MICHAEL H. SEDGE

Autore di romanzi e di documentari per la televisione, scrittore di saggi e opere teatrali, uomo di marketing, giornalista ed editore, e poi ancora… beh, sinceramente Michael H. Sedge nella sua vita ha fatto, e fa tuttora, tante di quelle cose, che è meglio che sia lui stesso a raccontarcele.

Ecco perché lo abbiamo incontrato per voi.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È MICHAEL H. SEDGE?

Un americano che, a 19 anni, si è ritrovato a Napoli, in Italia, a oltre 6.000 chilometri da casa. Avevo una vera passione per Stephen King e, più in là negli anni, ho avuto il piacere di intervistarlo per il Boston Globe. Ho trascorso gli ultimi trent’anni con un piede in Italia e l’altro negli Stati Uniti.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE E COME E’ NATA LA TUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?

Nel 1975 ho partecipato a un concorso con la storia di un soldato italiano in Africa che incontrava un mendicante lungo la via. Gli dava cibo e acqua, poi andava alla ricerca di soccorsi medici, ma quando tornava, trovava solo un corpo. I medici gli riferivano che l’uomo era morto da almeno due settimane.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Benché ogni progetto necessiti di passione, quello che ne ha richiesta di più è stato il documentario di Discovery Channel “Cleopatra, alla ricerca di una leggenda”, che ha imposto che io risiedessi ad Alessandria d’Egitto per un certo periodo, e il mio libro “Il porto sepolto di Pisa” che ha vinto il premio del Presidente della Repubblica quale miglior libro dell’anno.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO IL ROMANZO “SENTINELLA DELLA MORTE”. CE NE VUOI PARLARE?

Negli anni ’90 ci siamo posti una domanda: e se un terrorista fosse in grado di portare il virus ebola a bordo della più potente nave da guerra del mondo – la U.S.S. George Washington con 6.500 persone di equipaggio? Trovammo un agente, trovammo una casa editrice, una società di produzione cinematografica. Ma gli attacchi alle Torri Gemelle dell’undici settembre misero fine ai nostri sogni di gloria. Abbiamo riportato in vita il libro 14 anni dopo, come ha voluto il fato. Ed è più attuale oggi di ieri.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Cercare di dare vita a un personaggio che fosse un killer spietato e allo stesso tempo il genere di persona con cui farebbe piacere uscire a cena. Abbiamo dovuto fare un passo indietro ed entrare nella mente del nostro terrorista. Come pensa? Come giustifica le sue azioni? Sotto certi punti di vista lui doveva piacerci.

QUANTO DI REALE E DOCUMENTATO C’E’ IN QUESTA STORIA E QUANTO INVECE DI INVENTATO?

Abbiamo fatto ricerche per un anno. Siamo andati in Africa, abbiamo ricevuto il permesso dal comandante degli affari pubblici della Marina a Washington per salire a bordo della portaerei U.S.S. George Washington. Abbiamo lavorato con l’Ncis. Ci siamo confrontati e abbiamo fatto domande agli esperti al centro controllo malattie di Atlanta (c.d.c.). Almeno il 90% del libro è basato su fatti reali del periodo di tempo cui si riferisce – compresi i programmi dei computer, i monitor e i colori utilizzati dalla Marina statunitense.

QUESTO LIBRO E’ STATO SCRITTO A QUATTRO MANI CON JOEL JACOBS: QUAL E’ STATO IL SUO APPORTO E QUANTO E’ STATA IMPORTANTE LA SUA COLLABORAZIONE?

Jacobs è stato molto critico durante il lavoro. I suoi trent’anni di esperienza militare come giornalista e capo ufficio stampa e le sue abilità nella ricerca sono state essenziali per dare credibilità al romanzo. La maggior parte dei personaggi più interessanti sono opera sua. Inoltre ha ridotto il mio lavoro del 50 per cento!

COME VI SIETE DIVISI I COMPITI E COME E’ STATO LAVORARE CON LUI?

