Tra i migliori scrittori “storici” del nostro paese, Giulio Leoni nei suoi romanzi ama muoversi molto nel passato introducendo nella realtà di allora misteri e invenzioni mirabolanti, intrighi e gialli veri e propri che, miscelati con azione e sentimenti, sanno creare atmosfere suggestive capaci di catapultarci in una sorta di universo fantasy o di protoscienza alternativa che, a saper guardare bene, nasconde più verità di quanto si possa sospettare. Vista l’uscita del suo nuovo libro, potevamo forse esimerci dall’incontralo di nuovo per voi? La risposta, anzi le risposte, sono proprio qua sotto.
CIAO GIULIO E BEN TORNATO SULLA ZONA MORTA. TI ABBIAMO LASCIATO CHE TI OCCUPAVI DI CINEMA CON LUIGI COZZI… E TI RITROVIAMO DI NUOVO IN UN AMBITO PER TE PIU’ NATURALE, QUELLO DELLA NARRATIVA. E’ USCITO DA POCO INFATTI IL TUO NUOVO ROMANZO “L’OCCHIO DI DIO”: CE NE VUOI PARLARE?
È vero, la narrativa è il mio habitat naturale! Bene, siamo nel 1605 e Galileo è ospite nella villa di campagna del suo amico e protettore Francesco Sagredo. Una notte l’amico lo conduce a vedere una sorta di spettacolo che si è fermato nelle sue terre: il Gabinetto delle Meraviglie. È una wunderkammer itinerante, una raccolta di stranezze e meraviglie secondo il gusto per l’incredibile del tempo. Lo dirige Corvina, una donna bellissima accompagnata da un gruppo di esseri deformi, veri e propri scherzi di natura, i suoi aiutanti ma anche una sorta di stravagante corte d’amore di cui lei sembra compiacersi. Lo strano spettacolo però si riduce all’esibizione di una sola meraviglia per volta: quella notte viene mostrato l’Occhio di Dio, un curioso meccanismo che la donna afferma provenire dalle Americhe, dono del dio Viracocha all’imperatore degli Inca. Una macchina mirabolante, che sembra avere il potere di identificare i traditori nella folla dei cortigiani… e queste sono le prime venti pagine. Poi ce ne sono altre quattrocento in cui succede di tutto!
QUESTA VOLTA IL PROTAGONISTA NON E’ DANTE ALIGHIERI DETECTIVE, MA GALILEO GALILEI… SEMPRE COMUNQUE UN PERSONAGGIO STORICO CHE IMPROVVISAMENTE SI RITROVA CATAPULTATO IN UNA GIRANDOLA DI MISTERI: COME MAI QUESTA SCELTA?
“L’occhio di Dio” è nato – come anche altri miei racconti – da una curiosità: sapevo che Galileo intorno all’inizio del ‘600 si era interessato di magnetismo, e che era stato ospite a Palmanova del suo amico Sagredo, tesoriere della città-fortezza. Perché lo scienziato, celebre in seguito per tutt’altro, aveva trafficato con magneti e calamite, e che aveva fatto durante il suo soggiorno nella città? Poteva aver contribuito alla costruzione, visto che fu anche autore di due trattati di architettura militare? E se no, che poteva aver fatto? Pian piano il romanzo è nato cercando di rispondere a queste e altre domande che mi venivano in mente.
CRISTIANESIMO E ISLAM, INCAS E PALMANOVA, LA SERENISSIMA E L’IMPERO OTTOMANO, BELLE DONNE E INDIVIDUI MISTERIOSI, MANUFATTI MICIDIALI ED ESPERIMENTI RIVOLUZIONARI… INSOMMA, NON TI SEI FATTO MANCARE PROPRIO NULLA. COME HAI DECISO DI COMBINARE TUTTI QUESTI INGREDIENTI CON GLI ALTRI ELEMENTI CHE COMPONGONO LA TRAMA?
Mi piaceva l’idea di una storia “barocca” che celebrasse appunto un’epoca barocca. Non a caso il romanzo scorre con in sottofondo ripetute citazioni dalla “Gerusalemme liberata” di Tasso. Del resto non è stata tanto una mia precisa volontà, quanto proprio l’epoca scelta che fu incredibilmente complessa e anche contraddittoria, sospesa tra pace e guerra, oriente e occidente, religione e superstizione, nuova scienza e caccia alle streghe, che mi ha messo sulla pagina una gran quantità di temi.
SARA’ L’INIZIO DI UN’ALTRO CICLO OPPURE PENSI DI AVER FATTO FARE E DIRE TUTTO A GALILEO?
No, non prevedo altre storie con Galileo, anche perché dopo quello che gli ho fatto vivere in questo sarebbe davvero efferato sottoporlo ad altre avventure!
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?
