CLAUDIA BEVERESCO

Tra le cose che più ama Claudia Beveresco vi è la Grecia che frequenta sin da bambina. Infatti, il suo pseudonimo è Cloda Agriglià: Cloda perché così la chiamano i suoi amici, Agriglià perché è il nome di una suggestiva località marina della costa ionica ellenica. Claudia (come preferiamo chiamarla) è affascinata dal “mare omerico”, quella distesa azzurra cui il grande pittore metafisico Giorgio De Chirico fa riferimento nelle sue opere, nelle quali compaiono le vestigia dei templi dell’antichità. E anche per questo, sedotta dal mondo della mitologia, della letteratura e delle arti figurative, Claudia Beveresco, decise per gli studi all’Istituto d’Arte di Monza. Ma la sua passione per l’arte (in seguito si è diplomata alla Scuola del Fumetto di Milano) e la cultura in genere ha portato Claudia soprattutto a voler scrivere per esprimere al meglio la sua sconfinata fantasia dando vita a storie e poesie dalle quali spesso trapela la passione ellenica, ma non solo. Infatti, le storie di Claudia riguardano in genere tutto il mondo del fantastico. Ha pubblicato numerosi racconti (di science fiction) presenti nelle antologie “Into the Galaxy vol. 1” e “Time out vol. 2” (Associazione Galaxy) e in “Creatori di universi” (Edizioni Diversa Sintonia). Ha, inoltre, pubblicato  un racconto  apocalittico nella raccolta “D-Doomsday” (Ciesse Edizioni) e “Tre stupide leggi” per l’antologia “Robot-Ita volume 2” (Edizioni Scudo); una sua storia weird horror è rientrata in “365 racconti d’estate” (Delos Books). Per quanto riguarda la lirica ha pubblicato alcune poesie nella raccolta “Poeti dispersi” (Edizioni La Lettera Scarlatta), e ha vinto un concorso di poesia su Facebook “sbaragliando – come ci ha detto – ben 700 avversari”.  Ha, inoltre, dato alle stampe “in proprio”, il romanzo dal titolo “L’Harem di Alexis”, sul sito www.ilmiolibro.it, in stile commedia-gialla, che attualmente risulta finalista al concorso “Il mio esordio 2015”, organizzato in collaborazione tra la Scuola Holden e la casa editrice Newton and Compton e la raccolta di poesie “13 schegge”. Essendo milanese, Claudia non si poteva far sfuggire l’occasione di partecipare il 10 e 11 ottobre alla convention Stranimondi – Festival del libro fantastico e di fantascienza. Ed è proprio dalle sue impressioni sulla fortunata manifestazione che parte la nostra conversazione:

“Erano due anni – afferma Claudia – che attendevo il ritorno dei Delos Days e potermeli gustare di nuovo, ampliati con le novità della Weirdiana e dei “succulenti” banchetti degli editori dove fare incetta di nuovi libri, è stato fantastico. In tutti i sensi del termine fantastico. Diciamo subito che Stranimondi raggruppa il mio ideale di compagnia: scrittori, creativi, lettori ed editori, del fantastico e non. Purtroppo incontri, presentazioni e conferenze avvengono in contemporanea con altri, per cui bisogna sceglierne alcuni e scartarne altri nonostante tu faccia di tutto per non perdertene uno, ma pazienza. Il bello di tutto ciò è che puoi sempre aggiornarti passeggiando fra i banchetti, conoscendo nuove persone e incontrandone altre con le quali normalmente puoi comunicare solo tramite internet”.

IMMAGINO CHE TU ABBIA RIVISTO TANTI AMICI SCRITTORI MA NE ABBIA CONOSCIUTI ANCHE DI NUOVI…

Ho rivisto con piacere autori come Dario Tonani, Alain Voudì, Luigi Pachì, Alessandro Forlani, Emanuele Manco, Paolo Aresi (una piacevole comparsata); ho dato un volto ad altri, come Franco Forte, Francesco Verso, Samuele Nava; ho apprezzato il lato illustrativo della manifestazione, specie le fantastiche navi di Franco Brambilla; ho incontrato traduttori e scrittori, come Marco Passarello e Silvia Castoldi; e ho anche conosciuto di persona nuovi, per me, autori, come i roboanti Alessandro Manzetti e Paolo Di Orazio, Francesco Brandoli, Vittorio Piccirillo; ho rivisto editori già conosciuti, come Diego Bortolozzo di Imperium (a proposito, mi sono anche aggiudicata l’unica copia cartacea di “Eleanor Cole delle Galassie orientali” di Forlani), gli amici che curano Hypnos e Delos; ho anche  conosciuto gli editori di Nero Press, La Ponga, Future Fiction (fantastica idea di Francesco Verso), e tanti, tanti altri.

