MURDER OBSESSION IN THE PORNOFUMETTO

Avvertimento prima che cominci il concerto.

Parleremo di pornofumetti, insomma Barbieri & Cavedon, senza far troppa distinzione tra loro e altri licenziosi imitatori.

Parleremo, nello specifico, del pornofumetto dei ’70 e ’80 che ha assorbito, a modo suo, la partitura stridula del thrilling coi suoi nomi, pronomi, avverbi.

In quasi ogni collana d’allora è possibile rinvenire mani guantate infiorate d’ascia che sventrano  a passo di danza e uccidono con liturgie frenetiche e traumatiche.

Parleremo del thrilling nel pornofumetto.

Parleremo delle sue ascendenze cinefile.

Magari anche cinofile.

Parleremo ancora del mostro di Firenze.

Dell’assassino della falce di luna, per citare un recente e (inutile) libro di Fausto Mazzetti, edito dalla Viola Editrice nel giugno del 2014.

Argomenti serissimi.

Come diceva Giorgio Caproni.

Il sangue dà sempre allegria.

L’assassinio esultanza alla mente.

Nella collana della Edifumetto I sanguinari n. 10 abbiamo un pezzo importante: “Ritornello per uccidere”. In copertina una bella figliola con cappello a larghe tese bianco e nastro rosa che mostra il culo a una mano armata di scudiscio. Striature rosse le solcano la pelle. La trama è una geniale rilettura di Profondo Rosso.  Qui abbiamo un regista che progetta il suo nuovo film al posto del pianista. L’amico che gestisce una casa per malati di mente e il musicista del piano bar. A un convegno di parapsicologia la medium percepisce la mente disturbata del maniaco e finisce come nel film. Poi il regista intreccia una relazione con una giornalista interessata ai delitti. L’assassino, prima d’ammazzare, mette su una canzoncina filastrocca incentrata sul girotondo. A differenza del film (castissimo), il maniac massacra una famiglia di contadini laidi, col nonno che ama sodomizzare la procace nipotina, la quale finirà colla testa decollata da un falcetto, mentre il sangue spillerà caldo sulla schiena del nonno, prono in attesa di farsi sodomizzare da un bastone in pugno al maniaco. Da qui in avanti le differenze aumentano e la vicenda si concentra sull’istituto per malati mentali. Ci sarà la villa. Il cadavere murato e un doppio finale, brusco e incalzante, come nel film. Fumetto splendido.

I notturni n. 6 del 1973 “Regolamento di conti” ha una trama simile al film thrilling Spasmo di Lenzi. Anche qui abbiamo i due fratelli con la tara della pazzia ereditaria. Uno dei due è un industriale e la sua fabbrica è una fabbrica di bambole. Le tavole mostrano anche la morte simulata, con l’auto gettata giù dalla scarpata. Il film è dell’anno successivo, perciò viene da chiedersi se si tratti di una coincidenza o di una anticipazione/variante assai curiosa. La sceneggiatura è di Massimo Franciosa, Luisa Montagnana e Pino Boller, anche autore del soggetto. Che uno dei tre abbia avuto a che fare col mondo del pornofumetto dei ’70? Che “Regolamento di conti” possa essere un abbozzo dell’imminente capolavoro lenziano? Questo campo, i sottili legami tra il fumetto nero e il cinema di genere italiano, meriterebbe uno studio adeguato, magari approntato da gente seria, capace di intervistare chi ancora vive di quel decennio.

Lo scheletro presenta n. 25 del 1977 intitolato “Il museo dell’orrore” è una variante molto libera del film La maschera di cera, con un maniaco sfigurato che s’aggira nel sottobosco dicembrino di Londra e spacca capocce con l’ascia. S’apriranno sottotrame interessanti e crudeli grovigli di corpi viziosi, non lontani da certi thrilling gotici come La sanguisuga conduce la danza.

La collana Oltretomba offre degli spunti interessanti.

N. 124 “Il massacratore solitario” è ambientato in Scozia, dove il paesaggio s’abbuia sugli animi dei pescatori. Un maniaco nerovestito sega gambe e braccia a delle giovani locali. La polizia brancola nel buio. Pare di essere dentro i primi movie di Jess Franco. Il maniaco è uno del posto, celato sotto spoglie mansuete. Ma chi è? Altre gambe segate e tavole disegnate sui criteri ortografici del thrilling, con iperbole su occhi spalancati, dettagli macabri. La paura dilaga. Albo molto bello fin dalla copertina.

