FANTASCIENZA STORY 48

ADDIO A JACK ARNOLD (1958) – PARTE 05

Questo film di Edward L. Cahn è stato destinato ad avere, nel tempo, un riconoscimento che probabilmente va al di là dei suoi meriti reali. Eppure, anche se non è mai stato ufficialmente confermato, è molto probabilmente servito, assieme al nostrano Terrore nello Spazio di Mario Bava, quale fonte di ispirazione al primo film di una saga che ancora non ha avuto termine: Alien di Ridley Scott.

La caccia disperata dei terrestri alla creatura aliena che si è nascosta nella loro nave spaziale, possiede molti punti in comune per cui verrebbe da pensare che, nelle migliori delle intenzioni, fu un accostamento inconscio, ma, difficilmente, nell’ambiente del cinema queste cose avvengono per caso. Se c’è da credere ad Antonio Margheriti (1930 – 2002) quando dice che la somiglianza tra alcune vicende del suo Space Men  (1959) con Salvate la Terra (The Lost Missile – 1958) di  Lester W.Berke (1934 – 2004) è assolutamente casuale, ben difficilmente, vista la conoscenza fantascientifica di autori come Dan O’Bannon (1964 – 2009), la cosa può essere stata da loro usata quanto meno a livello subliminale.

IL MOSTRO DELL’ASTRONAVE (It! The Terror from beyond Space)

La prima immagine della pellicola ci mostra un’astronave che giace fracassata sul suolo di Marte e, accanto ad essa una seconda nave spaziale, ritta invece sulle sue tre zampe e dannatamente somigliante a quella usata nel film di Edward Bernds Mondo senza Fine. Si tratta in sintesi di un fondale disegnato con sopra un modellino, ma abbiamo visto di peggio.

L’antefatto della vicenda ci viene in parte raccontato dal protagonista che, in originale, si chiamava Edward Carruthers, nella edizione italiana è stato cambiato nel più comodo Carter, ma in entrambi i casi l’attore risponde al nome di Marshall Thompson (1925 – 1992: Il Culto del Cobra, il serial Scienza e Fantasia, Il Primo Uomo nello Spazio, il serial Men into Space.

Carter: “<Ecco il pianeta Marte quale apparve a me e al mio equipaggio: ostile, infido, minaccioso a causa di una presenza non manifesta che avrebbe ben presto assunto i tratti della morte quando la nostra astronave si fracassò atterrando esattamente sei mesi fa, l’11 giugno di quest’anno: 1973. E ora che l’astronave di soccorso è infine giunta e si accinge a riportarmi sulla Terra io, Colonnello Edward Carter, del Comando Spaziale degli Stati Uniti, unico superstite di tutto l’equipaggio, mi preparo ad affrontare la Corte Marziale a Washington dove difficilmente sfuggirò a una sorte ancora peggiore>.”

A Washington, intanto, nell’ufficio del Direttore del Comitato Consultivo delle Scienze Divisione per la Esplorazione Interplanetaria, si sta tenendo una breve conferenza stampa presieduta da lui stesso.

Direttore: “Signore e Signori della stampa, come vi è già noto il primo tentativo di inviare un’astronave sul pianeta Marte fu compiuto sei mesi orsono. É noto anche che l’astronave, l’Audace 1-4-1 giunse a destinazione ma che, subito dopo, le comunicazioni radio con Marte cessarono inspiegabilmente e fu giocoforza presumere che essa fosse andata perduta. Il comandante della spedizione, un uomo famoso in tutto il mondo per essere stato il primo navigatore spaziale e il pioniere dei viaggi interplanetari, era il Colonnello Carter. Il mese scorso una seconda spedizione fu inviata su Marte alla ricerca degli eventuali superstiti e il Presidente m’incarica adesso di comunicarvi la sconcertante notizia che il Colonnello Carter è stato trovato vivo e in buona salute, ma assolutamente solo in quanto di tutti gli altri, secondo le sue stesse dichiarazioni, si sarebbe misteriosamente perduta ogni traccia. Un’ora fa abbiamo ricevuto una comunicazione radio da parte del Colonnello Van Heusen, Comandante della spedizione di soccorso: l’astronave è pronta a decollare da Marte per fare ritorno sulla Terra recando indietro il Colonnello Carter che sarà deferito alla Corte Marziale sotto l’accusa di aver assassinato tutto il suo equipaggio.

