GUERRA NELLA GALASSIA (1955) – PARTE 1
CITTADINO DELLO SPAZIO (This Island Earth)
Se un conflitto atomico può distruggere il nostro mondo, a quali proporzioni si potrebbe arrivare con un conflitto galattico?
Una tesi affascinante, poche volte presentata dal cinema di fantascienza per una ragione semplicissima: costi troppo elevati di fabbricazione per modellini e per scenari.
Il tema (che si inserisce nel solito discorso sul pericolo atomico) è stato affrontato tuttavia adeguatamente almeno una volta, producendo un classico del genere: Cittadino dello spazio, per la regia ufficiale di Joseph M. Newman.
Lo scienziato Cal Meacham (Rex Reason), reduce da una conferenza a Washington, riparte con il suo aereo alla volta del proprio laboratorio; in prossimità della pista di atterraggio i comandi non funzionano e il velivolo si sfracellerebbe al suolo se, come sorti dal nulla, una luce verde e “un urlo ad alta frequenza”, non sostenessero l’apparecchio posandolo delicatamente al suolo. L’effetto è ben realizzato: quando avviene l’atterraggio la pulsante luce verde è realisticamente disegnata sul fotogramma; in volo, invece, è un semplice filtro verde.
Cal non si occupa più del fatto e torna ai suoi studi, ma anche qui accade qualcosa di strano: invece dei soliti condensatori, necessari al suo lavoro, egli riceve delle specie di “ciliege” capaci però, di resistere fino a 33.000 volt senza dispersione. Ulteriori prove danno una capacità di 35.000 volt. L’ufficio approvvigionamenti si dichiara all’oscuro sul rifornimento. Cal cerca di perforare una delle “ciliegie” con la punta di diamante, ma il risultato è sconcertante: neanche una scalfittura. Dopo qualche giorno, lo scienziato riceve un pacco con dentro un catalogo delle misteriose forniture, lo esamina assieme al suo assistente e decide di ordinare un “Interocitor”, uno strano apparecchio dall’uso incomprensibile. I pezzi smontati (per la cronaca sono 2486) arrivano e Cal inizia il difficile lavoro di montaggio: ne nasce un ordigno munito di uno schermo triangolare la cui punta è rivolta verso il basso.
Meacham: “E ora che devo fare?”
Voce dell’Interocitor: “Inserisca lo schermo, per favore”
Meacham: “Ma come, mi sentite?”
Voce: “Sicuro. Usi il disco intensificatore, quello che ha in mano, lo metta in posizione, alla sua destra… ora giri la manopola: diciotto gradi a sinistra.”
Sullo schermo appaiono dei colori sgargianti e poi un viso dall’alta fronte e dai capelli bianchi.
Voce: “Lei ha brillantemente superato la prova, dottor Meacham. Ha messo insieme un Interocitor, impresa di cui ben pochi sono capaci.”
Meacham: “Chi è lei?”
Voce: “Il mio nome è Exeter e sono uno scienziato come lei; posso dire: un collega.”
Meacham: “I miei colleghi non si materializzano da strane macchine, sono di carne ed ossa.”
Exeter: “Lo sono anch’io, dottor Meacham, e confido che potrà accertarsene presto, sebbene ora le debba apparire immateriale, ma non importa. Io rappresento un gruppo che sta cercando scienziati di eccezionale capacità. I prescelti devono subire un esame e lei l’ha superato a pieni voti.”
Meacham: “Badi che non vado a caccia d’impiego.”
Exeter: “Lo so bene. Devo avvertirla signor Wilson (l’assistente di Mecham, Joe Wilson – Robert Nichols – ha in mano una macchina fotografica) che è come fotografare di notte in una galleria. Le immagini dell’Interocitor non impressionano la pellicola… Faccio presente, dottor Meacham, che noi vagliamo i soggetti senza preavvisarli e nulla è lasciato al caso.”
Meacham: “Eccetto il caso che a me non importi nulla di lei e del suo gruppo.”
Exeter: “Via, via, dottore, non è ammissibile che lei, con la sua curiosità scientifica, non desideri sapere chi sia io e da dove venga, e non sia disposto a tutto pur di sapere dove è arrivata la nostra scienza. Mi rendo conto benissimo, dottor Meacham, di quanto sia difficile per lei prendere una decisione immediata… Dunque: o accoglierla subito o niente. Sistemi le sue cose per partire al più presto… mercoledì, alle 5, il nostro aereo atterrerà sul suo campo, aspetterà 5 minuti, quindi ripartirà.”
