Cosa si può dire di Antonio Tentori che ancora non abbiamo detto? Scrittore, sceneggiatore, saggista, attore, produttore… se pensavate che avessimo esaurito tutto quello che c’era da sapere su di lui, vi sbagliavate di grosso. Ecco perché Antonio è tornato fra noi!
CIAO ANTONIO, BENTORNATO SULLA ZONA MORTA. DOPO LA SAGGISTICA E IL CINEMA, STAVOLTA CI RITROVIAMO PER PARLARE DI NARRATIVA. E’ USCITO PER LE EDIZIONI PROFONDO ROSSO IL VOLUME “LA BESTIA DENTRO”, CHE RACCOGLIE I TUOI MIGLIORI RACCONTI HORROR E NEONOIR: CE NE VUOI PARLARE?
Era da tempo che con il mio amico Luigi Cozzi si parlava di un mio possibile libro di narrativa. E alla fine abbiamo deciso di pubblicare questa antologia che simboleggia il meglio dei miei racconti fino a questo momento.
MOSTRI LOVECRAFTIANI, POSSESSIONI DEMONIACHE, SEDUCENTI STREGHE, SANGUINARI LUPI MANNARI, ZOMBI FAMELICI, SPIETATI SERIAL KILLER: C’E’ DAVVERO UN PO’ DI TUTTO IN QUESTA RACCOLTA. QUAL E’ L’ARGOMENTO CHE TI PIACE DI PIU’ TRATTARE?
La mia tematica preferita è quella dell’orrore in tutte le sue forme, dai mostri classici alle suggestioni di maestri come Poe e Lovecraft, dalle contaminazioni con il fantastico o con il thriller allo splatter. Ritengo che l’horror permette all’autore di liberare le fantasie più strane e dare vita ai mondi più deliranti con la sospensione dell’incredulità auspicata da Coleridge.
E QUAL E’ INVECE IL TUO RACCONTO PREFERITO FRA QUELLI PUBBLICATI?
Difficile sceglierne uno solo! Comunque “L’Avvento” è sicuramente tra quelli che prediligo.
COME HAI OPERATO LA SCELTA DEI RACCONTI PER QUESTA RACCOLTA?
In un primo momento ho riletto e valutato tutti i miei racconti, quindi ho fatto una prima selezione a cui è seguita quella definitiva. Ho cercato di offrire al lettore una panoramica della mia narrativa, che spazia dall’orrore puro al thriller e al neonoir.
COME MAI, RISPETTO ALLA SAGGISTICA, LA TUA PRODUZIONE NARRATIVA E’ COSI’ ESIGUA?
Perché non posso fare tutto! Scherzi a parte, questo edito da Luigi Cozzi è il mio secondo libro di racconti. Ne ho pubblicato un altro, “Nero Profondo” (Cut Up), alcuni anni fa. Scrivere racconti non è così facile come sembra, perché bisogna catturare l’attenzione del lettore e sviluppare al meglio, in un certo numero di pagine, l’idea che si vuole esprimere. Comunque nel tempo ho spesso partecipato ad antologie di racconti, anche se evidentemente ho più libri di saggistica al mio attivo.
E PERCHE’ HAI SEMPRE SCELTO LA FORMA DEL RACCONTO RISPETTO AL ROMANZO? HAI MAI PENSATO DI SCRIVERNE UNO?
Ho pensato più volte, specialmente in questi ultimi anni, di scrivere un romanzo. Mi sono venute in mente anche un paio di idee e non è detto che prima o poi mi decida veramente a farlo. A dire il vero mi spaventa un po’ la mole considerevole di pagine che bisogna di solito raggiungere e questo forse mi ha fatto preferire la formula del racconto, al di là di altre considerazioni editoriali.
DI SOLITO TI OCCUPI DI SOGGETTI E SCENEGGIATURE CINEMATOGRAFICHE: QUANTO SI DIFFERISCE LA SCRITTURA PER IL CINEMA RISPETTO A QUELLA PER LA NARRATIVA?
