FANTASCIENZA STORY 38

L’UOMO DELLE NEVI E L’UOMO CHE RIMPICCIOLIVA (1957) – PARTE 05

Dallo spazio sono sempre giunti i pericoli più disparati quasi che questa “ultima frontiera” fosse maledetta: un incubo nero trapunto di stelle. Dallo spazio arriva l’ameba gelatinosa e fagocitante de L’astronave atomica del Dottor Quatermass o di Fluido Mortale.

Dallo spazio giungono gli alieni cattivi e malvagi de La guerra dei Mondi, La Terra contro i dischi volanti, I Misteriani, Invasione degli Ultracorpi con i suoi remake Terrore dallo spazio Profondo, Ultracorpi: L’invasione continua e Invasion. Tranne nell’ultimo film si appropriano dei corpi e della mente delle loro vittime in un incubo senza fine.

Dall’attacco esplicito di Inferno nella Stratosfera e Independence Day ai diabolici alieni parassiti de I Vampiri dello spazio e Terrore dalla Sesta Luna, il nostro povero mondo è stato attaccato tante volte nelle maniere più disparate da questi Invasori Spaziali.

E se non sono esseri di carne anche se più o meno uguali a noi, questo dipendeva dal budget messo a disposizione, ecco arrivare sul mondo le spore mortali de L’Invasione dei Mostri Verdi o i silicati pietrificanti de La Meteora Infernale o le comete di Deep Impact e Armageddon e, se non bastano quelle, ecco le meteore di  Meteor e Meteorites o le stelle vagabonde di Quando i Mondi si scontrano.

E’ una tragedia per questo nostro mondo, forse il più desiderato dell’universo conosciuto e non e diviene quasi ironico sapere che c’è una razza, forse la più subdola e malvagia di tutte le galassie, che sta per cancellare una volta per tutte questo prezioso mondo meraviglioso: la razza umana. Roger Corman ha sempre realizzato con intelligenza i suoi film a basso costo. Questo suo Il Vampiro del Pianeta Rosso è costato meno di cinquantamila dollari dell’epoca. Corman è l’uomo che ha girato La piccola bottega degli orrori in due giorni e una notte spendendo solo trentacinquemila dollari o che girò La Vergine di Cera in sole due giornate per poter utilizzare le scenografie ancora montate de I Maghi del Terrore ed è anche colui che ha lanciato attori come Jack Nicholson e registi come Joe Dante, Martin Scorsese, Ron Howard e James Cameron solo per citarne alcuni. In questo film, Il Vampiro del Pianeta Rosso, l’essere alieno è interpretato da Paul Birch che, con Beverly  Garland, fu tra gli attori  preferiti di Corman, non proviene da Marte come la versione italiana ci vuol far credere ma dal misterioso pianeta Davanna. Nella versione giunta in Italia il suo lontano mondo è stato cambiato nel più noto Marte per mere ragioni commerciali.

Una ragazza (Gail Ganley) viene accompagnata a casa dal suo ragazzo (Ralph Reed, 1931 – 1997). E’ sera e il veicolo si ferma davanti alla porta del cancello della casa di lei. Dopo essersi scambiati delle effusioni la giovane scende dalla macchina che si allontana. Un rumore di passi la fa voltare: nessuno. Apre il cancello ed entra in giardino mentre il silenzio notturno è rotto da una civetta. Una figura si para davanti a lei: è un uomo vestito di nero con indosso dei grandi occhiali scuri.

La ragazza, impaurita, balbetta qualcosa, l’uomo si toglie gli occhiali, lei urla e cade a terra. La figura appoggia per terra una valigetta, l’apre e applica al collo della ragazza un tubo di gomma.

Il suo sangue va a riempire tre contenitori all’interno della valigia.

Primo piano degli occhi dell’uomo: sono completamente bianchi, senza pupilla. Scorrono i titoli.

IL VAMPIRO DEL PIANETA ROSSO (Not of this Earth)

Una grossa macchina nera si ferma, in parcheggio vietato, davanti all’ingresso di una clinica. L’uomo che esce dal posto di guida è lo stesso che abbiamo visto all’inizio. Sempre vestito di nero, con gli occhiali scuri, valigetta in mano, l’individuo si avvicina alla reception dove c’è l’infermiera Nadine Storey (Beverly Garland, 1926 – 2003).

L’ uomo ha un appuntamento per una trasfusione e porge alla ragazza il suo biglietto da visita, si chiama Paul Johnson (Paul Birch, 1912 – 1969). Dopo una discussione con l’infermiera Johnson si appresta a attendere un dottore, il suono di un cicalino lo infastidisce. Non deve aspettare molto: una porta si apre ed esce il Dottor Frederick W. Rochelle (William Roerick, 1911 – 1995).

Nadine: “Oh, Dottore, ecco Mister Johnson, deve fare una trasfusione urgente.”

Rochelle: “Va bene, Mister Johnson, provvederemo subito. Nadine, veda intanto lei a che gruppo appartiene.”

Nadine: “Ma vorrebbe la trasfusione senza esame del sangue. “

Rochelle lo guarda perplesso.

Rochelle: “Vuole accomodarsi, prego?”

I due entrano nello studio del medico.

Rochelle: “Si metta a sedere. Dunque, Mister Johnson, perché non vuole fare l’esame del sangue?”

Johnson: “Preferisco tacerne i motivi.”

Rochelle: “Ah, sì? Allora provi a rivolgersi altrove.”

Johnson: “Qui non siete all’altezza?”

Rochelle: “Sì, e anche bene, ma non c’è medico al mondo che faccia trasfusioni senza conoscere il gruppo del paziente, il fattore RH e tutto quel che segue. Sbagliar gruppo può essere letale.”

Johnson: “A me urge il sangue. Io muoio. Il mio gruppo è “O”.”

Rochelle: “Mi dispiace, ma questa sua dichiarazione non mi basta.”

L’uomo si alza di scatto e si dirige verso la valigetta del dottore.

Rochelle: “Non tocchi nulla!”

Johnson prende un bisturi e si taglia un polso.

Johnson: “Osservi.”