COSA TI HA COLPITO MAGGIORMENTE DELL’AMPIO PROGRAMMA?

Alcune delle conferenze cui ho partecipato sono state davvero illuminanti e interessanti. Ho trovato sempre bella l’idea dei Kaffèklatsch; fantastica quella nuova dello Speed Date con Franco Forte, alla quale ho avuto l’onore di partecipare. Davvero una bella occasione per i nuovi autori come la sottoscritta, un’ottima opportunità che porterà di sicuro buoni frutti per tutti. D’altronde il bello di Stranimondi è proprio la possibilità di conoscere non solo belle persone, allegre, disponibili alla chiacchiera e ai consigli, ma anche di scoprire nuove realtà e mettersi in contatto con case editrici ed esperti del settore letterario. Un’opportunità per apprendere, imparare, conoscere, ma anche divertirsi, bere un tè con gli autori, farsi un panino chiacchierando con altri, e comprare tanti, tanti libri…Conferenze piaciute? Franco Forte; Bus Stop di Sosio; Future Fiction di Verso; Dead Men Talking; Premio Urania con Lippi, Battisti, Verso e Tonani; Trainville; l’incontro con Bruce Sterling. Kaffèklatsch cui ho partecipato: Speed Date con Franco Forte e Dario Tonani e l’appuntamento con Franco Brambilla.

A QUANDO RISALE LA TUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?

Ho iniziato a scrivere alle elementari, mentre avevo già cominciato a leggere  ben prima di andare a scuola, grazie a una mia vicina di casa poco più grande di me che ha avuto la pazienza di insegnarmelo. Si vede che la fame insaziabile di lettura – dormivo con i libri sotto il cuscino – ha generato la voglia di creare. All’epoca scrivevo poesie, spot pubblicitari, canzoni e… programmi tv! Ovviamente tutto per gioco. Poi, grazie ai temi di italiano, ho cominciato a scrivere racconti. Più tardi, alle medie, mi sono cimentata anche con romanzi brevi di tipo fantastico – viaggi nel tempo – di ambientazione medievale e anche una serie sulla falsariga di “La banda dei cinque”, una serie di telefilm inglese degli anni ‘70,  ambientata in Grecia. Ovviamente i protagonisti di queste storie erano sempre adolescenti avventurosi.

QUALI SONO I TEMI CHE AMI SVILUPPARE NELLE TUE STORIE? SCRIVI SOLO TEMATICHE INERENTI IL GENERE  FANTASTICO OPPURE ANCHE MAINSTREAM?

Scrivo di temi molto diversi fra loro, ma uno di quelli che mi sta molto a cuore è la protesta contro la distruzione della natura da parte dell’uomo, la battaglia contro la cementificazione. Un altro è la disumanizzazione della società. Un altro è l’amicizia. Qualunque sia il genere di cui scrivo, penso che almeno un paio di questi tre temi siano sempre presenti. Inoltre, amando molto l’avventura, mi piace il tema del viaggio, della ricerca, sia in maniera esistenziale e spirituale, che in maniera fisica. Quanto ai generi, oltre ai racconti di fantascienza ho scritto tre romanzi di generi diversi, quindi sì:  scrivo sia di fantastico che di mainstream. Per me è molto difficile etichettare i libri in generi, ma capisco che esista la necessità di farlo. Il primo romanzo “Brigata B.”  è stato definito “Una storia di Black Block”. E’ stato scritto ed è ambientato negli anni ’90. Più tardi ho realizzato il secondo romanzo, “L’Harem di Alexis”, una stramba commedia gialla e infine il terzo megagalattico tomo post-apocalittico, dal titolo provvisorio “L’Esercito degli alberi”.

