“Le città invisibili sono un sogno che nasce dal cuore (…)”, si tratta di una delle espressioni che Italo Calvino pronunciò in una conferenza tenuta nel 1983 alla Columbia University di New York. Parte del testo divenne la presentazione della nuova edizione dell’opera Le città invisibili, pubblicata nella collana Oscar Mondadori nel 1993. Nel libro visionario di Calvino, Marco Polo narra di città “impossibili” a uno stupefatto Kublai Khan, l’imperatore dei Tartari. Nei racconti le città sono desideri che prendono forma, memoria, segni di un linguaggio oltre che luoghi di scambio. Ci piace questo parallelo con Le città invisibili per introdurre ciò che a nostro parere, per certi versi, è stata la Starcon 2015: un luogo di sogni tangibili, un confronto di percorsi, un materializzarsi dell’immaginario di tanti appassionati.
Una manifestazione riuscita quella della StarCon 2015. E a testimonianza di ciò il grande scrittore statunitense Norman Spinrad, conversando sul palco del salone del Palacongressi con il direttore artistico dell’Italcon, Armando Corridore, ha confermato la sua positiva valutazione su quello che è indubbiamente il più importante evento italiano del fantastico. E l’impressione dell’autore di Capitan Abisso non può che essere attestata anche da noi, per quanto abbiamo visto e vissuto dal 29 aprile al 3 maggio a Bellaria – Igea Marina (Rimini), località dove viene ogni anno ospitata la kermesse. Qui, centinaia tra appassionati, fan, scrittori ed editori, poeti e giornalisti, attori e scienziati, divulgatori e artisti, insomma un’umanità variegata si è incontrata e confrontata nel corso di un grande evento che ha compreso la Sticcon XXIX, l’Italcon 41, la Yavincon XII e Radwhuno 10, ossia gli annuali raduni dei vari club e unioni che, insieme, hanno concorso alla riuscita della convention.
Sono stati cinque giorni in full immersion, carichi, coinvolgenti e irrinunciabili per chi ama ed è interessato a questo “fantastico” mondo nel quale si sono susseguiti a ritmo battente seminari scientifici, presentazioni di libri e di progetti, incontri culturali e ludici, proiezioni cinematografiche, premiazioni, performance teatrali, scambi di esperienze, coloratissime sfilate in costume e altri spettacoli, giochi di ruolo e di squadra, esposizioni di fantamodellistica, di disegni e di altre opere d’arte, promozioni e vendita di gadget, di libri e di fanzine vecchie e nuove (molte di queste ultime imperdibili per i collezionisti), attività dei club e riunioni delle tante associazioni presenti.
Le star del cinema, i grandi scrittori e gli artisti famosi, ospiti d’onore alla Convention
I momenti cruciali dell’evento sono stati i vari incontri con gli ospiti d’onore, a cominciare dal versatile attore di origini sudanesi Alexander Siddig noto al fandom trek (ma non solo) per aver preso parte dal 1993 al 1999 alla serie Tv Star Trek: Deep Space Nine. Nel ciclo, Siddig, interpretava il personaggio del dottor Julian Bashir, ruolo che ha avuto un’importanza basilare nella sua carriera di attore, che negli anni lo ha visto anche recitare in film di successo come Syriana (al fianco di due star hollywoodiane del calibro di George Clooney e Matt Damon) o come Le Crociate, lungometraggio diretto da Ridley Scott. Attualmente Siddig è impegnato sel set de Il Trono di Spade, tratto dalla saga fantasy di George R. R. Martin. Ma, ancora, alla StarCon hanno partecipato: la fascinosa attrice australiana Virginia Hey (Interceptor, Agente 007 Zona Pericolo, Farscape); l’incantevole star britannica Karen Gillan (Doctor Who, I Guardiani della Galassia), affiancata dalla brava Francesca Manicone, doppiatrice nella versione della voce italiana; la “mitica” Lolita Fatjo, statunitense, già responsabile della pre-produzione e dei copioni delle serie di Star Trek: the Next Generation, Deep Space Nine e Voyager, attualmente agente di tanti popolari attori. C’erano anche lo scultore inglese Brian Muir, artista di lungo corso, che ha prestato la sua opera in tanti celebri film e ha lavorato sul set di Star Wars e Norman Spinrad, scrittore americano, vincitore del Prix Apollo e finalista nei premi Hugo e Nebula. Molto apprezzati anche gli ospiti italiani: da Giovanni De Matteo a Sandro Battisti a Lukha B.Kremo che si distinguono nel panorama della fantascienza per la loro visione originale, sperimentale e innovativa essendo gli artefici e animatori del movimento letterario connettivista; a Franco Brambilla, realizzatore delle straordinarie copertine della Collana Urania Mondadori; ad Annarita Guarnieri una vera e propria icona del mondo delle traduzioni dall’inglese (grazie alla sua preziosa collaborazione abbiamo potuto intervistare in esclusiva Norman Spinrad, colloquio che pubblicheremo prossimamente sulle nostre pagine). Sino all’altrettanto gradita partecipazione dell’attivissima e singolare scrittrice e cosplayer Alessia Mainardi, nota per le sue saghe fantasy, ma anche per le sue attività di beneficenza in favore di associazioni di ricerca per la cura di alcune rare malattie.
La Zona Morta è stata presente alla StarCon 2015 della quale di seguito proponiamo un resoconto. Ovviamente il numero degli appuntamenti in programma era così numeroso che ci è stato impossibile seguirli tutti. Pertanto, considerando l’ampiezza e la complessità dell’evento, siamo sicuri che i lettori ci perdoneranno le non volute lacune della nostra cronaca.
