ANGELO BERTI

Autore di svariate poesie, racconti, articoli e romanzi, Angelo Berti è un nome che agli appassionati di fantasy non risulta certo nuovo, avendo collaborato con siti come “Fantasy Planet” e “True Fantasy”. Abbiamo voluto conoscerlo e incontrarlo per voi.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ANGELO BERTI?

Urka! Scrivere di se stessi è difficilissimo! L’anagrafe è ingrata, ma lo spirito non se n’è ancora accorto. Non voglio propormi come l’eterno ragazzino, affetto da un’incurabile sindrome di Peter Pan, ma ho la fortuna di riuscire ancora a convivere con i miei sogni, anche se la vita mi costringe a tenere i piedi saldamente ancorati a terra. Ah, ho anche una grande passione: scrivere!

COME HAI COMINCIATO DUNQUE A SCRIVERE?

Ho cominciato dalla poesia. L’espressione poetica mi ha accompagnato per molto tempo, fino a quando mi sono accorto che volevo qualcosa di più. Non volevo essere interpretato, volevo essere capito. Un passaggio fondamentale e significativo è stato avere la possibilità di collaborare come soggettista per fumetti con un (allora) giovane Roberto Rinaldi. Grazie al comune mentore, Giuliano Giovetti, ho conosciuto i meccanismi dello storyboard e della resa del soggetto in immagine. Mi sono reso conto che mi piaceva e che mi veniva naturale. Purtroppo le possibilità per un soggettista, giovane come ero io, erano poche. Per fortuna, invece, Roberto ha avuto il successo che merita. Abbandonata quella strada, hanno cominciato a fluire dalla matita sulla carta le prime storie. Quell’esperienza mi ha permesso di imparare come gestire e mantenere il ritmo di una storia. Parliamo di più di …enta anni fa!

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Ogni storia ha il suo ciclo, che si esaurisce nella pubblicazione. Cerco sempre di tagliare il cordone ombelicale che mi lega a ogni lavoro. Io posso raccontare una storia, ma non posso essere la storia che scrivo, anche se tra le righe c’è sempre un poco di me. Questo non significa che non sia legato a ogni mia pubblicazione, occupano sempre un angolo nel mio cuore, ma devono lasciare spazio a nuove storie. Confesso, però, che c’è una storia che ha un angolo un poco più grande degli altri, ma non dirò mai quale, nemmeno sotto tortura!
RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO PER PLESIO EDITORE IL ROMANZO “DROW”. CE NE VUOI PARLARE?

“Drow” è quasi inenarrabile. Qualsiasi affermazione faccia, potrebbe svelare quello che ho cercato di tenere nascosto. In questo momento posso affermare che è il romanzo più difficile che abbia scritto. Se poi chi lo leggerà non percepirà queste difficoltà, è perché l’editore ha fatto un gran lavoro! Senza svelare troppi dettagli, posso riassumere “Drow” come un fantasy classico, condito con tutti gli ingredienti del genere. Il titolo svela già chi è al centro della storia, che si sviluppa partendo da una profezia, che ognuno interpreta come gli fa più comodo, adattandola alle proprie ambizioni o fanatismi. Quello che differenzia veramente “Drow” è la gestione della trama e dei personaggi che ha richiesto molto lavoro in fase di revisione. Secondo me è un libro che verrà letto due volte, non per la difficoltà, ma perché molti coglieranno solo alla fine la vera storia che si nasconde tra le pagine.

COME E’ NATA QUESTA STORIA E QUALI ANEDDOTI PUOI RACCONTARCI IN MERITO ALLA CREAZIONE DEL MONDO DELLE TERRE NOTE?

