GABRIELLA CORDONE LISIERO

Voleva diventare un capitano di corvetta e avere una vita avventurosa come un personaggio di Joseph Conrad, ma le sarebbe piaciuto anche fare la biologa marina per esplorare le meraviglie celate nelle vastità  dei mari e degli oceani.

Non ha fatto né l’una né l’altra cosa, in compenso ha viaggiato molto con la fantasia ai confini dell’universo tra galassie sconosciute, pianeti lontanissimi e nuove bizzarre forme di vita. Stiamo parlando di Gabriella Cordone Lisiero, laboriosa presidente dello STIC – Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”, nota traduttrice e sceneggiatrice di fumetti, oltre che valente narratrice e redattrice di riviste, prima fra tutte Inside Star Trek Magazine della quale è anche direttore editoriale.

Attivamente impegnata da quasi  trent’anni nel mondo del fantastico le piace pensare e raccontare la vita umana o aliena che sia, sempre in modo positivo. Per lei il “bicchiere è mezzo pieno”,  incarna in questo modo la filosofia che ha animato le idee del mitico Gene Roddenberry e della sua storica saga spaziale di Star Trek.

Profondamente legata ad Alberto Lisiero (1964-2013), fondatore dello STIC, anche dopo la scomparsa dell’amato marito  Gabriella è rimasta a vivere nella casa in cui ha passato tanta parte della vita privata e di lavoro con lui a San Michele al Tagliamento, in provincia di Venezia, che è anche sede del celebre Archivio dell’Ammiragliato dello STIC.

“Qui – racconta Gabriella alla nostra webzine – conservo i nostri libri, tra cui Harry Potter, i tantissimi fumetti e tra questi Martin Mystère e Capitan America,  film e serie televisive. Oltre a Star Trek ci sono moltissime serie e centinaia di film di fantascienza, e quasi tutti gli animati Pixar, Dreamworks, Aardman, compreso Wall-E, che considero uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni”.

OLTRE A ESSERE  TUO COMPAGNO NELLA VITA ALBERTO E’ STATO ANCHE TUO MAESTRO…

Come me anche Alberto era nato a Milano e lì l’ho incontrato nel 1987. La mia vita adulta l’ho vissuta con lui. Siamo stati una coppia in cui non era necessario dire niente per fare le cose all’unisono. Ci completavamo perfettamente nel lavoro e nella vita, come le proverbiali mezze mele. Sono cinque le persone che hanno plasmato, professionalmente parlando, quella che sono oggi, chi più chi meno: Isaac Asimov, Gene Roddenberry, Piero Angela, Michael Piller e… Alberto Lisiero!

PROCEDIAMO PER GRADI, COME E QUANDO  INIZIA LA TUA AVVENTURA  NEL FANTASTICO?

Fin da giovanissima: mia madre è un’appassionata e quindi andavamo a vedere film di fantascienza, compravamo romanzi del genere, eccetera. Isaac Asimov è stato il mio primo “Maestro”, non solo perché ho letto con passione quello che scriveva ( anche in campo solamente scientifico) ma perché fu lui a darmi il primo consiglio che fa parte delle mie massime. Poi l’incontro con Alberto, all’anteprima milanese di Star Trek IV: The Voyage Home ha cambiato la mia vita. L’anno dopo ero il suo primo ufficiale e partecipavo alla mia prima convention, la STICCON II all’interno della Fancon 1988 a Courmayeur. È lì che ho veramente cominciato la mia avventura in questo mondo di appassionati, il resto, come si dice, è storia.

SEI SEMPRE STATA UNA PERSONA DI GRANDE FANTASIA, COSA VOLEVI FARE “DA GRANDE” ?

Volevo fare tante cose e niente, come tutti gli adolescenti. Ma due cose mi accompagnano fin da piccolissima: la fascinazione per la Terra e lo spazio e l’amore per la narrazione. Ho scelto di frequentare l’Istituto Nautico (all’Artiglio di Viareggio) perché era la cosa più vicina alla “navigazione stellare” e, non potendo (allora!) intraprendere la carriera militare, avevo deciso di diventare biologa marina per poter lavorare nella ricerca come Jacques Cousteau. Poi la necessità di lavorare ha interrotto il mio percorso universitario, ma senza quell’interruzione non avrei mai dovuto trasferirmi a Milano e non avrei incontrato Alberto, quindi sono contenta di non essere diventata biologa o capitano di corvetta!