I cibi degli astronauti, il magnetismo della Città dei Sassi e il video su Leonard Nimoy
Dopo la cerimonia inaugurale di mercoledì 29 aprile il pomeriggio è proseguito con le proiezioni di alcuni film tra cui “Interceptor – Il guerriero della strada” quale omaggio a Virginia Hey, non sono mancati gli episodi di Star Trek e Star Wars, oltreché una proiezione de L’undicesima ora, quale sentito omaggio a Karen Gillan. Nella mattinata di giovedì 30, nell’ambito degli incontri scientifici, Marco Signorelli, dell’Università Statale di Milano, ha tenuto un panel sull’alimentazione degli astronauti, sul modo che essi hanno di nutrirsi e sulla composizione chimica dei loro cibi. Tutto ciò a partire dai primi voli spaziali per giungere a quello che consuma quotidianamente a bordo della Stazione Spaziale Internazionale la più famosa trekker italiana, Samantha Cristoforetti (alla cui attività è stato dedicato un apposito seminario tenuto dal giornalista Paolo Attivissimo).
Tra lo stupore dei presenti, Sandro Bardelli, dell’Osservatorio astronomico di Bologna ha illustrato immagini di grande effetto, tenendo una lezione sull’origine dei pianeti del nostro Sistema Solare, per giungere ai fenomeni e ai segreti che caratterizzano le galassie poste nei luoghi più remoti dell’universo.
Sui testi del creatore del Signore degli Anelli, si sono soffermati Paola Cartoceti e Filippo Rossi, cultori dell’opera di Tolkien. I due relatori hanno parlato della religiosità, del destino e del peccato originale degli uomini, di incarnazione e immortalità contenuti nei libri del professore dell’Università di Oxford.
Più tardi, tra gli incontri, nell’ambito dell’Italcon, si è svolta una presentazione su Matera Capitale europea della Cultura 2019. Il dibattito sulla magnetica Città dei Sassi, voluto dalla World Science Fiction (WSF) – Italia, è stato introdotto da Armando Corridore il quale nell’evidenziare le grandi suggestioni che esprime la città ha ricordato di aver accompagnato a Matera, lo scorso anno, lo scrittore americano di fantascienza Paul Di Filippo il quale ha ambientato il suo racconto La regina dei Sassi proprio tra quei luoghi suggestivi. In seguito è stato tenuto (proprio dallo scrivente) un seminario su Matera a partire dalle sue radici arcaiche risalenti al Paleolitico, per giungere alla storia contemporanea quando, nel secondo dopoguerra, i Rioni Sassi furono sgomberati con la legge varata nel 1952 dall’allora presidente del Consiglio dei ministri, Alcide De Gasperi. La normativa diede origine al monumentale restauro degli Antichi Rioni Materani per portare, nel 1993, la città nel Patrimonio mondiale dell’Unesco. Infine, è stato illustrato il dossier di candidatura, presentato alla Commissione internazionale, il cui concetto fondante è “Open future”. Un documento ambizioso e molto visionario che ha contribuito in modo basilare a far vincere il titolo alla Città dei Sassi. In tale quadro la WSF-Italia ha tra i suoi programmi quello di tenere a Matera un evento dedicato alla fantascienza proprio nel 2019. A seguire il giovane narratore e disegnatore bolognese, Francesco Brandoli (autore del romanzo fantasy Il Dio del dolore – Edizioni Tabula Fati) ha parlato dell’arte grafica di Howard Phillips Lovecraft evidenziando l’abilità dell’intellettuale statunitense nelle illustrazioni e nei bozzetti che realizzava.
Ma alla StarCon di quest’anno non poteva mancare un ricordo dedicato all’attore e regista, Leonard Nimoy, scomparso nel marzo scorso, colui che con Wiliam Shatner ha avviato e reso celebre Star Trek. Così, in serata, è stato proiettato in anteprima il video che ha immortalato la sua presenza alla Sticcon del 2002 tra gli elettrizzati trekker italiani. Per chi non era presente all’evento del 2002 è stata una grande emozione vederlo alle prese con amici e fan italiani.
Alfredo Castelli e i suoi cinquant’anni di attività, il fantasy e lo steampunk di Tonani e Voudì
Venerdì 1 maggio: i cinquant’anni di attività di Alfredo Castelli, ideatore del fumetto Martin Mystere, sono stati celebrati in un apposito panel cui ha preso parte l’illustre sceneggiatore e critico al quale è stato assegnato quest’anno il Premio per la divulgazione del fantastico dedicato al compianto Alberto Lisiero. “Avrei preferito festeggiare i miei cinquant’anni d’età – ha detto scherzando Castelli in apertura – ma purtroppo non è cosi!”. Poi rispondendo alle domande del pubblico, tra aneddoti coloriti, illustrazione del suo lavoro e il racconto delle frequentazioni dei tanti amici con cui ha collaborato (tra cui Luigi Cozzi cui ha fatto gli auguri di pronta guarigione per un delicato intervento chirurgico al quale è stato recentemente sottoposto), Castelli ha sviluppato un interessante excursus storico sulle trasformazioni e le problematiche del fumetto in Italia, settore che ha perso terreno negli anni per via dell’avvento della televisione prima e dei social network dopo.
Nel suo incontro con gli scrittori Annarita Guarnieri, dall’alto della sua lunga e qualificata esperienza di traduttrice professionista, iniziata nel 1979, ha fatto presente l’importanza della traduzione per gli autori italiani che vogliono superare le “anguste” barriere dei confini nazionali. Ha quindi spiegato come con l’avvento di internet e, in particolare, con quello di Amazon diviene più facile per gli autori nostrani farsi pubblicare all’estero poiché i mercati sono diventati estremamente fluidi. “Occorre – ha però specificato – un minimo di sforzo per chi crede nelle proprie capacità nel farsi tradurre la sinossi della storia da proporre e magari i primi due capitoli per inviarli agli editori stranieri”. La traduttrice triestina si è quindi detta disponibile a fungere da tramite con gli editori stranieri. In sostanza, ci sono ampie possibilità di potersi inserire nei mercati internazionali, basta solo uno sforzo di volontà e saper guardare oltre il nostro steccato.
E’ seguita una conversazione sul mondo di John Ronald Reuel Tolkien da parte della vulcanica scrittrice fantasy Adriana Comaschi. Come venivano fuori le storie argute e metaforiche, tra arti magiche e incantesimi, le descrizioni misteriose e i personaggi aggressivi o di cuore delle narrazioni di Tolkien? L’autrice veneziana con maestria lo ha raccontato agli astanti riferendo anche dei rapporti che il maestro inglese aveva con i suoi amici e colleghi.