Le Terre Note sono nate più di venti anni fa. Sono l’ambientazione dei miei primi romanzi fantasy. Mi è sembrato logico utilizzarlo per questa nuova storia che è nata come sfida, con la chiara intenzione di provare a scrivere fantasy in un modo nuovo. Aneddoti ne ho tanti. Sicuramente il più simpatico coinvolge Roberto Fontana. Nel libro c’è una ninna nanna che volevo fosse cantata in elfico. Pensando di poter gestire la cosa, la tradussi utilizzando i dizionari a disposizione in rete. Quando chiesi a Roberto di darci un’occhiata, dopo averla letta mi chiese di mandargli direttamente il testo in italiano perché non capiva niente di quello che avevo scritto! Anche sulle Terre Note ho un aneddoto! Quando l’amico Fabio Porfidia mi ha inviato la mappa che troverete nel libro, ero talmente entusiasta che non ho verificato che nella bozza che gli avevo inviato avevo sbagliato a scrivere alcuni nomi. Me ne sono accorto solo poco prima di ultimare la revisione e a pochi giorni dalla messa in stampa. Non c’era tempo materiale per modificare la mappa e così ho dovuto ripassare tutto il romanzo per correggere i nomi che io stesso avevo fatto sbagliare al bravo Fabio!

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Nell’ambientazione nessuna particolare difficoltà, come ho già spiegato, era un mondo già rodato. Per i personaggi invece le difficoltà sono state tante. In primis rendere diversamente simili due personaggi come i Gemelli protagonisti della storia. Poi riuscire a far sembrare coerenti gli atteggiamenti, invece incoerenti, di altri personaggi, ma soprattutto nascondere l’evidenza! Dovrei spoilerare troppo per spiegarmi meglio, ma chi leggerà il libro, alla fine, capirà cosa intendo dire!

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Riassumo il tutto in poche parole: l’e-book è comodità, il cartaceo è passione.

La distanza tra cartaceo ed e-book, in Italia, è ancora tanta, ma è certamente destinata a ridursi, anche in virtù dei minori costi (e in proporzione maggiori profitti) garantiti dal formato elettronico. Ma il cartaceo ha qualcosa che l’e-book non potrà mai sostituire: coinvolge più sensi. Il tatto: non è un dito che sfiora uno schermo o preme un tasto, è percepire il rilievo della stampa e la ruvidità della carta; l’olfatto: l’odore della carta stampata è una droga legale; l’udito: il rumore delle pagine, un suono reale, non riprodotto, diverso per ogni pagina che sfogli. E anche la vista è stimolata diversamente: l’occhio scorre su pagine intere, su un insieme, non solo su poche righe. Sono certamente un romantico della lettura ma non sono il solo e per questo sono convinto che come l’aspirapolvere non ha soppiantato la scopa, alla lunga anche l’e-book dovrà rassegnarsi a un ruolo comprimario.

OLTRE CHE SCRITTORE TI OCCUPI DI GENERE FANTASTICO ANCHE COME DIRETTORE DEL SITO “FANTASY PLANET” E COME COLLABORATORE DI “TRUE FANTASY”. VUOI PARLARCI DI QUESTA SECONDA FACCIA DELLA MEDAGLIA DELLA TUA ATTIVITA’?

Proprio pochi giorni fa ho dovuto fare delle scelte e tra queste ci sono state le mie dimissioni da direttore di “Fantasy Planet”. Per molti inaspettate, perché motivate unicamente da motivi personali. Gli impegni quotidiani sommati a quelli letterari non mi permettono più di disporre del tempo che l’attività necessita. Non parlo della gestione della redazione, in quanto ho avuto collaboratori eccezionali, quanto alla programmazione, alla promozione, ai rapporti con lettori, autori, editori e altri media. Restare coerenti a una linea editoriale è qualcosa che molti non capiscono e giustificare certe scelte crea certamente malcontento, cosa che ho cercato di limitare al minimo. Ma FP ha grandi potenzialità e merita un direttore che gli possa dedicare più tempo di quanto adesso io sarei in grado di concedere. Con “TrueFantasy” è diverso. Grazie alla disponibilità e generosità dell’amico Alessandro Iascy, ho avuto la possibilità di incontrare e intervistare molti dei nomi più popolari del fantasy italiano e internazionale: Terry Brooks, Andrzej Sapkowski, Jonathan Carroll, Licia Troisi, Cecilia Randall, Alan D. Altieri, Silvana De Mari e tanti altri… insomma, TF per me non è un impegno, ma puro divertimento.

COME SI CONCILIA UN MODO DI NARRARE ISTINTIVO E PIU’ LEGATO AL CUORE, COME QUELLO DELLA NARRATIVA, CON UNA MANIERA DI SCRIVERE PIU’ RAGIONATA E PIU’ LEGATA ALLA MENTE, COME QUELLA DELLA STESURA DI ARTICOLI?