MA QUANTO DELLE TUE FANTASIE E DEI SOGNI SI E’ REALIZZATO?

Terra, spazio e narrazione! Questi erano i miei sogni e li ho realizzati! Incontrando Star Trek, lo STIC e soprattutto Alberto. Con le dovute differenze, sono stata “a bordo di un’astronave” come primo ufficiale di un grande capitano per ventisei anni, e ora ho preso io il “comando”, anche se non avrei mai voluto. Sto narrando una storia entusiasmante: quella di una saga, Star Trek, che da quasi cinquant’anni crea amicizie, amori e collaborazioni che vanno oltre i confini tracciati su una mappa o dettati da dogmi. Una saga che instilla ottimismo, rispetto per gli altri, amore per le diversità e per l’esplorazione dell’ignoto. Non ho altro da realizzare se non tenere in vita questo concetto, attraverso lo STIC, che ho rifondato con i migliori collaboratori di Alberto, Nicola Vianello, Marco Pesaresi, Massimo Romani e Marina Domenicali, e ora si intitola a lui.

QUANDO E COME SEI DIVENTATA UNA TREKKER?

È stato un amore difficile da ingranare. Non conoscevo la Serie Classica e nel 1980 andai a vedere il primo film ma, da appassionatissima di Guerre Stellari, ne rimasi delusa: troppo lento, niente azione, e i personaggi non mi presero per niente. Era un film per chi Star Trek lo conosceva già. Cominciai a vedere le repliche della serie in Tv, e pian piano mi entrò sottopelle. Quando arrivò L’ira di Khan ero diventata appassionata. È stato però con The Next Generation che ho davvero cominciato a sentirmi una trekker. Aggiungo che è stata anche l’occasione per migliorare il mio inglese scolastico e anche quello di Alberto attraverso le audio e videocassette che i nostri amici ci spedivano dagli Stati Uniti. Con Alberto abbiamo visto crescere la serie che poi è divenuta la nostra preferita in assoluto!

COSA RAPPRESENTA PER TE STAR TREK?

Principalmente un ottimo prodotto televisivo e cinematografico, nato e cresciuto sul bilanciamento (spesso perfetto) di popolarità e profondità morale. I latini dicevano ludendo docere, ovvero “insegnare divertendo”, ed è quello che secondo me la buona televisione, il buon cinema, la buona letteratura dovrebbero sempre fare. Insegnare di tutto, dalla buona educazione a tavola alla fisica teorica, dal rispetto della libertà altrui al buon senso pratico, dall’astronomia al fai-da-te! Star Trek è prima di tutto intrattenimento, ma è realizzato in modo intelligente, in modo che sotto lo strato dell’avventura, dell’azione, degli effetti speciali, ci sia sempre uno spunto di riflessione. A volte piccolo, a volte più profondo. E questo grazie a Gene Roddenberry e a tutti gli altri grandi talenti che vi hanno lavorato in questi quasi cinquant’anni, e che hanno saputo mantenere alto lo standard iniziale nonostante la concorrenza nel mondo dell’intrattenimento sia sempre più agguerrita.

E poi Star Trek è la “scusa” perfetta per incontrare nuovi amici, i più diversi che possono esserci: quale altra saga celebra le differenze e invita non solo a rispettarle ma ad amarle e abbracciarle!?

A TUO PARERE COM’E’ CAMBIATA NEL TEMPO LA SAGA? RITIENI ANCORA ATTUALE L’IDEA DI RODDENBERRY?