I giornalisti si precipitano fuori dalla stanza per comunicare la notizia ai rispettivi giornali e noi torniamo velocemente sul pianeta Marte.

Carter: “<Tra poco l’Audace 1-4-2 decollerà alla volta della Terra. saranno quattro mesi ancora più tremendi dei sei trascorsi su Marte dove almeno ero solo e non circondato dall’odio di gente decisa a portarmi davanti al Plotone d’Esecuzione.>”

Il Colonnello Van Heusen (Kim Spalding, 1915 – 2000: Ultimatum alla Terra) è alla consolle di partenza, i comandi gli comunicano che uno dei portelli di emergenza, il “C” è rimasto aperto per poter scaricare delle casse e ordina la sua immediata chiusura. Il portello lentamente si chiude ma, nella stiva dove il materiale è ammassato caoticamente e tantomeno non è assicurato da nessuna parte, qualcosa di mostruoso è già entrato…

Van Heusen, intanto, sta ricevendo il via dal resto dell’equipaggio che è composto da Ann Anderson (Shirley Patterson 1922 – 1995: Batman del 1943, Mondo senza Fine ma con il nome di Shawn Smith, Prigionieri dell’Antartide sempre come Shawn Smith), dalla Dottoressa Mary Royce (Ann Doran, 1911 – 2000: Arriva John Doe, Assalto alla Terra, Prigionieri dell’Eternità, il serial Men into Space, il serial Project Ufo, il serial Ai Confini della Realtà) e dal suo presumibile marito Eric (Dabbs Greer, 1917 – 2007: il serial Space Patrol, La Maschera di Cera, L’Invasione degli Ultracorpi, il serial Scienza e Fantasia, il serial Adventures of Superman, il serial Ai Confini della Realtà, il serial The Outer Limits, il serial Gli Invasori, La Notte del Furore, il serial L’Incredibile Hulk, il serial Ralph Supermaxieroe, il serial Starman, Il Miglio Verde), dal Tenente James Calder (Paul Langton, 1913 – 1980: The Snow Creature, Radiazioni BX: Distruzione Uomo, The Cosmic Man, Assalto dallo Spazio, il serial Men into Space, il serial Ai Confini della Realtà, il serial L’Immortale), dal Maggiore John Purdue (Robert Bice, 1914 – 1968: Invasione USA, Port Sinister, il serial Adventures of Superman, The Snow Creature, il serial Scienza e Fantasia) e dai due fratelli Finelli, Bob (Richard Benedict, 1920 – 1984 ) e Gino (Richard Hervey, 1927 – 2000) e, per finire Joe Keinholz (Thom Carney, 1923 – 1982: i serial Tales of Tomorrow, Wonder Woman e The Invisible Man).

Dopo un brevissimo conto alla rovescia il razzo parte e comincia ad allontanarsi dal pianeta. Carter osserva la scena sul visore di bordo, Van Heusen gli si avvicina.

Van Heusen; “Carter… Carter! A che sta pensando? Agli sventurati rimasti lassù?

Carter: “Sì… e a chi li ha uccisi.

Van Heusen: “Sempre ostinato nella versione del marziano fantasma, ma si aspetta che qualcuno la creda?

Carter: “Dico quello che penso.

Van Heusen: “Mancava il tempo di ricercarne i cadaveri, comunque di prove per la pena capitale ne abbiamo a sufficienza.

Carter: “Crede che avrei potuto sopprimere nove miei cari compagni allo scopo di sopravvivere su Marte?

Van Heusen: “Segua il mio ragionamento. L’Audace 1-4-1 si fracassa atterrando, lei sa di essere isolato su Marte fino all’arrivo di un’altra astronave, sempre che un’altra astronave arrivi… Sa anche che le provviste di bordo dureranno un anno a dieci persone mentre a uno solo durerebbero dieci anni…

Carter: “A uccidere i miei compagni non è stato… un essere umano.

Van Heusen: “É necessario che le mostri una cosa, Carter… dopo di lei…

L’astronave è composta di varie sezioni verticali una sull’altra collegate tra loro da rampe di scale, i due ora stanno salendo al piano successivo.

Carter: “Le sono grato di non avermi messo in catene.

