E’ un amico da ormai tanto di quel tempo che nemmeno ci ricordiamo più quanto, ma è anche uno dei massimi esperti del genere fantastico in Italia, oltre a essere scrittore, curatore di antologie, ideatore di riviste e tante, tante altre cose: Christian Antonini è questo e molto di più e, nonostante i nostri scambi di mail siano sempre stati costanti nel tempo, era da tanto che non lo intervistavamo… per cui abbiamo sopperito a questa mancanza non appena ne abbiamo avuto l’occasione.
CIAO CHRISTIAN, E’ DA UN BEL PEZZO CHE NON CI SENTIAMO SULLA ZONA MORTA, DAI TEMPI DELL’USCITA DI “LEGAME DOPPIO”. VUOI RACCONTARCI NEL FRATTEMPO COSA E’ SUCCESSO E COSA HAI FATTO?
Ciao. È vero, non ci sentiamo da un po’, “Legame Doppio” è del 2007. Da allora… mi sono trasferito tra i monti della Valsassina, ho messo su famiglia, ho cambiato un po’ di lavori e ho scritto. Ho pubblicato alcuni romanzi e alcuni racconti e ho cominciato con Vito Di Domenico l’avventura di “Altrisogni” che, da rivista di narrativa di fantascienza, horror e weird è ora una realtà giornalistica ed editoriale dedicata al fantastico. Ho esplorato generi per me nuovi, ho coltivato vecchie passioni, ho inventato storie. Insomma, la vita più bella del mondo, in teoria, no? Diciamo che sono stato molto fortunato, da questo punto di vista: ho sempre avuto lavori stimolanti che mi hanno lasciato lo spazio per scrivere e inventare storie. E una famiglia che mi ha sempre incoraggiato.
RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO PER DBOOKS.IT IL ROMANZO “I MASTINI DI MULDON – ASSALTO ALLA LUNA RIBELLE”, USCITO SIA IN VERSIONE CARTACEA SIA IN FORMATO E-BOOK. CE NE VUOI PARLARE?
Si tratta di un romanzo di fantascienza militare, una storia di guerra in ambientazione fantascientifica. Si apre con una missione bellica: il bombardamento orbitale e lo sbarco di centinaia di soldati e mezzi d’assalto sulla capitale di una luna mineraria ribelle. Abbiamo astronavi che sparano dall’orbita, shuttle e cannoniere che si lanciano tra le nubi, missili che solcano l’atmosfera e poi combattimenti urbani tra palazzi sventrati, cunicoli e strade ingombre di macerie, con carri armati dotati di zampe, droni e armi ipermoderne. Il tutto visto attraverso gli occhi di Hitomi Kyle, un giovane specialista che fa parte dell’unità I Mastini di Muldon, una squadra di marine dell’Egemonia Terrestre, combattenti eccezionali in armatura potenziata, con il massimo della tecnologia e dell’addestramento. Le loro armature sono piccoli carri armati bipedi, collegate in rete, capaci di resistere a un colpo di razzo anticarro e con forza sufficiente a sradicare un portello da un torretta. Solo che… su Lachesis non ci sono solo i ribelli e la minaccia è ben peggiore del previsto.
COME E’ NATA L’IDEA DI FONDO DI QUESTO LIBRO?
“Assalto alla Luna Ribelle” ha due “padri”. Il primo è Stefano Di Marino, che mi ha proposto di scrivere una storia di fantascienza militare come se fosse un libro straniero, per dimostrare che anche in Italia, dove comunque questo genere è apprezzato, è possibile scrivere fantascienza d’azione. Da lui sono arrivate indicazioni sulla struttura dell’idea portante, con marine in armatura potenziata e una missione dietro le linee che potesse ricordare addirittura i temi avventurosi di un western. E poi è toccato a me riempire questi contenitori.
E io adoro queste sfide.