Meacham: “Anche se non sarò a bordo?”
Lo strano individuo non risponde. Fa porre a Meacham il catalogo con i disegni sulla tavola, lo disintegra con un raggio (abilmente disegnato sul fotogramma), indi distrugge l’Interocitor.
Meacham è puntuale all’appuntamento; sale sull’aereo che, guidato dal pilota automatico, raggiunge una località sconosciuta della Georgia. Viene a prenderlo in macchina un’altra scienziata, Ruth Adams (Faith Domergue). Cal crede di riconoscerla come una vecchia conoscenza ma ella nega e lo conduce in un sontuoso villino, alla presenza di Exeter.
Meacham: “… quello che mi interessa sapere…”
Exeter: “… É chi siamo e cosa facciamo qui. Dottor Meacham, io rappresento un gruppo di scienziati che lavora con un solo scopo: mettere fine alla guerra. Naturalmente questa meta non è raggiungibile senza esperti di grandissimo valore, come lei o la dottoressa Adams, chiamati qui per scambiarsi ogni giorno le loro informazioni senza ambizioni di successo personale. Noi speriamo di acquisire nuovi mezzi tecnici prevenendo gli altri di anni. Immaginate l’autorità che avremo quando il mondo conoscerà i nostri progressi. Ebbene, ecco tutto…”
Meacham accetta naturalmente l’incarico. Exeter gli mostra i laboratori, per mezzo dell’Interocitor, quando improvvisamente, un segnale proveniente dall’apparecchio lo avvisa che sta per ricevere una chiamata esterna. L’uomo, congedati frettolosamente i due studiosi, riceve la comunicazione.
Exeter: “Sì”
Voce: “La sua relazione sui progressi conseguiti non è soddisfacente, lei non è riuscito a svolgere il programma stabilito, perché?”
Exeter: “Perché… il Consiglio mi ha imposto dei metodi costrittivi che qui sono risultati inadatti, desidero discutere col Consiglio.”
Voce: “Impossibile. L’elemento tempo non ci consente disparità d’opinioni. Continui a svolgere il Piano “A” come deciso… ci faccia un rapporto sullo stato del personale.”
Exeter: “Con l’arrivo di Meacham i quadri direttivi sono al completo.”
Voce: “Prosegua con il piano “A”.”
L’invisibile interlocutore tronca la comunicazione. Dopo una sontuosa cena Meacham, con la scusa di voler prendere un po’ d’aria, si apparta nel suo laboratorio con Ruth e Steve Carlson (Russell Johnson), un altro scienziato del posto e li costringe a parlare chiaro, dopo aver cercato di creare una zona non intercettabile collocando una lastra di piombo da un lato e mettendo i reattori di piombo su l’altro.
Meacham: “… Potete parlare chiaro… Va bene, lo farò per voi. Voi vi aggirate qui come se aveste terrore della vostra ombra; Ruth teme persino di ammettere che ci siamo tenuti per mano. La conclusione è una sola: o io ho perduto il ben dell’intelletto, o il gatto di Exeter vi ha mangiato la lingua.”
Steve: “E lei non ha pensato che anche noi avremmo il diritto di farle qualche domanda. Che cosa ha fatto?”
Meacham: “Senta: ho ricevuto un maledetto catalogo; non ho resistito: ho montato un Interocitor e sono arrivato con l’aeroplano. É tutto quello che so, ma state certi che nei prossimi dieci minuti saprò molto di più.”
Ruth: “Io gli credo, Steve”
Steve: “Ebbene: sono convinto anch’io.”
Meacham: “Ora incominciamo a ragionare.”
Dopo aver rivelato che, effettivamente, lei era la ragazza che Meacham aveva conosciuto, Ruth prosegue parlando di “strane lampade solari”.
Meacham: “Solari?”
Ruth: “Sono così in apparenza, ma irradiano qualcosa che cambia l’essenza delle cellule cerebrali. Steve le ha potute esaminare.”
Steve: “Sì, è una specie di lobotomia che rende inattive le aree del cervello che controllano la forza e la volontà.”
Ruth: “Steve e io, finora, siamo stati risparmiati e non riusciamo a capirne la ragione.”