Quindi è toccato a Franco Brambilla, il talentuoso disegnatore delle copertine di Urania parlare del suo percorso di vita e delle sue apprezzate tavole artistiche. Diplomato all’Istituto Europeo di Design, Brambilla ha raccontato dapprima la sua esperienza con l’inserto economico del Corriere della Sera per poi passare alla collaborazione con Urania Mondadori, lavoro che lo impegna a tempo pieno e con grandi soddisfazioni da oltre quindici anni.
L’evoluzione del filone steampunk e delle sue forme sono stati oggetto dell’analisi dell’editore di Delos Books, Silvio Sosio e degli scrittori Dario Tonani e Alain Voudì. Sosio ha posto l’accento sulle motivazioni che l’hanno portato a pubblicare i lavori di Tonani e Voudì, scelta azzeccata per il successo di critica e di pubblico che ne è conseguito. Quanto allo steampunk si è rivelato, tra l’altro, un modo per richiamare l’attenzione di lettori vecchi e nuovi della fantascienza. Per quel che concerne Mondo9 di Tonani è oramai una realtà affermata: infatti è stato tradotto con successo anche in Giappone, paese nel quale è entrato a far parte delle quaranta opere imperdibili dello steampunk. Inoltre, nel prossimo mese di agosto, il titolo di Tonani sarà pubblicato, primo autore italiano cui è concesso tale “privilegio”, nella collana Millemondi di Urania. Da segnalare che la copertina del volume, ovviamente illustrata da Franco Brambilla, è stata presentata in anteprima dallo stesso scrittore nel corso dell’incontro, e siamo certi che inviterà i lettori all’acquisto della pubblicazione.
Quanto a Trainville, di Alain Voudì, con la sua accattivante e peculiare ambientazione western sta scalando sempre più le classifiche. In proposito è appena uscito il volume che raccoglie su carta i cinque episodi della prima stagione, pubblicati in e-book con Delos Digital nel 2014, e ora riuniti a formare il romanzo, com’era stato ideato fin dall’inizio. Il volume cartaceo, edito sempre da Delos Books, rientra nella collana Odissea Fantascienza.
Dal noir storico di Loredana Pietrafesa al rapporto tra Norman Spinrad e Gene Roddenberry
Un Madrigale per morire è il romanzo storico che vira al fantanoir, presentato dalla poetessa, scrittrice e musicista lucana, Loredana Pietrafesa. Il testo è stato pubblicato dalle Edizioni Tabula Fati di Chieti. Il volume è ispirato alla storia del principe Carlo Gesualdo da Venosa, grande musicista e madrigalista rinascimentale che assassinò, per vendicare il suo onore, la moglie Maria d’Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa, duca di Andria. “Ho studiato musica – ha evidenziato l’autrice – nel conservatorio intitolato proprio a Gesualdo da Venosa, a Potenza, città dove sono nata. Egli è considerato il più importante madrigalista del Cinquecento, pertanto sono cresciuta nel fascino e di questa figura e al contempo nell’orrore che egli suscitava per le vicende personali che lo videro protagonista di un efferato duplice delitto. Nel presente lavoro, che ha risvolti fantastici – ha proseguito Loredana Pietrafesa – ho voluto compendiare queste due sensazioni. Inoltre, ho inserito nella storia, che si dipana tra vicende che si svolgono anche nel presente, la mia personale ricerca riguardante la violenza sia fisica sia psicologica sulle donne, di cui nelle cronache si parla quotidianamente. Ecco perché, in un certo modo, ho inteso restituire un minimo di giustizia alla povera Maria d’Avalos”. La poliedrica artista lucana ha quindi evidenziato l’interesse verso il rapporto tra la musica e la parola, oggetto costante di suoi personali studi. L’editore Marco Solfanelli, nel suo intervento, si è intrattenuto sull’importanza del romanzo storico che apre pagine nuove su personaggi fondamentali e sugli avvenimenti della Storia. La bravura dell’autrice, secondo l’editore, è stata di aver saputo attualizzare un’antica vicenda. Solfanelli si è quindi augurato che l’artista e scrittrice di Potenza continui nello stimolante percorso anche nei suoi prossimi libri. Magari, aggiungiamo noi, esplorando anche il drammatico caso che vide protagonista la sventurata poetessa lucana (anche lei del Cinquecento) Isabella Morra, delle cui liriche, da inquadrare nel filone petrarchista, si occupò anche Benedetto Croce. La poetessa fu assassinata dai suoi stessi fratelli per via di una segreta relazione amorosa intrattenuta con il poeta Diego Sandoval de Castro.
Da Loredana Pietrafesa a Norman Spinrad, non si può negare che la kermesse di Bellaria non abbia accarezzato tutti i gusti letterari. Così, dal palco della sala centrale, il celebre autore di science fiction di New York, con la puntuale traduzione di Paolo Attivissimo, in un affollato incontro, ha parlato della sua esperienza e amicizia con Gene Roddenberry, creatore di una serie che ha fatto la storia della fantascienza mondiale: Star Trek. Spinrad ha raccontato come fu scelto da Roddenberry, il quale, dopo aver letto una sua recensione cinematografica riguardante un film di Kubrick gli telefonò per chiedergli la sceneggiatura per una storia di Star Trek. Iniziò in questo modo la collaborazione tra i due personaggi che portò Spinrad, grazie a quella esperienza, a essere subito in prima fila tra gli scrittori di fantascienza americani. L’episodio al quale si riferisce lo scrittore è intitolato La macchina del giudizio universale e rientrò tra quelli della serie classica di Star Trek. “Da allora – sono parole di Norman Spinrad – ho scritto oltre trenta romanzi ma la gente mi conosce essenzialmente per Star Trek”. L’autore ha quindi evidenziato come Roddenberry avesse una visione illuminata della società, fosse contro il colonialismo e a favore dell’emancipazione femminile e ciò lo mostrava in quello che produceva. A questo proposito lo scrittore statunitense ha rilevato la differenza tra la serie classica della saga e quella attuale. Quest’ultima, a suo dire, è molto commerciale, ma ciò rispecchia la società consumistica nella quale viviamo. Riguardo la StarCon l’autore, nel porre l’accento sull’ottima organizzazione, ha suggerito anche una maggiore presenza di momenti dedicati all’arte e alla cultura.