Rochelle: “Non sanguina.”

Johnson: “Sanguinerà tra qualche istante in modo leggero e sporadico.”

Rochelle: “(osserva il polso poi lo medica) L’hanno visto altri medici?”

Johnson: “No. Nessun medico.”

Rochelle: “Ha mai fatto ricerche cliniche?”

Johnson: “Provvede o no alla trasfusione?”

Rochelle: “No. Senza la preventiva analisi. “

Johnson: “Lei insiste a dire che senza l’analisi la trasfusione è impossibile?”

Rochelle: “Sì.”

La voce di Johnson rimbomba minacciosa nella mente di Rochelle e lo conduce verso un controllo ipnotico.

Johnson: “<E allora avanti. Prelevami il sangue così potrai analizzarlo, potrai studiarlo con i tuoi sistemi di terrestre e prescrivermi i rimedi… Ma guai a te se parli, ricordalo bene. Guai a te se riferirai a qualsiasi essere tuo pari la storia orribile della mia tragedia.>”

L’ordine mentale è finito e Rochelle esce dalla sua trance ipnotica.

Rochelle: “Scusi, uno strano malessere.”

Johnson: “Sono pronto per l’analisi.”

Rochelle: “Lei ha cambiato idea? Bene… Ehm… si tolga la giacca. Non le farò male.”

Il medico esamina il sangue al microscopio.

Rochelle: “Fantastico! L’agglutinante si disintegra senza interruzione alcuna e si ha così la distruzione della struttura cellulare del sangue. Ma è impossibile!”

Intanto Nadine sta eseguendo la trasfusione su Johnson. L’uomo le propone di fargli da infermiera personale pagandola bene. La donna esita e si rimette alle decisioni del Dottor Rochelle il quale, probabilmente convinto nel solito modo da Johnson, dà il benestare.

Rochelle: “Ogni sera gli somministrerà cinquecento centimetri cubi del gruppo “O” fino a ordine contrario.”

Nadine: “Sì, Dottore. Ma che ha, poveretto?”

Rochelle: “Fenomeni inesplicabili… ma… una diagnosi… La diagnosi è emorragia interna.”

Nadine: “Capisco. Quanto vivrà?”

Rochelle: “Non lo so. Ha bisogno di sangue ogni giorno perciò lei lo assisterà a casa sua.”

Nadine accompagna fuori Johnson giusto in tempo per vedere un poliziotto motociclista, il Sergente Harry Sherbourne (Morgan Jones, 1928 – 2012) che sta per fare la contravvenzione alla macchina di Johnson. Nadine è  la fidanzata di Harry e riesce a convincerlo a non fargli la multa e a scortarlo fino a casa. Johnson raggiunge la sua abitazione e, davanti alla porta di casa, l’uomo trova il suo segretario, Jeremy Perrin (Jonathan Haze): questi lo sconsiglia di uscire un’altra volta da solo, almeno fino a che non sarà pratico della guida. Johnson ordina a Jeremy di preparare la camera per Miss Storey e se ne va in cucina per porre nel frigorifero i tre flaconi che sono nella sua valigetta dopodiché scende nella cantina della casa lasciando la valigia aperta sul tavolo. Jeremy entra e prende in mano un contenitore, ma Johnson rientra e lo immobilizza mentalmente poi prende in mano il contenitore e rimprovera aspramente Jeremy per la sua curiosità.

Nadine giunge nella casa di Johnson e Jeremy la riceve facendo il galletto mentre Johnson l’accompagna poi nella sua camera. Mantenendo i suoi modi sempre freddi e formali, l’uomo le dà la buonanotte e chiude la porta a chiave. Nadine sente il rumore dello scatto e lo chiama attraverso la porta.

Nadine: “Mister Johnson!”

L’uomo riapre immediatamente la porta.

Johnson: “Sì, Miss Storey?”

Nadine: “Mi aveva chiuso a chiave!”

Johnson: “Sì, infatti.”

Nadine: “Perché?”

Johnson: “Forse le dispiace?”

Nadine: “Quando voglio chiudermi a chiave amo farlo da me stessa.”

Johnson: “Nel mio mondo, che ho lasciato da poco, nessuno oserebbe riposare senza premunirsi così.”

Nadine: “E qual è il suo mondo?”

Johnson: “Non mancherà l’occasione di parlarne. Buona notte, Miss Storey.”

Nadine: “Sì, buonanotte Mister Johnson.”

L’uomo richiude la porta e Nadine la chiude a chiave precedendo di pochi istanti lo stesso gesto rifatto da Johnson. L’infermiera scrolla le spalle e si prepara per la notte.

Johnson si è chiuso in salotto. Da uno stipetto toglie una scatola metallica che appoggia su un tavolino accanto a una poltrona. Si siede, si toglie gli occhiali e aziona un comando sulla scatola che fa accendere una luce la quale, a sua volta, fa aprire una porta scorrevole davanti a lui. Dentro c’è un’apparecchiatura che gli appassionati di “Star Trek” riconoscerebbero subito come un teletrasporto “ante litteram”. Un viso appare tra i macchinari (palle da tennis e tubi ritorti). Gli occhi dell’essere sono come quelli di Johnson. Il colloquio che ne segue è mentale.