Meacham: “Che cosa è successo agli altri?”
Ruth: “Provi a parlare con loro.”
Meacham: “Rimane un problema: per chi lavora quest’Exeter?”
Steve: “Chi lo sa? Sappiamo soltanto quello che lei ha già capito: Exeter cerca affannosamente di attingere da nuove fonti di energia atomica.”
Ruth: “E noi siamo i geni sui quali egli conta per conseguire il suo scopo.”
Nonostante le precauzioni di Meacham, la conversazione è seguita da Exeter e da un altro individuo, Brack (Lance Fuller), anch’egli, come Exeter, dotato di una fronte spaziosa e una fluente capigliatura bianca.
I due discutono sulla opportunità o meno di usare “il trasformatore” (le lampade solari). Exeter non è d’accordo.
Exeter: “É un mezzo che ripugna moralmente ai soggetti. Determina nel subcosciente reazioni che vincono i nostri propositi.”
Brack: “Lei diventa sentimentale”
Exeter: “Io sono pratico. No, se si forza il cervello di una persona, se ne distrugge l’iniziativa e il potere di aiutarci in momenti così preziosi.”
Un gatto, presente nel laboratorio, balza sulla lastra di piombo e miagola infastidito dai raggi invisibili dell’Interocitor di Exeter, per cui i tre cambiano subito discorso.
Il giorno dopo Exeter, parlando con Meacham nel suo laboratorio, per mezzo dell’Interocitor fonde la lastra di piombo aprendole un grosso foro nel mezzo (anche in questo caso, pur ricorrendo a un raggio disegnato sul fotogramma, l’effetto è reso molto bene.).
Exeter: “Quando sarà a punto il suo processo piombo-uranio l’efficienza di questo raggio sarà accresciuta enormemente.”
Meacham: “E perché, Exeter, un mezzo di comunicazione dovrebbe essere provveduto di un raggio distruttivo?”
Exeter: “Le onde televisive non penetrano le montagne; mediante i “raggi neutrino” ci riusciremo.”
Meacham: “Raggi neutrino?”
Exeter: “Ne ha visto uno proprio ora. Ritengo che il neutrino possa definirsi l’anello di congiunzione tra energia e materia.”
Meacham: “Affascinante. Se il nostro scopo fosse distruggere.”
Exeter: “Al contrario. Recentemente uno dei nostri raggi fu usato con tutt’altro intento. Più precisamente per salvarle la vita.”
Meacham: “La luce verde?”
Exeter: “Infatti. Sostenne il suo aereo in volo e lo depose a terra sano e salvo.”
Meacham: “Prima però paralizzaste i miei comandi.”
Exeter: “Meacham, le devo chiedere di avere fede nella nostra missione; debbo anche pregarla di evitare di incontrarsi nuovamente con qualche suo collega, salvo che nei modi usuali.”
Meacham: “Come vuole, dottore.”
Exeter: “Grazie, Meacham, la sua pazienza sarà compensata, glielo prometto.”
Cal si guarda bene dal mantenere la promessa e continua a incontrarsi, nel suo laboratorio, con Ruth e Steve. Sulla lastra di piombo i tre hanno collocato il gatto, come segnale di avvertimento, e si scambiano le reciproche informazioni.
Steve: “Ecco un disegno dell’Interocitor, ho anche degli appunti su come funzionano i comandi. É fatto un po’ a memoria, ma è meglio di niente. Ed ecco i ritratti di Exeter e Brack.”
Ruth: “Ha notato quella curiosa protuberanza nelle loro fronti?”
Meacham: “Una coincidenza?”
Ruth: “E questa è la scoperta di cui siamo più fieri.”
Steve: “Sì, l’abbiamo fatta circa una settimana fa a tre chilometri da qui. Nel fianco di questa collina c’è uno scavo, qui c’è un immenso telone che copre l’apertura. Chissà cosa nasconde.”
Ruth: “Volevamo ritornare per scoprire cosa c’è dentro… avevo freddo ai piedi…”
Gli eventi precipitano: Exeter riceve una comunicazione dal misterioso interlocutore, un uomo con le stesse fattezze sue e di Brack e che risponde al nome di “Monitore” (Douglas Spencer).
Monitore: “Confermi, prego.”
Exeter: “Il piano “A” è abbandonato. É in atto quello di emergenza.”