Oltretomba colore n. 23 “Le pupille di Satana” incentrato sulle pupille, sul fogliame dell’occhio, sedimento di memoria, traccia, impressione di ciò che accade, è accaduto, accadrà. Interessante notare, anche se è materia per fumettari, l’uso emotivo del colore, rilasciato sulle tavole (persino le nuvolette) secondo un ordine baviano.

Oltretomba colore n. 21 “Il profumo del cadavere” ha copertina urgente: un ennesimo boia scarlatto adagiato su un tavolaccio intriso di strumenti da taglio e catene. Sotto l’incappucciato un corpo di donna putrefatto. In secondo piano, ombre chiare di corpi asciugati, sentinelle senza tempo in una opacità verde muffa. Mentre ancora l’occhio ristagna su queste evanescenze pittoriche, la trama ci porta dentro la più classica delle situazioni: una giovane tettona con treccine aggredita e violentata da un uomo incappucciato. Lei ci prende gusto e convince il satiro a smascherarsi. Lo vediamo in volto e qui accade l’impensato. Si esce dal fumetto e si entra nella stanza di un disegnatore della Ediperiodici che riceve le strane visite del maniaco che ha disegnato. Si entra e si esce dal fumetto. Vecchi ricordi polverosi. Un lasco castello nelle cui segrete giacciono altri corpi femminili il cui allume riflette le articolazioni della morte. Vuoto oro freddo. Ondulazioni di pagina. Traumi infantili. Apparizioni. Tra gli albi più belli e originali dell’intera collana.

Oltretomba gigante n. 9 apre delle riflessioni su un recentissimo articolo di Davide Pulici sul Nocturno di gennaio riguardante Profondo Rosso di Argento e Murder Obsession di Freda. Entrambi pare nati dal medesimo soggetto di tale Fabio Piccioni intitolato Il grido del Capricorno. E qui casca l’asino, o l’Oltretomba gigante intitolato appunto “Il grido del Capricorno” del 1974, ossia un anno prima del film di Argento. Probabilmente anche il fumetto deriva da quel soggetto, anzi dovrebbe esserne la messa su carta. Operata dal medesimo Piccioni per conto della Ediperiodici? La trama è quella e ricorda molto il bel film di Freda, col giovane compositore che vive nell’ombra del padre grande concertista, morto in circostanze mai chiarite. C’è il trauma infantile e un protagonista già identico al binario Stefano Patrizi, ondeggiante tra espressioni annebbiate e sprazzi viola di tormento. Così il film così il fumetto, molto bello peraltro.

Oltretomba gigante n. 47, “Concerto per artiglio solista” è piuttosto originale. Si principia al Cairo, con delle importanti scoperte riguardanti l’impero Ittita e alcune tombe regali. Morti misteriose fioccano tra la comunità culturale che gestisce gli scavi. Tutto porta a pensare alla presenza di un mostro immanente e ultraterreno. Ci sono anche degli appestati, un sicario internazionale e i prodromi di una maledizione. A un certo punto, la coppia che indaga sui delitti, in pieno deserto, s’imbatte in un Charlie Manson in motocicletta e family al seguito. La parentesi porterà in dote una decina di pagine psichedeliche di orge. Poi il finto mostro immanente falcerà un po’ di vite e l’epilogo porterà la trama nei binari consuetudinari della vendetta lavorativa. Molto bella la copertina.

Da segnalare anche l’Oltretomba gigante n. 77 “Al di là dei pregiudizi mortali”, messa su carta (con licenze hard) del film messicano gotico “Il mostruoso dottor Crimen”, anche riletto dalla Ponzoni nel fotoromanzo n. 4 della collana Vampir.

Terror n. 95 “Aberrazione mentale” è una variante di Suspiria, con una scuola di taglio al posto di una accademia di danza. Aspiranti sarte. Ragazze. Camerette. Lesbicate. Alunne che spariscono. Una stanza segreta. Un pazzo con la mano d’acciaio che le lega alla rete del letto e le mutila, tramutandole in manichini baviani. La soluzione non centra nulla con Argento: qui si parla di una banda di psycokiller impotenti e mutilati con la libido per le invalide! Splendido! Sordido. Zozzo. Copertina che spiega tutto.