Alieno: “<E’ l’ora. La morte è sul nostro pianeta.>”

Johnson: “<Dovete sopportare ancora.>”

Alieno: “<Parlami delle creature terrestri.>”

Johnson: “<Sono esseri inferiori, subumani, deboli e paurosi.>”

Alieno: “<Dimmi del loro sangue.>

Johnson: “<E’ quasi come il nostro. Te ne ho spediti trenta centimetri cubi per campione.>”

Alieno: “<Ne servirà molto. La morte è in agguato su di noi. Il tempo vola e devi provvedere. Diversamente periremo tutti.>”

Johnson: “<Forse il sangue di questo pianeta risponderà allo scopo.>”

Alieno: “<La tua missione sulla Terra deve essere compiuta in non più di cinque o sei fasi. Nella prima studierai tutte le caratteristiche dei subumani terrestri.>”

Johnson: “<Lo studio è in corso.>”

Alieno: “<Nella seconda fase dovrai essere in grado di aumentare la quantità di sangue terrestre che già stai inviando sul nostro pianeta.>”

Johnson: “<Seconda fase: aumentare il quantitativo.>”

Alieno: “<Nella terza fase, poi, dovremo ricevere un campione vivente,  un subumano da usarsi per le ricerche con vivisezione.>”

Johnson: “<Terza fase. Un campione vivente.>”

Alieno: “<Tu sei la quarta fase. Se con il sangue terrestre tu vivrai, anche il nostro Pianeta Rosso potrà sopravvivere.>”

Johnson: “<Io sono la quarta fase, vivo o morto.>”

Alieno: “<Se il sangue terrestre preserverà la tua vita, la quinta fase sarà il soggiogamento dei subumani terrestri e la vita del nostro pianeta con il loro sangue.>”

Johnson: “<La quinta fase sarà il soggiogamento, il comando sui terrestri, se io vivo.>”

Alieno: “<La sesta fase sarà la totale distruzione del pianeta Terra in seguito ad un ordine che tu darai nel caso di un completo insuccesso del tuo esperimento.>”

Johnson: “<La sesta fase sarà la distruzione del pianeta Terra prima della mia fine.>”

Alieno: “<La sesta fase chiude le istruzioni.>”

Johnson: “<La sesta fase conclude.>”

Alieno: “<Ritornerò.>”

Dopo aver rilevato l’assoluta crudeltà di questi alieni, disposti a distruggere il nostro pianeta in caso di fallimento totale, la porta di quello che sembra essere uno stanzino, scorre e si chiude. Il mattino successivo Jeremy porta la colazione a Johnson che ha dormito sulla poltrona. L’uomo va ad aprire e ordina al segretario di portare la colazione a Nadine. Jeremy lo sollecita a mangiare qualcosa poi lascia la stanza e l’alieno si limita a versare una pastiglia nell’acqua, facendola diventare nera e a berne il contenuto lasciando intatto il resto del cibo. Nadine si sta vestendo quando Jeremy entra con la colazione e, mentre tenta ancora di corteggiare l’infermiera, trova il tempo di dirle che lui fa il tuttofare in quella casa, compreso l’andare a cambiare i lingotti d’oro di Johnson in dollari e ha uno stipendio molto generoso. Successivamente Nadine prende la temperatura a Johnson e questi le dice che deve considerarsi libera fino a sera. La ragazza ne approfitta per fare un bagno in piscina. Accanto a lei c’è il solito e onnipresente Jeremy. Un venditore di aspirapolveri, Joe Piper (Dick Miller), si è presentato alla porta di Johnson. Questi cerca dapprima di mandarlo via, ma quando l’uomo si offre di pulirgli gratis la cantina, l’alieno non resiste alla tentazione di portarlo giù e di ucciderlo nel solito modo. Poi preleva il suo sangue e mette il cadavere nella caldaia. Johnson e Jeremy se ne vanno in macchina e l’autista è costretto a frenare di colpo e a suonare il clacson per evitare una macchina.

Johnson: “Jeremy, come devo dirtelo che non voglio che suoni il clacson. Ogni suono violento mi dà fastidio, ricordalo!”

Poi l’alieno nota tre vagabondi ai margini della strada e chiede a Jeremy chi essi siano. Alla risposta “barboni” del segretario e venuto a sapere che sono esseri, o subumani come direbbe lui, senza fissa dimora, ordina allo stupito Jeremy d’invitarli a casa per cena mormorando tra i denti una frase che Jeremy non comprende: seconda fase.

Johnson viene accompagnato in biblioteca. Harry, intanto, incontra il Dottor Rochelle che è rimasto in panne con la macchina e gli dà un passaggio a casa di Jonson dove il medico si stava recando. Sdraiata tranquillamente sul bordo della piscina Nadine vede delle dense volute di fumo uscire dal camino e, perplessa, entra nella cantina dalla porta esterna. Sta per aprire il portello della caldaia quando vede delle provette sopra un ripiano e ne prende una in mano lasciando distrattamente la sua cuffia sul mobile. Mentre sta nuovamente per aprire il portello sente un clacson all’esterno, deposita la provetta ed esce andando a ricevere Rochelle ed Harry. Subito dopo arriva anche la limousine nera di Johnson e Jeremy risuona il clacson per poter passare ma la cosa, questa volta, non sembra aver dato fastidio a Johnson che, molto freddamente, dà disposizioni a Jeremy affinchè faccia accomodare il Dottore in casa mentre Nadine ed Harry se ne vanno in cucina a prendere un caffè.

Nel salotto Johnson ha offerto da bere a Rochelle e lo invita a sedersi.

Johnson: “Immagino, Dottore, che lei avrà continuato le analisi…”

Rochelle: “Oh, certamente Mister Johnson … ehm… Vorrei rivolgerle alcune domande.”

Johnson: “Desiderio esaudibile, anche se sarà difficile che io le dia risposte precise. Ha parlato con qualcuno del mio caso?”

Rochelle: “No… io… i… io penso che sia meglio mantenere il segreto.”

Johnson: “Ottima idea, Dottore. Vuol darmi qualche ragguaglio sulle analisi?”

Rochelle: “Sì, ben volentieri. Anzitutto il suo sangue è diverso da qualsiasi altro da me esaminato..”

Johnson: “Diverso in che?”

Rochelle: “Nella sostanza. In primo luogo nessuno sulla Terra dovrebbe poter vivere con così pochi globuli rossi.”

Johnson: “Continui.”

Rochelle: “In secondo luogo nelle sue vene avvengono cose incredibili. Il progressivo calo dell’agglutinamento distrugge la struttura basica del sangue. Il risultato è…”

Johnson: “…L’evaporazione del sangue.”

Rochelle: “Non semplifichi eccessivamente. Il sangue è impossibile che evapori dalle vene. Il termine più preciso sarebbe…”

Johnson: “Evaporazione può bastare come termine, Dottore. Ha scoperto la causa?”

Rochelle: “Non ancora.”

Johnson: “Ma spera di scoprirla.”

