Con grande piacere vogliamo presentarvi la nuova collana di Fratini Editore a cura di Gian Filippo Pizzo, ovvero: “Corti Pop”, cioè popolari: prodotti di massa, letteratura di consumo, narrativa di genere: chiamatela come volete.
Chi ha detto che letteratura debba essere per una élite? Chi ha detto che scrivendo per il maggior numero possibile di lettori non si possano veicolare istanze sociali, psicologiche o comunque impegnate? Chi ha detto che utilizzando gli stilemi del giallo, del noir, della fantascienza, dell’horror o di altri generi si fa solo intrattenimento?
“E’ nostra convinzione, ci dice Pizzo, che utilizzando i metodi della narrativa popolare si possano anche produrre opere significative, senza nulla togliere al divertimento puro che è comunque una caratteristica imprescindibile della natura umana”.
La collana CORTI POP intende dunque proporre opere di questo tipo, senza peraltro perdere di vista lo stile e la qualità della scrittura che restano la componente essenziale di ogni prodotto letterario.
“Ma c’è un’altra peculiarità della collana che vogliamo evidenziare, ci dice ancora Gian Filippo: si tratterà comunque di opere di non grande dimensione, racconti lunghi o romanzi brevi.
Scrisse Edgar A. Poe che la lunghezza giusta per un’opera narrativa è quella che tiene impegnato il lettore per 90 minuti, un’ora e mezza. Che, secondo chi si occupa di queste cose, corrisponde a una lunghezza di 90 pagine: la velocità di lettura di un testo narrativo (manuali e saggistica sono più impegnativi) è infatti di circa un minuto a pagina. E, se ci pensiamo bene, questa lunghezza corrisponde – nel mondo sovraffollato e congestionato in cui viviamo – al tempo impiegato in media per recarsi e tornare dal lavoro.
Perciò volumetti o testi digitali (non necessariamente di 90 pagine esatte, è prevista qualche tolleranza, anche perché con il formato e i caratteri adottati dall’editore le 90 pagine normali diventano 120) che si possano leggere nel giro di uno-due giorni in tram o metro, oppure più comodamente nel fine settimana o dove e quando si voglia…”. Sta solo a voi deciderlo!
“Proporremo dunque, conclude il curatore, opere di autori italiani – ben conosciuti o meno – che sappiano coniugare la brevità e l’essenzialità con il piacere della lettura ma anche con profondità e riflessione”.
Detto ciò, vi presentiamo con grande piacere il primo volume della collana, ovvero Tempospirale (118 pagine; 8 euro) di Donato Altomare, con copertina di Antonia Barbarossa.
La scrittura di Altomare è semplice e diretta, mira subito a emozionare il lettore coinvolgendolo nelle avventure dei suoi personaggi, sempre inserite in contesti dove le innovazioni tecnologiche e le variazioni dell’assetto sociale danno il via a vicende che appassionano ma fanno anche riflettere su cosa ci potrebbe portare il futuro.
In questo senso la narrativa di Altomare può essere un esempio della fantascienza considerata “letteratura di idee”, che privilegia appunto l’idea di base e la storia rispetto ai personaggi, e che ha avuto il suo massimo esponente in Isaac Asimov.
Questo romanzo racconta una storia in cui paradossi temporali e nuove tecnologie fanno da sfondo a una vicenda erotica che non mancherà di coinvolgere il lettore grazie alla capacità affabulatoria dell’autore.
Donato Altomare, ingegnere, è nato nel 1951 a Molfetta (BA) dove tutt’ora risiede e lavora. Appassionato da sempre di letteratura fantastica, ha ormai all’attivo quasi un quarantennio di attività scrittoria, che gli ha fruttato la vincita di numerosi premi letterari, dal “Premio Urania” nel 2001 (con il romanzo Mater Maxima) e nel 2008 (con Il dono di Svet) ai numerosi “Premio Italia di Fantascienza”, per non dire di quelli non specialistici. I suoi numerosissimi racconti sono stati spesso raccolti in antologie e tradotti all’estero, e la sua narrativa è stata oggetto di tesi di laurea. Attualmente è presidente della sezione italiana della “World Science Fiction”, l’associazione internazionale che raccoglie tutti i professionisti del campo.
Buona lettura.