Terror n. 199, “Il morbo di Hollywood” del 1986, in piena epidemia di AIDS. L’idea è mutata dal caso del celebre attore Rock Hudson e dalla sua triste parabola umana, il tutto condito col consueto cinismo e pornografia da riviste hard. La trama prenderà una inedita pista noir, non prima d’aver esibito alcuni momenti thrilling, con una mano guantata che uccide un negroide iper-dotato dei pornofilm. Copertina fantastica, come al solito composta da tre tematiche (l’uomo che morde la mela col serpente in primo piano, il viso del morto nel gorgo cerato e selvaggio in secondo piano e due corpi che si proiettano nel nostro occhio dalla cornice senza fine di un porno coglione) tra loro legate da sottili trame del pensiero e analogie fragili come dentiere di cristallo nel fiocco lacerato di una casa che brucia.

Terror n. 151, “Perfido intrigo” del 1982. L’avvio è puro mostro d Firenze, disegnato benissimo. Poi il plot prende la consistenza di certi thrilling pre-argentiani, tipo Il dolce corpo di Deborah. Comunque interessante e malato.

Terror n. 155, “La casa delle mummie”, ha una copertina fantastica e sensuale. Vicenda interessante e ricca di spunti filmici presi dal thrilling. C’è la faccenda dell’imbalsamazione alla Buio Omega. Due sorelle figlie di un importante professore. La più piccola è inferma su una carrozzella e precoce: insidia il fidanzato dell’altra e lo costringe a soggiacere alle sue voglie uterine. Gente che sparisce, forse un maniaco che s’aggira nei pressi della villetta isolata. Un’alchimia perfetta che ricorda vagamente il sordido film I vizi morbosi di una governante. 188 pagine ben gestite e disegnate. Uno degli albi più belli della collana. Uscito nel settembre del 1982.

Nella collana Il Vampiro n. 6, “Nonna omicidi” abbiamo un parziale remake del film La terza fossa di Lee Katzin. Qui una nonnina tanto cara si sbarazza a colpi d’ascia delle proprie infermiere per intascarsi i loro averi. Finirà preda d’una coppia di amanti perversi non più attinenti con la partitura filmica. Interessante.

Anche Jacula deve vedersela con la mano guantata in “Vetriolo”, n. 147. Qui un misterioso maniaco imperversa nelle strade di Parigi sfregiando col vetriolo delle belle figliole. Jacula e Verdier, ingolositi da una taglia, cercheranno di smascherare il pazzo.

Nella famigerata collana Attualità nera extra n. 85 dal titolo “Recita di sangue” si presenta una vicenda in anticipo sul bel thrilling In fondo al bosco.

Un gruppo di attori scalcagnati e anni ’80 attraversa la lamina gelate delle langhe di Pavese per recarsi ad una casa castello e minuettare una recita privata, appositamente scritta dal misterioso anfitrione e concernente i fatti salienti di vita del medesimo. Il gruppo, nelle stanze, s’acclima con cazzi di gomma e lesbicate, in attesa che un misterioso individuo penetri nelle camerette (di maschi e femmine) e pugnali colla verga i loro cuori, i loro culi. E’ l’ora della bestia immonda. Chi è il misterioso individuo? Perché ognuno lo vede con un aspetto diverso? Cosa nasconde veramente il ricco lord inglese accasato nel Monferrato? Albo totale.

Attualità nera n. 50 “L’impotente sevizia e uccide” vede all’opera un violentatore che aggredisce e uccide le coppiette appartate in macchina (siamo nel ’79 ma l’ombra che ara l’erba nera del mostri di Firenze è già qui con noi, fra gli alberi d’acciaio e ghiaccio). Il mostro è un insospettabile borghese, uno che a casa conserva un altarino con le effigi dei suoi morti e prega e si masturba con orazioni latineggianti. Da adottare come testo scolastico in aeternam.