Sapevo che avrei voluto una fantascienza realistica, plausibile, ricca d’azione. Senza raggi della morte o super-armi, senza elucubrazioni sociali o psicopolitiche… Volevo il fascino delle battaglie adrenaliniche, personaggi che si rifacessero a ideali e “figure” note, obiettivi di grande portata. Volevo rivivere le emozioni di quando ho visto sullo schermo Hicks, Hudson e il sergente Apone di “Aliens”, di quando il Galactica lancia i suoi Viper, di quando Clint Eastwood, Telly Savalas e Donald Sutterland affrontano un Tigre in “I Guerrieri”, di quando gli elicotteri di “Black Hawk Down” sciamano su Mogadishu o dell’assalto aereo della Compagnia Easy in “Normandia”. Volevo “Bastogne”, la battaglia per “Armageddon” e gli “Spettri di Gaunt”. Insomma, volevo spassarmela.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?
Per i personaggi, l’aspetto più impegnativo è stato creare un protagonista che mi riuscisse simpatico senza dargli aspetti della mia personalità, fin troppo facile quando si scrive una storia. Quindi ho pensato a Hitomi Kyle, cercando di capire quale fosse il suo passato, immaginandomi una sua evoluzione, cercando di renderlo credibile e simpatico. Le unità militari hanno dinamiche interne, rapporti tra le persone, che spesso sono spietate: non vuoi avere di fianco uno di cui non ti puoi fidare e quindi è facile bollare uno che sbaglia con un’etichetta. Ecco, Hitomi è il “Novellino”. Un soprannome che è un vero peso per lui.
Per l’ambientazione, la parte più difficile è stata attingere a elementi di fantascienza che ormai fanno parte del nostro immaginario collettivo, come i viaggi a velocità superiore a quella della luce, l’ipersonno, le armature potenziate e una minaccia aliena, senza copiare, senza essere poco originale. La soluzione è stata citare, omaggiare, tracciando pennellate leggere, incorporando trovate di altri autori nel mio universo. Poi… facendo questo, ci ho preso gusto, e assieme alle “trovate” altrui ho inserito citazioni. Ho citato molto dell’immaginario che mi è caro, da “Gunny” ad “Alba Rossa”, da “Aliens” a “Warhammer 40k”, passando per romanzi, videogiochi e fumetti. È stato divertentissimo e pare che parte del mio divertimento sia trapelato nella scrittura… almeno, così mi è stato detto.
E poi c’è stato l’impegno di scrivere una storia d’azione, ricca di combattimenti senza annoiare. Di sicuro io mi sono divertito, perché è un tipo di scrittura che mi piace molto.
IL VOLUME E’ ANCHE ACCOMPAGNATO DA UN BLOG, “L’ERA DELL’EGEMONIA”, CHE AMPLIA E COMPLETA IL MONDO IN CUI E’ AMBIENTATO IL ROMANZO. COSA PUOI DIRCI IN MERITO?
“L’Era dell’Egemonia” nasce dalla mia esperienza con i giochi di ruolo, quelli cartacei, da tavolo, quelli che erano accompagnati da sourcebook e materiale informativo per comprendere e collocare mondo, storia, tecnologica. Quel blog ha proprio questo scopo: approfondire l’universo dei Mastini e dell’Egemonia, dando punti di riferimento in merito alle armi, ai viaggi, alla tecnologia di questo mondo fantastico. Presenta articoli che approfondiscono aspetti che nel romanzo sono solo accennati e che non possono occupare altro spazio: si sarebbe rischiato l’infodump. E poi ha la funzione di “veicolo” promozionale, per incuriosire, per dare un’occhiata all’Egemonia, ai suoi soldati, ai suoi pianeti. Ed è stato divertentissimo crearlo. Oltre che facile: io sono un fautore del worldbuilding, del lavoro di costruzione dell’ambientazione. Questa, a mio avviso, deve essere coerente e funzionante, credibile. Lo diceva anche Gary Gygax, il papà di “Dungeons & Dragons”, a proposito dei dungeon in cui si svolgono le avventure. Li possiamo riempire di mostri e tesori, ma non saranno molto divertenti. Quelli più divertenti, i migliori, sono quelli concepiti da qualcuno che sa cosa accade un’ora prima dell’arrivo degli avventurieri e un’ora dopo che se ne sono andati. Se il dungeon è ancora in piedi, con i suoi equilibri e le sue dinamiche, allora è stato fatto un buon lavoro. Ecco, mi sforzo di creare ambientazioni in questo modo… e quindi il blog ha attinto a moltissimo materiale pronto. Sarebbe stato un peccato non approfittarne!