La base non credo sia cambiata col tempo. Intrattenimento intelligente significa adattarsi alle propensioni del pubblico proponendogli un ottimo divertimento con quel pizzico di riflessione che dicevo prima. Il mondo di oggi, rispetto a cinquant’anni fa, ha fatto grandi passi verso l’utopia descritta in Star Trek, ma non ci siamo ancora arrivati! Bisogna insistere, non mollare. Star Trek insegna l’ottimismo, anche di fronte a probabilità contrarie. Senza questa convinzione… oggi non sarei qui. Per questo considero la saga ancora attualissima e con tante cose da dire.

E PROPRIO PARTENDO DA STAR TREK VORREMMO FARE UN’INCURSIONE NEL GENERE FANTASCIENTIFICO. DOPO TANTI ANNI CHE LO FREQUENTI CHE IDEA NE HAI OGGI?

E’ il senso di meraviglia, esplorazione dei mondi là fuori o del mondo della mente umana, personaggi straordinari in mondi ordinari, o personaggi ordinari in mondi straordinari. Questa pensavo fosse la fantascienza da ragazzina, questo penso oggi.

QUALI EMOZIONI TI SUSCITA?

Sono piuttosto selettiva in quello che guardo o leggo, lo sono sempre stata e anche in questo con Alberto eravamo in completo accordo: non amo essere emozionata negativamente. Terrore, angoscia, distopia, non fanno per me. Meraviglia, stupore, e soprattutto lieto fine… un po’ come nelle fiabe, che adoro e che per me sono forse il primo vero fantastico della letteratura.

CHE APPROCCIO HAI CON LA TECNOLOGIA E CON LA SCIENZA?

Sono molto pragmatica nella vita reale. Amo la tecnologia, la considero uno strumento utilissimo e non ne ho affatto paura, anzi! I racconti di Asimov che preferisco sono quelli dei robot, e (per chi li conosce) ho sempre sognato di avere un Tony in casa mia! Seguo da perfetta profana i progressi scientifici e applico il metodo scientifico anche alla vita di tutti i giorni; sono convinta che la curiosità e il metodo che sono il motore della ricerca scientifica servano anche a cose pratiche… come imparare una lingua, andare a fare la spesa, programmare una vacanza.

QUALI RELAZIONI RITIENI CI SIANO TRA SCIENZA E FANTASCIENZA?

Scienza e fantascienza per me sono indissolubilmente legate perché la seconda sicuramente è uno sprone immaginativo enorme per chi desidera diventare scienziato. In fondo il concetto è stato ribadito anche recentemente quando Samantha Cristoforetti è finalmente giunta sulla Stazione Spaziale Internazionale: una ragazzina che sognava le stelle e amava Star Trek, ha intrapreso un percorso con determinazione per poter toccare con mano il suo sogno. E ce l’ha fatta.

QUINDI VALE ANCORA LA PENA DI PARLARE, MA SOPRATTUTTO DI FARE FANTASCIENZA…

Di mondi là fuori e mondi qua dentro ce ne sono ancora da esplorare con la nostra fantasia, e sono infiniti. Come Gene Roddenberry amava dire (e le probabilità scientifiche confermano) ci sono miliardi di pianeti simili alla Terra solo nella nostra galassia. Anche sommando tutte le storie già scritte in romanzi, film e serie TV, abbiamo ancora modo di scatenare l’immaginazione! E il mondo di oggi non è supertecnologico, è solo progredito: nel nostro futuro ci sono sicuramente tecnologie che oggi non immaginiamo neanche, come nessuno cento anni fa poteva immaginare che sarebbe esistito un World Wide Web sul quale leggere un giornale virtuale come La Zona Morta!

TORNANDO A NOI, QUANTO TI IMPEGNA LO STAR TREK  ITALIAN CLUB?

Non molto, soprattutto da quando Alberto non c’è più , e comunque non tanto quanto si potrebbe pensare, ma solo perché… non sono sola! Ci sono tantissime persone che lavorano ogni giorno per mandare avanti lo STIC-AL e le convention, prime tra tutte i membri di quello che chiamiamo il “Ponte di Comando”: Massimo Romani, Nicola Vianello, Marco Pesaresi, Marina Domenicali, Claudio Sonego e Siro Sanvito, ma voglio nominare anche Marco Paulli, Massimiliano Martini, Gabriele Manenti, Michela Barotto, Livia Monteleone, Giancarlo Angeloni, Deborah Cannavieri e… la lista sarebbe davvero lunghissima, soprattutto pensando alla quantità di persone che lavorano per la convention: Jessica Farella, Marcello Rossi, Patrizia Salomoni, Elena Albertini, Federica Minguzzi… No, davvero sono troppi per menzionarli tutti.