Attualità nera n. 10 (1988) “Il killer della luna piena”: in quel di Mestre, un giovane palestrato e modaiolo, figlio di famiglia bene, cova sotto la brace un sadismo bestiale; prima sfracella un povero gatto, poi, ingrifato dalla malefatta, sorprende le forme burrose della madre nella vasca da bagno e ne approfitta costringendola al sesso orale; è l’inizio di una escalation aberrante di cui ne faranno le spese una coppia attempata in uno scompartimento notturno ferroviario e una ragazza a passeggio: su di lei il mostro infierirà cavandole un occhio e penetrandole col membro il cervello. Fumetto, oggi, impensabile e atroce.

Attualità violenta gialla n. 68 del 1987, titolo “Una lama nel buio”. Bello psycho thriller. Umbria. Casa di un conte. La figlia a letto a farsi trapanare dal giardiniere. Scoppia un incendio, il giardiniere muore, lei perde la vista. Passano gli anni. Una troupe cinematografica si reca alla casa del conte per girare uno slasher qualunque, purtroppo però i componenti del set vengono ammazzati uno a uno da un individuo mascherato. Chi è? E perché lo fa? Il segreto è celato in quella maledetta notte dell’incendio. Bel soggetto. Bel fumetto. Bella copertina.

Attualità violenta gialla n. 69 del luglio 1987, intitolato “La notte del massacro”. La vicenda è ambientata a Modena. Due coppie s’appartano in una grande villa isolata. Scatta l’orgia, poi dopo qualcosa finisce male. Passano gli anni e i superstiti si ritrovano per un amarcord borghese. Purtroppo uno sconosciuto scivola nei corridoi e aggredisce e sevizia le belle figliole prima di sgozzarle. Le ragioni si celano in quella notte di molti anni prima. Trauma. Vendette. Scopate oscene. Copertina per parafiliaci!

Attualità violenta gialla n. 39 “Qui radio morte”. In copertina una ragazza paralitica con giarrettiere e body in sedia a rotelle. Davanti a lei la consolle della radio. Dietro di lei un maniaco in tuta da sub e coltello. Radio Morte è il nome di una emittente in quel di Viareggio, luogo che negli anni sarebbe stato attinto dalle felis nebulosa di Andy Casanova. Dicevamo, Viareggio a luglio, spiagge piene, e una bella ragazza paralitica che tiene il suo programma radiofonico. Tra i pretendenti, un àtono bagnino dal fallo mostruoso e il proprietario dell’emittente, dal passato fosco e ombroso. Un killer s’aggira nei paraggi e falcia col fucile da sub ogni qualvolta che lo Scrondo (o un suo simile al femminile) telefona alla radio e dedica una canzoncina a qualcuno. La soluzione ricorda moltissimo il romanzo di Daniele Vacchino Amore e morte sulla riviera romagnola, gratis su Lulu.

La serie regolare Attualità gialla n. 10 “Terrore nel buio” presenta una vicenda thrilling inusuale. In quel di Bari (pregio di molti pornofumetti, appartenenti alle collane di nera, è quello di ambientare moltissime vicende nella sonnolenta provincia italiana), lungo una via piena di esercizi commerciali, un maniaco ammazza a revolverate alcuni bottegai. Scatta la psicosi del mostro inafferrabile. Indagini. Altri delitti. Scopate per riempire bene le pagine. Alla fine si scopre che l’assassino è un pensionato che vive con la pensione sociale, rancoroso per il fatto che i commercianti gli davano carne dura, verdure guaste, avanzi e rubavano sul peso. Nell’Italia del 1982 che ha appena scoperto le liste di Licio Gelli e confermato il voto referendario sull’aborto, nell’Italia dell’ottimismo craxiano, una bella ventata di cinismo e realtà. Grande fumetto porno! Grande thrilling cartaceo da station!

Attualità gialla n. 32 “Il commerciante di falli” è una libera trasposizione pornografica e oscena del romanzo di Fruttero & Lucentini “La donna della Domenica”, senza il commissario Santamaria.

Attualità gialla n. 19 “La villa insanguinata”. In quel di Como. Un uomo appena lasciato dalla moglie sterile si reca alla casetta di campagna per leccarsi le ferite dell’animo. Carica una bella (e oralmente disinibita) ragazza bionda. Poco dopo il loro arrivo a Brunate, un maniaco aggredisce e uccide una coppietta appartata in macchina. Il modus operandi (maggio 1983) è già quello dell’onnipresente Mostro di Firenze. Tutto sembra girare attorno alla villetta d’ombra nella gran luce estiva, all’uomo e alla ragazza bionda. Un’altra vittima sarà una bella prostituta riccia, attirata nell’abbeveratoio campestre d’un rovo e lì mutilata dal guanto nuziale del maniac. 10 e lode!