Differisce molto. Quando scrivi un film sei tenuto ad attenerti a certe regole legate a varie situazioni, come anche al budget a disposizione. Devi poi confrontarti con il regista, il produttore o gli altri sceneggiatori con cui puoi trovarti a lavorare. La scrittura di un racconto o di un romanzo è senz’altro più libera, anche se può avere punti in comune con l’altra.
QUANDO TI VIENE L’ISPIRAZIONE PER UNA STORIA, IN BASE A CHE COSA STABILISCI SE PUO’ ANDARE BENE PER UN RACCONTO O SE POTREBBE DIVENTARE INVECE UN SOGGETTO CINEMATOGRAFICO?
Dipende molto dal contesto in cui mi trovo. Alcuni racconti che ho scritto non potrebbero mai diventare soggetti cinematografici, perché sarebbero di difficile realizzazione. Viceversa alcuni soggetti potrebbero invece prestarsi a essere scritti sotto forma di racconti. In linea di massima rimangono per me due dimensioni separate.
ALL’INTERNO DEL VOLUME TROVIAMO ANCHE LA NOVELIZATION DEL FILM “INFERNO” DI DARIO ARGENTO. COME MAI LA SCELTA PROPRIO DI QUESTA PELLICOLA?
La novelization di “Inferno” nasce come idea verso la fine degli anni Novanta, quando Luigi Cozzi chiamò me e altri scrittori per realizzare le versioni romanzate di alcuni film di Dario Argento per il volume “Terrore Profondo” edito da Newton Compton. “Inferno” lo scelsi io perché è uno dei film di Argento che preferisco.
QUANDO SI SCRIVE UNA NOVELIZATION, QUALI SONO LE DIFFICOLTA’ E LE DIFFERENZE RISPETTO A UN RACCONTO DICIAMO “NORMALE”?
Per scrivere la novelization di “Inferno” ho rivisto il film più volte, quindi ho ampliato una serie di parti che erano solo accennate, cercando di dare una psicologia a ognuno dei vari personaggi. E’ una storia corale, pur avendo un protagonista, e questo dà la possibilità di approfondire temi e situazioni narrative, di cui peraltro il film abbonda. Quindi, rispetto a un racconto di altro tipo, per scrivere una novelization è necessario attenersi alla storia che si intende raccontare e ovviamente al film, pur con le eventuali variazioni sul tema.
FRA I RACCONTI CONTENUTI IN QUESTA RACCOLTA, CE N’E’ QUALCUNO CHE VORRESTI VEDERE TRASPOSTO AL CINEMA? O CHE HAI PENSATO APPOSTA PER IL CINEMA E CHE POI PER QUALCHE MOTIVO NON E’ ANDATO IN PORTO?
Non ce n’è nessuno pensato per il cinema, tranne “Una notte a Profondo Rosso” che ho scritto qper Luigi Cozzi e che avrebbe dovuto far parte di un film antologico intitolato “The Book”, che non si è ancora realizzato. “L’Avvento” e “L’Abisso” sono due horror lovecraftiani e mi piacerebbe che fossero realizzati per il cinema, ma in Italia sono improponibili come costi. “Il grande orrore”, un thriller con una coppia di serial killer, sarebbe invece più fattibile.
ULTIMA DOMANDA DI RITO. QUALI SONO I TUOI PROGETTI FUTURI?
Sto lavorando ad alcuni libri di saggistica, ma è ancora presto per parlarne. Per il cinema invece sto scrivendo per Domiziano Cristopharo “Virus Extreme Contamination”, ispirato a “Il colore venuto dallo spazio” di Lovecraft.
COME POTETE VEDERE, C’E’ SEMPRE UN MOTIVO PER PARLARE CON ANTONIO TENTORI… ALLA PROSSIMA, ALLORA!