Rochelle: “Lo spero. Affronterò qualunque sacrificio pur di risolvere questo difficile problema. Dio non voglia che questa nuova malattia colpisca la nostra Terra.”

Johnson: “Sì, Dio non voglia…”

Rochelle: “Ma, scusi, lei ignorava la sua infermità?”

Johnson: “No. Non la ignoravo e non ignoro nemmeno che se non trovo un rimedio il mio sangue esausto diverrà  polvere ed io morrò.”

Rochelle: “Beh, i medici hanno anche il dovere di far coraggio ai pazienti.”

Johnson: “Questo è un accorgimento buono per i bambini. Continui i suoi studi e ritorni da me quando avrà raggiunto risultati maggiori.”

Rochelle: “Affretterò le ricerche, stia tranquillo, ma lei sa che il tempo è il migliore alleato in certi casi.”

Johnson: “Il tempo, infatti, è l’alleato che cerco.”

Johnson apre la porta e dietro la stessa c’è Jeremy. Rochelle esce e il segretario protesta con Johnson perché Harry sta rivelando a Nadine tutti i suoi trascorsi da piccolo delinquente. Johnson lo rassicura e gli dice di andare a dire ad Harry che può riaccompagnare Rochelle e poi di recarsi nel viale dove avevano visto precedentemente i barboni per invitarli a casa sua. Pur perplesso Jeremy esegue e avvisa Harry che sta prendendo appuntamento con Nadine per la sera stessa. In cantina Johnson trova la cuffia di Nadine mentre Jeremy sta invitando i barboni. La sera i tre vagabondi vengono uccisi da Johnson.

Nel riaccompagnare Nadine a casa Harry ha il presentimento che la ragazza possa essere in pericolo e le raccomanda di usare prudenza. In cantina Johnson sta riempiendo un baule di flaconi di sangue e lo fa portare in salotto da Jeremy.

Tutto è pronto per il teletrasporto del prezioso fluido.

Johnson: “<Questa notte spedirò il sangue come da ordini della seconda fase. Lo studio di cui alla prima fase procede bene. Fra ventiquattro ore terrestri potrò mandarvi un subumano quale campione vivente per le vostre ricerche con vivisezione. Auguro che il mio esperimento possa raggiungere lo scopo di salvare l’esistenza del nostro Pianeta Rosso.>”

Il baule viene teletrasportato.

Al Commissariato della città il Sergente George Walton (Roy Engel, 1913 – 1980), è preoccupato per la morte di tredici persone, tutte trovate misteriosamente uccise, dissanguate e con il segno di una puntura sul collo. Uno strano e misterioso vampiro si aggira per la città e le vittime potrebbero essere di più perché sono avvenute anche delle misteriose sparizioni, come quella di un venditore di aspirapolveri che la sua ditta sta cercando affannosamente.

A casa di Johnson, Nadine gli sta facendo una trasfusione. Questi, dopo aver chiesto alla ragazza notizie di lei, se ne esce con un’affermazione che incuriosisce l’infermiera.

Johnson: “Vuole aumentare il flusso del sangue quest’oggi, Miss Storey?”

Nadine: “Mister Johnson, fino a pochi giorni fa lei non sapeva nulla di queste cose quindi le sue attuali nozioni mi sorprendono.”

Johnson: “Ho letto dei trattati.”

Nadine: “Li ha letti in tre giorni?”

Johnson: “Sì e anzi confido nel suo aiuto per conoscere degli importanti particolari sfuggiti alle mie ricerche.”

Nadine: “Per esempio?”

Johnson: “Per esempio oggi si segue il metodo all’uranio per eseguire l’esame del cancro e questo perché l’uranio è attratto dall’area cancerosa, ma i libri non spiegano i motivi di tale attrazione.”

Nadine: “Lo credo, il motivo è ancora ignoto.”

Johnson: “Io, invece, lo spiegherei così: poiché il cancro attrae la radioattività, il tessuto canceroso è evidentemente carico di un’energia negativa. Questa, si capisce, è solo un’ipotesi… e lei che ne pensa?”

Nadine: “Beh, purtroppo io non sono in grado di darle una risposta… ma… ora lei stia immobile, non parli durante la trasfusione.”

Johnson: “Sì. Molto bene.”

E’ sera e Johnson è in giro per la città a piedi, con la sua solita valigia. Sta cercando una vittima e la trova in un ragazzo cinese (Harold Fong, 1911 – 1982) che ipnotizza rivolgendosi mentalmente a lui nella sua lingua. Johnson lo porta in casa e si collega nuovamente con i suoi simili.

Johnson: “<Ecco il terrestre per le ricerche.>”

Alieno: “<Mi seguirà sul mio stesso raggio.>”

Johnson: “<Con la sua partenza la terza fase sarà conclusa.>”

Alieno: “<La terza fase è conclusa. La prima fase si avvia a conclusione. Devi concludere presto anche la quarta. La zona a nord del nostro pianeta è già spopolata.>”

Johnson: “<Spopolata…>”

Alieno: “<I nostri corpi si dissolvono. E’ sempre più urgente sapere se il sangue terrestre può essere determinante.>”

Johnson: “<La conclusione della quarta fase vi sarà nota tra tre giorni solari terrestri.>”

Alieno: “<Riferirò al Consiglio ciò che prometti. Ricorda bene, hai detto tre giorni.>”

Johnson ordina al cinese nella sua lingua di salire sulla piattaforma e l’uomo scompare.

Ancora una volta è mattina e ancora una volta Nadine constata che Johnson non ha fatto colazione. Esamina curiosa il bicchiere di acqua nera ritenendone il liquido contenuto una soluzione chimica non meglio identificata. Jeremy esterna le sue preoccupazioni alla ragazza e le parla dei tre barboni che sembrano scomparsi e anche del cinese che lui ha visto entrare la sera con il suo padrone per poi non uscire più dalla casa. Nadine non crede ai foschi sospetti di Jeremy ma, come infermiera, ha il dovere di far esaminare la sostanza trovata nel bicchiere. La ragazza è convinta che quel liquido sia il reale nutrimento di Johnson. Jeremy e il suo padrone escono nuovamente perché Johnson vuole andare da un libraio e ordina a Jeremy di portare la macchina in officina per farne controllare il motore quindi, con gesto irritato, porge la cuffia di Nadine al segretario dicendogli di restituirgliela.