DIETRO TUTTO IL PROGETTO, COME CI DICEVI, C’E’ LO “ZAMPINO” DI STEFANO DI MARINO: QUAL E’ STATA, DICIAMO, LA SUA PARTE?
Stefano cullava l’idea di questo progetto dall’inverno del 2011. Ne abbiamo parlato durante una fiera di fumetti a Milano. Voleva che gli italiani appassionati di fantascienza militare potessero leggere un romanzo italiano. Stefano anni fa ha lanciato “Action”, la rivista digitale “sorella” di “Altrisogni” che si occupava di narrativa d’azione e “Assalto alla Luna Ribelle” doveva essere uno dei “figli” di “Action”. Idealmente lo è. Grazie al suo rapporto con l’editore dbooks.it è stato il motore che ha portato alla nascita di questo libro. Ha letto il soggetto, mi ha dato consigli, ha effettuato un editing dei contenuti dopo aver letto la prima stesura, ha seguito la realizzazione grafica della copertina e del libro. Per quanto mi riguarda “Assalto alla Luna Ribelle” è tanto suo quanto mio, perché senza di lui probabilmente questo libro non ci sarebbe stato.
E QUALI SONO I TUOI RAPPORTI CON LUI?
L’ho conosciuto come autore con “Vladivostock Hit”, ma mi ha avvinto con “Pietrafredda”. Da allora mi sono avvicinato alla sua narrativa e ho scoperto che nel suo immaginario ci sono elementi che coincidono con il mio. Anche nelle amicizie ci sono punti comuni. Il crogiuolo di idee e menti che è stata Stratelibri, con la catena di negozi Avalon intorno a cui hanno orbitato creativi e appassionati ha permesso a entrambi di stringere amicizie comuni. Mi sono poi avvicinato a Stefano come hanno fatto centinaia di suoi lettori: scrivendogli commenti ai suoi romanzi, sulla scia delle emozioni. In seguito ci siamo trovati in un numero di occasioni sempre maggiore, sono iniziate le prime collaborazioni, scambi di articoli su “Action” e “Altrisogni”, commenti, chiacchierate a tavola o in fiera… per poi scoprire di aver avuto entrambi la passione per le storie di sangue e coraggio, di lealtà, di emozioni e piombo.
CI SEMBRA DI CAPIRE CHE “I MASTINI DI MULDON” NON CI ABBIANO RACCONTATO TUTTO CON QUESTO ROMANZO, MA CHE PRESTO LI VEDREMO APPARIRE ANCORA. HAI IN MENTE UNA SERIE? E SE SI’, QUALI E QUANTE SARANNO LE PROSSIME TUE MOSSE NEL MONDO DELL’EGEMONIA, SE GIA’ HAI IN MENTE UN PIANO BEN PRECISO?
Un piano ancora non c’è, ma io adoro i progetti seriali. Credo nel worldbuilding, nella ricerca, nell’ambientazione. Quando lavori molto è un peccato usare tutto in una sola volta. “Assalto alla Luna Ribelle” potrebbe essere la prima puntata di una serie, l’universo dell’Egemonia è sufficientemente vasto, quindi sarebbe possibile vedere i Marine dell’Egemonia Terrestre schierati per altre avventure. Molti mi stanno chiedendo un’altra puntata, un’altra missione dei Mastini. Se ne era parlato, con Stefano Di Marino e con Luigi Lo Forti, l’uomo dietro dbooks.it. È ancora presto per prendere una decisione, ma non mi stupirei se i Mastini dovessero spolverare le loro armature Hoplites, in futuro.