Non lo so! Non voglio prenderti in giro, sinceramente non lo so. Perché qualsiasi cosa io scriva uso sia il cuore che la mente. Anche l’articolo più “serio” ha per me una componente emotiva. Per spiegarti cosa intendo, ti invito ad andare su “TrueFantasy” e leggere le mie interviste. Anche le domande più impegnative sono un gioco. Quando un aspirante redattore mi mandava un testo per valutare se era adatto per scrivere per noi, non mi sono mai limitato a verificare solo la correttezza grammaticale. Quando leggevo volevo cogliere la sua passione. Una recensione non deve essere un freddo e distaccato commento, deve dirmi realmente perché devo o non devo leggere quel libro. Devo cogliere l’entusiasmo o la delusione di chi ha scritto la recensione. Così scrivo e così volevo che scrivessero i miei redattori.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Dicendo che ho una predilezione, hai detto bene. Non c’è solo il fantasy, ma certamente è il genere che più mi permette di esprimermi senza mostrarmi. Cosa significa? Che posso scrivere di me, delle mie emozioni o passioni o delusioni, trasferendole nei personaggi dei miei libri, senza che uno pensi che siano le mie. Quando scrivo cerco sempre di dire qualcosa di più oltre la storia che sto raccontando e il genere fantastico è quello che meglio lo permette. Cogliere un messaggio rende di più che leggerlo troppo direttamente, anche se è molto di moda vivere sulle frasi fatte. Io ancora preferisco fare affidamento sull’intelligenza e la morale dei miei lettori.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

In parte ti ho anticipato la risposta poco fa. Sono un cacciatore di emozioni e ogni storia ogni persona può lasciarmi qualcosa che posso trasferire nei miei scritti. Tutto è ispirazione, poi la fantasia fa il resto.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Non ho per definizione uno scrittore preferito. Cerco sempre di cogliere qualcosa da ogni autore che leggo e di farne tesoro. Sicuramente l’approccio al fantasy è stato indotto dalla lettura di Terry Brooks, poi Tolkien e tanti altri mi hanno sempre più convinto che amare il fantasy doveva fare parte della mia vita. Ma non c’è solo il fantasy. Amo Hemingway, Capote, Pirandello, Faulkner, Shakespeare, Masters, Calvino, Rodari… posso andare avanti per altre centomila battute.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Quello che cerco in un film è l’evasione e, come nella lettura, ritmo! Ho quindi una certa predilezione per film d’azione. Ma quando ci sono le componenti che ti ho detto, qualsiasi genere mi può dare soddisfazione. Per esempio, amo “Will Hunting – Genio Ribelle” come “Frankenstein Junior”. Oppure “Le Fate Ignoranti” mi ha entusiasmato come “Il Sesto Senso” o “Il Silenzio degli Innocenti”. Se devo citare una preferenza assoluta… direi “The Blues Brothers”. Per il resto, sono molto emotivo e i film sentimentali non riesco proprio a guardarli!

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Amo scrivere e ho il solo obiettivo di migliorarmi, ma l’anagrafe mi toglie le speranze della gioventù. Il mio futuro è già presente e i sogni sono usciti tutti dal cassetto. Quanti autori possono vantare due editori e sei libri in tre anni? Considero anche quelli che devono uscire: ho impegni fino a tutto il 2016. Se però mi chiedi della sicurezza economica o della possibilità di vivere con i proventi della scrittura, quello è un altro discorso. Conosco autori bravissimi, certamente migliori di me, ignorati dalle Major, altrettanto tra tutti gli autori che conosco (credimi, sono tanti) quelli che si mantengono grazie alla scrittura si contano sulle dita di una mano, senza nemmeno usare tutte le dita! Mio nonno diceva “quelle che non puoi cogliere non sono opportunità, ma illusioni”. Con gli anni ho imparato a capirlo e ho imparato a moderare l’ambizione. La mia porta è sempre aperta alle opportunità, che comunque vanno cercate e costruite, ma non vivo più nelle illusioni.

Grazie per la bellissima intervista. Un saluto a te e a tutti i vostri lettori.

La realtà non è fantasia, ma la fantasia riesce a rendere più dolce la realtà.

NON POTEVA ESSERCI CHIUSURA MIGLIORE… GRAZIE A TE!

Davide Longoni