Monitore: “Va bene. Il nostro strato di ionizzazione cede rapidamente: avremo bisogno di aeromezzi, lei è pronto a partire?”
Exeter: “Lo sono fin dalla sua ultima comunicazione, sebbene Adams e Meacham stiano raggiungendo i risultati voluti. Può accordarmi ancora un po’ di tempo?”
Monitore: “Impossibile. Ma può darsi che riescano a completare qui le ricerche. Che vengano.”
Cal, Ruth e Steve hanno scelto proprio quel momento per fuggire a bordo di un’auto. Brack, nello schermo dell’Interocitor, segue la loro fuga e li bersaglia di raggi; la macchina esce dalla strada, si ferma, Ruth e Cal si gettano a terra. Steve cerca di ripartire, ma il veicolo colpito da un raggio si disintegra con il suo occupante e con uno degli scienziati del centro arrivato in soccorso dei tre (la scena ricorda molto da vicino quella de La guerra dei mondi, in cui le macchine marziane distruggono l’aereo di Sylvia e Forrester, mentre i due si riparano nel fossato).
Cal Meacham e Ruth Adams riescono tuttavia a raggiungere il piccolo aeroporto e salire a bordo di un aereo. Sono appena decollati quando, in una bellissima sequenza di immagini e di colori, dal fianco della montagna si alza un disco volante che intercetta, con un raggio traente, l’aereo dei due attirandolo a bordo (la scena della sala comando rivela scorci simili all’interno intravisto in Destinazione… Terra). Exeter si fa loro incontro e Cal e lo spaziale hanno un’animata discussione, sia sul loro rapimento, sia sull’uccisione degli altri scienziati.
L’alieno si scusa:
Exeter: “Ciò è avvenuto fuori dal mio controllo…(E quindi prosegue) …Sentite: voi altri due state iniziando uno strano viaggio, un viaggio che nessun terrestre ha mai intrapreso prima. Ora, che mi consideriate un diavolo o un santo ha poca importanza. Quello che conta è che siete qui, su questa astronave. E allora, non val la pena di fare un armistizio fra noi, come scienziati almeno, Mecham? Può negare (rivolto a Ruth) che, come donna, non sia curiosa di sapere dove andiamo?”
Ruth: “Ebbene, dove?”
Exeter: “In un paese chiamato Metaluna”
Meacham: “Metaluna?! Ma non c’è questo pianeta nel Sistema Solare.”
Exeter: “Metaluna non appartiene al vostro sistema. É molto lontano.”
Da uno “stelloscopio” lo spaziale mostra ai due terrestri il loro pianeta che si allontana nello spazio.
A un tratto il disco volante sembra incendiarsi; Exeter spiega che stanno superando una non ben spiegata “barriera termica”. All’epoca, in effetti, la definizione era completamente sconosciuta, ma quando iniziarono i voli nello spazio questa barriera, un pericolo costante per gli astronauti, sarebbe diventata una realtà. In questo caso, però, la suddetta barriera non si troverebbe nell’atmosfera della Terra, ma molto più lontano. Alzi la mano chi ci pensò allora.
Meacham: “Exeter, quale energia usate, come fate a padroneggiare la tremenda temperatura esterna?”
Ruth: “Cosa ci impedisce di ondeggiare come palloncini, ora che siamo fuori dalla forza di gravità?”
Exeter: “Rispondo anzitutto a quest’ultima domanda: noi creiamo qui una gravitazione locale e in tal modo, qualunque posizione prenda l’astronave nello spazio, ci manteniamo in posizione eretta. Ora però, se volete sbarcare vivi a Metaluna, dovete assoggettarvi ad una piccola procedura… La pressione atmosferica a Metaluna è la stessa dei vostri oceani più profondi: se penetrassimo nella sua orbita senza prepararci, rimarremmo schiacciati.”
Meacham: “E tornando da Metaluna sulla Terra i nostri corpi si espanderebbero, ne verremmo disintegrati.”
Exeter: “Esatto, Meacham, se fossimo tanto fortunati da tornare sulla Terra… ”
Dopo aver fatto cambiare gli abiti ai due, li conduce a un macchinario sopra il quale sono sospesi dei tubi trasparenti, quindi Exeter invita i due a posare le mani su delle “manopole magnetizzate”, contemporaneamente i tubi scendono su di loro avvolgendoli in un gas (la scena è girata splendidamente, con la tecnica del fermo delle immagini: appaiono prima i muscoli, poi lo scheletro e infine di nuovo i due attori).