Il programma della WSF-Italia e l’assemblea sociale dello STIC
La kermesse è stata anche occasione d’incontro e discussione delle tematiche e delle problematiche legate al mondo dell’associazionismo e dei club. Presieduta dallo scrittore Donato Altomare, nella serata, si è tenuta l’assemblea della WSF-Italia. Il sodalizio annovera oltre cento tra autori, operatori e artisti che si occupano a livello professionale della fantascienza e ha per finalità la diffusione della cultura fantascientifica e del fantastico in genere. In apertura sono state espletate le necessarie “operazioni burocratiche”: la segretaria, Rosaria Leonardi, dopo aver ricevuto dagli associati le conferme annuali delle adesioni, ha presentato e illustrato il bilancio che è stato approvato all’unanimità. Quindi il presidente Altomare e la vice presidente, Silvia Castoldi, hanno relazionato sull’attività dell’ultimo anno, che tra l’altro ha visto: la pubblicazione di una guida in lingua francese tesa a rendere note le opere dei soci scrittori. Il testo è stato pubblicato dalle Edizioni Della Vigna e presentato in Francia, a Nizza, da Luigi Petruzzelli. Si è anche parlato della crescita delle iscrizioni e dell’intensificazione dei rapporti tra gli associati anche grazie alla realizzazione del sito della WSF-Italia curato con perizia dall’esperto informatico Salvo Toscano. Per quanto riguarda i programmi relativi al futuro, Altomare ha proposto una seconda guida con sinossi in inglese e spagnolo, per promuovere le opere dei soci e l’inserimento, nel sito della WSF-Italia, di una pagina di profili degli iscritti. Inoltre, si intende potenziare le relazioni esterne (Adriana Comaschi e Annarita Guarnieri si occuperanno di prendere e mantenere i contatti con le associazioni di scrittori di fantascienza all’estero) e realizzare un e-book con tutte le opere vincitrici del Premio Italia. Nel corso della riunione si è anche discusso della istituzione di una biblioteca di fantascienza, promossa dalla WSF-Italia, alla quale tutti gli appassionati potranno donare propri testi, “per evitare tra l’altro come spesso avviene – è stato messo in evidenza – che vadano perduti”. In proposito il presidente ha informato che, Giuliano Giachino, collezionista ma anche autore di fantascienza, ha messo a disposizione la sua fornitissima libreria. “Adesso – ha asserito Altomare – si tratta solo di individuare una sede che accolga i volumi e per ora pare che siano disponibili il Mufant – Museo del fantastico e della fantascienza di Torino, alcuni comuni della provincia di Firenze grazie all’interessamento di Gian Filippo Pizzo, e un comune veneto (Gaiba in provincia di Rovigo, ndr) di cui si sta occupando Giovanni Mongini” con il suo Musef – Museo della scienza e della fantascienza. I presenti sono stati invitati a segnalare altre disponibilità in modo che siano vagliate tutte le ipotesi, inoltre sono stati messi al corrente che la WSF-Italia intende essere presente attivamente alla convention letteraria internazionale “Women’s Fiction Festival” di Matera nel 2016. “E se ci riusciremo – ha concluso Donato Altomare – è nostro proposito anche partecipare anche agli eventi di Matera Capitale europea della cultura 2019, dal momento che siamo convinti che la fantascienza italiana è cultura!”. Ha poi sollecitato tutti a un maggiore impegno nei confronti dell’associazione per farla sempre più grande e operativa.
La mattinata di sabato 2 maggio si è aperta con l’assemblea sociale dello STIC (Star Trek Italian Club). Anche qui si è ampiamente discusso su come potenziare e far conoscere meglio l’attività del Club che conta oltre mille iscritti, con un trend estremamente positivo rispetto agli ultimi anni. Il Club è considerato dagli iscritti una grande famiglia in cui c’è tanta voglia di fare e anche di migliorare l’offerta, gli incontri e le attività divulgative. In proposito, Massimo Romani, vice presidente dello STIC e componente del Comitato organizzatore della StarCon, in vista del 2016, anno in cui saranno festeggiati i cinquant’anni di Star Trek e andrà nelle sale il nuovo film dedicato all’amata saga fantascientifica (la cui uscita è prevista per luglio 2016), ha chiesto a tutti il massimo della disponibilità per prepararsi ai nuovi importanti appuntamenti. Inoltre, per la prossima edizione della StarCon, e ovviamente della Sticcon, ha informato che sono previste novità che la renderanno ancora più coinvolgente (delle quali parleremo più avanti).
I germi connettivisti tra scienza, fantascienza e filosofia. Le influenze letterarie di Marinetti e Ballard
L’antologia sperimentale Next –- Stream. Oltre il confine dei generi (Edizioni Kipple Officina Libraria, 2015), realizzata anche in e-book, è stata presentata dai tre curatori Lukha B. Kremo, Sandro Battisti e Giovanni De Matteo. In linea con i propositi della corrente letteraria connettivista, i quindici autori che vi fanno parte si proponevano, a dieci anni dalla nascita del movimento, di realizzare racconti contaminati dai diversi generi con variegate storie tese a creare nuovi mondi senza necessariamente fare riferimenti al genere fantascientifico. L’intento, hanno spiegato i curatori, era quello che ogni autore partisse non da un’ambientazione ma da un sentire profondo e personale. Inoltre è stato evidenziato che con Next – Stream si voleva fornire la rappresentazione di un futuro non troppo lontano in una logica non dogmaticamente fantascientifica. “Un tentativo – ha detto Sandro Battisti – di trasportare i germi connettivisti, lavorando con ambizione sulle più profonde e intrinseche componenti psicologiche delle storie, portandole anche verso il grottesco, il surreale a ciò che può rimandare all’inconscio”. Ecco, nel rigoroso ordine di presentazione nel testo, i racconti con i relativi autori presenti nell’antologia: Chi si ferma è perduto di Umberto Pace; Il diario del senatore Giuliani di Lukha B. Kremo; Buonanotte Modu; dormi bene di Filippo Carignani Battaglia; Psycolandia di Marco Milani; La cuspide del dissenso di Domenico Mastrapasqua; Umplugged di Sandro Battisti; Autopilot di Fernando Fazzari; L’eremita di Roberto Furlani; Non si esce vivi dagli anni ‘80 di Mario Gazzola; Ponti di Roberto Bommarito; BloodBusters di Francesco Verso; Il sepolcro del nuovo incontro di Giovanni Agnoloni; Il peso del mondo è amore di Denise Bresci e Ugo Polli e Tornare a Cape Cod di Giovanni De Matteo. Insomma, Next – Stream è da consigliare a chi a voglia di gettarsi in un mondo che va al di là degli aspetti consueti e apparenti della nostra esistenza.