Van Heusen: “Dovere… E d’altronde dove fuggirebbe?

Carter: “Non temete che vi uccida tutti nel sonno?

Van Heusen: “Il Tenente Calder e io non la lasceremo un momento durante tutto il viaggio.

I due entrano in un comparto e Van Heusen trae da uno stipetto qualcosa avvolto in un normalissimo asciugamano: è un teschio con un foro circolare nel cranio.

Van Heusen: “Dia un occhiata qui… Abbiamo preso le impronte di tutto il suo sfortunato equipaggio…questo è Frank Kenner…

Carter: “Kenner?!

Van Heusen: “Era accanto al relitto dell’Audace il giorno del nostro arrivo… (e in tutti questi mesi Carter non si è mai accorto di avere questa macabra compagnia?)… Crede che anche i marziani usino le armi da fuoco?

Carter non replica ed esce dalla stanza. Il viaggio prosegue.

Durante il pranzo veniamo a sapere che la nave spaziale è dotata di una misteriosa e non spiegata gravità artificiale e che Ann Anderson è praticamente promessa a Van Heusen, discutono anche sulla faccenda di Carter ed Eric Royce non è convinto del tutto sulla colpevolezza del Colonnello, ma crede, quantomeno, che Carter sia convinto o si sia autoconvinto di quello che dice. Arriva Edward il quale si scusa per non essere stato presente al pranzo, ma non voleva creare imbarazzo tra di loro, prende un po’ di caffè poi si allontana nuovamente con il Tenente Calder. Van Heusen è fermamente convinto che, prima del loro arrivo sulla Terra, avrà una confessione firmata da Carter.

Carter passa il tempo osservando le stelle sul visore, sempre tenuto d’occhio da Calder, Ann esce dalla dispensa e gli offre un tramezzino. Il Colonnello ringrazia.

Ann: “Un mondo così desolato e sinistro da riempire di sgomento… a volte quasi le vorrei credere.

Carter: “Non pretendo che lo faccia, sarebbe difficile…

Ann: “Non conosco che la versione di Van…

Carter: “E vorrebbe sentire la mia? (Lei annuisce) Va bene… É una storia lunga, cercherò di abbreviare. Eravamo usciti all’esterno per esplorare l’estremità della Sirte Maggiore… scoppiò una tempesta di sabbia e tornammo indietro… Io portavo la Jeep, la sabbia era così fitta che ci si vedeva appena. Eravamo quasi in vista dell’Audace quando Cartwright scomparve: un istante prima era con noi e subito dopo… non so, quasi qualcosa l’avesse tirato fuori dalla Jeep. Come un cioccolatino dalla scatola… Udimmo un suono sconosciuto, poi ci parve di vedere una forma oscura che ci correva accanto e cominciammo a sparare…Poco dopo Kenner e gli altri erano spariti… Io fui il solo che riuscì a tornare a bordo… Quando la tempesta cessò uscii e cercai dovunque: neanche una traccia….

Ann: “Ma come si spiega il foro del proiettile nel cranio?

Carter: “Sparavamo tutti a quella cosa… Forse fu una fortuna per lui essere colpito… uhm… non mi crede, è vero?

Ann: “Sinceramente, non so che dirle…

Van Heusen scende dal piano superiore.

Carter: “Lei che ne pensa, Tenente?

Calder: “Marte è grande quasi quanto il Texas, potrebbero esserci dei mostri…

Van Heusen si avvicina ad Ann e la ragazza gli chiede di smetterla con le sue ironie e i suoi interrogatori. L’astronauta le risponde che per rispetto dei nove amici morti sul Pianeta Rosso, lui ha il dovere di cercare di scoprire la verità, ma anche per amore di Ann cercherà di essere più tollerante e comprensivo.

Il viaggio verso la Terra prosegue ed Eric e Carter stanno giocando a scacchi mentre Van Heusen e Calder stanno a guardare.

Al piano di sopra Joe Keinholz sente dei rumori provenienti dal basso e scende tre piani fino ad arrivare a sentirli nitidamente nella stiva e quando trova l’origine di quei suoni, per lui è troppo tardi…

Le sue urla vengono captate dall’orecchio finissimo di Carter, abituato ai flebili suoni marziani e si mette a cercare l’origine del rumore che ha sentito. I suoi compagni di viaggio lo guardano dapprima in modo ostile, ma cambiano idea quando, alla fine, si scopre che un’astronauta manca all’appello e non risponde neppure per interfono.

