TERRORE NERO

Fratini Editore ci propone “TERRORE NERO e altri racconti del ciclo di Gerald Canevin” (333 pagine; 20 euro) di Henry S. Whitehead, una antologia di racconti horror e fantastici tradotti da Roberto Chiavini, pubblicata nella collana “Mellonta Tauta”.

Il Reverendo Henry S. Whitehead (1882-1932) fu corrispondente e amico personale di H.P. Lovecraft e con il visionario di Providence e i suoi sodali, Robert Ervin Howard e Clark Ashton Smith, ha rappresentato una delle firme più interessanti di “Weird Tales”, il pulp magazine dedicato all’horror che fin dal 1923 diffuse negli Usa il gusto per la narrativa del mistero, dell’insolito e del macabro. Ammirato da H.P. Lovecraft, del quale vengono pubblicati in appendice i suoi apprezzamenti, Whitehead ha scritto oltre 40 racconti, di cui alcuni apparsi postumi. Escludendo i pochissimi di pura avventura e western, tutti gli altri appartengono al fantastico: per la maggior parte horror, e altri rientranti nel fantasy esotico o nelle più tradizionali storie di fantasmi. E delle oltre 35 storie fantastiche una buona metà hanno per protagonista una sorta di “investigatore dell’occulto”, Gerald Canevin, che spesso si trova ad agire nelle Isole Vergini e affronta fenomeni vudu.

Questo volume raccoglie tutti i racconti di Canevin ancora inediti in Italia, più un paio di particolare rilevanza già pubblicati molti anni fa e oggi introvabili. Ambientati quasi sempre nei Caraibi, dove lo scrittore esercitò il suo ministero pastorale, i suoi racconti raffigurano il pittoresco mondo dei creoli, il loro folklore superstizioso e la religiosità vudù. Il personaggio di Gerald Canevin, bizzarro esempio di investigatore del sovrannaturale, è una sorta di alter ego letterario dello scrittore stesso e vive con nonchalance avventure straordinarie e terrorizzanti. Nella raccolta sono inclusi anche i suoi due racconti più agghiaccianti, che Lovecraft considerava i suoi preferiti: “Cassius” e “Tramonto di un dio”.

Leggiamo dalla Prefazione al libro di Walter Catalano: “Non c’è in lui nulla dell’uomo di chiesa ammuffito: si veste in abiti sportivi, impreca come un duro all’occasione, ed è totalmente estraneo a bigottismi o perbenismi di qualsiasi tipo”. Con queste lapidarie parole H.P. Lovecraft descriveva, nel 1931 quando lo incontrò per la prima volta di persona, l’amico e collega scrittore, il reverendo Henry St. Clair Whitehead (5 marzo 1882 – 23 novembre 1932). Nato a Elizabeth, nel New Jersey, da antica famiglia scozzese, Whitehead si era laureato – compagno di corso di Franklin Delano Roosevelt – all’Università di Harvard nel 1904. Dopo una gioventù dedicata soprattutto al football e all’atletica, intraprese gli studi di teologia alla Berkeley Divinity School, viene ordinato diacono della Chiesa Episcopaliana nel 1912. Fra il 1918 e il 1919 si occupa come pastore dei bambini della Chiesa di St. Mary a New York e dal 1921 al 1929 serve come arcidiacono nelle Isole Vergini. E’ proprio durante questa lunga esperienza sull’isola di St. Croix, in particolare, dove risiede, che raccoglie la maggior parte del materiale mitico e folklorico sul vudu e sui culti indigeni praticati dalle popolazioni nere dei Caraibi che utilizzerà nei suoi racconti soprannaturali”.

Buona lettura.

A cura della redazione