Nadine ha portato il composto nel laboratorio del Dottor Rochelle il quale, assistito dall’infermiera Joanna Oxford (Tamar Cooper), sta facendo degli altri esami.

Rochelle: “Non ha idea del suo composto?”

Nadine: “No. Non ancora.”

Rochelle: “Dove l’ha trovato?”

Nadine: “Questo è un segreto che le svelerò poi. In ogni modo ritengo che si tratti di un super alimentante.”

Rochelle: “Questo liquido sporco… Allora farebbe meglio a rivolgersi a un’internista.”

Nadine: “Lo so, ma credo che interesserà più lei.”

Squilla il telefono e Joanna va a rispondere: è Harry che cerca Nadine. Mentre la ragazza va all’apparecchio Joanna informa il medico che ha finito l’esame del sangue su un cane morto e che l’analisi conferma trattarsi di rabbia. Rochelle ordina all’infermiera di mettere la provetta nel frigorifero. Harry, intanto, sta invitando Nadine a cena e la ragazza accetta. Deposto il ricevitore Rochelle la informa che alle otto l’esame del suo composto sarà pronto. L’infermiera prega il medico di raggiungere lei e il suo fidanzato all’Eldorado, il locale dove loro saranno quella sera. Rochelle conferma che ci sarà.

Intanto, per strada, Johnson si accorge di essere seguito da una ragazza (Anne Carrol) che indossa un paio di occhiali scuri esattamente come i suoi. I due si fermano davanti a una vetrina e si guardano, poi Johnson prosegue fino ad una rivendita di libri e giornali dove i due fingono di sfogliare le riviste e intanto si parlano telepaticamente.

Johnson: “<Perché sei sulla Terra?>”

Aliena: “<Sono fuggita. Dehimorf mi ha aiutata a raggiungerti.>”

Johnson: “<Tu sai che chi sorpassa il muro della dimensione è condannato a morte.>”

Aliena: “<Il pianeta Marte è un cimitero. La riserva di sangue esaurita. Si uccidono l’un l’altro per procurarsi sangue. Se io fossi rimasta mi avrebbero trucidata. Non denunciarmi. Perdonami>”

Johnson: “<Non ti denuncerò ma al solo patto che tu esegua i miei ordini. Puoi essermi di grande aiuto nel corso della mia missione.>”

Aliena: “<Eseguirò i tuoi ordini.>”

Johnson: “<Tu terrai i collegamenti. Sai se è arrivato il subumano partito col raggio tridimensionale?

Andava bene come campione vivente?>”

Aliena: “<Chi l’accompagnava è morto. Hanno ucciso anche lui per prendergli il sangue. Il campione vivente da te inviatoci è giunto cadavere. Il raggio l’ha espulso. E’ rimasto schiacciato alla fine della parabola.>”

Johnson: “<Schiacciato…>

Aliena: “<Il Consiglio degli Esperti da questo fatto ha dedotto che il raggio tridimensionale è troppo debole per trasmettere dalla Terra al Pianeta Rosso un essere vivente con sangue terrestre.>”

Johnson: “<Se questo è vero né tu né io potremo far ritorno. Controllerò spedendo un altro campione stanotte.>”

Aliena: “<Fatica inutile. Noi siamo destinati a rimanere sulla Terra finché vivremo. Io non mi lamento perché preferisco vivere qui piuttosto che assistere all’agonia del nostro pianeta.>”

Johnson: “<Che durata può avere la tua vita?>”

Aliena: “<La risposta è spaventosa. Se entro quattro “kronoxi” di tempo tu non potrai procurarmi il sangue di cui il mio corpo ha sete, uccidimi!>”

Johnson: “<Avrai il sangue.>”

I due si dirigono verso l’auto di Johnson. Jeremy li guarda stupito ma uno sguardo arcigno, pur se sotto i pesanti occhiali scuri, di Johnson lo induce a tacere.

Intanto un trafelato Dottor Rochelle ha raggiunto Nadine ed Harry a cena.

Rochelle: “Nadine… Nadine? Si può sapere da chi ha avuto quel liquido?… Oh, salve Harry…”

Harry: “Salve, Dottore.”

Rochelle: “Risponda.”

Nadine: “E’ interessante?”

Rochelle: “Sarebbe molto meglio dire mirabolante.”

Intanto Johnson e l’aliena sono giunti in un vicolo sul retro della clinica. Con il suo sguardo l’uomo rompe un vetro e i due entrano nel laboratorio buio di Rochelle. Nel frattempo, al ristorante, la conversazione continua.

Rochelle: “E’ un composto fantastico! Non solo contiene le vitamine a noi già ben note ma anche sconosciute finora e la sua struttura basica è un concentrato di quantità, superficie, energia e controllo della dieta. Il tutto nella stessa struttura molecolare.”

Nadine: “Quindi ciò che lui beve è riunito in una sola unità primaria?”

Rochelle: “Sì, ma chi è “lui”?”

Nadine: “Mister Johnson.”

Il tono di Rochelle cambia improvvisamente.

Rochelle: “Ah, per conto mio continuerò a nutrirmi come il solito.”

Nadine: “Crede sia possibile riprodurre il composto di Johnson?”

Rochelle: “Scusi, ne abbiamo già parlato abbastanza… Ah, io mi mangio una bella cotoletta.”

I due alieni continuano la loro conversazione mentale.

Aliena: “<Questi luoghi assomigliano a un nostro museo dell’età primordiale.>”

Johnson: “<La Terra è ora com’era il nostro mondo a quell’epoca, la tua osservazione è giusta. Adagiati là sopra, ti darò il sangue che ti occorre.>”

La donna si sdraia sul lettino e Johnson apre il frigorifero e preleva un flacone di sangue che inietta nella vena della sua compagna. Non si avvede di un’etichetta che dice:  Attenzione: sangue di cane.