Il gruppo si divide per cercarlo e i due fratelli Finelli esplorano la stiva, apparentemente senza risultato, poi Bob si avvia verso l’uscita, ma Gino ne approfitta per fare rifornimento di sigarette nell’armadietto apposito  e si trova davanti la mostruosa creatura (Ray Corrigan).

In questo modo ora gli scomparsi sono due. Bob trova per terra nella stiva il pacchetto di sigarette appena aperto e trovano poi il corpo di Joe infilato nel condotto dell’aria.

Aprono la grata e lo tirano fuori mentre John Purdue controlla una seconda presa d’aria che porta al motore numero quattro. Purdue vi entra e vede Gino poco distante da lui. É gravemente ferito, ma è ancora vivo e, mentre il Maggiore si avvicina, gli fa cenno di no con la testa. Il mostro lo assale, lo ferisce, ma Purdue gli spara ed esce dal condotto che subito Van Heusen e Calder provvedono a chiudere. La spedizione di guerra sul pianeta Marte prevedeva, fra l’altro, una fornitura di bombe a mano che i nostri incoscienti attaccano a grappoli sulle condutture e collegate fra loro da un filo metallico in modo che esplodano se il mostro cerca di uscire… in realtà esploderebbe anche l’astronave.

Escono dalla stiva portandosi via il corpo di Joe, tornano al piano di sopra e cominciano a tirare fuori dal loro equipaggiamento una distesa di pistole e fucili da far invidia a un gruppo di commandos, armi che sarebbero inutilizzabili su Marte, ma che i nostri astronauti previdenti, avendo letto a priori la sceneggiatura, si sono portati dietro.

La Dottoressa Mary Royce esamina il corpo di Joe.

Ann: “Esattamente, cosa gli è accaduto?

Mary: “Frattura generale delle ossa, ma non è questo che lo ha ucciso… La mummificazione è dovuta…dovrò fare l’autopsia…

Ann: “Ma, infine, chi c’è la dentro?

Ven Heusen: “Carter… insomma… lei può dirci qualcosa, parli!

Carter: “No.”

Eric: “Io ho riflettuto su quanto lei e Jack hanno detto… Avrebbe forma umana, umanoide… Forse, un tempo, esisteva una civiltà su Marte, poi, chissà… malattie, guerre, cataclismi… I marziani sopravvissuti sono tornati barbari, peggio: simili a bestie… e, forse, ne abbiamo uno a bordo…

John non si dà pace per non essere riuscito a salvare Gino e ne parla con il fratello.

John: “Bob, io ero soltanto a un metro da lui e lui scuoteva la testa per avvertirmi… Lo toccavo, quasi, eppure sono fuggito… sono fuggito… Perché non dai la colpa anche a me? Carter ha fatto ciò che credeva giusto, se qualcuno ha sbagliato, Bob, quello sono io, ma, ti prego, credimi… non potevo salvarlo… Gino lo sapeva, se ne rendeva conto quanto noi…

Bob: “Non do la colpa né al Colonnello né a lei, non la do a nessuno, ma sapere che è ancora là…

Eric: “E come ha fatto quella cosa a salire a bordo?”

Van Heusen: “E perché? Solo per ucciderci?

Carter: “Quali sono gli impulsi per cui un essere ragionante uccide?

Mary: “La fame?!

Anche un essere non ragionante uccide per fame (nda).

Ann: “Cosa le fa pensare che abbia facoltà intellettive e non istinti bruti?

Carter: “Ha aperto la porta del Compartimento C.

Intanto l’astronave continua il suo viaggio, lo scorrere del tempo, nel film, è segnalato proprio da un immagine della nave spaziale che vola nello spazio… e sempre nello stesso pezzo di cielo stellato.

I nostri astronauti sentono il baccano che il mostro sta causando per uscire da una delle grate. Ci riesce, ma le granate esplodono riempendo la stiva di fumo denso. I terrestri decidono di andare a vedere cosa è successo, aprono parzialmente una delle porte scorrevoli, ammaccata sotto i pugni della creatura, e Calder si sporge all’interno della stiva con il fucile. Il mostro glielo strappa di mano e lo annoda. I nostri eroi organizzano una rapida fuga strategica al piano di sopra chiudendo il boccaporto alle loro spalle.