MA CI SONO METAFORE NEI TUOI SCRITTI? INTENDI MANDARE AL LETTORE PRECISI MESSAGGI?

Sì, messaggi ce ne sono tanti e riguardano proprio i temi descritti sopra. “L’Harem di Alexis”, per quanto strambo sia, è basato tutto sull’importanza dell’amicizia. “L’Esercito degli alberi” è pieno di messaggi, che cerco comunque di mandare attraverso il puro divertimento di leggere una storia avventurosa, in modo che non risultino pesanti. In alcuni scritti ci sono anche metafore, ma devo ammettere che me ne sono accorta solo dopo! Per esempio l’ultimo racconto che ho creato potrebbe essere visto come una metafora unica, oppure come una semplice avventura urbana horror. E’ il lettore che poi decide cosa vederci, anzi, io conto tanto sull’opinione di chi legge e sulle sue interpretazioni.

COSA TI ISPIRA MAGGIORMENTE NELLA COSTRUZIONE DI UNA STORIA O DI UN PERSONAGGIO. QUANTO  E’ IMPORTANTE PER TE LA PSICOLOGIA DEI  PROTAGONISTI?
La psicologia è molto importante, ma è una cosa che ho scoperto solo scrivendo gli ultimi romanzi. Ogni persona, e quindi ogni personaggio, ha un proprio modo di vedere il mondo e quello che vi accade, quindi a uno stesso evento ognuno può reagire in modo diverso, a seconda del proprio essere e del proprio background. Così adesso tendo a iniziare a scrivere sempre d’istinto, ma poi torno su ogni personaggio e ne faccio  uno schema: che carattere ha, la storia passata, l’aspetto fisico, vezzi e vizi. Questi schemi mi sono serviti davvero molto, è un ottimo metodo per evitare di andare fuori strada. Spesso mi ispirano persone esistenti nella realtà: i personaggi dell’”Harem di Alexis” sono quasi tutti ispirati ad amici.

HAI FREQUENTATO L’ISTITUTO D’ARTE QUALI  DISCIPLINE ARTISTICHE AMI MAGGIORMENTE?

Il fumetto. Accorpa la scrittura e il disegno; è meraviglioso. Mi piace molto il fumetto realistico, in linea chiara. Il cinema: lo adoro, è la trasposizione in chiave viva del fumetto, dopotutto. O forse è il fumetto che è la trasposizione in chiave figurativa del cinema? In ogni caso sono due forme d’arte legate strette alla scrittura. Tutto parte da una storia, in fondo. Amo molto il cinema avventuroso e fantastico, uno dei miei film preferiti è “Blade Runner”, un capolavoro. Poi ovviamente mi piace il disegno, amo l’arte, e in questo caso mi piace molto anche l’arte astratta, i disegni molto grafici e i colori vivaci e netti. Mi piace molto il design di Joe Colombo e comunque tutto il design e lo stile di fine anni ‘60 e inizio ‘70.  Infine la poesia, che scrivo, anche; il mio poeta preferito in assoluto è Ungaretti, in poche parole un mondo. Mi piacciono le poesie brevi ma intense e credo che questo si rispecchi molto nella mia produzione poetica: infatti ho pubblicato un piccolissimo libretto di poesie intitolato “13 schegge”, in riferimento proprio al fatto che sono composizioni secche, veloci, brevi e affilate come schegge. Ho scritto anche alcuni testi di canzoni.

SU QUALI AUTORI CLASSICI  E CONTEMPORANEI TI SEI FORMATA?

Amo i classici: Stephen King, James G. Ballard, Robert Louis Stevenson, William Golding, Poe, Agatha Christie, Conan Doyle, Verne, Remarque, Maupassant, Tolkien, Pavese, Ungaretti, Quasimodo, Eco, Buzzati, Calvino. Meno classici: Irving, Paasilinna, Palahniuk, Lansdale, Bjorn Larsson, Fante. Tra gli italiani, contemporanei ci sono Benni e Ammaniti, tra i più conosciuti.  Inoltre, sto scoprendo in questi ultimi anni un notevole numero di autori nostrani veramente in gamba, tipo Dario Tonani, ma anche tanti altri.