La collana Crimen, sempre Edifumetto, ci regala molti abomini. Il n. 2 “Lo squartatore dello Yorkshire”. Oppure il n. 7 “Il mostro di New York”, o ancora il n.22 “Il seviziatore della luce rossa”, il più bello tra i tre, con un maniaco già in scia a quello di Firenze. Siamo nel 1981 e il testo, inconsapevolmente, presenta alcune intuizioni che verranno riprese da Nino Filastò proprio sul caso del mostro. Il maniaco che utilizza una luce come quella della polizia. Il maniaco che pare ispirarsi al Maniac di William Lusting. Coppiette appartate in scene hard esplicite. Il maniaco arriva, ammazza lui e violenta analmente lei, mescolando il suo seme col sangue sul volto delle giovani. Il grido di battaglia è: sangue e sperma! Il mostro colpisce pure una coppia con lei in sedia a rotelle, mansueta e sotto tiro.. Sodomizza pure l’uomo e scatta delle foto per piacere personale. Lo fermeranno due gay appartati nella selva.

Crimen nel mondo n. 21 del 1981, “E’ tornato Jack lo squartatore”, incentrato sul caso (reale) dello squartatore dello Yorkshire. Anche qui abbiamo un retrobosco squallido da mostro fiorentino, con la variante del maniac che si masturba sui corpi carnali. Fumetto aberrante.

La collana famigerata della Ediperiodici A porte chiuse presenta il n. 2 “Il ladro di sangue”. La copertina dice già tutto. Sierra Morena, Spagna, primi del ‘900. Tra i villaggi, un maniaco con cappuccio s’aggira, violenta, uccide e preleva il sangue di giovani femmine. Si finirà nei segreti scantinati di un mad doctor alla zio Jess, tra servitori maiali, folli esperimenti coi cadaveri e miseria dello sperma. Poesia & delirio surreali!

A porte chiuse n. 8 “Il filantropo”. Copertina da galera. Dentro l’albo, dopo la porno story del filantropo, c’è un breve episodio che c’entra con noi. “Mamma shock”. La situazione è classica per questo tipo di fumetti. Una coppia che si apparta nella tiepida campagna. Lei una prostituta, lui un distinto signore. Sesso esplicito. Posizioni ricalcate dalle splendide riviste hard del decennio. Poi lui perde la testa, la lega, le taglia la lingua, la violenta. Giorni dopo, in un signorile palazzo, una serva a ore, intenta a ripulire l’appartamento in cui lavora, rinviene dei barattoli pieni di lingue. I trofei del mostro (gennaio 1982, inutile insistere sull’evidente influenza della mano di rose chiodate del mostro di Firenze, del suo tessuto sdrucito pieno di fantasmi che si riversano sugli abissi della nostra anima, sul pigmento annerito del sogno; ancora oggi, in era di i-Phone, Renzie & altre stronzate, ho paura di lui, della sua mandibola di nuvola, del suo occhio spalancato su di me (da quel manifesto), sul mio desiderio d’appartarmi con delle tipe in macchina; ho paura del delirio della sua pazienza, dell’Eclissi bianca d’un grido sul furore nero delle viscere luminose di donna), divenuto tale per via di un trauma materno classico: la mamma, all’apparenza proba, che si faceva insozzare da un villico superdotato!

Altra belva assassina nei friabili sentieri d’una città (provinciale) nell’ignobile albetto della E.P.P. Provincia segreta n. 10 “Diario di uno stupratore”. Uno stupratore minuzioso con passamontagna ottiene una forsennata prestazione con la bocca e il didietro di una bella ragazza (perbene). Nessuno lo vede. Nessuno lo ferma. Altre finiranno legate a un albero o stordite fra le ortiche, frantumate dall’erratica abbondanza della bestia o del suo batacchio da pornoshop. Lo arresteranno e per lui sarà quasi un sollievo canterino. All’interno del periodico, un’intervista mai avvenuta di maga Giuditta a Rodolfo Valentino. Che volere di meno?

Davide Rosso