli Invasori Spaziali Pulp Video
Tobor Enjoy Movies
Gianni e Pinotto Viaggio al Pianeta Venere Hobby & Work
Destinazione… Terra A & R Productions
Il Risveglio del Dinosauro DNA
Il Fantasma dello Spazio Passworld
(4 – fine)