- Le giornate sono tutte uguali: mi sveglio la mattina alle sei come mi svegliavo quando lavoravo, passo tutto il tempo a mandar curriculum e a fissare il muro bianco, il venerdì ho il controllo dallo psichiatra.
- Ti han detto qualcosa dal sindacato?
- Il sindacato… Tutela quelli con il contratto indeterminato, per loro il mio caso non è di valore.
Aperta campagna, la luna riflessa dalle risaie.
Due uomini camminano sulla strada senza luci. Uno è Eugenio, licenziato per INgiusta causa dal grande centro commerciale, il secondo è Nanni, quarantenne mai occupato, che passa l’esistenza con la vecchia madre guardando film porno.
- La vedi?
- Dove?
- Là sull’argine.
Dal buio compare la sagoma di un’automobile.
- Non facciamoci sentire.
Dentro l’automobile c’è Carlotta. I suoi occhi verdi scuri sono chiusi, sotto le palpebre. Sta ansimando, le labbra rosse e sottili palpitano sotto il piccolo naso.
- Baciami.
Lui è un suo collega al grande centro commerciale. Si sono conosciuti un mattino, quando i loro turni si sono sfiorarti: è bastato uno sguardo.
Al resto ci ha pensato Carlotta.
Si è avvicinata al ragazzo, gli ha chiesto una banalità, l’ha sfiorato con la punta delle dita, come fosse per caso, come fosse un gioco infantile.
E poi si è fatta baciare voluttuosa, fuori dal grande centro commerciale, una sera di velluto, i tacchi alzati e la schiena curva per aderire meglio al corpo di lui.
Ed ora Carlotta quasi soffre di quel piacere meccanico, della forza di lui che la possiede, ma con gentilezza, forse troppa gentilezza. In fondo, Carlotta vorrebbe soffrire un po’ di più…
Che cosa rende questi incontri così eccitanti, nascondersi dentro il buio e ritagliare uno spazio di notte tutto per sé, sentirsi ancora nella possibilità di operare delle scelte, lontano dal letto che sa tanto di matrimonio, di operazione definitiva, che cosa spinge queste coppie a consumare la notte nei loro anfratti metallici?
- No, fermo.
Carlotta smette di muovere il bacino e si arresta. Per la prima volta quella sera, sente il freddo della notte posarsi sulla schiena sudata.
- No, vestiti – la ragazza prende a cercare i vestiti con foga.
- C’è qualcuno che ci guarda.
I due amanti si rivestono e partono a grande velocità.
Cercano un lampione sotto cui fermarsi, a fumare una sigaretta.
- Cosa vuoi che succeda? In un paese così piccolo!
- I malati ci sono ovunque – risponde secca Carlotta.
- Ma ti sarai impressionata per quei racconti sulle coppiette che scompaiono!
- E’ una cosa seria.
- Ma quelle saranno coppie che, non potendo venire allo scoperto, lasciano il paese senza dirlo a nessuno!
- E magari abbandonano le loro due automobili sul piazzale del centro commerciale? - sbuffa Carlotta.
- Perché, dici che sono delle coppiette scomparse le automobili abbandonate?
- Ma non so, mi è venuta così.
Il ragazzo si avvicina alla ragazza, le dà un bacio sulla guancia.
- Non buttiamo via questa notte – le sussurra all’orecchio.
Dopo pochi minuti, stanno nuovamente facendo l’amore, dentro la macchina. Ora non sono più al buio: una luce al neon azzurra campeggia sulle loro teste. Attorno, il piazzale del grande centro commerciale. Vuoto, gelido e arido come un deserto della Siberia, pietrificato dalle luci acide sugli edifici.
Più in là, come radi ciuffi d’erba, ci sono coppie di macchine parcheggiate una a fianco all’altra, senza persone dentro.
- Stringimi.
Le mani piccole di Carlotta afferrano il tessuto del sedile dell’auto, con il mento spinge in su, facendo sobbalzare le spalle. Il ragazzo sta per venire, ma Carlotta vorrebbe che il coito proseguisse ancora. Nessuno dei due può accorgersi di una mano nera che entra dentro l’abitacolo dal finestrino abbassato (l’estate gioca i suoi scherzi) e alza la sicura della portiera.
Un istante dopo, è solo un dolore viola che invade senza preavviso le membra dei due amanti.
Una lama li infilza insieme, incollandoli come un francobollo a un pezzo di carta.
Quando il coltello ha attraversato da parte a parte la giovane coppia, l’assassino lascia l’impugnatura del lungo coltello e si allontana leggermente, scivolando nel sedile davanti. Come fosse un ospite gradito, li osserva mentre rantolano di dolore.
(5 – continua)