Ancora caldi delle atmosfere oniriche di Next – Stream, nel dibattito seguente, ci si è catapultati in un confronto avente quale tema l’interazione tra scienza, filosofia e fantascienza. Prendendo le mosse dalle tesi del filosofo svedese Nick Bostrom, assertore di una tesi che sostiene come l’uomo è probabile che viva in una realtà simulata, e sulla scorta del dibattito tenuto al Congresso di Futurologia nello scorso novembre a Napoli (nel quale si discusse di rivoluzione tecnologica e interazioni con la narrativa fantascientifica), Giovanni De Matteo ha posto alcuni interrogativi su realtà virtuale e reale dell’umanità. Ha quindi dissertato su scenari futuri che attraverso l’intelligenza artificiale, e, pertanto, la super-intelligenza sviluppate grazie alle tecnologie, si possa giungere a rendere distinguibile la realtà dalla simulazione. A parere di Kremo, affinché il futuro non sia solo un dominio delle tecnologie, occorre un “controllo” filosofico delle stesse. Mentre Battisti e Sosio hanno sottolineato i rischi cui si può andare incontro visto l’immenso potere che stanno sviluppando poche lobby economiche mondiali (già in atto nella vita quotidiana di ogni singolo individuo, vedi il potere che detiene Google). Occorre, perciò, un governo pieno sulle macchine e un controllo sociale e democratico dei mezzi.
Dalle provocazioni dei dibattiti di speculazione filosofica, i connettivisti si sono spostati anche su quella del reading improvvisato. Così, come con un orgoglio tutto connettivista, ha riportato su Facebook la dark lady Ksenja Laginja, artista e componente della casa editrice Kipple, i versi sono stati esternati e amplificati con un megafono tra la folla sorpresa nel grande atrio del Palacongressi.
I testi letti e interpretati dai connettivisti erano rielaborazioni di liriche futuriste dell’istrionico poeta, prosatore e combattente Filippo Tommaso Marinetti, colui che fu definito per il suo movimentismo irriverente la “caffeina d’Europa”. Ma anche di passaggi di brani tratti dalla letteratura innovativa e surrealista del britannico James Graham Ballard, autore distante dalla science fiction convenzionale. Il tutto è stato contaminato da pezzi di scritti, personalissimi nello stile e nei contenuti, elaborati dagli stessi connettivisti. Una performance che la dice lunga sulla creatività di questi artisti d’avanguardia che sa essere anche goliardica. Il gruppo ha quindi colto l’occasione per festeggiare i dieci anni di vita della cosiddetta Nazione Oscura e illustrarne i programmi, oltre che celebrare i venti anni della Kipple Officina Libraria, delle cui attività torneremo a parlare in altri articoli.
Robot e alieni melomani nelle Variazioni Gernsback. Gianfranco Viviani ricordato dagli amici
Continuiamo con le nuove antologie: dopo quella dei connettivisti ne sono state presentate altre. La “girandola” è infatti continuata con Le Variazioni Gernsback, pubblicato dalle Edizioni Della Vigna a cura di Gianfilippo Pizzo, Luca Ortino e Walter Catalano. La raccolta ha come fil rouge la musica. Undici gli autori tra gli italiani e gli stranieri, affermati o meno noti, ma comunque di talento (senza nulla togliere ai nostri connazionali è da mettere in risalto la partecipazione di fuoriclasse come Silverberg, Bishop e Smith). Di seguito li riportiamo tutti: Giulia Abbate con Sinfoniade; Danilo Arona con Il ritorno di Sam Hain: l’antefatto; Michael Bishop con With a Little Help from Her Friends; Giovanni Burgio con Il linfoma Hodgkin e l’immortalità dell’anima; Stefano Carducci e Alessandro Fambrini con Einstein on Mars; Elena Di Fazio con L’ultima milonga; Loredana Pietrafesa con Il dono; Franco Ricciardiello con Sempre dal lato mancino; Piero Schiavo Campo con Ritorno; Robert Silverberg con Il circuito Macauley e Douglas Smith che ha scritto Sinfonia. Tra fantascienza, horror e fantastico, demoni, robot ed extraterrestri melomani, possibili futuri e vicende passate, nuovi pianeti abitati e città d’arte, il lettore che sia innamorato di musica o no, potrà deliziarsi con storie originali o inquiete, frizzanti o tormentate. Ancora Pizzo ha presentato Il prezzo del futuro (edito da La Ponga, 2015), raccolta curata insieme a Vittorio Catani, uno dei maestri della fantascienza italiana. E’ stata anche la volta de La cattiva strada (Delmiglio, 2015) presentata con l’editore Emanuele Delmiglio, che è intervenuto nel dibattito. Quindi si è passati al saggio Guida alla letteratura horror (Odoya, 2014), un’analisi che parte dai grandi autori gotici della seconda metà ‘700 e arriva ai nostri giorni, di cui hanno parlato Pizzo, Walter Catalano e Michele Tetro (mancava l’altro curatore Roberto Chiavini). Nei vari incontri ci si è soffermati anche sul lavoro di curatela finalizzato anzitutto alla validità letteraria del testo, all’aderenza all’idea e ai concetti tematici contenuti nelle raccolte. Tra gli autori dei volumi, che hanno partecipato ai vari dibattiti, da segnalare Giulia Abbate, Elena Di Fazio, Loredana Pietrafesa, Dario Tonani e Marco Passarello. Questi ultimi hanno ringraziato per le idee e la pazienza i curatori, poi negli interventi hanno parlato di ciò che ognuno ha espresso nei racconti, ma anche della positività di entrare a far parte di antologie che accomunano scrittori, cosa che può rafforzare o creare nuove relazioni letterarie che aiutano a confrontarsi e a crescere. Da non dimenticare anche l’affettuoso ricordo che amici e collaboratori hanno voluto tributare a Gianfranco Viviani, scomparso lo scorso anno. Viviani fu fondatore della Editrice Nord, che con le sue straordinarie collane Cosmo Oro e Cosmo Argento rimane una pietra miliare per la fantascienza scritta. Altro punto basilare dell’attività di Viviani fu, nel 1980, l’organizzazione della Eurocon di Stresa e l’aver dato vita alla World SF con Frederick Pohl e Harry Harrison. Fondamentale fu il suo instancabile lavoro per l’affermazione della Delos Books.