I tubi si sollevano mentre Exeter ordina al “capo controllo” di evitare contatti con “il nemico”.
Exeter: “So che ora vi sentite come se vorreste dormire per un migliaio d’anni, ma perdereste lo spettacolo di Metaluna che si avvicina e non me lo perdonereste, con la vostra curiosità di vedere.”
Meacham: “Non riesco a capire.”
Exeter: “Che cosa non capisce, dottore?”
Meacham: “Quei due oggetti (indica il monitor) assomigliano a comete, ma procedono in coppia come… come se una qualche intelligenza li dirigesse.”
Exeter: “Le vostre deduzioni sono esattissime, ma quegli oggetti non sono comete, sono meteore, controllate dall’aviazione di Zaghon.”
Poco prima dell’impatto, due raggi partono dal disco e distruggono gli oggetti.
Nella scena si vedono distintamente due picole astronavi a forma di punta di freccia, che cabrano poco prima dell’impatto: sono le astronavi che controllano le meteore, peraltro munite di un’antenna direzionale; una finezza da notare!
Exeter: “Abbiamo offerto la pace a Zaghon, ma inutilmente…”
Ruth: “Questo Zaghon è un pianeta?”
Exeter: “Pianeta che è stato una cometa. Come vedete, la loro flotta spaziale non fa che scagliare meteore contro di noi.”
Il fantastico viaggio prosegue.
Pilota: (Richard Deacon) “Ora, nel quarto quadrante, Metaluna comprende “tre periodi di tempo”.”
Appare il pianeta circondato da vapori gialli e rossi.
Exeter: “Accorci il campo visuale.”
Pilota: “La vista del terzo quadrante comprende “due periodi di tempo”.”
L’immagine è ingrandita.
Capo controllo: “La vista nel secondo quadrante comprende “un periodo”… La vista nel primo quadrante uno strato di ionizzazione… “
Exeter: “Quello che state osservando potrebbe essere il principio della fine del mondo. Le meteore di Zaghon cominciano a far breccia nella barriera ionizzata, quella nebbia in un campo di intensa radiazione. Come potete immaginare, quella difesa richiede la produzione di grandi quantità d’energia.”
Ruth: “…che state esaurendo, perciò vi hanno mandato sulla Terra…”
Meacham: “…e ci avete cercato. Vi occorre uranio.”
Exeter: “In colossali quantità. I nostri depositi sono alla fine. La nostra potenza viene meno, la nostra difesa si sfalda.”
Altra stupenda immagine è quella offerta dal disco che penetra nello stato ionizzato, scivola sulla superficie tormentata del pianeta, sottoposta a un continuo bombardamento, entra in un cratere e si ferma su un’alta colonna di attracco di fronte a un’immensa caverna. Il lungo braccio si illumina: un ascensore porta i tre a contatto con il terreno (lo sfondo è disegnato, ma è molto efficace, tanto più che in basso vediamo i tre attori camminare).
Attraverso un tubo sul quale scorre un piccolo mezzo, essi si avviano verso la residenza del “Monitore”; durante la strada Exeter mostra loro ciò che resta di ospedali, scuole o altro (la scena è buona ma è “al risparmio”, nel senso che lo spettatore non vede quasi nulla tranne che piccole luci su uno sfondo nero lampeggiante).
L’effetto è stato realizzato facendo scorrere un fondale sugli attori che, in realtà, stanno fermi sul veicolo.
I tre giungono alla residenza del “Monitore”, assiso su una specie di trono, che fa parte di un pannello di controllo, immerso in una spettacolare luce violetta molto suggestiva.
L’attore che interpreta il “Monitore” è, come abbiamo detto, Douglas Spencer (1910 – 1960), lo ricordiamo nella parte del giornalista Scott de La cosa da un altro mondo, mentre Steve Carlson, lo scienziato ucciso, è lo stesso attore che interpreta il ruolo di George, il riparatore della linea telefonica in Destinazione … Terra.
Monitore: “Bentornato Exeter. Ho seguito il vostro volo, vi ho creduto spacciati. Sono loro i terrestri?”
Exeter: “Dottoressa Adams, dottor Meacham… il Monitore, capo supremo del nostro governo.”