Solo per mettere insieme la rivista ufficiale io personalmente conto sull’aiuto di oltre dieci persone che si danno da fare. E ci tengo a sottolineare che tutti lo fanno solo ed esclusivamente per passione, perché lo STIC-AL non è il nostro lavoro, è il nostro hobby! Permettimi di usare questo mezzo per ringraziare ancora una volta tutti gli amici che tengono vivo il sogno di Alberto, non posso davvero menzionarvi tutti, ma voi sapete quanto vi voglio bene!

SEI ANCHE DIRETTORE EDITORIALE DI INSIDE STAR TREK MAGAZINE, RIVISTA MOLTO APPREZZATA  NEL FANDOM ITALIANO TANTO CHE QUEST’ANNO HA NUOVAMENTE VINTO IL PREMIO ITALIA. CE NE VUOI PARLARE? CI SARANNO NOVITA’ NEL PROSSIMO FUTURO?

Il primo Premio Italia come miglior rivista professionale è stato vinto da Alberto e Massimo, per un lavoro che è andato in crescendo anno dopo anno.

Da quando ho preso io le redini sono sempre alla ricerca dell’equilibrio tra il mantenimento dell’alta qualità raggiunta e qualche rinnovamento. Cerco di variare i contenuti il più possibile, anche se spesso non riesco a dare spazio a ciascuna serie di Star Trek come faceva Alberto, ma questo dipende più da questioni pratiche che di contenuti. La cosa su cui sto puntando è dare voce ai trekker: la rivista è fatta per loro ed è quindi giusto che siano loro a scrivere della loro saga preferita. I punti di vista sfaccettati e diversi sono ciò che cerco. Inoltre in ogni numero, per quanto possibile, inserisco un articolo che riguarda la vera scienza, la vera esplorazione spaziale, proprio sull’onda del ludendo docere che dicevo prima.

Per quel che riguarda il futuro… per noi è già cominciato! Nel senso che l’anno prossimo cadrà il cinquantesimo anniversario della prima messa in onda della saga negli USA, e per festeggiare stiamo già preparando diversi “conti alla rovescia” per ripercorrere in modo variegato la storia di Star Trek, coinvolgendo anche i “social”. E sto già preparandomi alla grande promozione del prossimo film!

SVOLGI ALTRE INTERESSANTI ATTIVITA’ CREATIVE: SEI TRADUTTRICE, SCENEGGIATRICE DI FUMETTI, NARRATRICE… IL RUOLO CHE PIU’ TI SI ADDICE E’ QUELLO DI…

Se dovessi scegliere una “mansione”, direi la narratrice. Amo raccontare, amo poter contribuire alla più grande capacità dell’essere umano, quella di immaginare persone, mondi, situazioni inesistenti, ma emotivamente coinvolgenti. Ma soprattutto amo raccontare gli esseri umani positivi, il “bicchiere mezzo pieno” della nostra esistenza, la natura che ci circonda, lo spazio che ci attende.

NELLA TUA OPERA CONVIVONO LINEARITA’ E INTRECCI DELL’IMMAGINARIO. AD OGGI QUAL E’ IL LAVORO PIU’ IMPORTANTE CHE RITIENI DI AVER REALIZZATO?

E’ tutto ciò che ho fatto con e per lo STIC insieme ad Alberto. Gli articoli che ho scritto, il lavoro di promozione di Star Trek in Italia, le convention… forse però il lavoro che ho amato di più è stato quello legato al doppiaggio, che mi ha sempre affascinato. Tutto è cominciato con la supervisione dei copioni per The Next Generation, che ci ha aperto le porte per vedere effettivamente cosa succede “dietro le quinte” di un’edizione italiana. Oggi, dopo un quarto di secolo, ho lavorato come traduttrice (e ultimamente come adattatrice) a piccole cose che mi danno molta soddisfazione, come ad esempio gli episodi più recenti di Doctor Who.