Per combattere gli eventuali dinosauri marziani il buon Gino aveva preparato delle bombe a gas e i nostri eroi decidono di usarle come estrema risorsa, ora, questa estrema risorsa deve essere arrivata in fretta, perché indossano delle maschere antigas, previdentemente fornite dalla sceneggiatura, e inondano di bombe mefitiche il ripiano sottostante quindi chiudono il boccaporto e poi lo riaprono. Il mostro, incazzato come… una bestia, afferra lo stivale di Van Heusen e lo spezzetta assieme al piede dello sfortunato Colonnello. I nostri richiudono nuovamente il portello e poi lo riaprono nuovamente, giusto in tempo per vedere il mostro portarsi a spasso, al piano inferiore, il suo spuntino, costituito dal cadavere di Gino.

Calder, ricordandosi delle navi spaziali de La Guerra dei Mondi, esclama:

Calder: “Pallottole, bombe, niente lo ferma. Che si fa, adesso?

Approfittando della momentanea tregua delle ostilità, Mary Royce fa l’autopsia sul corpo del povero Joe.

Eric: “Trovato?

Mary: “Non c’è rimasta una sola molecola di ossigeno o una sola goccia d’acqua nel corpo di Keinholz.

Eric: “Acqua?

Mary: “Sangue, midollo, secrezioni ghiandolari, umidità dei tessuti: ogni goccia di fluido commestibile è sparita dal suo corpo. La mancanza di lesioni deve essere dovuta a qualche processo di osmosi e la causa della morte a collasso cellulare e disidratazione, non allo schiacciamento in quel condotto…

Eric: “Beh, è logico. Marte è un mondo quasi totalmente privo d’acqua e di ossigeno e l’organismo dei suoi abitatori vorrà appunto essere alimentato in tal modo…(?) Essi perciò vivono predando gli esseri più deboli i quali, a loro volta, traggono l’alimento dalla sabbia stessa…

Il Colonnello Van Heusen è disteso sul lettino e delira.

Mary: “Sono preoccupata per Van: è sopraggiunta un’infezione che non riesco a controllare…

Intanto, al piano di sotto, il mostro sta tartassando di pugni il boccaporto. Il quale è fatto di sottilissimo lamierino, per cui non tarda a cedere…

Carter: “Tornerà indietro, vedrai…”

Eric: “Forzerà i boccaporti centrali… Deve farcela o morirà di fame. Non c’è scampo: dobbiamo ucciderlo o morire…”

Il mostro per ora preferisce ritirarsi mentre la nave spaziale, passando ostinatamente dalle stesse stelle, viaggia verso la Terra…

Bob: “Perché se ne sta così tranquillo, perché non attacca? Perché ha Gino, eh?

Eric: “Senti, Bob, ho un’idea… Dimmi se può andare…

Intanto Carter chiede notizie di Van Heusen ad Ann e la ragazza ne approfitta per stringergli le mani tra le sue e scusarsi per non avergli creduto. Van Heusen sarà anche malato e febbricitante, ma non è un cretino per cui chiama la ragazza accanto a sé. I due si staccano dopo un’esitazione inequivocabile.

Il rumore del mostro, captato attraverso gli intercom, ricomincia.

Eric: “Jimmy, Ed… Bob e io avremmo un’idea: potremmo aggirarlo passando dall’uscita di sicurezza del ponte di comando e scendendo lungo lo scafo fino all’uscita di sicurezza del piano motori.

Bob: “Verremmo a trovarci al di sotto di lui per un’azione di sorpresa: è evidente.

Eric: “Sempre che non ci sentisse arrivare…

Carter: “Proprio a questo stavo pensando… e, forse, una soluzione c’è…

Carter e Calder stanno indossando la combinazione spaziale per uscire e seguire il piano di Bob ed Eric.