Monitore: “Mi dispiace di non potervi accogliere come vorremmo. Ho l’impressione cha non sia stata facile per voi la transizione dalla Terra a Metaluna.”
Exeter: “Ho cercato di ambientarli e aggiornarli il più possibile.”
Monitore: “Allora siete informati che siamo alla vigilia di un attacco risolutivo da parte di Zaghon. La nostra barriera di ionizzazione dovrà tenere fino a che non ci saremo trasferiti.”
Meacham: “Trasferiti?! E dove?”
Monitore: “Sulla vostra Terra!”
Exeter: “Con le mire più pacifiche. Speriamo di vivere in armonia con i popoli del vostro pianeta.”
Ruth: “In armonia?”
Monitore: “Naturalmente vi saremo superiori per la scienza e le arti.”
Meacham: “Come mai, allora, le vostre menti superiori hanno fatto fiasco negli studi per l’uranio sintetico?”
Monitore: “Molti dei nostri scienziati sono morti, i maggiori laboratori sono distrutti, la guerra ha ridotto il nostro popolo a un pugno di superstiti.”
Exeter: “Questo è vero.”
Monitore: “É tipico di voi, gente della Terra, rifiutare di credere alla superiorità di qualunque mondo, fuori del vostro. Vi guardate in uno specchio d’ingrandimento, pensando che quell’immagine risponda alla vostra statura reale.”
Meacham: “La nostra statura è quella stessa del nostro Dio!”
Monitore: “É ancora persuaso che convenga lasciare la piena libertà di mente a questi omiciattoli?”
Exeter: “Sicuro! Li conosco. Ho vissuto con loro.”
Monitore: “Ha sprecato il nostro tempo. Li conduca nella camera di trasformazione.”
Exeter: “Venite con me. Non avete altra scelta, ormai.”
Mentre il Monitore continua a dare ordini per la difesa, un dispiaciuto Exeter conduce via i due che, percorsa poca strada, si rifiutano di seguire lo spaziale, purtroppo la porta è sbarrata da un essere mostruoso, con le braccia a pinza e la testa da insetto.
Exeter: “Questo è un mutante. É da secoli che li alleviamo per i lavori più bassi. Somigliano, come vedete, a qualche insetto che vive sulla vostra Terra, ma sono più grandi, con maggior grado di intelligenza. A questo è stato ordinato di vigilare il corridoio finché state con me.”
Pur promettendo di non toccare le loro menti, Exeter non viene creduto. Meacham lo colpisce con un pugno poi la fortuna li aiuta perché mentre il mutante si dirige verso di loro, una sezione di parete crolla a causa dell’impatto di una meteora caduta lì vicino e seppellisce il mostro. I due raggiungono il mezzo a rotaia e trovano Exeter ad attenderli. Questa volta, per forza di cose, il suo aiuto viene accettato e tutti insieme raggiungono il disco, mentre tutto crolla vicino a loro, compresa la residenza del Monitore, che muore, colpita da una meteora. Un mutante ferito è ancora a guardia dell’astronave, Exeter gli ordina di spostarsi, fa passare gli altri due però, mentre sta entrando a sua volta, una chela del mostro gli si affonda in un fianco. Lo spaziale riesce ugualmente a entrare all’interno, sorretto da Meacham che ha colpito il mostro, ma nonostante le ferite mortali, quest’ultimo si rialza e li segue mentre la porta dell’astronave si chiude.
Il disco decolla e lascia Metaluna poco prima che la barriera ionizzata ceda del tutto ed evitando sia le meteore di Zaghon che il suo equipaggio, i tre assistono, da lontano, alla fine del pianeta.
Exeter: “Stanno concentrando tutta la loro attenzione su Metaluna. Quei lampi di luce… sono meteore, a centinaia. Il tremendo calore sta trasformando Metaluna in un sole radioattivo… è un pianeta senza vita e, tuttavia, servirà ancora a uno scopo utile, spero… Un sole che riscalderà la superficie di un altro mondo, dando luce a quelli che ne abbisognano. Ora entrate nei contenitori… ”
Mentre il processo è quasi al termine il mostro ferito appare e, neanche a farlo apposta, si dirige verso il tubo di Ruth.
Meacham: “Exeter, questi tubi potranno resistergli?”