Le normali difficoltà che si incontrano in ogni racconto storico, la ricerca di carte dell’epoca per una definizione esatta degli ambienti, elementi biografici per i personaggi realmente esistiti, costumi e caratteri dell’epoca, tipi di veicoli, macchinari, suppellettili ecc. E poi la cosa più difficile, ricostruire il linguaggio e soprattutto il modo di pensare dell’epoca, cercando un difficile equilibrio tra esattezza filologica ed esigenze di leggibilità moderna.
QUANTO DI REALE E STORICAMENTE DOCUMENTATO C’E’ IN QUESTA STORIA E QUANTO INVECE DI INVENTATO?
Molto di vero, e molto di inventato, come sempre in quello che racconto. Mescolati però tra loro in modo da non essere identificabili, e descritti in modo che la fantasia sembri realtà e la realtà favola. Perché secondo me un romanzo “storico” è riuscito quando tutto sembra vero, anche ciò che è più improbabile.
COME NASCE QUESTA TUA PASSIONE PER IL PASSATO REMOTO, DA CUI DERIVANO LE SCELTE DI UTILIZZARE COME PROTAGONISTI DEI TUOI ROMANZI PERSONAGGI COME DANTE E GALILEO?
A me non interessa tanto il passato in quanto tale, quanto gli elementi che lo popolano: costumi stravaganti, macchine incredibili, personaggi pittoreschi, vicende sanguigne. E soprattutto un dato di fondo: la possibilità per i singoli di essere in qualche modo artefici del proprio destino, possibilità che nei tempi moderni si è sempre più ristretta.
PARLANDO SEMPRE DI PASSIONI, SAPPIAMO CHE I TUOI INTERESSI VANNO ANCHE VERSO LA STORIA DEL SECOLO APPENA TRASCORSO E CHE TI SOFFERMI SOPRATTUTTO SUGLI ASPETTI MENO CONOSCIUTI E CONTROVERSI. VUOI FARCI QUALCHE ESEMPIO?
Ritengo che il Novecento sia uno dei secoli meno conosciuti, ancora in gran parte da esplorare. Anche perché i fatti avvenuti sono ancora troppo recenti, e tendono inesorabilmente a essere analizzati più sotto l’aspetto ideologico che quello storico. È inoltre un secolo straordinario per la compresenza di tratti antichi, quando non addirittura arcaici, con le innovazioni tecnologiche e scientifiche più avanzate. È un secolo in cui la barbarie convive con la bomba atomica, e una cultura ancora sostanzialmente romantica si appresta a raggiungere la Luna. Quanto a misteri, è una fonte inesauribile!
MA NON E’ TUTTO, PERCHE’ LA TUA CURIOSITA’ TI PORTA ANCHE A ESSERE UN ESPERTO STUDIOSO DELLE AVANGUARDIE ARTISTICHE, OLTRE CHE UN APPASSIONATO DI STORIA DELL’ILLUSIONISMO E DELLA POP-CULTURE DEGLI ANNI ‘50 E ‘60… MA QUANTE COSE CI SONO DENTRO GIULIO LEONI?
Tantissime, ma gli scrittori sono tutti un po’ così… se non fossimo tutti in parte insaziabili curiosi e in parte matti non potremmo fare questo lavoro.
SOFFERMANDOCI SULLA CULTURA POP, DA ANNI RICERCHI E COLLEZIONI TESTIMONIANZE E MEMORABILIA: QUALI SONO I “PEZZI” CHE HAI CERCATO DI PIU’ E CHE RITIENI SIANO GLI “OVER THE TOP” DELLA TUA COLLEZIONE?
Io sono soprattutto un collezionista di testimonianze del mondo magico, manifesti, libri, attrezzi e ricordi di maghi del passato. E poi sono un appassionato di giocattoli spaziali, armi a raggi e astronavi. Negli anni ho messo insieme una raccolta di buon livello di giocattoli americani e giapponesi degli anni ’50 e ’60, tra cui un automa ispirato al famoso Robby del “Pianeta Proibito”.
E CHE COSA INVECE ANCORA NON SEI RIUSCITO A REPERIRE, MA CHE CERCHI “DISPERATAMENTE” O VORRESTI SEMPLICEMENTE POTER POSSEDERE?
Ah ah, mi piacerebbe trovare una cosa difficile, la stazione spaziale della Horikawa. Anzi, se qualche lettore ne avesse a casa una…
ULTIMA DOMANDA. QUALI SONO I TUOI PROSSIMI PROGETTI?
Un altro romanzo, ma prima ancora una serie di racconti lunghi ambientati proprio nel Ventennio, con indagini su fatti misteriosi e paranormali. Titolo “M-Files”, per fare volutamente il verso ai famosi “X-Files” americani.
COME POTETE VEDERE ANCORA UNA VOLTA GIULIO LEONI RIESCE A SOLLETICARE LA NOSTRA CURIOSITA’, PER CUI LO ASPETTEREMO AL VARCO PER FARCI RACCONTARE NUOVE STORIE E NUOVE EMOZIONI. PER IL MOMENTO GRAZIE. PASSO E CHIUDO!