L’assegnazione dei Premi Italia e Vegetti. Tra i vincitori anche Vanni Mongini con un articolo pubblicato per La Zona Morta
Nella serata, all’interno della sala principale (Sol III) gremita per l’occasione, tra l’entusiasmo degli appassionati e in un vocio assordante che si placava solo al momento della proclamazione dei vincitori, si sono svolte le consegne dei riconoscimenti dei Premi Italia e Vegetti. Ricordiamo che il Premio Italia del quale si è tenuta la 43°edizione, quest’anno ha interessato venti categorie (tre comprendevano anche opere straniere). Fu istituito nel 1972 ed è il risultato finale da parte del fandom italiano che sceglie e vota ogni anno le opere e gli autori che si sono distinti nel fantastico.
Di seguito riportiamo i nomi dei vincitori per tutte le categorie:
Miglior illustrazione di artista italiano: Tutti i mondi di Mondo9 (copertina) di Franco Brambilla (Delos Digital); Curatore: Luigi Petruzzelli; Traduttore: Annarita Guarnieri; Collana: Urania (Mondadori); Rivista professionale: Inside Star Trek Magazine (Ultimo Avamposto Editore); Rivista non professionale: Hypnos; Sito web amatoriale o rivista online amatoriale: World Science Fiction Italia (http/: www.worldsf.it); Saggio in volume: Guida alla Letteratura Horror di Walter Catalano, Roberto Chiavini, Gian Filippo Pizzo e Michele Tetro (Odoya); Fan: Rosaria Leonardi (Segretaria World SF Italia); Romanzo di autore italiano – Fantascienza: Oltre il cielo di Renato Pestriniero (Ed. Della Vigna); Romanzo di autore italiano Fantasy: L’Artiglio di Fuoco di Adriana Comaschi (Edizioni Domino); Antologia di uno o più autori italiani: Tutti i mondi di Mondo9 di Dario Tonani (Delos Books); Romanzo o antologia personale internazionale: Roma Eterna di Robert Silverberg (Elara); Racconto di autore italiano su pubblicazione professionale: Né la prima volta né l’ultima di Claudio Chillemi (Delos Digital); Racconto di autore italiano su pubblicazione amatoriale: Amber di Franca ‘Pardan’ Scapellato (Nasf); Articolo su pubblicazione professionale: Maledettissimi UFO! di Donato Altomare (Della Vigna); Articolo su pubblicazione amatoriale: Una “Cosa”, due “Cosa”, tre “Cosa”… più una di Giovanni Mongini (La Zona Morta); Fumetto di autore italiano: Dimentica il mio nome di Zerocalcare (Bao); Film fantastico: Interstellar di Christopher Nolan; Serie televisiva: Doctor Who di Stephen Moffat.
E qui ci si consenta una parentesi lievemente autocelebrativa e di soffermarci, come abbiamo già scritto in un nostro articolo, su quanto avvenuto per La Zona Morta al “Premio Italia 2015”. Ossia il primo posto conquistato da Giovanni Mongini, una delle nostre firme più prestigiose, nella sezione Articolo su pubblicazione amatoriale con il pezzo Una “Cosa”, due “Cosa, tre “Cosa”… più una pubblicato appunto da La Zona Morta. Nell’articolo si analizzano tutte le pellicole dedicate a La Cosa creata dallo scrittore John W. Campbell. La sua vittoria oltre a essere un riconoscimento al validissimo lavoro di Vanni Mongini è anche un importante traguardo raggiunto dalla nostra webzine. E’ segno che siamo cresciuti in qualità e che siamo sulla strada giusta. Tutto ciò grazie anche all’impegno dell’ideatore della Zona Morta, Davide Longoni, che con tenacia guida la testata. Nella serata è stato anche assegnato il Premio Vegetti, giunto alla quarta edizione (istituito dalla WSF-Italia e dalla stessa famiglia Vegetti) e dedicato all’indimenticato studioso e saggista lombardo scomparso nel 2010. Per la categoria Romanzo di fantascienza ha vinto Davide del Popolo Riolo con De Bello Alieno (Ed. Delos Books, 2014). Mentre la categoria Saggio di fantascienza è stata aggiudicata ad Ada Barbaro con il testo La fantascienza nella Letteratura Araba di (Ed. Carocci, 2013).
A tutti i vincitori, sia italiani sia stranieri, vanno le congratulazioni e l’apprezzamento da parte nostra per i meritati riconoscimenti e per il proficuo lavoro svolto nel valorizzare la letteratura e l’arte fantastica. E’ toccato quindi alla variopinta e professionale sfilata artistica. Sono stati tantissimi coloro che vi hanno preso parte interpretando, in costume e con gli oggetti, tutti curatissimi, ruoli e atteggiamenti di personaggi di serie tv e di film amati e venerati. Vale la pena rilevare che la presenza di questi numerosi appassionati che possiamo definire senz’altro dei “professional cosplayers” è stata essenziale per animare una serata ricca di emozioni, ma, più in generale, per vivacizzare tutte le giornate della StarCon.