La conversazione al ristorante, visto il rifiuto di Rochelle di parlare di Johnson, si fa imbarazzante e forzata. Il medico se ne va e Johnson, intanto, ha terminato la trasfusione.

Johnson: “<Ho finito. Dimmi come ti senti.>”

Aliena: “<Mi sento strana…>”

Johnson: “<Il sangue di questo pianeta è ricco. Presto avrai nuove forze. Alzati, dobbiamo andar via. E’ tardi.>”

Aliena: “<Ho come un rimescolio nel sangue…>”

Johnson: “<Passerà.>”

I due ora sono in strada.

Aliena: “<Mi porti dove dimori?>

Johnson: <No, sarebbe imprudente. Cammina in questa direzione e troverai un albergo.>”

Aliena: “<Ma sarò sola fra i subumani, ho paura di tradirmi.>”

Johnson: “<Un terrestre ti parlerà vocalmente. Costringi il tuo pensiero a una assoluta capacità ricettiva e imita l’altrui linguaggio com’è nelle tue facoltà>”

Aliena: “<Noi resteremo in contatto?>”

Johnson: “<Verrò da te all’albergo quando la luce terrestre segnerà qui il mezzogiorno.>”

Johnson si allontana e la donna si avvia verso l’albergo ma si sente male. Torna sui suoi passi. Giunge faticosamente davanti alla Clinica e chiama aiuto. Due infermiere la soccorrono mentre giunge anche il Dottor Rochelle che l’aiuta a sostenersi per portarla dentro.

La donna è in fin di vita. Rochelle le toglie gli occhiali e l’aliena, morendo, li spalanca. Il medico guarda le bianche orbite senza vita e ordina all’infermiera di chiamare la polizia e un oculista.

Intanto Johnson è andato a ritirare la macchina al parcheggio e cerca di portare con sé il posteggiatore costringendolo, tramite ipnosi, a salire sulla sua macchina ma un altro conducente, per poter entrare nel parcheggio, suona il clacson per far spostare la macchina dell’alieno che sta ingombrando l’ingresso. Il rumore infastidisce Johnson che perde il contatto mentale con la sua vittima la quale corre via a gambe levate inseguita da Johnson.

Nadine è appena rientrata in casa e sente suonare il telefono.

Nadine: “Pronto?”

Harry: “Come, è un quarto d’ora che ti chiamo!”

Nadine: “Sono appena rientrata, perché gridi?”

Harry: “Ti parlo dalla Clinica. Qui è morta una donna poco fa.”

Nadine: “Sì?”

Harry: “Johnson c’è?”

Nadine: “Stasera non rincasa.”

Harry: “Senti, voglio che tu lasci il suo servizio immediatamente.”

Nadine: “Ma Harry… che dici?”

Harry: “La donna che è morta aveva occhi orrendi, ti spiegherò poi.”

Nadine: “Perché non subito?”

Harry: “Portava lo stesso tipo di occhiali che porta Johnson… Nadine, quell’uomo non è un terrestre!”

Nadine: “Scusa, Harry, hai bevuto?”

Harry: “Senti, se non dovessi entrare in servizio fra mezz’ora ti verrei a prendere di corsa! (Anche se dovesse entrare in servizio tra cinque minuti ci sembra una situazione d’emergenza) Ti prego, dammi ascolto, Johnson è pericoloso, vieni via!”

Nadine: “Non voglio credere che tu sia impazzito quindi rimani in Clinica più che puoi e io cercherò di rendermi conto della situazione.”

Harry: “Ma sei scema! Taglia la corda subito!”

Nadine:“Ciao amore.”

La ragazza riattacca. Nello stesso momento Johnson sta ancora dando la caccia al posteggiatore il quale, per sfuggire all’alieno sale su una scala esterna ma trova bloccata la porta d’accesso. Johnson si toglie gli occhiali e per il poveretto è finita. Nadine sta parlando dei sospetti di Harry con Jeremy e i due decidono di dare un’occhiata in giro. Nello stipetto in sala viene trovato il telecomando che apre il vano che racchiude il trasportatore. Mentre Johnson sta tornando verso casa, Jeremy e Nadine non riescono a raggiungere l’apparecchio: è come se un’invisibile barriera li fermasse e Nadine dice a Jeremy di andare in cantina a prendere un piccone per poter portare via  l’apparecchiatura. In cantina l’uomo trova un teschio dentro alla caldaia. Nadine va in camera sua proprio nel momento in cui Johnson entra in casa. Suona nuovamente il telefono e la ragazza va a rispondere ma, dalla derivazione al piano di sotto, Johnson ascolta ogni cosa.

Nadine: “Pronto?”

Rochelle: “Nadine?”

Nadine: “Sì, Dottore…”

Rochelle: “Harry le ha già detto di quella donna che è morta qui…”

Nadine: “L’ha raffrontata a Johnson…”

Rochelle: “E’ un raffronto che ritengo inesatto e d’altronde sembra che quella donna avesse alterazioni ottiche solo esteriori. Ciò che invece è fantastico è che nel suo sangue l’agglutinamento si disintegrava…”

Nadine: “Ma allora è morta per questo?”

Rochelle: “No. Per infezione rabbica.”

Nadine: “Cosa?”

Rochelle: “Dovevo sperimentare il sangue di un cane idrofobo e qualcuno le ha trasfuso quel medesimo sangue circa un’ora fa. L’incredibile è che sia vissuta durante la trasfusione.”

Nadine: “Oh, ma chi avrà osato far questo?”

Rochelle: “Forse una persona che voleva ucciderla, oppure ignorava la natura del sangue rubato.”

Nadine: “Lei pensa che Mister Johnson abbia lo stesso male di quella donna?”

Rochelle: “Io non metto in causa Mister Johnson!”

Nadine: “Perché?”

Rochelle: “Parliamo della donna. Credo di conoscere la causa dell’infermità che l’affliggeva.”

Nadine: “Davvero?”

Rochelle: “Sì. A mio avviso la vittima deve essere sempre vissuta in un’aria costantemente carica di materiali radioattivi e quest’atmosfera le ha avvelenato il sangue.”