Calder: “Sono esattamente le cinque, trentasei minuti e… dieci secondi. Quando, alle cinque e quaranta precise noi due raggiungeremo il piano motori, voi fatevi sentire… non troppo forte: parlate, camminate, ma non in modo da allarmarlo, solo quanto basti da distogliere la sua attenzione da noi, se dovessimo far rumore…

La chiusura del casco sulla combinazione spaziale, in questo film, segue un nuovo metodo assolutamente top sceret e del quale la NASA, ancora oggi, vorrebbe avere il brevetto. Si tratta di un rivestimento in stoffa che copre tutto il casco, più lungo dello stesso che viene spinto e inserito dentro alla combinazione stessa, a contatto con il collo dell’astronauta. La chiusura pressurizzata è assicurata dalla pochezza di mezzi degli scenografi…

I due escono all’esterno e passeggiano sul fianco dell’astronave in una scena, tutto sommato, decorosa. La voce fuori campo del Colonnello Calder torna a raccontarci gli eventi che stanno per accadere.

Calder: <”…É molto semplice: mentre loro cercano di confonderlo e disorientarlo con le voci e i rumori dei passi, noi tentiamo di raggiungere il piano sottostante. La nostra sola speranza è che questo sia l’ultimo tentativo che facciamo per distruggerlo…”>

Dopo questa spiegazione che nulla aggiunge a quanto già non sapessimo e mentre gli altri s’ingegnano a fare rumore, Calder e Carter entrano dal portello d’emergenza. Calder s’impossessa di una fiamma ossidrica mentre Carter prepara e innesta dei fili elettrici.

Carter: “Esplosivi, gas pallottole, non lo hanno neppure scalfito, può darsi che l’elettricità…

Da La Guerra dei Mondi siamo evidentemente passati a La cosa da un altro mondo perché Calder salda dei fili sulla scaletta di ferro mentre Carter li collega a un quadro elettrico.

Carter: “In questi cavi c’è un voltaggio sufficiente a eliminare trenta montoni. Il solo inconveniente è che quello non è un montone…

Il mostro sta ascoltando le voci provenienti da sopra ma Calder e Carter aprono il boccaporto che porta al piano sottostante. Il mostro scende e si becca la corrente in pieno. Il risultato, con grande umiliazione della nostra storica supercarota, è un leggero e irritante bruciore alle lunghe mani con tre dita. Il mostro comincia a cercare quei monellacci che gli hanno fatto questo elettrizzante scherzo e li trova: afferra Calder e gli fracassa il casco dopo che questi ha messo un piede in fallo. Carter riesce a fuggire all’esterno per un pelo, mentre Calder, afferrata la fiamma ossidrica tiene a bada il mostro nascondendosi dietro a delle tubature.

Carter è riuscito a entrare e si sta togliendo la tuta mentre Bob discende dalla sala trasmissioni.

Bob: “Ho regolato l’intercom sulla radio della sua tuta.

Eric: “Calder, Calder… mi senti?

Calder: “Forte e chiaro. Parla, mi tiene su…

Eric: “Stai bene?

Calder: “Sono ancora vivo. Mi sono sistemato fra le pompe d’induzione.

Carter: “E non ti può raggiungere?

Calder: “Potrebbe, se non avessi la fiamma ossidrica. Per arrivare a me si deve distendere e quando ci prova gli caccio la fiamma proprio negli occhi.

Eric: “Puoi arrivare all’uscita?

Calder: “No, neanche a parlarne. Dovrò stare qui fino alla fine… eccolo che torna!

Mentre Calder tiene a bada il marziano con la fiamma ossidrica Eric lo chiama.

Eric: “Calder!

Calder: “Sempre vivo. La targhetta della bombola garantisce tre ore di uso continuo, con preghiera di rimandarla indietro nel caso che non funzioni.

Eric: “Coraggio, Jim, lascio aperto l’intercom, resisti.

Calder: “Farò il possibile.

Eric: “Puoi dirci tutti i movimenti che fa?

Carter: “Troveremo il modo di tirarti fuori.

Carter: “Mandatemi dei pacchi dono.

Eric: “Sapete… se l’amico danneggia le pompe d’induzione e i pannelli di controllo non potremo manovrare né atterrare e questo significa che ce ne andremo alla deriva verso lo spazio interstellare per l’eternità.

Mentre Calder continua a respingere gli attacchi del mostro la salute dei due malati, specialmente quella di Van Heusen, peggiora. La cosa non sembra molto importante per Ann e Carter che si stanno scambiando notizie sul loro passato.

Più ligia ai suoi doveri Mary si avvicina al marito.