HAI ANCHE SCENEGGIATO NATHAN  NEVER E ALTRI FUMETTI DI SUCCESSO…

Alberto ed io abbiamo lavorato solo per la Bonelli, come sceneggiatori, per Nathan Never, Agenzia Alfa e Legs. Avevamo anche un paio di storie in lavorazione per Gregory Hunter, che però non hanno mai visto la luce a causa della chiusura della serie. Sono particolarmente orgogliosa del fatto che abbiamo creato Hadija, un personaggio che poi è diventata la compagna fissa di Nathan Never per diverso tempo.

Ora il nostro grandissimo amico fumettista Antonio Serra mi ha “ripreso a bordo”, anche se limitatamente. Ho già scritto una breve storia con Link come protagonista, e ne sto scrivendo un’altra breve proprio in questi giorni.

A COSA TI STAI DEDICANDO ATTUALMENTE CON MAGGIORE IMPEGNO?

Oltre alla sopravvivenza (e chi segue il mio blog sa che non è una cosa da poco, perché ho diversi problemi), le mie energie sono tutte convogliate nel gestire il gruppo di appassionati di Doctor Who, (i Doctor Who Hermits United) e soprattutto nei miei due “incarichi” nello STIC-AL: essere il direttore editoriale dell’Inside Star Trek Magazine e animare la parte “social” del club, soprattutto su Facebook. Sul gruppo aperto a tutti (anche ai non Soci) abbiamo inventato un’attività che da un paio d’anni ho implementato anche sul gruppo dei DWHU: le chiamiamo VCC, ovvero Visioni Collettive Contemporanee. In pratica si guarda un film o un telefilm (trasmesso in TV o su Dvd) ognuno a casa propria, commentando su un post comune. È un po’ come essere tutti seduti sullo stesso divano virtuale, divertendoci a fare battutine o esprimendo pareri più profondi. Ho gestito la stessa cosa sulla pagina di RAI4 quando hanno trasmesso i film di Star Trek in ricordo di Leonard Nimoy, raccontando aneddoti dietro le quinte.

IN CONCLUSIONE RIFARESTI LO STESSO PERCORSO DI VITA E  DI LAVORO?

Senza un attimo di esitazione. Quando Alberto ci ha lasciati, ho avuto la conferma che lui era il fulcro del mio percorso. Non credo nella predestinazione o in cose del genere, ma è come se tutto ciò che ho fatto prima di incontrarlo sia stato fondamentale per conoscerlo e cominciare la vita insieme. Non solo a livello personale, ma anche lavorativo. Eravamo due “soci” e ci completavamo a vicenda. Abbiamo realizzato le nostre ambizioni, prima tra tutte quella di essere autonomi e indipendenti sfruttando i nostri talenti.

Inoltre con lui ho capito una cosa fondamentale della vita: le amicizie, l’amore e l’affetto non si comprano, si guadagnano dando, prima di ricevere. E anche solo per questo non cambierei una virgola della mia vita. Oggi purtroppo i grossi problemi di cui accennavo prima mi impediscono di realizzare un piccolo sogno qui all’Ammiragliato, per non perdere il quarto di secolo di storia che contiene. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire e forse il futuro mi sorriderà. Per il momento vivo alla giornata, cercando la soddisfazione nelle piccole cose, quelle cose per cui non si deve pagare, ma che basta guardarsi intorno per ottenerle: amici, natura, stelle, spazio…

…UN MODO POSITIVO E FIDUCIOSO DI AFFRONTARE LA VITA, I SUOI INCANTI E LE SUE ASPERITA’ DA PARTE DI UNA GRANDE DONNA, ANIMA IMPORTANTE DEL FANTASTICO IN ITALIA. AUGURI GABRIELLA!

Filippo Radogna