Ci siamo incontrati in un ristorante nel Tennessee e siamo rimasti lì seduti a lavorare – e mangiare – per 14 ore. A quel punto avevamo delle buone linee guida e ognuno di noi aveva i propri capitoli da scrivere. Una volta completati, ce li siamo scambiati via e-mail per la revisione – lui in Texas e io a Napoli. Un anno dopo, quando la storia era stata scritta, ci siamo incontrati di nuovo nello stesso ristorante per editare il romanzo. Quella volta ci abbiamo impiegato solo 9 ore.

OLTRE CHE SCRITTORE SEI ANCHE SAGGISTA E TI SEI OCCUPATO ANCHE DI DOCUMENTARI DI VARIO GENERE. VUOI PARLARCI DI QUESTA SECONDA FACCIA DELLA MEDAGLIA DELLA TUA ATTIVITA’?

Sono stato giornalista, corrispondente di guerra, ho scritto libri, documentari per la tv e possiedo una società di marketing, un’agenzia fotografica, una casa editrice negli U.S.A. e quattro compagnie internazionali che si occupano di design architettonico e ingegneristico. Se anche si è fortunati abbastanza da produrre un bestseller, è difficile guadagnarsi da vivere come scrittore, ma se una persona combina le abilità di scrittura con quelle per gli affari, il mondo si apre. E io sono stato tanto fortunato da riuscirci.

COME SI CONCILIA UN MODO DI NARRARE ISTINTIVO E PIU’ LEGATO AL CUORE, COME QUELLO DELLA NARRATIVA, CON UNA MANIERA DI SCRIVERE PIU’ RAGIONATA E PIU’ LEGATA ALLA MENTE, COME QUELLA DELLA SAGGISTICA?

Questa è esattamente la domanda che mi aspetto da un italiano: filosofica, mentale e un po’ new age. Praticamente in tutto ciò che scrivo, io cerco di portare il lettore con me. Mi piace trasportarlo in un viaggio sia che si tratti di quello dentro la mente di un terrorista, sia nelle profondità marine dell’Egitto in cerca del palazzo di Cleopatra, oppure nel disseppellire antiche navi romane in un’area a 500 metri dalla torre di Pisa. Amo entrare nella mente del lettore e dire “prendimi per mano, vieni con me, ho avventure e misteri da mostrarti”. E talvolta aggiungo “potresti voler accendere la luce, questa non è una storia da leggere al buio”.

MA QUELLO DI CUI ABBIAMO PARLATO FINORA, NON E’ PROPRIO TUTTO CIO’ CHE FAI, VISTO CHE COME TU STESSO CI DICEVI DA ANNI TI OCCUPI ANCHE DI MARKETING, GIORNALISMO, IMPRENDITORIA… INSOMMA, SEMBRA CHE LA TUA MEDAGLIA ABBIA MOLTO PIU’ DI DUE FACCE. COME RIESCI A CONCILIARE TUTTO IN UNA SOLA PERSONA?

Qualcuno dice che sono un vampiro, perché dormo solo poche ore per notte. La verità è che la mia mente è sempre in fermento e, a causa di ciò, il sonno mi gira alla larga. Ho trovato un modo di rendere divertente il lavoro. Ogni giorno c’è qualcosa di nuovo. Lavoro sempre su 10 – 20 cose insieme, e oggi è un buon esempio, la giornata inizia alle 4 del mattino – nei miei uffici di Napoli alle 4:45 per rispondere alle mail dagli U.S.A., dal Bahrein, da Djibouti, Italia, Germania e Gran Bretagna. Scrivere una proposta per un progetto N.A.T.O nel Corno d’Africa, riscrivere una presentazione, aggiornare i conti di una delle mie società, sollecitare pagamenti, aggiornare Facebook e il sito web del gruppo Sedge aggiungendo articoli o video, fare chiamate in teleconferenza con i partner mediorientali, negoziare un contratto con Dubai, chiamare un’azienda di design a Denver, chiamare una compagnia elettrica in Svizzera e parlare con la società di p.r. del libro, contattare l’editore per la dichiarazione delle royalty, stampare “The Vatican diary”, una sceneggiatura scritta da Jacobs e me di cui non scriveremo il libro. Chiamare il p.r. circa un comunicato stampa per l’iniziativa “Michael Sedge’s italian writers holyday – Michael Sedge vacanza italiana per scrittori” che si terrà nel marzo 2016 a Sorrento, rispondere a varie e-mail, preparare il contratto per la nuova segretaria, rispondere alle domande per l’intervista a “La Zona Morta” alle 8:15 di sera.