Mary: “Eric, i batteri attaccano il midollo osseo e provocano uno stato leucemico. L’azione dei medicinali in questi casi è lenta, troppo lenta. Se vogliamo che sopravviva deve avere plasma fresco, sempre, e, purtroppo, non c’è n’è più qui in infermeria…

Mentre Van Heusen delira e accusa Carter di aver abbandonato Calder, Bob, Eric e lo stesso Carter si preparano a scendere nei piani sottostanti.. Il tenente ha ascoltato i deliri del Colonnello e si affretta a smentirlo.

I tre si tolgono gli stivali per fare meno rumore e Calder comunica loro che il mostro ha ricominciato a muoversi portandosi sempre dietro la sua merenda.

Calder: “Va nella camera dei reattori.

Carter: “Può essere l’occasione che aspettavamo.

Calder: “Ha portato via Gino.

Carter: “Calder, ascolta, ora chiuderò la camera dei reattori, dimmi che cosa fa.”

Calder: “Va bene.

La porta scorrevole si chiude.

Carter: “Calder, come reagisce?

Calder: “Niente, neanche un fiato.

Carter: “Ora veniamo giù.

I tre scendono due piani e poi si dividono: mentre Calder ed Eric vanno  a prendere le cassette di plasma, Bob, forte del fatto che il mostro è ancora rinchiuso, va a recuperare Calder. Di sopra, intanto, a Van Heusen viene la bella idea di aprire il reattore per abbrustolire l’alieno. La cosa lo fa invece inviperire ancora di più, abbatte la porta e assale Bob che stava per portare su per le scale Calder. Quest’ultimo riesce a raggiungere di nuovo il suo rifugio, ma per l’astronauta è finita. Al piano di sopra Carter vorrebbe intervenire, ma Eric lo distoglie dall’idea e portano di sopra due casse di plasma correndo poi tutti nella sala comando, ultimo dei rifugi.

Con l’aiuto di Eric, Carter pone degli oggetti pesanti sul portello e Van ne approfitta per cercare di sapere la verità del rapporto tra lei e il suo rivale, ma la ragazza si dimostra astutamente anguillesca.

Di nuovo la voce fuori campo del nostro Colonnello ci illustra la situazione mentre tutti i protagonisti e i malati sono seduti di fianco a un ringhiera dove si trovano i comandi e che corre intorno alla stanza.

Carter ed Eric si passano addirittura un bazooka, altro piccolo souvenir degli sceneggiatori, ottimo per la difesa… e la distruzione totale della nave.

Calder: “<E ora armiamoci di pazienza e aspettiamo di vedere se sarà capace di raggiungerci attraverso il boccaporto centrale. Non possiamo salire di più: ci troviamo al sommo della nave, qui si decide la nostra sorte o la sua.>”

Carter: “Calder…

Calder: “Vivo e vegeto, ma non chiedetemi come mai.

Carter: “Dimmi, puoi vederlo?

Calder: “Purtroppo. É rimasto lì a leccarsi i baffi per una mezz’ora… Ah, a proposito e sempre nel caso che ancora vi interessi, credo di aver capito come è salito a bordo.

Carter: “Come?

Calder: “Deve averci tallonati fino alla nave quando ti abbiamo ritrovato… prima del decollo si è arrampicato su una delle pinne e si è introdotto attraverso lo sportello d’emergenza del compartimento C che era aperto.

Carter: “Può darsi. Com’è l’aria, laggiù?

Calder: “Cattiva, il serbatoio della mia tuta è quasi vuoto… Ed… ci risiamo! Sale la scala! L’ho sentite come scalcia? Adesso si dirige verso la stiva Uno, urta contro tutto ciò che incontra, sembra impazzito.

Carter: “Puoi arrivare al compartimento?

Calder: “Perché? Per ammirare le stelle attraverso il mio bel casco rotto?

Carter: “Va nel compartimento e nasconditi.

Calder comincia faticosamente ad alzarsi mentre Calder si avvicina a Eric che è davanti ai pannelli dell’ossigeno. Il colonnello li guarda e poi si rivolge a Eric.

Carter: “Eric, guarda un po’ qua: il consumo di ossigeno è aumentato. Oltre il quaranta per cento dei massimi precedenti.

Eric: “Il quaranta per cento? Probabilmente il gas delle bombe…

Carter: “No, non può influire a tal punto… e non è una falla, la pressione è regolare… Pensiamo forse la stessa cosa?

