ALDA TEODORANI… E LE BELVE E I VAMPIRI DI CINECITTA’

E’ tornata alla grande con “Belve – Vampiri e mostri nella Cinecittà del futuro”, edito da Cut Up: Alda Teodorani, una delle più grandi scrittrice contemporanee del fantastico (ma non solo), torna anche sulla Zona Morta per raccontarsi di nuovo e per parlarci del suo nuovo romanzo, che in realtà è una riedizione, ma completamente riscritta, di un suo vecchio lavoro. Come ci ha anticipato Alda: “ho sistemato alcune parti che non mi avevano soddisfatta nella prima edizione. Ora invece, in questo nuovo montaggio è, secondo me, molto efficace”. Ma andiamo con ordine…

CIAO ALDA, E’ UN PIACERE RITROVARTI SULLE NOSTRE PAGINE. L’ULTIMA VOLTA CHE CI SIAMO SENTITI AVEVI DA POCO PUBBLICATO IN E-BOOK “LE RADICI DEL MALE”. COSA E’ SUCCESSO DA ALLORA?

Purtroppo l’e-book di “Le radici del male” non è più in vendita: pubblicare in e-book è più semplice che su carta, visti i costi contenuti, trovare editori seri che ti corrispondano quello che ti devono o che operino per il bene degli autori e della casa editrice più che per il proprio ego è assai più difficile, quindi se non riceverò a breve notizie incoraggianti su questo fronte, che dovrebbero arrivare da contrattazioni al Salone del Libro, comincerò seriamente a gestire il mio comparto e-book da sola. Per il resto, ho scritto molti racconti e sto preparando un’antologia, ho terminato un libro non horror, e devo dire che ho fatto molti sforzi produttivi anche se i risultati non servono a rendermi più popolare: fino a luglio 2014 ho co-finanziato la rivista VERDE sobbarcandomi il 50% delle spese di stampa, poi è diventato davvero troppo oneroso sia in  termini economici che in termini di tempospazio, per fare una citazione fantascientifica.

FRA LE ALTRE COSE SEI ENTRATA ANCHE A FAR PARTE DELLA SQUADRA DI “FUTURE FICTION”: COSA PUOI RACCONTARCI DI QUESTA ESPERIENZA?

Future Fiction” si occupa di fantascienza speculativa, tanto per usare dei termini che diano la possibilità di comprendere cosa c’è dietro il marchio, e pubblica in e-book autori di vari paesi di tutto il mondo, autori famosi non tradotti in Italia, autori da paesi remoti. La vera definizione però è proprio Future Fiction – si tratta di un progetto ambizioso e per spiegarmi meglio rimando al sito. Per me come autrice rappresenta una bella palestra di scrittura a 360°, mi permette di cimentarmi con le traduzioni e l’editing e di aiutare amici che hanno bisogno anche del mio contributo per crescere. Sul fronte delle pubblicazioni, oltre ai vari editing, ho tradotto “La Regina d’Ambra” del francese Olivier Paquet, una storia sullo sfondo di una tenuta vitivinicola del futuro.

E COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DAL (PERMETTICI IL GIOCO DI PAROLE) FUTURO DI “FUTURE FICTION”?

Per quanto riguarda la visibilità al pubblico si punta su una forma più diretta ed “esterna” partecipando alle fiere (mentre sto scrivendo, ad esempio, “Future Fiction” si trova al salone del libro di Torino e poi ci saranno, tra l’altro, Pisa e Roma); continueranno le collaborazioni con le compagnie che sostengono il progetto, portando a teatro temi originali e inediti come The Milky Way (tratto da “La morte di Fernando Morales” e compagnie di arti performative. Sono in arrivo la prima antologia dell’autrice cinese Xia Jia e “Preghiere al vento”, un’opera dello statunitense Walter Jon Williams ambientata nella regione Himalayana.

E VENIAMO ORA AL TUO ULTIMO PARTO LETTERARIO, “BELVE – VAMPIRI E MOSTRI NELLA CINECITTA’ DEL FUTURO”: SI TRATTA IN REALTA’ DI UNA RIEDIZIONE. COME MAI QUESTA OPERAZIONE?

“Belve” ha una vita singolare: è stato editato prima in Francia e poi in Italia, per la collana “Addictions” di Magenes che chiuse i battenti poco dopo la pubblicazione, quindi il volume ha avuto una pessima distribuzione, diversamente dai miei precedenti libri, che sono rimasti in libreria per anni anche se pubblicati con piccole case editrici.

DI COSA PARLA QUESTO ROMANZO?

Si tratta di una storia assai complessa, che è ambientata dopo una grande catastrofe in una città del cinema situata da qualche parte nel nord del pianeta, unico baluardo di una civiltà ormai scomparsa e che diventa teatro di una sanguinosa lotta per il potere. Soprattutto mi interessava mettere l’accento sulla differenza tra le belve umane assetate di sangue, e che lo spargono per poter prevalere, e le belve che invece uccidono per poter sopravvivere.

HORROR, FANTASCIENZA E… UNA STORIA D’AMORE: COME NASCE UNA STORIA COME QUELLA DI “BELVE”?

Sembrerà strano ma i protagonisti di Belve, i due alieni venuti da un altro pianeta che quando cacciano e divorano le loro prede si trasformano in enormi felini, sono nati da un sogno. Per il resto ci sono tante cose che si sono sedimentate dentro me nel corso del tempo: c’è l’amore per la fantascienza (un certo tipo di fantascienza), quello per il cinema, per i vampiri e poi l’esigenza di trattare un tema a me caro, la differenza tra “umanità” e “bestialità”… ma nel confronto non è l’uomo a vincere.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Non c’è una parte difficile, in realtà. Dopo venticinque anni di scrittura sono ancora nella fase in cui mi diverto a scrivere. Magari questo potrebbe suscitare qualche commento velenoso del tipo “e si vede” ma è così: non ho mai cercato febbrilmente il successo nella scrittura, non mi sono mai piegata a esigenze editoriali anche se avrei potuto, è stata una scelta e la vivo come tale con tutte le sue conseguenze che sono principalmente la mancanza di compensi alti come percepiscono altri autori più “malleabili” e la mancanza di un vasto pubblico come quello che si può avere con tirature di migliaia di copie, ma per me non è un vero problema dal momento che conosco i miei lettori e so quanto mi amano.

IN COSA SI DIFFERISCONO QUESTA EDIZIONE E LA PRECEDENTE?

Tutto il libro è stato sottoposto a una revisione del testo, dalla prima all’ultima pagina ho migliorato la scrittura, ma soprattutto ho cambiato il montaggio. In appendice c’è una lunga intervista che mi ha fatto Pierluca D’Antuono dove parlo dei temi fondamentali del libro.

ULTIMA DOMANDA DI RITO: A COSA STA LAVORANDO ALDA TEODORANI PER IL PROSSIMO FUTURO?

Anche se la voglia di scrivere un bel romanzo c’è sempre, attendo che arrivi la giusta tematica: non voglio scrivere tanto per scrivere, e a questo punto preferisco tradurre ed editare. Credo però che un punto fondamentale per coinvolgere il pubblico oggi sia quello di proporgli bei racconti, quindi sto preparando un’antologia di racconti sanguinari nella mia migliore tradizione, che uscirà per un editore col quale già da tempo desideravo tanto pubblicare…

NON CI RESTA CHE ATTENDERE ALLORA… NE LEGGEREMO COME SEMPRE DELLE BELLE!

Davide Longoni