Exeter: “Spero di sì. Ha perso sangue, tra pochi minuti la pressione l’annienterà.”
Il tubo di Ruth si alza, la ragazza fugge, il mostro l’afferra ma essa si divincola; sono gli ultimi attimi di vita della creatura che si abbatte al suolo e, lentamente, si disintegra.
La Terra si avvicina rapidamente; Exeter ordina ai due di prendere posto sull’aereo.
Ruth: “E lei dove va?”
Exeter: “Oh, l’universo è grande, pieno di meraviglie, l’esplorerò, troverò, forse, un’altra Metaluna, un mondo abitato da esseri non troppo diversi da me. Vedete: sono molto più avventuroso di quanto non crediate.”
Meacham: “Exeter, lei è un bugiardo. Ha esaurito l’energia per portarci qui, anche se ci fosse un mondo simile al suo non ci arriverebbe.”
Ruth: “Venga con noi, cureremo le sue ferite.”
Exeter: “Le mie ferite non potranno mai essere curate.”
Meacham: “Ha tante cose da insegnarci!”
Exeter: “Grazie. Siamo sulla vostra Terra: ora conviene che andiate. Addio.”
Quando i due escono, Exeter si abbatte sulla poltrona di comando, ma riesce a sganciare l’aereo dal disco, quindi dopo un breve tragitto, l’astronave cade esplodendo in mare.
Cittadino dello Spazio è una valida pellicola avventurosa molto bene congegnata che sfrutta, in gran parte sorreggendovisi, gli effetti speciali di Clifford Stine (Destinazione… Terra, Tarantola e altri di cui parleremo in seguito) e il trucco del mutante ideato da Bud Westmore (morto nel 1973), qui in una delle sue prove migliori assieme a quella offerta creando l’uomo-pesce per Jack Arnold.
Il mutante è interpretato da Eddie Parker e da Regis Parton.
Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Raymond F. Jones (This Island Earth, 1952 Tr. It. Cittadino dello Spazio – Urania N.96 Mondadori – Milano & Classici N.28 – Libra Editrice), sfrutta inoltre molti miti della metà degli Anni Cinquanta, dai dischi volanti al mostro, mettendo tutto in un sapiente e bel realizzato soggetto.
La figura di Exeter, la migliore interpretazione di Jeff Morrow nel campo della science fiction, è senz’altro la più curata ed è anche, quindi, la più simpatica e patetica.
Come era stile di quei tempi, un personaggio così non poteva sopravvivere ma, al massimo, cercare una morte utile, se non gloriosa.
La regia intesa per Jack Arnod, venne poi affidata a un oscuro mestierante quale fu e sarà Joseph Newman, anche se Jack Arnold dovrà intervenire rimontando il film e girando nuovamente delle scene.
In pratica tutto il secondo tempo è opera di Arnold, sia come regista, sia come montatore.
Ancora qualche notizia curiosa sul personaggio di Exeter: quando Jeff Morrow fu scelto e chiamato per la parte, lo spaziale, secondo il vecchio copione, era di una malvagità ributtante. Fu proprio l’attore, in pieno accordo con lo sceneggiatore, a proporre un alieno più umano, comprensivo e, alla fine, addirittura alleato dei terrestri, e la cosa, bisogna dirlo, fu veramente un lampo di genio.
Jeff Morrow si innamorò subito della parte che, ancora oggi, considera la migliore del suo repertorio.
Un altro particolare curioso riguarda la truccatura di Exeter. La parrucca bianca, secondo il produttore William Alland, doveva essere estremamente candida; ciò non fu tecnicamente possibile perché il viso di Morrow, per contrasto, risultava troppo scuro e, quindi, fu scurita progressivamente durante la lavorazione del film. Ecco perché nelle prime scene, il viso di Jeff Morrow appare di color cioccolato.
Da notare infine come Cittadino dello spazio abbia lasciato in eredità almeno due scene al successivo Il pianeta proibito, una delle pietre miliari della fantascienza cinematografica: la scena della “trasformazione e adattamento alla pressione” nei tubi trasparenti e l’ingresso dei terrestri nella città aliena. Infatti ne Il pianeta proibito gli astronauti sono circondati da una rutilante luce verde (un disegno sul fotogramma) e l’inquadratura della città è ripresa dall’alto con gli uomini, piccolissimi, sul fondo, ma è assai più spettacolare.
(1 – continua)