Eric: “Il mostro?!

Carter: “Deve avere dei polmoni enormi data l’atmosfera rarefatta di Marte. Facciamo uscire tutta l’aria. Se arriviamo a tempo è la sola cosa che ci può salvare.

Eric: “Penseremo poi a preparare altro ossigeno.

Carter: “Sicuro. Indossate le tute spaziali!

Mentre tutti eseguono l’ordine il boccaporto della sala comando viene sfondato e gli oggetti che vi erano sopra sono scaraventati lontano. Gli astronauti hanno appena indossato le tute spaziali, il colpo di bazooka fa meno effetto di una caramella (anche alla nave spaziale, per fortuna) mentre testa e mani del mostro spuntano dal boccaporto. La creatura sta cercando di liberarsi dal lamierino che ancora lo imprigiona quando, con un balzo ginnico, Van Heusen attraversa la stanza e preme il bottone di aperura del portello.

L’aria esce sibilando e il mostro comincia a rantolare. L’agonia è breve, ma, in un ultimo eccesso d’ira, il mostro libera la giovane Ann della presenza ormai ingombrante di Van lacerandogli la tuta.

Per i superstiti ora il viaggio può proseguire tranquillo.

Sulla Terra è stata convocata una nuova conferenza stampa ed è di nuovo il direttore a comunicare le ultime novità ai giornalisti.

Direttore: “Vi abbiamo convocati ancora una volta per mettervi al corrente degli ulteriori sviluppi della situazione. Vi leggerò il testo di un radiomessaggio ricevuto dall’Audace 1-4-2 meno di un’ora fa.

Da parte del Capitano Royce. Dei diciannove uomini e donne che hanno messo piede sul pianeta Marte, sei faranno ritorno. Non si trattava di un caso d’omicidio, ma di un’imprevista e terrificante presenza vitale la quale fa di Marte un mondo così ostile che l’uomo potrebbe essere costretto a restarne lontano nel suo tentativo di esplorare e comprendere l’universo. Il sinonimo di Marte è morte…

Il mostro, come abbiamo detto, è interpretato da Ray Corrigan (1902 – 1976). Fu abitualmente un attore di serial, in ruoli di caratterista. Era nato a Milwakee, nel Wisconson e si guadagnò il soprannome di “Crash” per le sue spericolate acrobazie, per cui era usato frequentemente nelle cadute da cavallo e nelle acrobazie necessarie nei serial western della “Republic”. Data la sua altezza e la sua sagoma robusta fu usato anche nei ruoli di “Mostro”. Era lui, infatti, che indossava il costume del marziano nel film, ma si era precedentemente specializzato in ruoli di scimmia in The Ape e Killer Ape. Verso la fine degli anni Cinquanta aveva aperto un set western in un ranch detto “Corriganville” nel quale addestrava gli stuntman per le compagnie cinematografiche. Resta da dire che il costume del mostro non era in misura perfetta per il nostro, per cui, poiché il suo mento usciva da quella che doveva essere la bocca, fu dipinto di rosso per meglio nasconderlo. Lo ricordiamo nel serial Phantom Empire, in La Donna Eterna del 1935, nel Flash Gordon del 1936, Undersea Kingdom, Dr. Renault secret’s, Nabonga, Il Fabbricante di Mostri, La Sfida di King Kong, L’Isola Sconosciuta, Bela Lugosi meets a Brooklyn gorilla, Il Segreto di Mora Tau.

Pensate ora, per un momento al mostro che si nasconde nelle prese per l’aria della nave spaziale, all’idea stessa di una creatura aliena che si nasconde su un astronave e attacca gli uomini dell’equipaggio e alla sua fine per mancanza d’aria e poi pensate ad Alien, alla sua astronave nascosta in quel mondo ventoso, gli scheletri alieni, così come li vediamo nel piccolo e modesto Terrore nello Spazio di Mario Bava. Chi vi scrive ha avuto la testimonianza di un giovane appassionato che dichiarava il film di Ridley Scott assolutamente originale nella sua articolazione della storia. Prima di parlare del presente, si studi il passato: è lì anche per evitare facili castronerie. Questo piccolo, ingenuo film in bianco e nero è arrivato prima, c’è poco da fare…

(5 – continua)

Giovanni Mongini