Nadine: “Ma dov’è una simile atmosfera?”

Rochelle: “In un luogo dove le detonazioni nucleari possono rinnovarsi a periodi di anni, una specie di campo di battaglia nucleare.”

Nadine: “Sulla Terra non esiste.”

Rochelle: “Sì, lo so mia cara, per questo ritengo che quella sventurata fosse precisamente un’extraterrestre”

Nadine: “E quel male lo crede curabile?”

Rochelle: “Certo. Togliendo il malato dall’atmosfera tossica e rinnovandogli il sangue.”

Nadine: “E’ il caso di Mister Johnson?”

Rochelle: “Io non parlo di Johnson!”

Dall’altro apparecchio Johnson ha un sogghigno.

Nadine: “Esiste un’analogia!”

Rochelle: “Nadine, la prego!”

Nadine: “Dottore, quell’uomo non ha un nefasto potere su di lei, non si è impadronito della sua volontà?”

Rochelle: “Nadine, lei… lei credo non sappia ciò che dice. Scusi ma ho molto da fare!”

Nadine: “No, Dottore, senta…”

Johnson: “Il Dottore le ha detto che ha molto da fare, Miss Storey.”

Nadine: “Mister Johnson…”

Johnson: “Resti nella sua stanza.”

L’alieno riattacca il ricevitore e sta per andare al piano di sopra quando si trova davanti a un inferocito Jeremy che, uscito dalla cantina, gli lancia addosso il teschio. Johnson si toglie gli occhiali e per il segretario è finita…

Dalle scale Nadine vede ogni cosa e rientra in camera lasciando molto furbescamente la porta aperta. Si precipita al telefono e cerca di chiamare ma l’uomo le è alle spalle e la blocca.

Johnson: “<Tu non puoi sfuggirmi. Nessuno lo può.>”

Fa girare la ragazza che lo guarda per un attimo strillando. Il suono ferisce le orecchie di Johnson che molla la presa mentre Nadine, stranamente ancora viva, si precipita al piano di sotto ed esce all’aperto fuggendo nella notte.

Johnson esce a sua volta e la ragazza in fuga sente rimbombare nella sua mente la minacciosa voce dell’alieno.

Johnson: “<La difesa che cerchi non esiste. Potrai nascondere il tuo corpo ma io troverò sempre la tua mente come il primo giorno trovai quella del Dottore.>”

Harry, dalla clinica, sta cercando di telefonare alla sua ragazza ma il ricevitore è per terra, caduto dalle mani di Nadine. Rochelle sta esaminando il sangue dell’aliena con Harry presente e ancora non tollera i sospetti del poliziotto su Johnson. Questi, intanto  sta inseguendo Nadine in macchina.

Johnson: “<Nadine. Ecco, dammi ascolto. Forse non ti ucciderò. Il Dottore sì perché non sa più  tacere.>”

Trovando il telefono sempre occupato Harry se ne va dalla Clinica per prendere servizio salutando Rochelle che, come fuori dal mondo, continua le sue analisi. Intanto l’allucinante inseguimento continua.

Johnson: “<Insomma, fermati! Sei testarda!… Lo vedi, Nadine? Ti ho già trovata. Potevi risparmiarti quella corsa.>”

La ragazza raggiunge una cabina telefonica e, febbrilmente, compone il numero del posto di polizia chiedendo affannosamente di Harry che entra al Comando proprio in quel momento. Nadine urla disperata al telefono chiedendo aiuto al fidanzato e dicendogli dove si trova in quel momento. Harry le risponde che la raggiungerà subito ma Nadine non può più aspettare: Johnson l’ha nuovamente trovata. Harry esce in moto con un suo collega, Simmons (Pat Flynn).

La folle corsa prosegue attraverso un parco.

Johnson: “<Non potrai correre sempre, Nadine… e il tuo amico, che vuoi che faccia?>”

La ragazza si toglie le scarpe per poter correre meglio e comincia a salire su dei terrapieni. Johnson ferma la macchina e l’insegue a piedi. Harry e Simmons sono arrivati nei pressi della cabina telefonica e si dividono per cercare Nadine.

Johnson: “<Aspettami… Aspettami… ASPETTAMI!>”

Nadine è sfinita e si appoggia su una panchina di pietra.

Johnson: “<Sei stanca di correre?>”

Nadine: “Sì, molto stanca.”

Johnson: “<Io non voglio ucciderti.>”

Nadine: “Tu non vuoi uccidermi…”

Johnson: “<Il primo campione vivente che ho mandato sul nostro pianeta si è schiacciato, il raggio lo ha espulso. Tenterò di mandarne un altro.>”

Nadine: “Tenterai di mandarne un altro…”

Johnson: “<Andrai tu.>”

Nadine: “Andrò io…”

Johnson: “<Alzati e accompagnami fino all’automobile… Mille pericoli mi insidiano. Tu torna a casa mia mentre io distruggo i miei nemici. Entra subito nel raggio di trasmissione che mi collega con Marte e preparati a partire.>”

Nadine: “Mi preparerò a partire…”

Johnson: “<Entro il raggio non agitarti per non provocare reazioni espulsive. Spero di ritrovarti presto.>”

Nadine: “<Spero di ritrovarti presto…”

Dato che Nadine dovrebbe andare su Marte per essere sottoposta a esperimenti di vivisezione, dubitiamo che sarà possibile per Johnson il poterla rivedere se non in piccoli frammenti sparsi in un laboratorio. Nadine si avvia e Johnson sta per salire in macchina quando Simmons lo vede e si dirige verso di lui. All’alieno basta togliersi gli occhiali per decretare la fine del poliziotto quindi risale in macchina e si avvia mentre arrivano anche Harry e Nadine.

Harry esamina il corpo del collega e non si accorge che Nadine è sotto ipnosi perché la ragazza risponde alle sue domande anche se con aria assente. Il poliziotto risale in moto per inseguire Johnson mentre Nadine si dirige verso la casa dell’alieno. La moto si avvicina alla berlina nera e Johnson si toglie gli occhiali preparandosi a colpire Harry.