DA MOLTISSIMI ANNI VIVI IN ITALIA, ANCHE SE LE TUE RADICI AMERICANE SPESSO TI PORTANO ANCORA ANCHE NEGLI USA. COSA TI PIACE PIU’ DEL NOSTRO PAESE?

Trascorro 50% del mio tempo in viaggio. Lo scorso mese sono stato a Houston, Texas, Atlanta, Georgia e Londra. Tra due giorni partirò per Dubai, l’Etiopia e il Djibouti nel Corno d’Africa. Viaggiare fa parte della mia vita. Gli U.S.A. mi piacciono più dell’Italia? No. L’Italia è casa mia nel bene e nel male. I viaggi mi hanno insegnato che esistono sempre posti migliori in cui vivere… ma anche luoghi peggiori. Cerco di essere felice dove sono. Cerco di rendere migliore la mia vita, non importa cosa ci sia attorno.

E COSA TI MANCA INVECE DEGLI STATI UNITI?

In Michigan fanno un hot dog speciale chiamato “Coney Island”. Mi manca davvero molto. Mi manca anche la natura, miglia e miglia di laghi, foreste e bellezze naturali dove ci si può perdere e scordare il mondo.

DAL MOMENTO CHE IL NOSTRO E’ UN SITO SPECIALIZZATO SOPRATTUTTO NEL GENERE FANTASTICO, CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Ribadisco: ho sempre amato Stephen King e l’horror è stato il primo genere che ho sperimentato. Il mio ultimo libro “L’oracolo”, è stato un esperimento per verificare se ero in grado di riprodurre lo stile di King. Se posso spaventare il lettore così tanto da fargli accendere le luci, così come riportato nelle recensioni del romanzo, ho ottenuto lo scopo. Infatti in molti hanno paragonato lo stile de “L’oracolo” a quello di King. Quindi ho grande rispetto e passione per i contenuti del vostro sito.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

La mia mente è sempre stata un pozzo senza fondo di idee. Quando desidero scrivere un libro, una storia o un articolo, semplicemente mi reco al pozzo e tiro fuori qualcosa. Il vero problema è circoscrivere le idee. Al momento sto lavorando su 5 idee per dei romanzi e una per un documentario televisivo.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Ovviamente Stephen King, ma anche Rick Riordan e Suzanne Collins.

PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Dato che viaggio di frequente, vedo moltissimi film. Alcuni dei miei preferiti più recenti includono: “Colpa delle stelle”, “Divergent”, “Focus” e “Kingsmen”. Il mio film italiano preferito di tutti i tempi è il classico di Troisi e Benigni “Non ci resta che piangere”.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Progetti futuri: secondo libro della serie “L’oracolo”, completare “The Vatican diary”, produrre un nuovo show per la tv basato sul cibo italiano e la salute e, forse, un programma radio o tv.

I miei sogni: vivere abbastanza a lungo per fare tutto quello che voglio. In parole povere vivere per sempre!

AUGURANDOCI CHE UN PO’ DI SANGUE “HIGHLANDER” SCORRA NELLE VENE DI MICHAEL, NON CI RESTA CHE ASPETTARE LE SUE PROSSIME MOSSE!

Davide Longoni