VISTO CHE ULTIMAMENTE E’ CAPITATO SPESSO, COME IN QUESTO CASO, DI POTERTI LEGGERE ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?
Io credo e spero possano convivere. Sono un avido lettore di libri di carta: li compro in libreria e in edicola, ma anche da Amazon e dalle pagine degli editori. Ma sono anche un appassionato consumatore di e-book, che trovo un medium fenomenale per assaggiare tutto quello che incuriosisce, per leggere gli autori stranieri nella loro lingua e per portarsi dietro una libreria. Secondo me molti scopriranno e apprezzeranno la comodità del digitale, ma il libro tradizionale non scomparirà mai. Accadrà quello che è successo con gli mp3 e i CD: acquisteremo e scaricheremo file, ma compreremo, collezioneremo e regaleremo prodotti fisici. Tra qualche tempo credo che il settore si assesterà: moltissimi microeditori e dilettanti scompariranno, come è giusto che sia quando la qualità viene messa in secondo ordine rispetto alla quantità. Negli e-book rimarranno i prodotti che meritano, gli editori che lavorano e promuovono, che scelgono gli autori e li fanno crescere. E la carta ci sarà sempre, per fortuna, nelle nostre case e nei negozi. Magari meno diffusa, più costosa, ma sicuramente sarà ancora nelle nostre vite.
OLTRE CHE SCRITTORE, TI OCCUPI ANCHE DI CURARE, INSIEME A VITO DI DOMENICO, LA RIVISTA “ALTRISOGNI”. VUOI PARLARCI DI QUESTA SECONDA FACCIA DELLA MEDAGLIA DELLA TUA ATTIVITA’?
“Altrisogni” è un progetto stimolante e immenso: è nato nel 2010, come rivista per lettori e scrittori horror, di fantascienza e weird. Senza l’impegno incredibile e la dedizione di Vito Di Domenico (uomo dall’occhio critico e dal talento multiforme) avremmo chiuso da tempo. Abbiamo pubblicato articoli e racconti inediti, offerto una vetrina e una palestra per gli esordienti e ce la siamo cavata bene. Ora stiamo mutando: abbiamo staccato la parte “giornalistica” che approderà a breve su “Altrisogni.it” e il comparto narrativo è diventato una collana di antologie che escono in e-book sui principali store e su dbooks.it. È appena uscito il primo volute. In attesa di portare a pieno regime la rivista online c’è il blog, ma ci puoi trovare anche su Facebook, Twitter e Google+.
ULTIMA DOMANDA DI RITO: QUALI PROGETTI HAI IN MENTE PER IL PROSSIMO FUTURO?
È appena uscito per Il Ciliegio un romanzo fantastico che dovrò promuovere, si intitola “E venne la Bestia” (no, non la Bestia del numero 666), che ha in copertina la brava Selene Feltrin immortalata da Stefano Sibilia. Si tratta di una storia ambientata a Milano e in Valsassina, che rilegge una figura tradizionale delle storie dell’orrore, svecchiandola e ricontestualizzandola nel 21° secolo.
Per il prossimo futuro, invece, ho due progetti in ballo. Il primo è una storia insolita per i miei canoni, che richiede molta ricerca, un romanzo di ambientazione reale, storica (storia recente, l’inizio degli anni ’70), di taglio avventuroso.
Il secondo è l’adattamento di un romanzo per superare un’importantissima selezione: inviato una prima volta, mi sono state chieste delle modifiche che però non ho ancora fatto, tra la nascita di Sofia (che fa due anni e sei mesi a breve) e altri progetti, è stato messo in secondo piano: si tratta di un romanzo d’azione e d’avventura concepito per essere il pilot di una serie. Vedremo come va a finire, ma ci tengo molto e ce la metterò tutta. I protagonisti sono un elicottero da trasporto e un gruppo di avventurieri.
Vedremo se riuscirò a far decollare il tutto…
IN ATTESA DEL DECOLLO, RESTEREMO CON I PIEDI PER TERRA… PER ORA! IN STAND BY FINO ALLA PROSSIMA MISSIONE!