I “segreti” di Virgina Hey. Il positivo bilancio della StarCon 2015 secondo gli organizzatori
Domenica 3 maggio, durante la mattinata, Virginia Hey dopo il suo panel ha conversato amabilmente facendosi fotografare presso il suo stand con i fan. Abbiamo chiesto a Maria Lipartiti che le ha tenuto compagnia (Maria è una pluripremiata ed eclettica autrice di liriche e racconti, già vincitrice dei Premi Star Trek e Italia), cosa si sono dette ma anche di svelarci qualche curiosità sull’attrice. “Con Virginia – ci ha riferito – abbiamo parlato di un po’ di tutto: del suo rapporto con i fan, dei suoi gatti, un maschio e una femmina, che descrive in termini umani. Infatti, i suoi gatti a suo parere non hanno zampe ma “mani” e dormono appoggiandogliele al viso. La femmina è più legata a lei mentre il maschio è più indipendente. Abbiamo anche parlato di dolci di cui Virginia è golosa, di scienza e naturalmente di fantascienza. Ho passato con lei tutti i giorni della Convention, dal giovedì alla domenica, perché aveva lo stand personale e quindi la sua interazione con i fan non si è limitata solo ai panel, ma anche alle sessioni foto e agli autografi. Come persona è estremamente amichevole: ci tiene a creare un rapporto con i suoi fan. Ha ascoltato le loro storie e scritto dediche speciali a ciascuno di loro”. Maria ha aggiunto come l’attrice, che nella vita spesso e con piacere frequenta convention dedicate alla raccolta di fondi per organizzazioni benefiche, è rimasta molto contenta della partecipazione alla
StarCon e anche per la gentilezza con la quale è stata accolta dagli organizzatori. “Comunque – ha concluso – penso che l’abbiano colpita più di tutto l’affetto dei fan e la cavalleria degli uomini italiani”.
E anche domenica sono continuati gli appuntamenti del decimo RaDWUno – Doctor Who Hermits United i cui membri hanno oramai maturato un’esperienza tale da consentire la presenza di un’ospite d’onore come Karen Gillan. L’intensa attività del gruppo ha anche riguardato momenti di incontro con conferenze sulla serie e la proiezione di alcuni episodi di Doctor Who, incontri del gruppo Facebook e con la casa produttrice dei dvd e blu ray in italiano. Si sono svolti giochi da tavolo a tema Doctor Who e un animato incontro – dibattito cui sono intervenuti Gabriella Cordone Lisiero e Carlo Recagno. E’ stata organizzata una sfilata dei costumi della serie, una conferenza sul fandom e la presentazione della beniamina Karen Gillan, alias Amy Pond (dal vivo si conferma ancora più graziosa che sul video con il suo fisico da top model) che ha raccontato dell’esperienza in Doctor Who degli episodi più divertenti, come la già citata L’undicesima ora, della differenza nella interpretazione di un personaggio amabile come Amy Pond, di quello della perfida Nebula nei Guardiani della galassia, sino al desiderio di recitare nel futuro in un ruolo nell’ambito di Star Trek.
Sempre nel corso della mattinata si è svolta l’assemblea della Italcon. E visto che l’evento stava volgendo al termine abbiamo colto l’occasione per chiedere ad Armando Corridore una valutazione complessiva sulla StarCon 2015 e nel suo ambito anche sulla Italcon 41.
“Abbiamo registrato – ha dichiarato Corridore – un incremento di pubblico rispetto alle scorse edizioni, cosa che fa ben sperare per il futuro. Il punto di forza della manifestazione è che l’unione di diverse convention offre al pubblico una notevole varietà di eventi e di ospiti consentendo, a chi partecipa, l’immersione in un ampio spettro di scenari fantastici che in manifestazioni specialistiche sarebbero separati e isolati. Chi partecipa può seguire la propria passione ma conoscere a fondo anche quella di altri fan ampliando la sfera dei propri interessi. In tale contesto l’Italcon ha proposto incontri letterari e sulle tecniche e le peculiarità della narrazione fantastica nelle varie forme mediatiche”. Corridore ha aggiunto che i pericoli da scongiurare quando si prepara la StarCon è proporre troppe cose da vedere o che le attività dei vari club si sovrappongano tematicamente. “In fase organizzativa – ha sottolineato – lavoriamo molto sulla redazione di un programma in cui gli eventi di interesse per ogni club siano ben integrati con quelli degli altri. E’ questa la sfida di ogni anno e i commenti del pubblico sono fondamentali per aggiustare il tiro”. Relativamente al futuro dell’Italcon il direttore artistico ha precisato che occorrerà muoversi ulteriormente per dare voce alle realtà del mondo del fantastico soprattutto quello che riguarda gli aspetti letterari, “per fornire – ha sottolineato ancora – un luogo annuale in cui lettori e operatori del settore possano incontrarsi e interagire, come è sempre stato nello spirito Italcon, sin dalla sua prima edizione oltre 40 anni fa, e magari ampliando la parte dedicata al fumetto e al collezionismo librario”.
A questo punto ci è sembrato opportuno chiedere ad altri componenti del Comitato organizzatore l’impressione sulla convention.
Abbiamo trovato Bruno Gardegni e Filippo Rossi – rispettivamente presidente e consigliere dello YAVIN 4 Fan Club - allo stand del Club degli appassionati di Star Wars. Erano con Brian Muir (e con un nutrito gruppo di adoratori dei film di George Lucas) con il quale hanno posato per la classica foto ricordo da mettere in bella mostra nella sede del fan club.