Johnson: “<Guarda i miei occhi… Quando li avrai guardati sarà la tua fine… GUARDA I MIEI OCCHI!>”

Harry accosta e accende la sirena. Al suono penetrante Johnson perde il controllo della macchina e precipita in un fossato incendiandosi. Gli occhi sbarrati e senza vita di Johnson sono dietro a una cortina di fuoco. Appena in tempo: Nadine era giunta a casa dell’alieno, era entrata nel teletrasporto e stava per avviarlo. Con la morte dell’extraterrestre il potere mentale muore con lui.

E’ passato del tempo e Nadine ed Harry sono al cimitero davanti a una lapide con sopra una curiosa iscrizione:

QUI GIACE UN UOMO

CHE NON ERA DI

QUESTA TERRA

Harry: “Quasi quasi lo compiango.”

Nadine: “Davvero?”

Harry: “Certo. Così lontano da casa… Nessuno gli porterà un fiorellino.”

Nadine: “Tu scherzi e fai male. A me fa ancora paura. Era venuto sulla Terra per distruggerci, grazie a Dio non c’è  riuscito…”

Harry: “Andiamo…”

I due se ne vanno ma, dietro di loro, un uomo con una valigia e un paio di occhiali scuri, vestito di nero si sta avvicinando…

Forse non è ancora finita..

Una scena mai realizzata, vedremo il perché, prevedeva una macchina di morte simile a un robot protoplasmatico fatto di materiali chimici e organici nella forma di un cane. Ovviamente doveva essere interpretata da un cane ma non c’erano i soldi per noleggiare un costume e tanto meno per un cane vero per cui  Roger Corman decise di fare qualcosa di stupido ma sinistro con una scena che è stata poi tolta dalla pellicola che prevedeva l’uccisione del Dottore da parte di Johnson travestito da qualcosa che fu definito il pipiombrello e  che consisteva in questo:  Birch s’infilò dentro a un tubo trasparente di plastica con il torso fuori, allargò le braccia, mosse le mani come se volasse e fu ripreso mentre attraversava da una parte all’altra l’ufficio del dottore entrando dalla finestra e arrivando a spiaccicarsi sulla testa del dottore. Per evitare che si vedessero i fili e che soprattutto si potesse vedere il corpo dell’attore dentro al tubo di plastica la scena fu totalmente sovraesposta ma il risultato fu talmente ridicolo che Corman dopo la prima proiezione di prova nella quale il pubblico si sbellicava dalle risa, decise di togliere la scena che rimase comunque famosa come “La sequenza del Pipiombrello” per la forma che aveva assunto l’immagine del povero Birch, la quale era diventata un incrocio tra un pipistrello e un ombrello. Da qui la nascita del neologismo.

Come abbiamo detto il film si avvale di due attori molto cari al mondo cormaniano: Beverly  Garland e Paul Birch.

Per quanto riguarda Beverly Garland era nata il 17 ottobre 1929 a  Santa Cruz, in California (Usa) e il suo vero nome era Beverly Fessenden. Come attrice fu conosciuta anche con il nome di Beverly Campbell. La sua era una ricca filmografia di una sessantina di  pellicole che giungono fino al 1995 e di partecipazioni a serial TV dove ha interpretato il ruolo della madre di Lana Lang nel serial  Lois & Clark; la ricordiamo anche in partecipazioni a Charlie’s Angels, Wild Wild West e Ai Confini della Realtà nell’episodio Four of Us Are Dying e prima ancora, nel 1955, addirittura in un episodio di Scienza e Fantasia intitolato Negative Man. Nel cinema fantascientifico la ricordiamo anche come Ludine in Rocket Man, Nola Mason di  Neanderthal  Man, era il Dottor Andrea Romar in Kurussù, la Bestia delle Amazzoni, fu Claire Anderson in Il Conquistatore del Mondo e Joyce Webster in Uomini Coccodrillo.

Un altro attore ha lavorato spesso per Roger Corman ma, contrariamente agli altri, ha avuto una onorevole carriera di caratterista diventando un volto noto per il pubblico. Si tratta di Dick (o Richard) Miller.

In questo film lo vediamo nel ruolo di un venditore di aspirapolveri. Per girare quella breve sequenza Miller si vestì, contrariamente agli intendimenti di Corman, con gli stessi abiti che usava quando aveva fatto veramente il piazzista. Lo ricordiamo nel ruolo del Sergente Neil in Il Conquistatore del Mondo, in War of the Satellites, nella parte di Dave Boyer, o in Little Shop of Horrors dove il suo personaggio si chiamava Burson Fouch, tutti sempre di Corman. Ancora con Corman in Sepolto Vivo e, nel ruolo di John Trask, in L’Uomo dagli occhi a Raggi X. Ma ancora tante sono le incursioni di questo attore nel cinema fantastico e dell’orrore. Ricordiamo: The Castle of Terror conosciuto anche come Lady of the Shadow, Piranha, Heartbeeps, Space Riders o Space Child, Ai Confini della Realtà, Gremlins e Gremlins 2 – La Nuova Stirpe, Terminator, Explorers, Dimensione Terrore, Salto nel Buio, Una Donna in Crescendo, Small Soldiers, solo per citarne alcuni.

Dick Miller è nato il 25 dicembre del 1928 nel Bronx di New York, ha fatto parecchi mestieri: psicologo, disc jockey, piazzista, giocatore di football americano e anche campione di boxe.

Il film di Corman ha avuto l’onore di due remake. Il primo è del 1988 e s’intitola Not of this Earth, inedito in Italia. E’ stato girato da Jim Wynorski ed è interpretato da Arthur Roberts nel ruolo di Johnson e da Tracy Lords in quello di Nadine. Il secondo, anche questo con lo stesso titolo Not of this Earth per la regia di Terence H. Winkless e che si avvale della interpretazione di Michael York nel ruolo che fu di Paul Birch. Il film, fu presentato alla televisione italiana nel 2000 e cioè cinque anni dopo la sua effettiva realizzazione, con il titolo Un Killer dallo Spazio.

(5 – continua)

Giovanni Mongini