E TRA I ROMANZI INVECE QUALI SONO I TITOLI CHE RICORDI PER PRIMI?

Amo in particolar modo, “L’ultima spiaggia” di Alex Garland, “Rovine” di Scott Smith, “Trainspotting” di Welsh… Anche per gli autori citati sopra ho alcuni libri che annovero tra il meglio, per esempio il mio preferito di Ballard, udite, udite, è “L’isola del diavolo”, di Poe è “Le avventure di Gordon Pym”. Non può mancare il mio primo libro letto: “I Viaggi di Gulliver”. Di autori italiani moderni ce ne sono alcuni che mi hanno incuriosito, tipo Gardumi e Avoledo, seppur con qualche riserva.

MA CI SONO ALCUNI TRA GLI AUTORI CHE HANNO AVUTO UNA PARTICOLARE INFLUENZA NELLA TUA SCRITTURA?

Non mi sono mai ispirata volontariamente a nessuno di questi autori, ma credo che involontariamente tutti gli artisti lo facciano. Eccetto che per il caso dell’Harem di Alexis: l’idea iniziale era di scrivere un giallo alla Rex Stout, quindi con un pizzico di commedia. Temo poi che la commedia mi abbia preso la mano.

A COSA TI STAI DEDICANDO ATTUALMENTE?

Ho appena finito un racconto lungo di horror urbano, che trasformerò in qualcosa di più corposo, ma per scaramanzia preferisco non entrare nei particolari. Poi ho in mente un nuovo romanzo che “temo” sarà di mainstream  di cui posso solo dire che è ambientato in Grecia negli anni ‘70.

SCUSA LA CURIOSITA’ MA SI SVOLGE PRIMA O DOPO IL REGIME DEI COLONNELLI? E’ UN THRILLER POLITICO SUL GENERE “Z – L’ORGIA DEL POTERE”, IL CELEBRE  FILM DEL REGISTA COSTA-GAVRAS?

Si svolgerà durante il regime, ma non so ancora dirti di che genere sarà, è un’idea vaga che mi gira per la testa da un po’, devo ancora focalizzarla bene. Lo spunto mi è venuto pensando a mio padre che in quegli anni girava già da quelle parti e, sapendo che anche lui amava tanto la Grecia, vorrei dedicargli una storia. Prenderò spunto da fatti realmente accaduti, ma mi devo documentare come si deve.

COMUNQUE ALLA FINE RITORNI SEMPRE ALLA GRECIA, AI SUOI PAESAGGI E SE VOGLIAMO ALLA SUA CULTURA CONSIDERATA LA CULLA DELLA CIVILTA’ OCCIDENTALE. MA A PARTE LA MITOLOGIA, IL “CANUTO MARE” DI CUI CI PARLA OMERO, LA MUSICA ROCK GRECA CHE REGOLARMENTE ASCOLTI, CI PUOI CONFIDARE COSA TI  HA  DAVVERO STREGATO  DI  QUESTA TERRA?

Sì, la Grecia è presente in tutti i romanzi che ho scritto. E’ una terra che amo particolarmente. Credo di aver ereditato la stessa passione che anche mio padre ha sempre nutrito per la terra ellenica. Ricordo che fin da piccoli, con i miei fratelli, lui ci raccontava spesso le storie dell’antica Grecia, in particolar modo le avventure di Ulisse ma anche dell’Iliade. Si può dire che sono cresciuta “a pane, Odissea e Iliade”. Della Grecia amo tutto: in primis il paesaggio pieno di contrasti, quelle montagne aspre che precipitano in un mare incredibile, le spiagge sassose, il caldo. Poi la gente socievole ed esagerata, il cibo succulento, la continua voglia di far festa, la musica, le rovine dell’antichità. La Grecia ce l’ho nel Dna: no, non fisico, ma di sicuro in quello dell’anima. Mica per nulla sono stata concepita là, in una città che si chiama Ouranopolis, che tradotto  significa Città del Cielo, meglio di così!

E CI FERMIANO QUI, ANCHE PERCHE’, A QUESTO PUNTO, CI SEMBRA, CHE MEGLIO DI COSI’ CLAUDIA NON POTEVA CONCLUDERE!

Filippo Radogna