“Intanto abbiamo avuto l’onore della presenza qui con noi di Brian Muir – ci ha detto Gardegni. Per quel che interessa la Convention è andata molto bene e in questi giorni abbiamo anche avuto nuovi iscritti superando i centotrenta e anche nuovi abbonamenti alla rivista Living Force Magazine, per cui stiamo tornando ai livelli di qualche tempo addietro, ossia agli anni precedenti alla crisi economica”. Gardegni ha evidenziato che si inizia a sentire il fervore attorno al Club di Faenza per via del film Star Wars VII: Il Risveglio della Forza la cui prima, nei cinema italiani, è prevista per il 16 dicembre prossimo. Per cui si stanno riaccendendo gli animi e le passioni dei fan storici e si sta destando anche l’interesse di quelli nuovi. Quanto ai programmi, Filippo Rossi ha anticipato che ci sarà una superconvention a Verona il 20 dicembre con i costumi del film e un incontro a Gardaland per un confronto e un approfondimento sulla pellicola. Di fianco allo stand dello YAVIN 4 abbiamo trovato quello dello STIC. Anche qui sono stati raccolti i rinnovi e le nuove iscrizioni al più grande Fan Club del fantastico in Italia, ma sono state esposte anche alcune delle molteplici produzioni su Star Trek che spazia dalla rivista sociale ai volumi contenenti saggi e racconti, dalla spilla del club al gagliardetto, dall’adesivo sino agli orologi e altri oggetti di “culto”. Parlando da dietro il banco dello STIC Nicola Vianello, dirigente del Club, ha evidenziato che quest’anno c’è stato il debutto del formato pdf del magazine Inside Star Trek. “Devo dire – ha asserito – che il nuovo formato in pdf ha riscosso parecchio successo tanto che molti nostri amici hanno approfittato del costo più accessibile per ritornare “a bordo”. La StarCon ha avuto un bel successo e la formula della commistione fra club premia l’organizzazione ogni anno di più. In fondo, dove puoi parlare di Star Trek, Star Wars, Doctor Who, Stargate, dell’ultimo libro fantasy che hai letto, della tal serie di fantascienza o del prossimo film di qualche saga senza spostarti di universo?”.
Gli ha fatto eco il vice presidente dello STIC, Massimo Romani, editore di Ultimo Avamposto, che ha aggiunto come ci sia stata un’affluenza maggiore di persone rispetto agli altri anni, positiva anche per via del ponte del 1° maggio. Romani ha però rimarcato che la formula ritornerà, come date, quella della terza settimana di maggio per evitare sovrapposizioni con altre manifestazioni come il Comicon di Napoli (il Salone internazionale del fumetto e dell’animazione). Nella prossima edizione si intendono realizzare maggiori spazi per le attività con una tensostruttura esterna dove saranno montate grandi scenografie. “Faremo – ha ribadito – una grande festa per il prossimo film di Star Trek (che secondo quello che apprendiamo su Fantascienza.com dovrebbe intitolarsi Star Trek Beyond, ndr) e poiché la Sticcon 2016 sarà dedicata al cinquantesimo anniversario della saga organizzeremo un evento con effetti speciali”. In proposito ci anticipa la presenza di Terry Farrel, diva dagli occhi azzurri, che per cinque anni (dal ’93 al ’98) ha recitato con successo nella serie tv Star Trek: Deep Space Nine.
Il busto di Alberto Lisiero l’ammiraglio dello STIC. Per il futuro ancora maggiore collaborazione tra i club per far crescere il fantastico
Prima di lasciare il Palacongressi e chiudere questa nuova esperienza di giornate in totale “sospensione” nella fantasia rispetto ai rigidi confini quotidiani, ci siamo soffermati dinanzi a un’opera d’arte. Si tratta di un busto in gesso bianco posto sul tavolo all’ingresso del salone dei convegni. Dietro gli occhiali, ha lo sguardo bonario e lungimirante, un’espressione di cordialità e indossa la divisa da ufficiale della Flotta Stellare. Porta una barba ordinata e ha un volto che appartiene alla memoria di tutti, sempre presente e che accompagna affettuosamente verso il futuro: si tratta di Alberto Lisiero, l’ammiraglio e iniziatore dello STIC. Siamo riusciti a sapere che l’opera è stata realizzata da Stefano Mocchetti su idea di Massimo Romani per le convention dello STIC. E’ stata esposta al pubblico per la prima volta lo scorso anno e tra una convention e l’altra è custodita, nella sede all’ammiragliato, da Gabriella Cordone Lisiero, sposa e compagna del compianto Alberto.
Ci è venuto da pensare che anche grazie a persone come lui che ha fortemente creduto nelle proprie idee (ma non dimentichiamo anche l’infaticabile Gabriella Cordone che continua a operare e a fare la sua efficace parte) il mondo del fantastico è vitale e animato, e la StarCon 2015 ne è stata la conferma.
In proposito riteniamo che eventi come la StarCon, siano certamente perfettibili come d’altronde tutte le iniziative di questo e altro genere. Ma crediamo che occorra mettere in evidenza il positivo rapporto che essa permette di creare tra i gruppi. L’avvicinamento e l’approssimazione che consente tra questi. E’ stato bello ascoltare gli scrittori professionisti della WSF-Italia dare consigli agli aspiranti e giovani prosatori di fantascienza. Ma ancora di più, è stato bello (e anche curioso) vedere gli alternativi connettivisti mischiarsi tra i militanti del fandom trek in costume. Siamo persuasi che queste manifestazioni siano utili a superare antiche diffidenze, proponendo l’accettabilità del punto di vista degli altri, facendo conoscere i pregi, le idee e i vari modi possibili di intendere il fantastico. Una maniera positiva di interagire attraverso la conoscenza personale e delle altrui argomentazioni, la comprensione delle passioni e delle utopie, la consapevolezza di segni e simboli che le varie culture esprimono. Siamo, infine, convinti che la diffusione e la crescita del fantastico passi attraverso il rafforzamento e la piena collaborazione tra i vari gruppi. E’ questa la strada che la nostra testata persegue aprendosi a tutte le visioni e alle componenti del settore, ed è quanto ci proponiamo di fare con sempre maggiore attenzione anche nel futuro! Alla prossima!